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L’ombra della dittatura: Bush stabilì un governo segreto dopo l’undici settembre

Dal Comitato di Redazione
23 aprile 2002

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Il Washington Post riportò questo venerdì, che l’amministrazione di Bush ha stabilito un “governo ombra,” composto da 75 a 150 funzionari dell’organo esecutivo inviati a luoghi sicuri e fortificati per garantire la “continuità di governo”, ed apparentemente, per la precauzione contro un possibile attentato nucleare alla capitale degli Stati Uniti. Un provvedimento legislativo del presidente per un’evacuazione temporanea fu impartito subito dopo l’attacco terroristico dell’undici settembre contro New York e Washington, e il piano fu fatto definitivo un mese dopo.

L’amministrazione decise d’implementare piani di contingenza di vecchia data, preparati durante la guerra fredda ma che non furono mai attivati. Più di 100 funzionari evacuarono in elicottero entro le ore dei dirottamenti suicidi che distrussero il World Trade Center e danneggiarono il Pentagono.

Questi funzionari sono stati recati in due luoghi, ritenuti di essere presso i terreni montuosi degli Stati Uniti dell’est, nella quale sono diventati sedi di un regime provvisorio. Nel tardo ottobre il piano è stato reso permanente. Da allora, i funzionari provengono dai massimi livelli dell’amministrazione statale, appena sotto il livello del Ministero, e fanno a turno ad un intervallo di 90 giorni. I documenti legali sono stati abbozzati per concedere a questi funzionari i massimi poteri dell’organo esecutivo in caso di una catastrofe.

I portavoci del governo hanno confermato il rapporto del Washington Post, e perfino Bush discusse l’argomento in una sua comparsa di campagna repubblicana nello stato di Iowa. “Noi riteniamo seria la questione della continuità-di-governo perché la nostra nazione è stata attaccata,” dichiarò Bush. “Affinché questo paese non catturerà tutti i terroristi, ovunque sì nascondino, non saremo mai al sicuro.” In altre parole, il governo segreto, come la tale “guerra al terrorismo,” è molto flessibile.

Secondo ad un altro rapporto del Washington Post pubblicato il tre marzo, l’amministrazione di Bush ha schierato la Delta Force negli Stati Uniti — lo stesso gruppo di commando prescelto che lanciò la guerra in Afghanistan — per essere pronti ad intervenire ed ingaggiare in azioni anti-terroristici a Washington in caso di un possibile attacco nucleare.

Un regime incostituzionale

Il tratto particolare e sinistro di questo governo segreto è che consiste completamente di funzionari dell’organo esecutivo, in piena violazione della separazione di potere la quale è il nucleo del sistema costituzionale americano. Gli altri due organi di governo, il legislativo e il giudiziario, non sono stati inclusi o neanche consapevole del progetto. Nel caso in cui tale governo d’emergenza dovesse presentarsi, sarebbe apertamente un regime dittatoriale, composto unicamente da funzionari dell’organo esecutivo che esercitano poteri militari e della polizia, con negligenza legislativa e senza controllo giudiziario sui loro provvedimenti.

Nonostante la retorica sulla “continuità di governo,” il piano di Bush non è basato sulla successione presidenziale com’è determinata nella costituzione americana. Il vicepresidente Dick Cheney, successore alla presidenza in caso della morte oppure incapacità di Bush, è il diretto responsabile dell’intera operazione. In ogni caso, il terzo e il quarto nell’ordine di successione, il presidente della Camera Dennis Hastert e il presidente del Senato Pro Tem Robert Byrd, non sono coinvolti e neanche consci del “governo ombra”che dovrebbero nominalmente dirigere.

L’amministrazione di Bush è apparentemente in violazione del provvedimento legislativo del Presidente del 1988 sui piani d’emergenza impartito dal Presidente Ronald Reagan, di cui aveva ordinato il Consiglio Nazionale di Sicurezza (National Security Council) di “prendere accordi perché l’organo esecutivo presti assistenza al Congresso e al sistema giudiziario federale sugli affari di sicurezza e d’emergenza nazionale divenendo il loro liaison.”

Nelle interviste televisive della scorsa domenica, il democratico eminente del Congresso, e capo di maggioranza del Senato, Tom Daschle, ha confermato che né lui né nessun altro capo del congresso sono stati mai consultati sul piano. Sulla domanda se questo costituisce un governo segreto, non solo potenzialmente in futuro, ma in realtà oggi stesso, lui rispose, “Non sono sicuro. Nessuno è in grado di dire quale sia il loro ruolo, e quale sia la loro autorità in corso, perché nessuno è stato informato. Lei pensa che almeno una persona qui in Congresso lo saprebbe, o se fosse stato compreso un componente congressionale o giudiziario, ma non sì sa.”

Questa è una situazione straordinaria: il capo del Senato degli Stati Uniti, il legislatore più influente in Washington, ammette che non sa se il governo americano ancora osservi le convenzioni delle normative democratiche, o se il governo sia gestito sullo sfondo da non eletti funzionari che non sono responsabili delle loro azioni a rappresentanti eletti o al pubblico complessivamente.

Da un punto di vista politico, la creazione di un governo segreto è l’apogeo di una protratta lotta dietro le quinte, per il potere nel Washington ufficiale, che iniziò all’incirca dieci anni fa. Inizialmente questo assume la forma di una campagna congressionale, legale, e di stampa per destabilizzare l’amministrazione di Bill Clinton, che include la chiusura del governo federale nel 1995-1996, e una serie d’investigazioni da un avvocato indipendente che culminò alla calunnia infame.

Questo fu seguito dall’intervento antidemocratico della Corte Suprema durante l’elezione presidenziale del 2000, sopprimendo lo scrutinio dei voti in Florida e assegnando la presidenza a Bush. Al presente un presidente non eletto ha stabilito un governo segreto, appoggiato dal militare, e composto di funzionari non eletti, dietro le spalle dei membri eletti del Congresso, sia democratici sia repubblicani. L’amministrazione di Bush non si è lasciata sfuggire la “guerra al terrorismo” per mettere in pratica un cambiamento di vasta portata sulla politica estera e sulla vita politica americana: l’esecuzione di un programma di estrema destra basato sul militarismo all’estero e attacchi sui diritti democratici all’interno.

La maggiore minaccia per il popolo americano deriva non dai terroristi stranieri o dai fondamentalisti islamici, ma dalle macchinazioni di retroscena dello stesso governo americano. Gli attacchi terroristici — nel quale il ruolo del servizio segreto e il militare americano ancora deve essere indagato — sono divenuti il pretesto per l’installazione di un governo parallelo, nascosto alla legislatura. La “guerra al terrorismo” è divenuta le fondamenta nella quale l’amministrazione di Bush ha iniziato a montare una dittatura militare e di polizia, controllata da una cabala segreta di funzionari anonimi, che lavorano al di fuori della Casa Bianca e in vari “luoghi segreti e fortificati.”