Parafilia

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Parafilia
Specialità psichiatria
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM 302.0
ICD-10 F65
MeSH D010262

In ambito psichiatrico, psicopatologico e sessuologico, con parafilia (dal greco para παρά = "presso", "accanto", "oltre" e filia φιλία = "amore", "affinità") s'intendono pulsioni erotiche connotate da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti, che implicano attività o situazioni specifiche che riguardino oggetti, che comportino sofferenza e/o umiliazione, o che siano rivolte verso minori e/o persone non consenzienti[1][2]. Il DSM-IV-TR (APA, 2001) classifica le parafilie in nove differenti categorie.

Recentemente, il DSM 5 (APA, 2013)[3] ha introdotto un importante cambiamento in tema di parafilia/comportamento parafilico. Vengono considerate parafilie tutti quei comportamenti sessuali atipici per i quali il soggetto sente una forte e persistente eccitazione erotico-sessuale. Tale condizione erotica è vissuta in perfetta egosintonia. Quando il comportamento parafilico diventa invece una forma di dipendenza e il soggetto accusa un certo disagio interpersonale (egodistonia), allora è utile introdurre il concetto di Disturbo Parafilico. Il Disturbo Parafilico è quindi una parafilia, ma il soggetto, oltre ad avere un intenso e persistente interesse sessuale per particolari attività erotico-sessuali, vive l'esperienza e i vissuti parafilici con disagio, tanto da arrecare danni a se stesso e/o agli altri (Quattrini, 2015)[4]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Le parafilie possono essere classificate in base all"atto" che sostituiscono o all'"oggetto" verso cui si indirizzano. Una ulteriore suddivisione riguarda il canale sensoriale che viene sollecitato.[5]

  • Nella parte dell'atto vi è una sostituzione del coito o dell'attività sessuale, con pratiche di altro tipo.
  • Nella parte d'oggetto vi è una surrogazione dell'oggetto normativo o uno spostamento della meta:
    • l'oggetto normativo è costituito dal partner sessuale (eterosessuale od omosessuale).
    • la meta è rappresentata dal raggiungimento del piacere sessuale (orgasmo).
  • I canali sensoriali implicati nelle parafilie:[5]
    • canale visivo, l'eccitazione sessuale viene ricercata nell'esibizione del corpo o parti di esso (esibizionismo), nell'osservazione di altri soggetti impegnati in attività sessuali (voyeurismo, mixoscopia) o di funzioni corporee fisiologiche (coprofilia, urofilia);
    • canale acustico/verbale, l'eccitazione è ottenuta mediante la pratica del turpiloquio, l'ascolto o il pronunciamento di parole scurrili o volgari attinenti alla sessualità (scatologia telefonica, coprolalia, pornolalia, mixacusi);
    • canale olfattivo, esistono collegamenti neurofisiologici tra l'organo vomero-nasale e determinate aree del cervello, come il sistema limbico (emozionale) e il nucleo BNST (nucleo della stria terminale); l'eccitazione sessuale è data dalla percezione di odori, anche sgradevoli, come l'urina, le feci, le flatulenze (flatulofilia), il sudore (ospressiofilia), ciò può essere connesso ai feromoni escreti con queste sostanze;
    • canale gustativo, l'eccitazione sessuale è perseguita tramite l'ingestione/irrorazione di escrezioni corporee (coprofagia, spermatofagia, pissing);
    • canale tattile, il piacere sessuale è dato dalla pratica di attività corporee inusuali: stuffing (penetrazione con oggetti), percossofilia, spanking (sculacciare con violenza), clismafilia (pratica del clistere), nasofilia, rinolagnia, uretrolagnia (stimolazione di parti del corpo non classicamente erogene, come le narici o l'uretra).

Forme clinicamente riconosciute[modifica | modifica wikitesto]

Da un elenco di parafilie ben più vasto, clinicamente sono riconosciute otto maggiori forme di parafilia.[6][7] Secondo l'ultima edizione del DSM-IV, per essere considerata effettivamente come patologia, tale condizione deve ricorrere per almeno sei mesi e devono manifestarsi come la forma di sessualità esclusiva o prevalente del soggetto, interferendo in modo rilevante con la sua normale vita di relazione e causandone un disagio clinicamente significativo. Ovviamente tali pulsioni parafiliche possono interessare persone di entrambi i sessi.

  • Esibizionismo: il bisogno o il comportamento che porta all'esposizione dei propri genitali a una persona ignara;
  • Feticismo: l'uso esclusivo di oggetti non direttamente attinenti alla sessualità (es. scarpe, indumenti) al fine di innescare o aumentare l'eccitamento sessuale;
  • Frotteurismo: il bisogno o il comportamento che porta a toccare o palpeggiare il corpo di una persona non consenziente;
  • Pedofilia: l'attrazione sessuale per bambini in età infantile e prossimi a quella prepuberale;
  • Masochismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante ricercato nel voler essere umiliati, provare dolore o soffrire in altri modi;
  • Sadismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante nel produrre dolore o umiliazione della vittima;
  • Feticismo di travestimento: eccitazione e/o piacere sessuale nell'indossare abiti del sesso opposto;
  • Voyeurismo o scopofilia (più raro scoptofilia): il bisogno o il comportamento che porta a spiare persone ignare mentre sono nude, in intimo o impegnate in attività/rapporti sessuali

Altre forme meno comuni sono raggruppate sotto la dizione disordini sessuali o parafilia non altrimenti specificata.[5][8][9]

La nuova nomenclatura dei disturbi parafilici descritti dal DSM 5 (2013) si organizza all'interno di due differenti gruppi:

1) Predilezione per attività inconsuete, dove sono presenti tutti quei disturbi che rappresentano un particolare scostamento dalle fasi del corteggiamento come il disturbo frotteuristico, il disturbo voyeuristico e il disturbo esibizionistico, ma anche quei disturbi "algolagnici" che implicano dolore e sofferenza come il disturbo da masochismo sessuale e il disturbo da sadismo sessuale.

2) Predisposizione per l'atipicità dell'oggetto sessuale, dove l'interesse e l'attenzione sono rivolti verso altri esseri umani, ma anche dove il soggetto sperimenta un'attenzione intensa e persistente rivolta altrove come nel disturbo feticistico e nel disturbo da travestitismo.

Evoluzione del concetto e delle definizioni[modifica | modifica wikitesto]

I criteri diagnostici con cui medici, psicologi e psichiatri definiscono alcuni comportamenti o "pulsioni" cambiano nel tempo, con l'evolvere delle conoscenze nel campo di indagine specifico. Un esempio piuttosto famoso riguarda l'omosessualità, che fino al 1974 era elencata come parafilia nel DSM. Fu poi citata solo in un'accezione "egodistonica" (ovvero non vissuta serenamente) e quindi definitivamente eliminata nel 1987[10].

Inoltre si tende a differenziare le cosiddette perversioni soft, che rientrano tra le pratiche sessuali alternative, da quelle hard più strettamente correlate con un quadro patologico con diagnosi di parafilia.[11]

Una interessante considerazione teorico-clinica è quella fatta da Quattrini (2015)[4] relativa al concetto di "normalità/anormalità". Secondo il sessuologo tale concetto deve essere ridefinito ed "educato", in una società che può e deve confermarsi quanto meno giudicante e dequalificante nei confronti dell'altro diverso da sé è possibile. Come espressione concettuale, il binomio normale/anormale deve svincolarsi dal concetto sociale di "ignoranza". Ignoranza che permette di confermare falsi miti e inutili cliché, ridefinendo l'elemento fondante di un popolo: la cultura.

Ecco quindi l'importanza d'individuare l'esperienza erotico-sessuale in un continuum che a differenti livelli può allontanare molti degli stereotipi - rinforzo del pensiero di una cultura "ignorante" - promuovendo il benessere di/per tutti.

Il continuum descritto da Quattrini: normativo-trasgressivo/parafilia/Disturbo parafilico-sex offender (Quattrini, 2015 pp. 27–30)[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Cf. DSM-IV & DSM-IV-TR, Paraphilias.
  2. ^ Cf. Manuale Merck di diagnosi e terapia, Parafilie.
  3. ^ APA- American Pscychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM 5), Washington, APA, 2013, ISBN 978-0-89042-555-8.
  4. ^ a b c Quattrini F., Parafilie e Devianza. Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Atipico, Firenze, Giunti, 2015, p. 26, ISBN 978-88-09-80332-9.
  5. ^ a b c Cf. Emmanuele A. Jannini, Andrea Lenzi, Mario A. Maggi, Sessuologia medica. Trattato di psicosessuologia e medicina della sessualità, Milano, Elsevier, 2007, pp. 192ss. ISBN 88-214-2911-3; ISBN 978-88-214-2911-8. Anteprima disponibile su books.google.it.
  6. ^ (EN) Cf. http://psyweb.com/Mdisord/jsp/sexd.jsp#par.
  7. ^ (EN) Cf. ICD-10, F65.
  8. ^ Cf. DSM-IV, p. 615. Anteprima disponibile su books.google.it.
  9. ^ Cf. Marco Baranello, Parafilie o Perversioni Sessuali, in psicologiapsicoterapia.com. URL consultato il 20-08-2011.
  10. ^ Use of Diagnoses “Homosexuality”and “Ego-Dystonic Homosexuality , American Psychiatric Association(APA)
  11. ^ Willy Pasini, Le nuove perversioni soft, in willypasini.it, 20 luglio 2009. URL consultato il 3 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2011).

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