Mark Bergfeld

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Cimora.info: London Calling – intervista a Mark Bergfeld

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Mattia Gallo, an Italian activist journalist closely associated with my friends from UniCommon interviewed me about the crisis in Higher Education, attacks on the welfare state and the prospects for resistance to austerity in Britain. It was first published here as well with my friends at UNICOMMON

Un recente passato di proteste, un autunno di manifestazioni, l’occupazione della Sussex University nel mese di febbraio: il movimento studentesco inglese e le sfide che si pone davanti.

Mark Bergfeld, membro dell’Education Activist Network di Londra, già membro del sindacato nazionale studentesco e tra i leader delle manifestazioni studentesche del novembre/ dicembre 2010, attualmente sta lavorando su una ricerca riguardo i movimenti studenteschi in Cile ed in Quebec. Ha partecipato all’Happening Euromediterraneo tenutosi esattamente due anni fa a Roma, ed ha risposto ad alcune domande. 

Nell’autunno del 2010, le strade di Londra sono state coperte da un’onda di studenti in protesta. Lo scorso novembre, la capitale britannica è stata teatro di ulteriori manifestazioni studentesche. Il 25 marzo si è svolta un’importante giornata di protesta presso la Sussex University. Qual è la principale richiesta del movimento studentesco e le problematiche che esso si trova ad affrontare nel Regno Unito?

Nel 2010 il governo di coalizione tra Conservatori e Liberali triplicò le tasse universitarie. Gli studenti che hanno iniziato gli studi durante quest’anno accademico saranno i primi a pagare 9000 pound l’anno. Allo stesso tempo il governo ha tagliato tutti i finanziamenti pubblici per le facoltà di Discipline Umanistiche, di Arti e di Scienze Sociali. Attualmente queste devono finanziarsi attraverso le tasse di iscrizione degli studenti. Anche negli stessi termini che loro usano, le “riforme” stanno fallendo. Questo ha conseguenze disastrose allo stesso modo sia per gli studenti che per il personale universitario. Le domande di iscrizione sono scese di oltre il 10 per cento su tutta la linea. Dottorandi a cui era stata promessa “possibilità d’inserimento occupazionale” sono in piedi nelle code per il sussidio minimo. I Vice – Cancellieri delle Università stanno attualmente facendo il lavoro sporco del governo ed implementano il regime di pagamento del lavoro a livello locale attraverso le esternalizzazioni, dal personale di pulizia ai sistemi informatici. Lo scorso anno i docenti universitari hanno avuto le loro pensioni tagliate ed i nuovi insegnanti possono considerarsi fortunati se hanno un contratto a chiamata a zero ore. Nel frattempo gli studenti si laureano con più di 50 000 pound di debiti. Questo ha effetti contraddittori su cosa essi si aspettano dall’ università e dalla vita. Dato che l’introduzione delle tasse universitarie è così nuova ancora non ne conosciamo le conseguenze, ma sarebbe sciocco sostenere che gli studenti non lotteranno tra poco tempo. Il movimento creatosi alla Sussex University ha dimostrato il contrario. E se si guarda oltre lo stagno a Berkeley, gli studenti californiani bloccano le loro sedi ed occupano le autostrade nonostante siano pagato più di chiunque rispetto a qui nel Regno Unito. L’incremento delle tasse universitarie potrebbe avere inizialmente frenato la lotta per l’istruzione, ma ha anche avviato un nuovo ciclo di lotte e battaglie la cui natura non possiamo ancora determinarla. La lunga occupazione di 55 giorni della Sussex University e la campagna in corso contro le perdite dei posti di lavoro mostrano che il movimento nazionale attraverso le richieste per un’ istruzione gratuita, contro i tagli o le perdite di posti di lavoro ha ora bisogno di rispondere a livello locale e sviluppare il proprio repertorio di rivendicazioni attraverso la formulazione di richieste che possono unire studenti, lavoratori e docenti universitari su un livello locale e fornire il quadro di riferimento per la solidarietà tra le università.

Il motto dell’ultima edizione dei giochi olimpici tenutasi a Londra è stato “ispire a generation”. Durante lo spettacolo di apertura, incentrato sulla storia dell’Inghilterra, è stato dato risalto al National Healt Service, il servizio sanitario nazionale. E’ difficile ispirare una generazione e difendere il NHS se, come nel resto d’Europa, il governo pensa solo a tagliare i servizi sociali e privatizzare ogni cosa. A questo proposito, qual è il peso delle politiche di austerità nella società britannica oggi?

L’eredità del welfare state è profondamente radicata nella cultura popolare. Più di recente, Ken Loach ha realizzato il film ‘The Spirit of 45’, che si occupa della vittoria del partito Laburista, l’istituzione del servizio sanitario nazionale, NHS, e la nazionalizzazione dei settori chiave. Le recenti misure di austerità non hanno nessun senso economico specifico ma sono un tentativo di ricostruzione dello stato Britannico. Come loro attaccano i settori più deboli e vulnerabili della società, allo stesso tempo stanno tentando di erodere il welfare state. In un certo modo, è simile al tentativo di uccidere la memoria del 1968 in Francia da parte di Nicolas Sarkozy, dopo la sua elezione. Un recente attacco alla povertà è l’introduzione di una tassa sulla camera da letto per tutte quelle persone che chiedono sussidi per l’alloggio e che possiedono una stanza da letto di ricambio. Se non puoi permetterti di pagare la tassa, loro arrivano e sfrattano le persone. Così vedremo intere aree di edilizia popolare cancellate ed accessibili per persone con più soldi. La privatizzazione del servizio sanitario nazionale è una questione fondamentale. e vorrà dire che intere città e borghi non avranno fornitura di servizi. Ma abbiamo anche visto la resistenza di massa a livello locale. Più di 45 000 persone hanno manifestato a Lewisham, sud-est di Londra, ed il 18 maggio ci sarà una manifestazione nazionale.

Quindi da studenti avete esteso le vostre critiche all’intero sistema? Avete anche coinvolto altri settori sociali nelle azioni di protesta?

Durante la prima vera manifestazione nazionale – The Millbank demonstration – mi trovavo a gridare slogan dal megafono per l’educazione libera. Improvvisamente un gruppo di adolescenti mi strappò il megafono di mano e cominciò a cantare: “Maggie, Maggie, Maggie – crepa, crepa, crepa”, e “Tory, Tory, Tory – feccia, feccia, feccia”. Durante la seconda manifestazione nazionale, il coro più popolare fu “One Solution Revolution”. Anche se gli slogan possono sembrare superficiali, essi possono cogliere qualcosa di più fondamentale riguardo la natura dei movimenti studenteschi oggi. Negli anni precedenti al 2010 ed alla rivolta di Millbank, gli studenti hanno costituito la spina dorsale di molti movimenti: il movimento anti-capitalista, il movimento contro la guerra, e Climate Camp. Questi movimenti sono stati organizzati dagli studenti. E’ un fenomeno abbastanza recente quello per cui gli studenti hanno riportato le loro proteste all’interno del campus. Nel 2009, abbiamo assistito a più di 40 occupazioni delle università in solidarietà con l’attacco israeliano a Gaza. Questo è stato un punto di svolta ed ha gettato le basi per il movimento che abbiamo visto nel 2010. Sin dall’inizio lavoratori, sindacalisti ed altri gruppi espressero la loro solidarietà con gli studenti. Sindacalisti provenienti dai settori come i ferrovieri sono venuti alle occupazioni, hanno donato soldi per acquistare cibo ed altre amenità. Associazioni comunitarie hanno visto una grossa possibilità non solo di fermare i tagli per l’istruzione ma anche per i loro servizi. Gruppi di lavoratori hanno voluto unirsi alle proteste dopo il lavoro. Questo è stato qualcosa di unico, perché nessuno avrebbe creduto sarebbe potuta esserci una resistenza contro il governo di coalizione, ma gli studenti hanno dimostrato hanno messo a dura prova i leader sindacali ed il governo sbagliato. A sua volta, il movimento studentesco ha svolto un ruolo importante mobilitandosi per le manifestazioni sindacali e gli scioperi.

La crisi sta in realtà accelerando un meccanismo che aveva preso come bersaglio il sistema universitario, quello delle direttive ed i programmi del Bologna Process. Cosa pensi a riguardo?

In tutta Europa i governi stanno ristrutturando le nostre università. In gran parte d’Europa sono state condotte quelle “riforme” attraverso il travestimento delle Riforme di Bologna, che hanno accorciato la lunghezza delle lauree, ha introdotto i non-valori di ‘occupazione’ e ‘competenze trasferibili”. Naturalmente i governi dicono che le riforme portano benefici agli studenti così come loro saranno abili a trasferirsi tra differenti sistemi universitari Europei con più facilità. La verità è che le “riforme” hanno aumentato la concorrenza tra le università su un livello europeo costringendo le università a reclutare gli studenti su una scala di livello europea. La conseguenza è che le università vengono trasformate in supermercati, i docenti in prestatori di servizi e gli studenti in clienti. Queste riforme neoliberiste hanno portato alla luce che le università servono soprattutto le esigenze del capitale e la riproduzione del lavoro. Ad esempio gli studenti Britannici viene detto che non possono più studiare filosofia o letteratura e concentrarsi sugli studi “professionali”. L’agenda della “specializzazione” guidata dall’Unione Europea e dai suoi cagnolini accademici, significa che un minor numero di persone ricevono un’ istruzione completa a tutto tondo ed invece solo imparare un po’ di spazio all’interno di un campo molto più grande di studio. Questo significa che il libero sviluppo della persona non sarà più possibile. Mentre la crisi si fa più profonda, le università saranno sempre maggiormente sotto pressione per fornire “risultati” come qualsiasi altro business. Ciò significa che le lotte universitarie costituiranno un punto fondamentale nella lotta contro l’austerità in Gran Bretagna, Europa e nel resto del mondo, come abbiamo visto in Cile e in Quebec.


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