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The Director's Cut", film scelto per la serata inaugurale, era accompagnato dal regista
Mark Christopher (che, invidiabile, vestiva uno degli abiti indossati nel film dall'allora 23enne
Ryan Phillippe), che ha sottolineato come in realtà non si tratti di un director's cut ma di un film nuovo, frutto di un lungo lavoro di smontaggio e rimantaggio, con più di 40 minuti di scene nuove, corrispondente al film che avrebbe voluto fare alle origini se non fosse intervenuta la pesante censura della Miramax-Disney. Lo spettatore attento potrà individuare le scene aggiunte per una leggera minore definizione delle immagini, quasi tutte contenenti il bel protagonista (anche un rear view totale). Peccato che il nuovo film non sia destinato alle sale ma solo ad una breve circolazione nei festival (bravissimo il TGLFF che è riuscito ad averlo) fino al mese di giugno
2015 quando verrà completamente ritirato per iniziare il sul lungo viaggio su iTunes.
Christopher ha giustificato la scelta (per noi opinabile) dicendo che oggi la via digitale, soprattutto negli
USA, è una delle più usate. Come ha spiegato Christopher, questo nuovo film, che ci permette di conoscere più intimamente i tre protagonisti principali, è più ricco di tematiche e contenuti cari al regista, come la genesi di un triangolo amoroso che si trasforma pian piano in una nuova famiglia, senz'altro in anticipo sui tempi (siamo negli anni '70) e soprattutto inaspettata all'interno di un ambiente discoteca dominato da sesso e droga (il regista ha detto che spesso l'amore lo troviamo dove meno ce lo aspettiamo). Un'altro dei principali meriti di questo nuovo film, che sempre secondo il regista nasceva da un'ispirazione datagli dal bellissimo
Cabaret, è quello di evitare momenti melodrammatici (anche la morte dell'anziana donna sulla pista da ballo ha più un messaggio di cambiamento che di tragedia) per insistere invece sull'analisi senza retorica del tramonto di un'epoca e di certi costumi. Anche il personaggio gay di
Steve Rubell (interpretato da un ottimo
Mike Myers), direttore del locale, abilissimo nel reclutare i giovanotti più sexy e disponibili, alla fine si arrende senza fuggire, consapevole della fine di un'epoca e delle sue degenerazioni. Impossibile non restare ammaliati dal fascino (e anche dalla bravura) dei due protagonisti maschili, un
Shane (Ryan Phillippe) che si era illuso di trovare la felicità in un mondo che sembrava promettere tutto, e
Greg (
Breckin Meyer), consapevole che il suo vero tesoro è la moglie (
Salma Hayek) ma che scopre la possibilità arricchirlo accettando anche l'amore di
Shane. Storie e temi sicuramente già visti ma che un'ottima regia sà rinverdire con autenticità e passione. Non è sempre facile ricostruire un'epoca ed un ambiente del passato, anche se recente, cogliendone lo spirito e le contraddizioni essenziali.
- published: 30 Apr 2015
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