Emanuele Cerullo legge il suo "Congedo del viandante acerbo" all'Università Suor Orsola Benincasa
Può sembrare strano,
ma ogni uomo è una
Storia.
La scrive, ma implicitamente,
perché c'è tutta una vita davanti,
e nel corso di essa, al massimo, può
semplicemente mostrarla, la Storia.
Quindi mostrarsi. E non basta poco.
Basta esternare la propria ricchezza interiore,
dipingere la voce di indignazione,
la stessa che spesso ci fa dire
"io vengo dal niente, e non posso che essere nessuno".
Essere nessuno:
è come se si desse per scontato
di essere già qualcuno,
ma con la voglia incessante
di amare qualcosa per completare quel qualcuno,
per completare quel se stesso.
In realtà, noi già amiamo qualcosa,
altrimenti difficilmente saremmo nati.
Certo, sarebbe ridicolo
- addirittura scontato - dire che siamo nati
per vivere,
però qual è l'ingrediente migliore della vita,
se non l'amore stesso?
L'odio porta alla non conoscenza,
a differenza dell'amore.
Quindi sì, noi già amiamo qualcosa,
così tanto da viverla inconsciamente
e così tanto da rendersi conto,
quasi sorprendentemente,
di vivere.
Per questo siamo esseri umani,
per questo siamo dannatamente poeti
rispetto all'indifferenza, rispetto all'amarezza,
che sta al vuoto
così come la maschera dell'invidia sta al volto,
è vuoto
... è privo di aspettative un volto
dipinto di solitudine.
Può sembrare strano
ma tutto questo genera l'armonia,
tutto ciò che appare e che vediamo,
che percepiamo con la vista.
Ma cos'è la vista rispetto all'essere?
Sei solo se hai, e sarai solo se avrai,
ma sei sicuro che sarai solo se avrai, senza sapere?
Cosa avrai se non sai?
Già, sembra un gioco di parole,
e chi ti dice che la vita non sia proprio questo?
a parte il fatto di presentarti agli amici,
magari perché sei nuovo in comitiva,
l'identità, in fondo, è una convenzione,
è un marchio. Perché sei, ma solo se fai,
il valore nasce dall'azione,
non è uguale viceversa.
Altrimenti direi che io sono,
ma senza dimostrare cosa faccio,
un po' come dire che musica e parole
non sono la stessa cosa o, ancora peggio,
che l'arte non significhi ritmo e poesia.
Quanto manca alla fine? Ma quale fine...
La fine è una parola come tante,
la fine è la strana invenzione
di chi dà il confine per scontato,
come se fossi prenotato
a un qualcosa che ancora dev'essere decifrato,
come la morte.
Che non è un mistero,
e nemmeno una certezza.
E' semplicemente lo stato in cui
dimostri alla gente
che hai smesso di essere un rappresentante,
che è venuto il momento di riposare.
Perciò, ragazzi...
non c'è tempo per la tristezza.
E a proposito del tempo: diamoci da fare.
E non pronunciamo mai la parola vita,
perché ormai sappiamo
che stiamo percorrendo questa strada,
abbiamo capito che si chiama vita, e allora?
Allora diamoci da fare:
il tempo non ci viene offerto da nessuno,
lo facciamo noi.
Devo dire ancora tante cose,
sono chiuso qua dentro, ma il luogo non conta.
Quante persone ancora dovrò conoscere,
quante volte ancora dovrò innamorarmi,
quanto tempo ancora dovrò inventare? Non lo so,
e sicuramente quattro o cinque minuti
non sono niente,
magari userò la vita per dire tutto quello che voglio,
dire qualcosa alla gente.
E pensare che volevo parlare di amore,
potrei perdere tante, troppe ore.
Sinceramente non so l'amore cosa sia.
Se lo sapessi,
sarei affetto da ipocrisia di coscienza,
perché è come se affermassi di sapere cos'è la vita.
Non so cos'è la vita, se è per questo
non so nemmeno chi sono io,
mi sto semplicemente limitando a fare.
E quante cose ancora devo dire...
Prima di tutto c'è l'esistenza,
ecco perché prima di tutto ci sono io.
Perché Esisto, e voglio essere qualcosa
per me stesso, quindi voglio essere qualcosa
per qualcuna, quindi voglio amare.
Amare qualcuna perché voglio amare me stesso,
amare me stesso
affinché riesca ad amare qualcuna,
riflettermi in lei.
Ho ancora tante cose da dire, ma basterà una vita?
Per ora, giusto per convenzione, datemi un nome.
Come l’Esistenza. Lo so, l'identità è la convenzione.
Ma voi datemi un nome.
Utilizzerò la vita come lo specchio
che riflette le mie azioni e il mio valore.
Sarà un piacere conoscervi,
sarà un piacere conoscermi.