Dall'officina della "riforma costituzionale" dovrebbe fuoriuscire una nuova "macchina politica" più veloce, più economica, più stabile. Una macchina politica essenziale per la più forte "governance" che l'Italia dovrebbe esprimere sul nuovo quadrante europeo. Oggettivamente non è così. Per certi versi è anzi l'opposto. L'Italia "riformata" avrà un governo con un tasso di governance tendente al caos ovvero allo zero. Altro che Brexit!
Dopo una settimana nel Midwest americano ho la sensazione di un grande Paese in ripresa economica, ma arenato in una profonda crisi sociale. Una crisi che ha il volto cupo della segregazione, un volto drammatico, che non si conosce abbastanza. Se prevalesse un Presidente irresponsabile, qui nel Midwest la frattura sociale potrebbe esplodere. E ogni sussulto che agita gli Stati Uniti, lo sappiamo bene, agita il mondo
Oggi la memoria è corta, eppure allungandola di qualche decennio si comprende bene perché il 4 dicembre non possiamo permetterci il lusso di continuare a tenere inchiodata la politica e il paese ad altri venti anni di autocoscienza collettiva.
Tra le mille assurdità di questa infinita campagna referendaria arriva ora anche la fatwa televisiva per chiunque abbia preso una posizione: quasi un implicito elogio del qualunquismo di chi bada più ai propri interessi che al bene comune. C'è da sperare che la Vigilanza Rai ci riporti al buon senso: stabilendo semplicemente che non può mai esserci un'opinione sola, mai un Sì senza un No e viceversa
Cosa c'è al di là di questo governo? Quali sono le forze in gioco? Moscovici non è un marziano e ha interpretato il sentimento di gran parte della classe dirigente europea, di matrice socialdemocratica, liberal-democratica e popolare. La minaccia populista è una realtà con cui fare i conti, in Italia e in tanti paesi dell'Unione.
Si sta svilendo il capitale umano, quello che sarebbe la ricchezza delle nazioni, mentre allo stesso tempo si esalta l'accumulazione di risorse finanziarie, in un contesto in cui digitalizzazione e precarizzazione rendono quasi obsoleta l'occupazione regolare. Il risultato è che in economie fiacche come quella europea, la crescita sarà sempre un miraggio.
Il Nobel vuol dire che non c'è spazio per tornare a fare parlare le armi e che il sostegno al Presidente Santos è rimasto immutato. Alvaro Uribe e gli ultras del No, che si sono battuti non per un accordo di pace, ma per una resa incondizionata e unilaterale delle Farc prendano nota: una volta tanto, la comunità internazionale ha scommesso sulla pace in un paese e non intende cambiare idea.
Alimentare la paura con discorsi minacciosi sul futuro non rende ragione del nostro sistema costituzionale. Anzi lo smentisce. Tuttavia anche per l'Italia suona l'allarme generale: dai sondaggi emerge una buona fetta (circa la metà) di cittadini incerti se votare. Su di essi va concentrato lo sforzo della campagna, mantenendola su binari di merito e senza giocare con le emozioni. Il nostro referendum non è un plebiscito.
Non mi convincono i tanti che in nome di una "morte dignitosa" giustificano l'eutanasia. Il fatto è che dietro il paravento di ciò che sembrerebbe il massimo della democrazia, cioè la stesura da parte di ognuno di un "testamento biologico" si cela una evidente asimmetria fra una opzione che la cultura predominante, niente affatto imparziale, considera "giusta" e "civile" e un'altra che di fatto tale non è considerata ed è svalutata
Se l'esodo dei cervelli dall'Italia è un'emergenza nazionale, al suo interno spicca una criticità: la fuga dei giovani dal Mezzogiorno che si traduce in una duplice fuga di talenti: sia di quelli che si sono laureati al Sud e vanno a lavorare al centro nord o all'estero, sia per quanti, dopo il diploma, preferiscono le università del centro - nord a quelle del Mezzogiorno.
Molti hanno sentito parlare di "famiglie Sma", forse per la prima volta, grazie all'ultima campagna dell'associazione che vede protagonisti Checco Zalone e Mirko, un ragazzino che ha l'atrofia muscolare spinale. L'attenzione all'intelligenza e all'ironia dello spot è certamente meritata e speriamo che la popolarità dell'attore spinga d'ora in poi molte più persone a sostenere le attività dell'associazione e magari anche a informarsi del lavoro svolto.
Ecco visto che voi grandi, adulti e (appunto) vaccinati non avete con ogni evidenza sviluppato alcuna forma di ritardo mentale, per quale ragione dovrebbe svilupparla vostro figlio? Per quale ragione il vostro egoismo da Robinson Crusoe dovrebbe mettere a rischio i figli di quei genitori aristotelici che vivono vicino alle vostre piccole bombe batteriologiche?
Alla presenza di circa 1.300 studenti delle scuole Cavour, Galilei, da Vinci, Newton e Virgilio della capitale, è stato dato ufficialmente il via a una campagna che farà tappa anche in altre grandi città e che ha visto la proiezione di un docufilm di straordinario impatto e di drammatica attualità su fatti realmente accaduti, in particolare le vessazioni e le umiliazioni subite on-line da due adolescenti.
La riforma non è moderna e neppure efficiente: essa non offre soluzioni adeguate ai problemi del regionalismo. Meglio sarebbe stato riorganizzare il sistema in Macroregioni e ripensare il tema dell'asimmetria, e cioè della diversificazione delle funzioni sulla base di comuni esigenze.
Verso il referendum in un clima ammorbato da troppe menzogne che lasciano il cittadino indifeso. Mentre Roberto Benigni, irresponsabilmente, fa discendere dalla vittoria del No un esito paragonabile al Brexit, Tony Barber editorialista del Financial Times intitola ''Matteo Renzi's reforms are a constitutional bridge to nowhere'' (Le riforme di Matteo Renzi sono un ponte costituzionale verso il nulla). Ecco una prima bugia.
Il 21 settembre 2016 il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda ha presentato il nuovo progetto per rilanciare la crescita in Italia, il piano "Industry 4.0". La parola chiave è connessione: comprendere il nostro tempo significa comprendere la quarta rivoluzione industriale, caratterizzata dalla connessione di oggetti alla rete in modo da moltiplicarne le potenzialità.
In una nazione che, per motivi storici e culturali, ha sempre avuto come bandiera il multiculturalismo, che vede oggi come sindaco di Londra un 45enne avvocato mussulmano di origini pachistane e figlio di operai, tutto questo è destinato a produrre effetti devastanti. Le spinte demagogiche, populiste e francamente razziste che avanzano nel Vecchio continente non sono solo il frutto di un malessere profondo che attraversa la nostra società.
Il ricorso presentato al Tar del Lazio, da quanto si legge sui giornali, mette in dubbio la legittimità della scheda per il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Ovviamente, sono subito iniziate le polemiche politiche, fra coloro che lo ritengono un ricorso sacrosanto a difesa della legalità e coloro che lo vedono come un tentativo cavilloso di rimescolare le carte.
Ventura tira un sospiro di sollievo, come chi ha danzato sull'orlo del baratro ed è rimasto vivo per miracolo. Poteva andare peggio. Il cittì si addormenta da primo in classifica, a pari punti con la Spagna: il colpo di coda nel finale, almeno per ora, allontana lo spettro dei playoff, allenta la pressione, e gli da tempo di svolgere "le sue valutazioni" in pace e serenità. Ma cosa passerà nella testa del cittì, mentre si avvia per la Macedonia
Foto durissime che ci obbligano a non distogliere l'attenzione su quanto sta accadendo in Siria.Corriamo il rischio di assuefazione davanti al computo giornaliero delle vittime, molte delle quali civili e tra questi un numero altissimo di bambini, tanto da far parlare di genocidio dei bambini.
Il modo più sbagliato per affrontare l'appuntamento referendario del prossimo 4 dicembre è sentirsi allo stadio nel mezzo della curva che ospita gli ultras della squadra del cuore. Non con il tifo si fa politica, men che meno quando di mezzo c'è la Costituzione, la legge fondamentale del nostro paese. Vorrei invece mettere in ordine alcuni argomenti - che mi paiono abbastanza solidi - che orientano il mio No e motivano la mobilitazione che stiamo sollecitando in tutto il paese.
Facciamo fatica a immaginarci cosa avrebbe significato, da un punto di vista simbolico, avere una donna ai vertici delle Nazioni Unite per quei paesi in cui le donne non hanno nemmeno accesso ai diritti fondamentali (come evidenziato dal rapporto WeWorld Index 2016. Bambine, bambini, adolescenti e donne: il mondo degli esclusi).