Benin

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Benin
Benin – Bandiera Benin - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Fraternité, Justice, Travail
Benin - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica del Benin
Nome ufficiale République du Bénin
Lingue ufficiali francese, hausa
Capitale Porto-Novo  (179 138 ab. / 1992)
Politica
Forma di governo Repubblica presidenziale
Presidente Patrice Talon
Indipendenza Dalla Francia, 1º agosto 1960
Ingresso nell'ONU 20 settembre 1960
Superficie
Totale 112 620 km² (99º)
 % delle acque 1,8%
Popolazione
Totale 8 849 892 ab. (2012) (91º)
Densità 85 ab./km²
Tasso di crescita 2,877% (2012)[1]
Nome degli abitanti Beninesi
Geografia
Continente Africa
Confini Togo, Nigeria, Burkina Faso e Niger
Fuso orario UTC +1
Economia
Valuta Franco CFA
PIL (nominale) 7 565[2] milioni di $ (2012) (141º)
PIL pro capite (nominale) 753 $ (2012) (164º)
PIL (PPA) 15 643 milioni di $ (2012) (135º)
PIL pro capite (PPA) 1 622 $ (2013) (162º)
ISU (2011) 0,427 (basso) (167º)
Fecondità 5,2 (2011)[3]
Consumo energetico 0,008 kWh/ab. anno
Varie
Codici ISO 3166 BJ, BEN, 204
TLD .bj
Prefisso tel. +229
Sigla autom. RPB
Inno nazionale L'Aube Nouvelle
Festa nazionale  
Benin - Mappa
 

Coordinate: 8°50′N 2°11′E / 8.833333°N 2.183333°E8.833333; 2.183333

Il Benin (AFI: /beˈnin/[4]; in francese /beˈnɛ̃/), ufficialmente la Repubblica del Benin, è uno Stato dell'Africa occidentale, precedentemente conosciuto con il nome di Dahomey. Si affaccia a sud sul Golfo del Benin, dove la costa misura circa 120 km, confina ad ovest con il Togo, ad est con la Nigeria e a nord con Burkina Faso e Niger. Non va confusa con il regno del Benin, conosciuto anche come regno di Edo, che è oggi scomparso e che ebbe origine nella zona ad ovest del delta del fiume Niger. Di tale regno rimane ai giorni nostri lo stato di Edo che fa parte della repubblica federale di Nigeria ed ha per capitale Benin City.

Il Benin è una repubblica presidenziale, l'attuale capo dello Stato è Michel Sossaminou. La capitale è Porto-Novo, ma la sede del governo è Cotonou. Il Benin è membro dell'ECOWAS.

La lingua ufficiale è il francese.

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome "Benin" ha attinenza con il Regno del Benin e con Benin City, dalle quali prese il nome il golfo su cui l'odierno Benin si affaccia. Il nome Dahomey fu cambiato nel 1975 in quello di Repubblica popolare del Benin, che fu scelto per la sua neutralità, visto che nel paese convivono più di cinquanta differenti gruppi linguistici e quasi altrettante etnie. Il nome Dahomey era quello dell'antico regno Fon, e fu ritenuto inappropriato per definire tutta la nazione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Benin.

Il regno Africano del Dahomey ebbe origine in Benin. Nel XVII secolo il regno, governato da un Oba, si allargava oltre gli attuali confini, coprendo larga parte dell'Africa occidentale. Il regno era prospero e stabilì relazioni per il commercio degli schiavi con gli europei, e in particolare con i portoghesi e gli olandesi che per primi giunsero qui nel tardo XV secolo.

Nel XVIII secolo, il Dahomey iniziò a sfaldarsi, dando quindi la possibilità ai francesi di prendere il controllo dell'area nel 1892. Nel 1899, il territorio entrò a far parte della colonia dell'Africa Occidentale Francese, ancora con il nome di Dahomey. Nel 1958, fu garantita l'autonomia come Repubblica del Dahomey, e la piena indipendenza seguì nel 1960.

L'indipendenza fu seguita da un periodo turbolento, e ci furono numerosi golpe e cambi di regime prima che il controllo del potere fosse preso da Mathieu Kérékou. Egli stabilì un regime di tipo marxista, e il paese fu rinominato Repubblica popolare del Benin. Alla fine degli anni ottanta, Kérékou abbandonò il marxismo e iniziò una transizione dal socialismo al capitalismo. Fu sconfitto nelle elezioni del 1991, ma tornò al potere con il voto del 1996. Dal 2006 il presidente eletto è Yayi Boni. Le ultime elezioni presidenziali sono avvenute il 13 marzo 2011, e hanno visto la riconferma di Yayi Boni[5].

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Benin.
Il Benin dal satellite

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Allungato tra il fiume Niger a nord e l'insenatura di Benin a sud, l'elevazione del territorio non varia significativamente nelle differenti aree del paese. La maggior parte della popolazione vive nelle pianure costiere meridionali, dove sono anche localizzate le maggiori città, tra le quali Porto-Novo e Cotonou. Il nord del paese è costituito principalmente da altopiani semi aridi e ricoperti da savana.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima in Benin è caldo e umido, con una relativa scarsità di piogge che si concentrano nelle due stagioni piovose (aprile-luglio e settembre-novembre). D'inverno le notti possono essere piuttosto fresche, a causa dell'harmattan, un vento secco e polveroso.

Popolazioni[modifica | modifica wikitesto]

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

Ha una superficie di 112.622 chilometri quadrati una popolazione di 7.413.000 abitanti e una densità di 66 abitanti per chilometro quadrato

Etnie[modifica | modifica wikitesto]

In Benin vivono circa 40 gruppi etnici differenti, il maggiore è quello dei Fon che sono circa il 40%, seguono gli Yoruba al 12%, gli Adja all'11%, Somba al 5% Ani al 3% e altre etnie che rappresentano il 29%.

Lingue[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte dei vari gruppi etnici ha una propria lingua; tra le più diffuse il fon e lo yoruba. Il francese è utilizzato come lingua ufficiale (il paese è parte dell'Africa francofona) ed è parlato soprattutto nelle aree urbane.

Religioni[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica in Benin.

Ordinamento dello stato[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Dipartimenti del Benin e Comuni del Benin.

Dal 1999, il Benin è diviso in 12 dipartimenti (in precedenza i dipartimenti erano 6). I dipartimenti sono a loro volta suddivisi in 77 comuni, i quali ricomprendono più arrondissement; questi contengono villaggi e possono avere diversi quartieri o distretti cittadini oppure quartieri urbani.

Dipartimenti del Benin
  1. Dipartimento di Alibori*
  2. Dipartimento di Atakora*
  3. Dipartimento dell'Atlantico
  4. Dipartimento di Borgou
  5. Dipartimento delle Colline*
  6. Dipartimento di Donga*
  7. Dipartimento di Kouffo*
  8. Dipartimento del Litorale*
  9. Dipartimento di Mono
  10. Dipartimento di Ouémé
  11. Dipartimento dell'Altopiano*
  12. Dipartimento di Zou

(*) Creato nel 1999

Città principali[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione demografica è difforme: nel sud si concentra il 70% dei cittadini del Benin (con punte di 200 abitanti per k), mentre il nord, più arretrato, è terra d'emigrazione. L'urbanizzazione (55,4%) è notevole a confronto con i paesi vicini. La capitale Porto-Novo (235 000 abitanti) si trova nel Dipartimento di Ouémé, è ricca di edifici in stile portoghese ed ha funzioni politiche e commerciali. Con Ouidah, cittadina poco distante di 65 000 abitanti nel Dipartimento dell'Atlantico, la capitale è uno dei centri mondiali più importanti del vudù. Cotonou (820 000 abitanti), nel Dipartimento del Litorale, è il cuore economico del Benin, verdeggiante e caotica città. Essa è dotata dell'unico aeroporto internazionale e di un importante porto marittimo. Nei pressi sorgono dei villaggi di palafitte unici al mondo. Nel centro del paese si distinguono Abomey (130 000 abitanti), nel Dipartimento di Zou, che fu la capitale dell'antico regno di Dahomey, e Parakou (230 000 abitanti) nel Dipartimento di Borgou. Nel nord l'unico centro di rilievo è Natitingou (60 000 abitanti) che si trova nel Dipartimento di Atakora.

La città più grande e la capitale commerciale del Paese è Cotonou. Il nome deriva da un'espressione in lingua Fon che significa "presso il lago dei morti" e allude a una laguna adiacente all'abitato. Il riferimento ai morti è legato alla credenza che le stelle cadenti rappresentino le anime dei morti precipitati negli inferi. Si narra che quando fu fondata Cotonou, le luci del villaggio lacustre di Ganvié, dall'altra parte della laguna, si riflettessero nelle acque, suggerendo l'idea delle stelle cadenti. Ganvié è un villaggio di palafitte abitato da pescatori sulla sponda occidentale della laguna.

Istituzioni[modifica | modifica wikitesto]

Il parlamento del Benin è costituito dall'Assemblea Nazionale, composta da 83 seggi, per la quale vengono tenute elezioni ogni 4 anni. Capo del governo e dello Stato è il presidente, che è eletto in elezioni presidenziali separate, che si tengono ogni cinque anni. Il presidente nomina un consiglio dei ministri.

La sede del governo è Cotonou.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'indipendenza dal regime coloniale francese, avvenuta nel 1960, il Benin ha sperimentato, dal 1963 al 1972, un'instabile assetto politico interno. Dopo cinque colpi di Stato, nove governi e cinque costituzioni, la situazione venne stabilizzata dall'instaurazione di un regime politico marxista ad opera del Colonnello Mathieu Kerekou. Dal 1974 la Repubblica Popolare del Benin sperimento' il socialismo fino al 1990, con il ritorno ad un regime democratico.

Il 2 dicembre del 1990 venne adottata una nuova Costituzione ispirata a principi democratici ed al pluralismo politico. Nel marzo del 1991, le prime elezioni politiche basate sul multipartitismo videro vincitore l'ex Primo Ministro Nicephore Soglo. Sconfitto nelle elezioni del 1991, Kerekou riconquisto' il potere democraticamente nelle elezioni del 1996 e del 2001. A succedere al Colonnello è stato Thomas Boni Yayi, ex Presidente della Banca per lo Sviluppo dell'Africa Occidentale (BOAD), che alle elezioni del 2006 vinse con una maggioranza del 75% dei voti. Boni Yayi ha riconfermato la propria vittoria alle elezioni del 13 marzo 2011 con il 53% dei consensi. Gli osservatori internazionali dell'ECOWAS, dell'Unione Africana e delle Nazioni Unite hanno espresso giudizi positivi riguardo allo svolgimento dello scrutinio elettorale.

Ex Primo Ministro sotto il regime di Kerekou e fondatore del Partito per il Rinnovamento Democratico (PRD), Adrien Houngbedji è stato il principale avversario sconfitto nelle ultime elezioni presidenziali. Capo della coalizione di opposizione “L'Union fait la Nation”, Houngbedji è riuscito ad unire movimenti politici del sud, rappresentanti del 60% dell'elettorato attivo locale, di cui fanno parte i social-democratici di Bruno Amoussou, attualmente Vice Presidente del Parlamento, e i liberali della famiglia dell'ex Presidente e Primo Ministro Nicephore Soglo.

Alle elezioni parlamentari del 30 aprile 2011, la maggioranza di 53 seggi su 83 è stata conquistata dalla coalizione “Mouvance” di Boni Yayi. Essa riunisce il partito del Presidente della Repubblica, “Force Cauris pour un Benin Emergent” (FCBE), ed altre formazioni minori. Aspetto importante è l'estrema fragilità delle alleanze politiche.

Il programma politico della coalizione vincente si basa su tre punti: la diminuzione dell'elevatissimo livello di corruzione; la differenziazione dell'economia attraverso programmi di privatizzazione e di incentivazione del micro-credito; la perequazione della ricchezza in favore degli strati più poveri della società. Esse rappresentano delle sfide ancora aperte. L'eccessiva dipendenza dal grande porto di Cotonou e dal settore cotoniero si sta fronteggiando con l'avvio alla privatizzazione dei servizi portuali e con la creazione di linee di microcredito che hanno posto le basi per la nascita di un settore di piccole medie imprese artigiane.

La lotta alla corruzione sembra aver portato alcuni frutti. Nel 2012, il Benin era al 94º posto su 176 Paesi per indice di percezione della corruzione, un miglioramento rispetto al 110º posto del 2010 ed al 100° del 2011.

Le politiche di attrazione degli investimenti diretti esteri quali, la promozione del turismo, lo sviluppo dell'agro-industria e la crescita del settore dei servizi attraverso la tecnologie informatiche non hanno ancora prodotto i risultati sperati. Inoltre, l'Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite colloca il Benin al 167º posto su 187 Paesi, con un terzo della popolazione che vive con meno di 1,25 dollari USD al giorno.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia del Benin è sottosviluppata e dipende dall'agricoltura di sussistenza, dalla coltivazione del cotone e dal commercio regionale. La crescita del prodotto interno lordo, che ha avuto una media negli ultimi sei anni del 5%, è stata resa vana dal rapido aumento della popolazione. L'inflazione è stata tenuta sotto controllo negli ultimi anni. Con lo scopo di aumentare ulteriormente il tasso di crescita dell'economia, il Benin sta tentando di attrarre ulteriori investimenti stranieri, dare maggior enfasi al turismo, facilitare lo sviluppo di nuovi sistemi di lavorazione degli alimenti e di nuovi prodotti agricoli, e incoraggiare le nuove tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni. Il programma del 2001 riguardo alle privatizzazioni nei settori delle telecomunicazioni, acqua potabile, elettricità, e agricoltura è ancora in attuazione, nonostante le iniziali riluttanze del governo. Il Club di Parigi e gli accordi bilaterali con i paesi creditori hanno alleggerito la situazione del debito estero, accompagnando l'accelerazione delle riforme economiche strutturali.

Bandiera[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera del Benin venne originariamente adottata nel 1959 e sostituta nel 1975. Il 1º agosto 1990, l'attuale disegno è stato reintrodotto, a seguito della rimozione del regime marxista. La bandiera è composta da tre rettangoli di uguali dimensioni. Il primo, posto in verticale sul lato dell'asta, è verde, gli altri due sono disposti in orizzontale, a destra di quello verde, e sono di colore giallo (in alto) e rosso (in basso). I colori sono quelli tradizionali panafricani: il verde simboleggia la speranza, il giallo l'invito a mantenere la forza del paese e il rosso il coraggio degli antenati.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

La produzione artistica è stata storicamente influenzata e strettamente collegata alle esigenze di corte, e difatti dal XV secolo i re oba fecero costruire una sfarzosa reggia impreziosita da tesori di legno e di bronzo.[7]
L'arte del Benin è essenzialmente aulica e regolata da codici formali. Si può classificare in tre fasi: di formazione (XV-XVI secolo); classico (XVI-XVIII); tardo (XVIII-XIX).

Per quanto riguarda la scultura il Benin si distinse per lo sviluppo di notevoli rappresentazioni a sfondo religioso, come la statua del dio della guerra Gu, realizzata in ferro ed alta oltre il metro e mezzo, caratterizzata dal capo riempito di frecce e di lance. Di grande diffusione anche figure più piccole, costruite in rame ed in ottone. Pregevoli furono le teste dei re, le placchette raffiguranti cerimonie di corte o scene quotidiane.

A supporto dell'arte, gli abitanti del Benin svilupparono una ricca produzione di metalli.[8]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

In tempi recenti a dar lustro allo sport beninese ci ha pensato sicuramente la figura di Coffi Codjia, arbitro di calcio che è riuscito ad imporsi ad altissimi livelli, nonostante i succitati problemi della sua nazione di provenienza. Con numerose designazioni a livello internazionale, suddivise tra Coppa d'Africa, qualificazioni mondiali, mondiali under 20, mondiali di calcio, Confederations Cup, mondiali per club e quant'altro, il direttore di gara nativo di Cotonou ha ottenuto un incredibile successo, vincendo qualsiasi scetticismo sulla sua possibile inadeguatezza a dirigere partite di calcio di un certo livello a causa del suo paese di nascita. Ormai in patria viene considerato quasi al pari di un eroe nazionale. Si pensi ad esempio al fatto che, di ritorno dall'esperienza dei mondiali in Germania, venne accolto all'aeroporto da una folla festante.

Tradizioni[modifica | modifica wikitesto]

Vodun[modifica | modifica wikitesto]

Si pensa che il Vodun (o "Voodoo", come è conosciuto comunemente) o Vodu abbia avuto origine nel sud del Benin per essere poi introdotto in Brasile, nelle Isole Caraibiche, e in parte del Nord America dagli schiavi prelevati da questa zona particolare della Costa degli Schiavi. Il termine deriva dalla lingua fon, parlata nel sud del Benin, e significa «genio», «spirito protettore». Dalle coste del Golfo di Guinea questo antico culto ha poi attraversato l'oceano sulle navi negriere per approdare sulle coste haitiane dove ha conosciuto uno splendore forse maggiore di quello riconosciutogli in patria. Pur assorbendo influenze locali ed esterne, che hanno provocato alcune trasformazioni, il vodu ha mantenuto le sue caratteristiche originali e le sue radici affondano ancora oggi nel fertile terreno della tradizione culturale africana. Rito di possessione per eccellenza il vodu è spesso stato spacciato come fenomeno di estasi collettiva, ma studi più recenti hanno conferito a questo culto la dignità di religione poiché si è riconosciuto in esso una serie di elementi che ne confermano il valore teologico[senza fonte]. Dal 1992 il Vodun è stata riconosciuta come una delle religioni ufficiali del Benin, e una Festa Nazionale del Vodun è celebrata il 10 gennaio.

Persone legate al Benin[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Population growth rate, su CIA World Factbook. URL consultato il 28 febbraio 2013.
  2. ^ Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013
  3. ^ Tasso di fertilità nel 2011, data.worldbank.org. URL consultato il 12 febbraio 2013.
  4. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Benin", in Dizionario italiano multimediale e multilingue d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2007, ISBN 978-88-397-1478-7.
  5. ^ Benin: il partito presidenziale vince anche elezioni legislative | Elezioni News - Elezioni Politiche in Italia e nel Mondo
  6. ^ Benin - International Religious Freedom Report 2007
  7. ^ Gabriel Mandel, Arte Etnica, Mondadori, Milano, 2001, pagina 66
  8. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Volume III, pagina 469

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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