Robert Rauschenberg

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Robert Rauschenberg
Premio Premio Imperiale 1998

Robert Rauschenberg (pseudonimo di Milton Ernst Rauschenberg) (Port Arthur, 22 ottobre 1925Captiva Island, 12 maggio 2008) è stato un fotografo e pittore statunitense, che fu vicino alla pop art senza però mai aderirvi realmente, innescando invece una inedita corrispondenza con l'espressionismo astratto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Rauschenberg esplora il proprio mondo artistico non limitandosi alla sola pittura. All'interno delle sue composizioni introduce elementi materici, oggetti, addirittura animali impagliati, operando una fusione fra questi e la pittura alla quale non rinuncia mai. Il nome che l'artista dà alla sua personale unione fra oggetti, cose materiali, quotidiane e pittura è combine-paintings, ossia pitture combinate.

Le opere di Rauschenberg hanno una loro unicità, determinata dal modo in cui l'artista sceglie e accosta gli elementi dei collage, nonché da quegli aspetti che le distinguono dalla più fredda Pop art, ovvero il risultato dato dalle parti dipinte a mano, la sovrapposizione del collage, le immagini in composizione reticolare libere e le imperfezioni del processo serigrafico. Rauschenberg fu sempre indipendente da qualsiasi gruppo o corrente del dopoguerra, anche se a volte è stato considerato, insieme a Jasper Johns, tra i precursori della Pop art[senza fonte]. Fu sicuramente un grande esponente delle avanguardie artistiche del dopoguerra, se non altro per il sodalizio artistico che lo legò per lunghissimo tempo al compositore John Cage. Verso la fine del 1952, l'artista americano era stato in Italia per la prima volta, e, in quell'occasione, visitò a Roma lo studio di Alberto Burri, uno degli artisti che lo influenzò maggiormente. Negli anni '50 Rauschenberg aveva esposto a Roma (alla Galleria dell'Obelisco di Irene Brin, le sue prime Scatole Personali) e successivamente anche a Firenze e Venezia. Nel 1964 ricevette il Gran Premio per la Pittura dalla XXXII Biennale di Venezia. Agli inizi degli anni sessanta inizia a sperimentare i disegni e i dipinti con lo stencil. Nel 1962 andò a trovare Andy Warhol nel suo studio e conobbe il metodo serigrafico applicato alla pittura, che iniziò presto a sperimentare e ad usare. L'uso di un mezzo di riproduzione commerciale dell'immagine come la serigrafia e la forte presenza di immagini tratte dalla stampa indussero i critici di allora ad identificare Rauschenberg con la pop art[senza fonte], apparsa in quegli anni sulla scena newyorkese. I dipinti e le fotografie di Rauschenberg possiedono infatti una qualità espressiva che si manifesta nelle riproduzioni volutamente esibite del processo di riproduzione (il registro serigrafico).[non chiaro]. Esibire il processo di riproduzione e in particolare del mezzo, che sia il telaio serigrafico la fotocamera o la macchina da presa, è una delle esigenze di molti artisti degli anni '60. In questi anni il dialogo fra le varie forme d'arte è molto intenso e mette in comunicazione anche gli artisti visuali e moltissimi autori provenienti da altre esperienze artistiche come i registi della Nouvelle Vague e del Cinema Moderno in genere. Proprio nel caso del Cinema Moderno, contrapposto al Cinema Classico, è chiaro il bisogno di molti cineasti di rendere evidente il processo di riproduzione all'interno dell'opera stessa, ovvero, forse l'opera stessa è così proprio in virtù del mezzo utilizzato dall'artista per darle forma. Per rendere ancora più chiaro il concetto è possibile prendere come riferimento il lavoro di Michelangelo Antonioni in quanto non solo regista, ma anche pittore ed estimatore di Raushenberg e di numerosi pittori a lui vicini, almeno concettualmente, come Oldenburg, Rotella, César, Jasper Johns e perfino Warhol. Nei suoi dipinti Montagne Incantate egli, in effetti, non vuole solo atomizzare l'oggetto quadro attraverso la tecnica di stampa fotografica del blow-up (ingrandimento) da cui il film Blow-up, ma evidenziare che questo passaggio da quadro a fotografia, da artigianale a tecnologico, da soggettivo a oggettivo, è avvenuto attraverso un mezzo di riproduzione completamente indipendente dal processo artistico-artigianale dell'uomo. Stessa cosa fa Raushenberg nelle sue opere, che egli definisce non a caso Combines Paintings e in cui convivono elementi completamente realizzati dall'uomo, come la famosissima capra impagliata e oggetti riprodotti meccanicamente come le serigrafie di cui apprende la tecnica da Warhol; questo rende evidente quanto Raushenberg conoscesse bene i concetti che Walter Benjamin esprime in L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica.

Una delle sue prime opere è Letto (1955), dove l'artista porta all'interno dell'installazione un letto reale, nelle sue naturali dimensioni, interviene però su di esso con il colore, sporcandolo con scolature, macchie, mescolanze, che rendono l'oggetto vissuto, in una strana maniera straordinariamente eloquente[non chiaro]. Tale opera lo inserisce in un contesto artistico molto ampio e quantomai frastagliato, quello del cosiddetto "New Dada"[senza fonte].

Giunse in Europa nel 1964 quando erano già trascorsi sei anni da quando Rauschenberg aveva utilizzato per la prima volta quattro bottiglie di Coca Cola in una sua opera. Ma occorse del tempo perché, tra fitte discussioni ideologiche, il nuovo movimento prendesse coscienza e si affermasse internazionalmente.

Rauschenberg si occupò anche di Mail Art come scrive il critico Eraldo Di Vita che ebbe corrispondenza con lui e con molti altri artisti americani.

Riding Bikes, Berlino, 1988

Presentare oggetti d'uso quotidiano o rottami come opere d'arte o come elementi di una composizione, non era una novità assoluta: lo avevano già fatto i dadaisti fin dal primo dopoguerra. Ora, senza più alcun intento dissacrante o polemico, voleva semplicemente constatare la realtà d'ogni giorno: quella degli oggetti prodotti in serie, della segnaletica stradale, dei cartelloni pubblicitari e degli altri mass media.

Rauschenberg, nipote di un berlinese e di una indiana Cherokee, si propose in tal modo di riempire il vuoto esistente tra l'arte e la vita.

Robert Rauschenberg vince nel 1964 alla Biennale di Venezia dove viene definitivamente proclamato il successo della pop art americana.

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