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Renzi prepara attacchi contro i lavoratori

Di Marianne Arens
28 febbraio 2014

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Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 26 febbraio 2014

Martedì entrambe le camere del parlamento hanno dato il loro voto di fiducia al nuovo primo ministro Mario Renzi. Sabato scorso il nuovo governo era già stato sancito dal Presidente Giorgio Napolitano.

Il cambio di governo è avvenuto molto velocemente. A soli 10 giorni dalle dimissioni ufficiali di Enrico Letta, il nuovo governo è pronto al potere; è il quarto governo in quattro anni e il terzo governo in fila venuto al potere senza elezioni parlamentari.

Il più atteso era il voto del Senato, visto che il Partito Democratico di Renzi non ne detiene la maggioranza. Dopo alcune ore di discussione, il 39enne sindaco di Firenze ha vinto 169 dei 320 voti, meno del suo predecessore Letta (173).

Come successo in precedenza, il nuovo governo Renzi si basa su una coalizione tra PD e Nuovo Centro Destra (NCD). Il primo è un organizzazione succeduta al PCI, mentre il secondo è la frazione fuoruscita dal PdL di Silvio Berlusconi. Ci sono poi due partiti minori di centro: la pro EU Scelta Civica di Mario Monti, e l’Unione di Centro del democristiano Pier Ferdinando Casini.

In un discorso di due ore di fronte al Senato, Renzi ha spiegato il programma del suo governo. In una mistura di frasi fatte a proposito di “unire la nazione”, porre fine alle lotte ideologiche e la necessità di prendere decisioni radicali, ha dichiarato guerra alla classe lavoratrice. Ha annunciato attacchi massicci alla previdenza sociale e ai funzionari pubblici, nonché una riduzione dei costi del lavoro e delle tasse per le imprese. Renzi ha dichiarato che “Il nostro è un Paese arrugginito, un Paese impantanato, incatenato da una burocrazia asfissiante”.

La legge elettorale e le istituzioni statali stanno per essere riformate entro i prossimi giorni. Nel mese di marzo il programma prevede la riforma del mercato del lavoro, nel mese di aprile la ristrutturazione della pubblica amministrazione e in maggio riduzioni fiscali. Anche la magistratura dovrà essere riorganizzata radicalmente.

Apparentemente Renzi prevede di usare il cambio di governo per lanciare un attacco a sorpresa in modo da realizzare il più possibile, prima che si possa formare un’opposizione.

La composizione del suo governo è progettata per dare l’impressione di vigore giovanile, mentre i posti più importanti sono stati assegnati a rappresentanti di fiducia delle banche internazionali e delle grandi imprese. Renzi ha ridotto il numero dei ministri da 21 a 16; quasi tutti i ministri sono più giovani rispetto ai loro predecessori e la metà delle posizioni è occupata da donne.

Tuttavia Renzi ha affidato la posizione chiave di ministro delle finanze e dell’economia al 64enne economista Pier Carlo Padoan. Padoan, ex capo economista dell’OCSE, era stato in precedenza consigliere economico per i governi di Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Dal 2001 al 2005 è stato responsabile per i paesi dell’Europa meridionale presso il Fondo Monetario Internazionale.

Accanto a lui, come ministro per lo sviluppo economico, è Federica Guidi, che non appartiene ad alcun partito politico. La presidente dell’associazione dei giovani imprenditori è l’erede di un impresa di famiglia nel campo dell’elettronica: la Ducati Energia. Federica Guidi è una ferma sostenitrice degli interessi capitalisti e si pensa sia vicino a Berlusconi.

Giuliano Poletti, ex capo dell’associazione delle cooperative del PCI, è il ministro del lavoro e degli affari sociali. Il suo passato di membro del PCI sarà necessario per imporre le radicali riforme del mercato del lavoro di Renzi. Con il suo “Jobs Act” Renzi, con la collaborazione dei sindacati e delle federazioni industriali, intende decurtare drasticamente i tradizionali diritti dei lavoratori e aumentare la flessibilità del mercato del lavoro italiano, prendendo a modello il New Labour di Tony Blair e l’Agenda 2010 di Gerhard Schröder.

Il NCD di Angelino Alfano manterrà i suoi tre ministri; Alfano rimane come ministro degli interni, mentre Maurizio Lupi è ministro dei trasporti e Beatrice Lorenzin è ministro della salute. Alfano, confidente di lunga data di Berlusconi, si era diviso da lui quando Berlusconi aveva lasciato il governo lo scorso ottobre.

Forza Italia di Berlusconi resta all’opposizione, anche se Renzi è in buoni rapporti con il 77enne miliardario. Renzi ha avuto lunghi colloqui con Berlusconi in diverse occasioni, lo ha invitato alla sede del PD di Roma e ha discusso la riforma elettorale con lui. L’opposizione consta anche della separatista Lega Nord e del M5S di Beppe Grillo.

Anche se Berlusconi è stato condannato sei mesi fa per evasione fiscale e successivamente espulso dal Senato, sta considerando un ritorno, se Renzi si trovasse in difficoltà. Il commento di Berlusconi sulla presa di potere di Renzi è stato: “Io sono l‘ultimo premier eletto dal popolo”.

I problemi economici dell’Italia sono notevoli. L’indebitamento dello Stato è recentemente salito al 134 per cento del PIL e ha superato €2 trilioni. Lo scorso anno, nella zona euro, l’aumento della disoccupazione in Italia è stata superata solo da Grecia e Cipro.

Rispetto a cinque anni fa, un milione di persone in meno hanno lavoro. Tra il 2012 e il 2013, la popolazione attiva è diminuita di 400.000. Allo stesso tempo, la disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è raddoppiata dal 2008 ed è ora al 42 per cento. Il ministro del lavoro di Bruxelles ha detto: “In Italia non cresce solo la disoccupazione ma anche la povertà” “Solo Romania e Grecia fanno peggio”.

Renzi intende riporre il peso della crisi sulla classe lavoratrice. Sta progettando nuove leggi sul lavoro, il che porterà ad un aumento delle agenzie di lavoro esterne che offrono contratti a tempo determinato. Inoltre, vuole ridurre drasticamente i livelli salariali precedenti. L’eliminazione della ”Cassa Integrazione“ interesserà 440.000 lavoratori; per contro, le imprese possono aspettarsi un ulteriore 10 per cento di tagli fiscali.

A Renzi, Il sostegno politico più importante proviene dai sindacati. Le principali federazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil il 10 gennaio hanno raggiunto un accordo con Confindustria per evitare scioperi. L’accordo prevede sanzioni contro quei lavoratori che non si attengono alle sue condizioni. Non solo Susanna Camusso, presidentessa della Cgil ha votato per l’accordo, ma anche il capo della Fiom, Maurizio Landini.

Nel periodo precedente al suo incarico di primo ministro, Renzi ha ottenuto ampio apprezzamento dalla stampa finanziaria. Il britannico The Economist saluta Renzi, che si pensa: “ripoterà stabilità politica urgentemente necessaria a un Paese che è stato in stagnazione economica per più di dieci anni”; Wolfgang Munchau del Financial Times ha scritto che Renzi è “la migliore speranza” per l’Italia e lo ha descritto come “il più grande fascio di energia della politica italiana dall’avvento di Berlusconi oltre 20 anni fa”, ha poi aggiunto che Renzi avrà bisogno di “abilità, chiarezza, determinazione e, soprattutto, un mucchio di fortuna.”

Subito dopo il golpe interno di Renzi, la Borsa di Milano è aumentata di oltre l’1,5 per cento a 20400, il livello più alto dal luglio 2011. Il presidente di Confindustria Giorgio Quinzi ha detto che spera che il governo attuerà miliardi di tagli fiscali, per stimolare l’economia. Il commissario del lavoro dell’UE, Laslo Andor, ha anche elogiato Renzi con le parole: “Il nuovo programma sembra andare nella direzione suggerita dalla Commissione Europea”.

Mentre una parte della stampa borghese in Italia e in Europa ha riposto le proprie speranze in Renzi, un’altra ala rimane scettica sul fatto che quest’ultimo primo ministro sia in grado di portare l’Italia fuori dalla sua più lunga recessione, dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi.

Il quotidiano Neue Zürcher Zeitung ha osservato che gli slogan di Renzi “suonano bene. ma mancano di impatto, come ad esempio quelli contro la burocrazia statale”, e ha criticato il suo governo per avere “solo poche figure importanti” e una “carenza di competenze”.

Con il titolo “Il fallimento è garantito”, il quotidiano spagnolo El País ha scritto: “Renzi non sarà in grado di mantenere il potere per molto tempo” e che è con certezza “solo un altro anello della catena di instabilità e immobilità, e la sua caduta avverrà altrettanto rapidamente che la sua ascesa.”