L'incontro di Washington concepito da Obama con l'enfasi dell'amicizia italo-americana potrebbe giovare anche ai democratici americani...
Non riuscendo a convincere i senatori a riformare il Senato come camera rappresentativa degli enti territoriali, il disegno di legge della bicamerale D'Alema prevedeva inizialmente tre Camere (la terza pudicamente definita "Commissione delle Autonomie territoriali", composta per un terzo da senatori, un terzo dai Presidenti delle Regioni e un terzo da rappresentanti di Comuni e Province).
Per eleggere il Capo dello Stato occorreranno almeno 220 voti (366 diviso 5 per 3). Prima d'inventarsi simili argomenti per impaurire gli elettori, avvelenando così il dibattito, i sostenitori del NO farebbero meglio a studiarsi la Costituzione che dicono di voler difendere.
La proposta, che passerà alla storia come "Norma Corona", alla fine dei conti sembrerebbe lasciare piuttosto tiepidi i soggetti interessati. Lo sconto, sembrerebbe deludente soprattutto rispetto agli strascichi penali che la pratica contiene. Corona e i suoi fan se ne dovranno fare una ragione.
Si stima che esistano 150 miliardi accumulati in contante nelle cassette di sicurezza, nelle intercapedini fra i muri, nelle casseforti. Una cifra enorme, proporzionale alle dimensioni dell'economia criminale nel nostro paese. Il Governo mira a farla emergere per finanziare una legge di bilancio dal sapore elettorale.
L'allarmismo è proprio il contrario di tutto ciò: è un mettere il bastone tra le ruote, un distogliere l'attenzione da quella che è invece la grande utilità di un'allerta. Non ALLARMISMO, ma ALLERTA: questo è ciò che persegue e che deve giocoforza continuare a perseguire la meteorologia. Al servizio e a salvaguardia dei cittadini e della nostra bellissima Italia.
E nessuno, dico nessuno al mondo, deve avere il coraggio di smorzare la gioia che prova oggi (ma nemmeno quella che proverà domani e il giorno dopo e quello dopo ancora). Perché lei, e tutte le persone che come lei hanno asfaltato il destino, sono magiche e meravigliose.
Negli incontri di questo ormai abituale appuntamento romano si cerca di dare voce a queste speranze, di offrire uno spazio di approfondimento e di confronto per chi in questo nostro Mediterraneo si batte per tenere aperta la strada di una stagione nuova: quella dell'incontro e del dialogo tra culture, le civiltà, religioni, società che hanno fatto grande, nella storia, questo mare e questo pezzo di mondo.
L'intesa prevede un piano d'azione per facilitare la transizione nel paese a partire dal 16 dicembre prossimo, data che segna la fine del secondo e, in teoria, ultimo mandato costituzionale di Kabila. Ma in molti ritengono improbabile che quest'ultimo rispetti l'accordo nella sua interezza.
In questo trattato calcistico-esistenziale-filosofico, un po' pirandelliano, con una spruzzata di Pessoa, troviamo la forza e l'anima di un estremo difensore che meriterebbe il Pallone d'Oro a vita.
Risultato del dibattito? Una formula non matematica: "Io sono ebreo, tu sei ebreo, egli è ebreo, noi siamo ebrei ma tutti in modo diverso". E un giudizio unanime sul documento dell'Unesco. Una formulazione sbagliata per un documento politico che doveva sottolineare i soprusi israeliani nei confronti dei palestinesi in una città occupata militarmente e spingere Israele a negoziare il suo futuro.
In conclusione, senza entrare nel merito della malattia che ha generato la crisi degli Stati "salvati", si può dire che l'unica ricetta disponibile a Bruxelles funziona palesemente solo per garantire stabilità, ma non riesce ad aggredire i problemi più drammatici generati dalla crisi economica né a rilanciare i Paesi.
Quando un problema si pone, come il degrado urbanistico che ha portato all'invivibilità della Capitale, alla pessima qualità della vita, la soluzione si cerca e si trova, se il problema è posto con l'insistenza necessaria e, soprattutto, non viene negato.
Perdesse con uno scarto minimo o addirittura vincesse, l'8 novembre the Donald sancirebbe il declino ineluttabile del quarto potere, individuato nei giornalisti e nei giornali dal filosofo e politico irlandese Edmund Burke nel 1787 e confermato dalla storia nei duecentotrent'anni successivi...
I "fattoidi" sono fatti indimostrati o falsi, che però circolano velocemente come veri, entrano nel linguaggio e nel senso comune. Diventano una assiomatica potentissima. Dunque la campagna che dice, per strappare un sì al referendum: prima non c'è stato niente, se non l'instabilità e l'indecisione, non si regge su un fatto, ma su un fattoide.
Il NO deve essere un no sociale alla controriforma per essere compreso in tutta la sua portata di vero cambiamento. Perché il 4 dicembre non votiamo solo se il senato debba essere eletto o nominato, ma se la Repubblica debba ancora fondarsi sul lavoro, o definitivamente diventare la repubblica dei voucher.
Il diavolo si nasconde nel dettaglio, ammesso che l'elezione del Capo dello Stato sia un dettaglio. E il 4 dicembre non vogliamo andare all'inferno.
Dopo avere ucciso il figlio e aver gettato il suo corpo in un canalone, Veronica Panarello non cambia i suoi piani e, a pochi chilometri da casa, frequenta il corso per imparare a usare il Bimbi. Veronica non piangeva, non era disperata, non si gettava per terra pregando il cielo di perdonarla, come sarebbe ragionevole supporre. Quindi mi domando, perché Veronica Panarello adesso piange?
Si vorrebbero i mostri lontani dalla nostra vita e da quella dei nostri cari, lontani e diversi da noi.
E invece tutto questo è vicinissimo, porta il nostro cognome e a volte il nostro nome.
Tra i due campi, quello da calcio e quello di battaglia, esiste un enorme abisso. Se, infatti, da un lato la nazionale curda può esistere e giocare 90 minuti come un unico uomo, nell'altro viene disgregata, separata da bandiere che non le appartengono in nome di conflitti che vanno avanti ormai da troppo tempo.
Credere che per migliorare le cose ci voglia un diverso intervento politico e non semplicemente meno politica, è appunto una sorta di mito dei nostri tempi. Che lo si chiami mito o atavismo, è però in questo punto preciso che si trova il grande insegnamento del volume spenceriano testé pubblicato.
Troppo didascalico il suo Lo and Behold da sembrare a tratti non suo, il doc sul web del regista tedesco non ci porta in alcun territorio inesplorato della Rete, in nessun luogo mistico e furioso, tipico della sua narrazione.