Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese l8 maggio 2015
Lunedì il Parlamento ha approvato, al quarto ballottaggio,
una riforma elettorale che darà al governo maggiore libertà
di agire indipendentemente dalla volontà degli elettori.
Il Senato aveva già sostenuto la legge nel mese di gennaio.
Come per la precedente riforma elettorale, che è stata
dichiarata essere in violazione della costituzione da parte della
Corte Costituzionale nel 2013, la nuova legge garantisce al partito
più grande la maggioranza parlamentare alla Camera, anche
nel caso abbia ricevuto ben meno del 50 per cento dei voti. Il
Senato, dove la distribuzione dei seggi corrisponde più
direttamente al risultato delle elezioni, e che ha finora costituito
un controllo sul potere, sarà praticamente abolito.
La legge elettorale è uno dei progetti più importanti
del premier Renzi (Partito Democratico, DP). Essa mira a dare
al governo, e alle future amministrazioni, una maggioranza stabile,
così da poter imporre severe misure di austerità,
deregolare il mercato del lavoro e rafforzare lesercito.
E chiaramente un passo verso forme di governo dittatoriali.
Tutte e quattro le votazioni in parlamento erano state dichiarate
voto di fiducia a Renzi, per mantenere basso il numero di dissidenti
nei suoi stessi ranghi. Alla quarta votazione, 334 hanno votato
a favore e 61 contro. In precedenza i partiti di opposizione avevano
lasciato il parlamento in segno di protesta.
La nuova legge elettorale entrerà in vigore il 1°
luglio 2016. Essa comporta lostacolo del raggiungimento
del 3 per cento dei voti per i partiti più piccoli ed è
una forma distorta di rappresentanza proporzionale. Se un partito
raggiunge il 40 per cento dei voti, ottiene un bonus di governo
del 15 per cento, stabilendo così la maggioranza assoluta
di 340 seggi sui 630 del parlamento. I seggi restanti saranno
distribuiti secondo i voti ottenuti.
Se nessun partito raggiunge il 40 per cento, si terrà
un secondo turno di votazione tra i due partiti più forti.
Il vincitore riceverà allora 340 seggi, anche se non avesse
ottenuto che il 30 per cento dei voti al primo turno.
La legge elettorale precedente conteneva un regolamento simile.
La coalizione dei partiti più forti, non un solo partito,
come previsto dalla nuova legge, riceveva un bonus di governo
ed ottiene la maggioranza. Silvio Berlusconi aveva introdotto
questo bonus per consolidare la sua maggioranza. Lavevano
chiamata legge elettorale porcellum, poiché definita
porcata dallallora Ministro per le Riforme Roberto
Calderoli.
Quando il potere di Berlusconi incominciò a declinare,
il beneficiario della legge porcellum divenne il PD di Renzi.
Questultimo ha preso il posto di Enrico Letta nel febbraio
2014, senza un voto da parte dellelettorato; adesso egli
può contare su una maggioranza stabile in parlamento, anche
se il suo partito ha vinto solo il 25,4 per cento dei voti alle
ultime elezioni.
Alla fine del 2013, la più alta Corte dItalia
ha dichiarato il porcellum in violazione della Costituzione,
perché distorce eccessivamente la volontà degli
elettori. La Corte Costituzionale ha anche sollevato preoccupazioni
per la rigidità della clausola sulle liste di partito,
grazie alla quale i partiti, e non gli elettori, determinano chi
entra in parlamento.
Su questo secondo punto, la nuova legge elettorale, detta Italicum,
accorda alcune concessioni alla Costituzione. Ai partiti verrà
consentito di determinare solamente le prime posizioni nelle loro
liste, mentre gli elettori avranno la possibilità di esprimere
due voti, per determinare lordine dei candidati nella lista.
Di pari passo allItalicum, il governo Renzi sta
riformando il Senato. Esso sta per essere eliminato e non ci sarà
più una camera alta, con il potere di agire in funzione
di controllo del parlamento. In futuro, il Senato esisterà
solo come organo di rappresentanza regionale, con poteri consultivi.
Il numero dei senatori sarà ridotto da 315 a 100; essi
non saranno più eletti direttamente, ma nominati dai governi
regionali. Ci saranno poi i senatori nominati a vita e quelli
nominati dal Presidente.
Non avendo la maggioranza allattuale Senato, Renzi è
stato in grado di passare la riforma elettorale, e la riforma
del Senato, solamente con il sostegno dell opposizione di
destra di Berlusconi. Questo era il fulcro del cosiddetto patto
Nazareno, concluso lanno scorso fra Renzi e Berlusconi;
questultimo spera di fare un ritorno politico e quindi ha
assistito Renzi nel far passare entrambe le riforme al Senato.
Il patto Nazareno si sfasciò quando Renzi facilitò
lelezione di Sergio Mattarella come Presidente, contro i
desideri di Berlusconi. Da allora, i deputati di Forza Italia
di Berlusconi hanno espresso una forte opposizione vocale a Renzi.
Renato Brunetta, il leader della frazione parlamentare di Forza
Italia, la settimana scorsa ha denunciato lItalicum
dichiarando: Non consentiremo il fascismo Renziano.
Le tensioni stanno anche crescendo allinterno del partito
di Renzi, dopo che egli ha espulso dal comitato costituzionale
in parlamento 10 deputati che lo criticavano. Membri di spicco
dellex Partito Comunista, come Guglielmo Epifani, Pier Luigi
Bersani e Gianni Cuperlo, insieme con il predecessore di Renzi,
Enrico Letta, in segno di protesta si sono assentati da parti
della votazione. Renzi ha ottenuto la maggioranza necessaria attraverso
il sostegno di numerosi partiti minori, tra cui Scelta Civica
di Mario Monti e il gruppo Area Popolare.
Il SEL (Sinistra, Ecologia, Libertà), che inizialmente
aveva sostenuto Renzi, il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo
e il partito di Berlusconi stanno facendo pressione per un referendum
contro la riforma elettorale.
Il leader di SEL Nichi Vendola ha commentato che la subordinazione
servile del potere legislativo a quello esecutivo è
semplicemente inaccettabile. Nello stile della conduzione
dellattività legislativa sotto dettatura del Governo,
per molto meno ai tempi di Berlusconi ci si stracciava le vesti
e si indicava il rischio della deriva autoritaria.
Latteggiamento teatrale dellopposizione di sinistra
e destra non comporta nessuna argomentazione di principio; cè
solo la preoccupazione di difendere i propri privilegi, che entrambe
le parti vedono minacciati dalla nuova legge elettorale. Le mutevoli
alleanze e le lotte di potere ricordano gli intrighi e le cospirazioni
ai tempi dei Borgia. Questa gente è ad anni luce di distanza
dalla vita quotidiana reale della popolazione.
Finora La Lega Nord è stato il principale beneficiario
della controversia che circonda la legge. In due nuovi sondaggi
di Ipsos e IX, il partito ha ottenuto un supporto del 13 e del
14 per cento. Rispetto ai risultati delle elezioni parlamentari
del 2013 questo rappresenta una crescita del trecento per cento
dei loro voti. Abbandonata loriginale campagna elettorale
per la separazione delle regioni settentrionali più ricche,
la Lega Nord, sotto la direzione del suo nuovo leader Matteo Salvini,
sta ora cercando di trarre profitto dalla crisi, per costruire
un partito a livello nazionale, basato su razzismo, ostilità
verso lUnione europea e sostegno a forme autoritarie di
governo.