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La pseudo-sinistra italiana sostiene il tradimento di Syriza

Di Marianne Arens
18 agosto 2015

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Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese e in tedesco l’11 agosto 2015

La capitolazione di Syriza alle richieste di austerità dell’Unione europea (UE) corrisponde a uno sconvolgente smascheramento politico di quelli che pensano come Syriza in tutta Europa, tra questi, il partito Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) di Nichi Vendola.

Nel corso di una conferenza nazionale del SEL a Roma l’11 luglio, Vendola ha inondato il primo ministro greco di lodi; ha descritto Alexis Tsipras come un “vero europeo, che ama l’Europa”. Vendola ha detto di avere una buona sensazione circa gli sviluppi in Grecia. “Ogni qual volta la politica comporta l’irrazione di soggetti di massa... La soggietività propone un cambio d’agenda... Ecco in quel momento tu vivi la politica come uno strumento di liberazione”.

Mentre Vendola faceva queste osservazioni, era chiaro che Tsipras aveva pianificato di calpestare il voto del referendum del 5 luglio, indetto sulle misure di austerità dell’UE. La stampa era già piena di rapporti che rivelavano che Tsipras aveva accettato €13 miliardi di tagli al sociale e altre misure di austerità con i funzionari del Ministero delle Finanze francese. Due giorni dopo, sotto la pressione del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, Tsipras accettava un pacchetto di austerità ancora più brutale.

Vendola ha dato il benvenuto alle politiche di austerità di Tsipras. “Tsipras porta a casa un risultato importante”, ha detto. “Un compromesso durissimo per il popolo greco, ma dentro quel compromesso c’è la riapertura del tema della ristrutturazione del debito che è il tema fondamentale per loro e per noi. Questo è il punto”.

Vendola ha anche annunciato che il SEL, fondato nel 2009, presto verrà chiuso e integrato in un nuovo “soggetto politico”, nel mese di ottobre. Vendola ha proclamato che era necessario scegliere un “nuovo nome e simbolo” e candidarsi alle prossime elezioni parlamentari.

Vendola si era presentato alle elezioni europee del 2014 con la Lista Tsipras. Di fronte agli ultimi sviluppi in Grecia, Vendola si è astenuto dal riferirsi direttamente a Syriza come modello per la sua nuova organizzazione. Tuttavia, il tradimento di Syriza delle sue promesse elettorali di porre fine all’austerità dell’UE ha mostrato quello che i partiti della classe media benestante—come Syriza in Grecia, Podemos in Spagna, il Die Linke in Germania e il nuovo “soggetto politico” di Vendola—sono capaci di fare.

Il sostegno di Vendola alle politiche di austerità di Tsipras sottolinea che, esattamente come Tsipras in Grecia, egli è pronto a sacrificare tutti i diritti sociali della classe lavoratrice per difendere gli interessi del capitalismo europeo.

I contenuti delle politiche di Vendola differiscono solo per qualche sfumatura da quelle del governo tedesco o della commissione europea; egli vuole più libertà per la Banca Centrale Europea, di modo che possa prestare più soldi ai governi in crisi. Vendola ha detto che la Banca dovrà diventare “prestatore di ultima istanza, impedendo che il sistema creditizio internazionale si comporti come un usuraio nei confronti dei popoli del sud dell’Europa”.

Al congresso del SEL a Roma, Vendola ha segnalato che il suo nuovo partito è la risposta alle crescenti tensioni sociali nel Paese; egli ha sottolineato che “sta maturando una domanda sociale, di cambiamento, di critica di quello che c’è”.

Ma Vendola si oppone fermamente a qualsivoglia sentimento di opposizione. “Veramente, compagni, penso che possiamo definitivamente congedarci dall’epoca della sinistra del rancore e dei risentimenti”, ha detto Vendola e che “rischi di ridurre la tua ansia di cambiamento a un settarismo ideologico”.

Vendola, a 56 anni, è un esperto operatore nelle politiche borghesi italiane. Iniziò la sua carriera politica nel movimento giovanile stalinista, unendosi a Rifondazione Comunista dopo la dissoluzione del PCI nel 1991.

Nei successivi quindici anni Rifondazione sostenne vari governi borghesi e si è incaricata di prevenire l’emergere di un’alternativa rivoluzionaria. Con il sostegno di un’ampia coalizione di vecchi democristiani, stalinisti, ambientalisti e pseudo-sinistra, nel 2005 Vendola fu eletto Presidente della Regione Puglia, che ha governato per 10 anni.

Nel 2006 Rifondazione si unì al governo di Romano Prodi e fu d’accordo sui tagli alle pensioni e all’assistenza sociale e all’erosione dei diritti democratici di base, come pure su una politica militare di aggressione. Quando alle elezioni parlamentari del 2008 Rifondazione non ce la fece ad entrare in Parlamento, Vendola se ne andò e fondò il SEL.

Sotto Vendola, le condizioni economiche e sociali dei lavoratori pugliesi declinarono. L’ex presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, incensava Vendola come: “il miglior presidente regionale nel sud”. Egli aveva tagliato i sussidi di disoccupazione, quelli per gli asili, le scuole, l’educazione degli adulti e lo sport. La Puglia è fra le 10 più povere regioni europee, con una disoccupazione giovanile del 58 per cento e una disoccupazione generale del 22 per cento.

A maggio Vendola non ha partecipato alle elezioni regionali in Puglia. ?Il candidato del PD, Michele Emiliano, era emerso come favorito e il SEL non presentò un proprio candidato. Dopo 10 anni al potere, Vendola ha lasciato la Puglia ed è ritornato a Roma.

All’inizio Vendola ha sostenuto Matteo Renzi, nelle politiche interne. Quando Renzi prese il controllo a capo del PD, Vendola lo salutò come: “la tromba d’aria” che doveva spazzare via tutti i problemi del Paese. Ma Renzi, da Primo Ministro, sta incontrando sempre più opposizione.

La principale ragione del crescente malcontento col governo è la catastrofica condizione sociale prevalente nel Paese. La disoccupazione giovanile è praticamente raddoppiata in 10 anni ed è al 45 per cento. Secondo un’indagine Eurispes, praticamente la metà degli adulti e due terzi dei giovani italiani preferirebbero vivere in un altro Paese.

Le condizioni di vita stanno deteriorando marcatamente. Quasi la metà di tutti i residenti in Italia ha ammesso che il proprio introito non basta per superare il mese; il 41 per cento non poteva più pagare fatture mediche e quasi il 70 per cento non ce la fa a pagare l’affitto in tempo. Meno del 5 per cento degli intervistati si aspetta che la situazione migliori e quasi il 60 per cento si aspetta che le cose peggiorino.

Secondo un recente studio il Mezzogiorno è sotto la minaccia di “sottosviluppo permanente” e di diventare un “deserto industriale”. Una famiglia su tre al Sud vive in assoluta povertà e solo una ogni cinque giovani donne ha un lavoro.

Date queste condizioni, Vendola si sta distanziando da Renzi e sta cercando di creare un nuovo gruppo all’interno della classe al potere. Al congresso del SEL ha tacciato Renzi di essere “il paggetto della Merkel” e lo ha accusato di avere distrutto il centro sinistra.

Vendola sta cercando di accaparrarsi i membri delusi del PD per il suo nuovo progetto. Alcuni capi sindacalisti e vecchi quadri del PCI, come Sergio Cofferati, ex capo della CGIL, il sindaco di Roma Walter Veltroni e Piero Fassino, l’ex segretario generale dei democratici di sinistra, stanno minacciando di lasciare il PD o l’hanno già fatto.

Già alle elezioni di maggio, Vendola aveva sostenuto l’ex membro del PD Luca Pastorino, come alternativa al PD. Pastorino vinse il 10 per cento dei voti. Parecchi ex deputati PD hanno preso parte al congresso SEL a Roma. Alcuni di loro erano andati ad Atene per il referendum in sostegno di Syriza.

Paolo Ferrero, il capo di quel che resta di Rifondazione, era fra i partecipanti a questa delegazione. Vendola gli diede il benvenuto al congresso SEL, dopo sei anni che si era separato da Rifondazione, salutandolo come: “un nuovo compagno di viaggio”.