Se l'unica riforma possibile da parte di un arco dei partiti rissoso e sfilacciato è la marmellata elettorale assurta a sistema, non resta che tifare per il Mattarellum. Che dopo anni di forzature e pastrocchi, ci restituirebbe il migliore dei sistemi elettorali sperimentati nella Seconda repubblica. E, anche con il suo odore di antichità polverosa, sarebbe di questi tempi comunque un grande successo
Questo certifica senza possibilità ciò che era evidente da mesi: un partito, un governo, un Paese sono stati inchiodati per mesi dalla incredibile irresponsabilità di un aspirante capo che cercava la consacrazione della folla. Siamo nel 2016, c'è internet, mandiamo una sonda su Marte, ma la spiegazione dello psicodramma collettivo che abbiamo vissuto è chiusa nell'unico mito che gli psicanalisti di corte delle leopolde e delle televisioni non hanno citato: quello di Narciso
Quali sono stati i motivi di una così potente affermazione del No? Questa domanda non è riuscita ad imporsi nel dibattito del Pd. È evidente che ci sono stati nostri errori e sottovalutazioni. È difficile, tuttavia, trovare il modo di parlarne serenamente. Anche in un momento così drammatico, comunichiamo separatamente con il nostro popolo. Non come un "collettivo", come una comunità e un partito impegnati in un confronto
La sinistra nel Pd non può presentarsi al congresso con due o tre progetti e candidati segretario: sarebbe una scelta imperdonabile nei confronti di chi ha fiducia e guarda a noi. Bisogna perciò dar prova di lungimiranza e responsabilità. Imboccare la strada del confronto, realizzare una proposta unitaria. È questo l'invito che rivolgo a tutti noi, e anche a chi, deluso, si è ritirato dall'impegno nel Pd. Questo è il momento di un impegno comune.
Di tutto abbiamo bisogno infatti, fuorché di trasmettere l'idea che a chi abbia nelle mani obbligazioni bancarie possa essere domani richiesto di trasformarle in azioni con la minaccia dell'azzeramento. Infine approfittiamo per chiederle di confrontarsi al più presto con il Parlamento su una soluzione di sistema, dati gli evidenti limiti operativi degli strumenti di mercato in essere. Certi di un suo interesse, porgiamo i nostri auguri di buon lavoro.
Sta emergendo un nuovo triangolo dello sviluppo capitalistico, basato su valori "antichi", ma sempre attuali: il nuovo trinomio è accesso-condivisione-personalizzazione. La società che viene fuori dalla crisi è più attenta all'uso che non alla proprietà dei beni, a forme di accesso che ne favoriscano una maggiore condivisione. Questo fenomeno è determinato dalla terziarizzazione che ha trasformato i beni in servizi di cui fruire.
Troppi segnali ci dicono che è necessario un nuovo progetto educativo, una crescita svincolata da piccole sicurezze e concessioni. Per crescere dobbiamo avere coraggio di togliere, di accettare la fatica del nuovo, di confrontarci con chi è diverso e migliore di noi. Dobbiamo trovare il coraggio di dire ai più giovani che la vita non è una pretesa, ma una conquista che va cercata ogni giorno tra le imprese più difficili.
Sulla Costituzione il "popolo sovrano" ha messo il 4 dicembre una pietra tombale. Ne prendo atto. Chiedo solo agli opinionisti di riflettere un po' di più prima di usare slogan a effetto come "voto sequestrato" o di simpatizzare con la vera o presunta "ribellione contro le élite".
Ogni giorno Facebook, Google e le altre imprese globali digitali fanno parlare di sé: Google chiude accordi con le case automobilistiche per fornire software per vetture senza guidatore. Facebook sta per lanciare in Europa la sua banca virtuale, Amazon fa altrettanto. Si consolida così l'impressione che le risorse di Google, Facebook e compagni siano dedicate allo sviluppo di iniziative che, prima o poi, sperimenteremo in forma di nuovi servizi.
Affermare che Silence sia cinematograficamente magistrale è persino scontato, ma in questo caso ciò che colpisce non è tanto come Scorsese sappia fare il cinema, ma perché. Sembra quasi che il regista italo-americano abbia realizzato tutti i film precedenti -alcuni dei quali sono capolavori, superiori a quest'ultimo da un punto prettamente cinematografico- per giungere a questo approdo.
L'Europa ha bisogno di un rilancio politico e il vertice di marzo in occasione del sessantesimo anniversario del Trattato di Roma è l'occasione giusta per avviare formalmente un processo, che coinvolga anche i Parlamenti nazionali e la società civile, volto a discutere anche la nostra proposta. Ai cittadini dobbiamo offrire un progetto chiaro e completo per un'Europa unita che sia in grado di essere la vera alternativa ai nazionalisti e ai populisti.
A produrre queste macerie è stata una vicenda lunga e sfibrante dalla quale il Paese è uscito lacerato. Per ricostruire un tessuto connettivo è necessario dunque archiviare non solo una stagione e il suo protagonista, ma anche e soprattutto il sistema che egli ha messo in piedi. Il primo banco di prova sarà l'approvazione di una nuova legge elettorale che consenta di andare rapidamente al voto
Paolo Gentiloni non l'ha detto, ma sono sicuro che lo pensa: "Fatemi occupare di tutto quello che volete, ma lasciatemi fuori dalla grana Rai". Ottenuta la fiducia delle Camere, che dopo il fallito referendum sono rimaste due e con eguali poteri, Gentiloni dovrà mettersi al lavoro. L'agenda che si ritrova davanti il nuovo premier è tale da far tremare le vene ai polsi di qualsiasi politico. E se questo non bastasse c'è anche "la questione Rai".
Ma il punto essenziale ora è: vogliamo andare verso una riforma della legge elettorale in senso proporzionale, o no? Io credo che sì e che questo sia il momento per tentarci, dal momento l'Italicum è morto di fatto assieme al NO alla revisione costituzionale e la Corte Costituzionale, mi auguro, ne proclamerà le esequie ufficiali.
L'Isis preferisce colpire il tesoro archeologico e il patrimonio artistico per cancellare definitivamente la storia di un popolo colpendolo nelle sue radici storiche. Ecco perché è importante la riconquista di Palmyra soprattutto a livello simbolico e di propaganda in modo che il mondo intero possa riservare ancora attenzione per le azioni del presunto Califfato che in questo ultimo anno ha perso città e uomini.
Le consultazioni referendarie insegnano sempre qualcosa. Basta saperle leggere. Dietro ai risultati di una consultazione semplice come il referendum dello scorso 4 dicembre (un Sì o un No) si nascondono certamente tante motivazioni e tante idee diverse. Chi saprà interpretarle avrà un vantaggio nella formulazione delle prossime proposte politiche.
Ho letto sull'Ansa le parole di Franco Roberti, il procuratore nazionale antimafia, che qualche giorno fa davanti agli studenti di Bolzano ha detto che "lo Stato, se vuole, può sconfiggere la mafia e per riuscirci deve diffondere la cultura della legalità". Cos'è questa cultura della legalità? È lo stesso Roberti a spiegarci che per sviluppare veramente questa cultura, occorre partire dall'attenzione verso i più giovani.
Come si fa a sapere a chi dare questo famoso euro? Non insultiamo l'intelligenza della gente, aiutiamoli a capire che un sms non può cambiare il mondo e dare risposte, bensì torniamo a parlare di bisogni sottolineando l'importanza del rispetto dei diritti. Non riesco a comprendere se è peggio il cancro o le malattie rare o ancora i bambini soldato. Cambiamo il modo di comunicare e la solidarietà diventerà nuovamente una roba seria.
John Williams è stato l'autore di Stoner, un romanzo che solo negli ultimi anni è stato consacrato nell'Olimpo della letteratura mondiale. Pubblicato due anni più tardi, poi quasi dimenticato, è stato ripubblicato nel 2012 da Fazi Editore. È poi divenuto un caso editoriale, ma dell'autore si sapeva poco o nulla. A colmare quel vuoto, ci ha pensato Charles J.Shields, che sette anni fa decise di "saperne di più" su quell'uomo originario del Texas.
In queste ore, molti dei giovani del Partito Democratico, stanno smaltendo la delusione per il post referendum scrivendo su Facebook che i loro coetanei che hanno scelto No all'81% hanno votato senza aver mai letto la riforma, e senza alcuna nozione in merito. Vero o no, rinfacciare quest'ignoranza significa non comprendere il sentimento di una fetta di società che oggi, al Sud, comprende punte del 60% di disoccupazione.
La sensazione è che l'esito della consultazione del 4 dicembre esprima un dissenso dei cittadini esteso e radicato, riguardante l'approccio con cui in questi ultimi anni si sta affrontando la sfida delle riforme, che rischia di provocare un diffuso malessere sociale. Paradigmatico al riguardo è il comparto dell'Università sottoposto a un processo ininterrotto di "riforma", con risultati tutt'altro che confortanti.
Non ci può essere una Costituzione di parte o - ancora meno - una Costituzione di partito, proprio come non ci può essere un "partito della Costituzione", che avrebbe le stesse caratteristiche e gli stessi difetti di un "partito della nazione". Questo è risultato chiaro con il voto del 4 dicembre che merita un grande rispetto anche per la sua impressionante forza numerica.