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Napolitano rieletto presidente

Di Peter Schwarz
23 aprile 2013

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Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in tedesco e in inglese il 22 aprile 2013

Sabato 20 aprile una seduta comune del Parlamento italiano ha posto fine allo stallo politico verificatosi da una settimana, eleggendo l'87enne Giorgio Napolitano ad un altro mandato presidenziale Napolitano è stato eletto con 739 voti su 1.007.

Napolitano ha ricevuto la maggioranza dei voti necessari al sesto scrutinio, dopo l'esclusione di una serie di altri candidati negli scrutini precedenti, caratterizzati da aggressive lotte intestine fra e all'interno dei principali schieramenti politici. Il presidente in carica, il cui mandato scade il 15 maggio, ha deciso di accettare la rielezione dopo ferventi appelli da rappresentanti del campo di centro-sinistra guidato da Pier Luigi Bersani, del campo del centro-destra di Silvio Berlusconi e dall'alleanza elettorale guidata dal primo ministro ad interim, Mario Monti.

Napolitano, la cui carriera politica iniziò nel Partito Comunista alla fine della seconda guerra mondiale, ha svolto un ruolo centrale nell'applicazione delle politiche di austerità, che hanno ricevuto un enorme pollice verso dagli elettori nelle elezioni parlamentari del 25 febbraio. E' stato Napolitano che ha dato il sigillo di approvazione per la sostituzione di Berlusconi con Monti a capo di un governo tecnico nel novembre 2011. Il governo Monti ha continuato a implementare vigorosamente la tornata più recente di misure di austerità dettate dall'UE.

In linea generale si pensa che Napolitano abbia dato il suo accordo, a un ulteriore mandato come presidente, a condizione di una cooperazione tra il popolo della Libertà (PdL) di Berlusconi e il Partito Democratico (PD) nella formazione di un nuovo governo. I due campi non erano stati in grado di formare un governo nel corso delle ultime otto settimane a causa della resistenza all'interno del Partito Democratico ad instaurare una collaborazione con Berlusconi.

Se la richiesta di Napolitano viene soddisfatta, nonostante il massiccio voto contro l'austerità nelle elezioni parlamentari di febbraio, la politica italiana sarà dominata dalle stesse politiche economiche. Sia Berlusconi che Bersani avevano dato il loro supporto al governo Monti, fino a quando Berlusconi ritirò il suo appoggio alla fine dell'anno scorso, a causa del suo coinvolgimento in numerosi casi giudiziari.

La forma precisa della nuova versione del precedente governo rimane incerta. Una possibilità è un altro governo tecnico, guidato da un giurista o da un esperto finanziario indipendente. Dopo la sua partecipazione alle elezioni di febbraio, in qualità di capo della sua alleanza elettorale, Monti stesso non è più eleggibile a dirigere tale governo di "esperti".

E' possibile anche un governo guidato da un candidato del Partito Democratico, sia in una coalizione con Berlusconi o in base al suo sostegno. Pier Luigi Bersani si è dimesso da presidente del PD venerdì, dopo il fallimento di due dei suoi candidati presidenziali ad ottenere sufficiente sostegno da parte dei legislatori del suo stesso partito.

Ci sono diversi candidati, per l' incarico di capo del governo, all'interno del profondamente diviso Partito Democratico. In particolare, il 38enne sindaco di Firenze, Matteo Renzi, non ha fatto mistero delle sue ambizioni.

Il Movimento 5 Stelle guidato dal comico Beppe Grillo, che ha ottenuto il 25 per cento dei voti e sorprendentemente è emerso come il più forte partito unico alle elezioni parlamentari, ha risposto alla rielezione di Napolitano con forti proteste. I suoi deputati hanno risposto alle elezioni con urla e fischi e hanno organizzato una manifestazione davanti al Parlamento.

Grillo ha definito l'elezione, sul suo blog, come "golpe" da parte della casta politica che cerca di salvare se stessa dalla distruzione, e ha chiesto una manifestazione di massa di milioni di persone a Roma.

Grillo finora ha rifiutato di collaborare con i Democratici o con Berlusconi nella formazione di un governo, ma ha fatto una serie di aperture al campo di centro-sinistra durante le elezioni presidenziali.

Mentre gli altri partiti selezionavano e poi eliminavano un candidato dopo l'altro, il Movimento 5 Stelle è rimasto fedele al suo candidato, Stefano Rodotà, con Grillo che ripetutamente sollecitava gli altri partiti a votare per lui. Il 79enne Radotà è un professore di diritto che gode di un sostegno considerevole, soprattutto nelle file del Partito Democratico e dei suoi alleati. Per 15 anni, ha rappresentato il Partito Comunista e le sue organizzazioni eredi alla Camera dei deputati.

L'elezione di Radotà, che appariva ben possibile, dopo il fallimento di diversi altri candidati, avrebbe aperto la strada a una cooperazione tra il Movimento 5 Stelle e un'ala del Partito Democratico, con il suo partito alleato, Sinistra Ecologia Libertà (SEL), che aveva richiesto chiaramente l'elezione di Rodotà.

Grillo è stato in grado di conquistare molti voti nelle elezioni generali in base alle sue violente invettive contro il sistema politico e la sua focalizzazione sulla corruzione diffusa nei ranghi della geriatrica casta politica a Roma, che blocca le carriere di molti ambiziosi arrivisti più giovani. Grillo non ha obiezioni alla politica di risanamento del bilancio e ai tagli sociali ad essa associati. Al contrario, egli ritiene che una generazione di politici più giovane e fresca potrebbe applicare tali misure in modo più efficace.

La rielezione di Napolitano può servire solo come un palliativo a breve termine della crisi politica in Italia e può essere considerata solo come una soluzione temporanea. Molti osservatori ritengono che sia altamente improbabile che l'87enne rimarrà in carica altri sette anni e si aspettano che si dimetterà appena ci sarà un qualunque segno di stabilità politica.

La continuazione della politica di austerità in corso, da parte di un governo sostenuto da Berlusconi e dai Democratici, semplicemente esacerberà la crisi sociale e politica in Italia, che si trova in una profonda recessione. L'inevitabile risultato saranno durissimi scontri sociali e lotte di classe.