Sequestrati beni per 500 milioni al clan Iannazzo RTC TELECALABRIA
CATANZARO. E’ uno dei più imponenti sequestri di beni mai compiuto contro la ‘
ndrangheta quello eseguito stamani dalla
Guardia di Finanza, in
Calabria e in altre regioni, nell’ambito dell’operazione “
Nettuno”. Complessivamente sono
500 i milioni di euro, fra beni mobili e immobili, sottratti alla potente organizzazione criminale degli Iannazzo di
Lamezia Terme. L’operazione coinvolge
Francesco Perri, ritenuto dagli inquirenti uno degli imprenditori di maggior rilievo dell’intero territorio calabrese. Una figura capace di realizzare un impero che, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto il via libera e il coinvolgimento della cosca lametina. Proprio con la potente famiglia di
Lamezia l’imprenditore avrebbe stretto un “patto di ferro” sottoscritto in particolare con il capo cosca Vincenzino Vincenzino, attraverso “un solido e proficuo rapporto di natura sinallagmatica al punto tale da poter essere definito imprenditore colluso”. I particolarei dell’operazione, diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di
Catanzaro e condotta dal Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del capoluogo sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta alla presenza del procuratore facente funzioni,
Giovanni Bombardieri; del comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Gianluigi Miglioli; del comandante provinciale, colonnello Daniele Rametta; e dei tenente colonnello
Michele Di Nunno e Domenico Frustagli. Le indagini hanno permesso di incrociare una serie di dati riferiti a 65 persone e a 44 persone giuridiche, attivando accertamenti bancari, intercettazioni telefoniche, ma anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
La Guardia di Finanza ha, così, ricostruito il potere criminale della cosca Iannazzo, guidata da Vincenzino Iannazzo (alias Moretto), con il centro nevralgico degli interessi individuato nella zona di Sambiase di Lamezia Terme. Fondamentale anche il rapporto di alleanza con la cosca Giampà che, invece, gestiva i propri affari nella zona di
Nicastro, Feroleto,
Pianopoli,
Maida e zone limitrofe, sino a
Marcellinara. In poco tempo, secondo gli inquirenti, queste cosche sarebbero diventate il tipico esempio di “mafia imprenditrice”, capace di avvalersi anche di un fittissimo reticolo di imprese anche sul territorio nazionale. Attività intestate o, comunque, riconducibili ad esponenti della famiglia, operanti nel settore delle costruzioni, ed in particolare in quelli delle forniture e del movimento terra, ma anche in altri campi commerciali. Partendo dall’operazione “
Andromeda”, condotta dalla Squadra
Mobile di Catanzaro, la
Guardia di finanza ha così ricostruito gli interessi economici finanziari, con il sequestro di svariati beni mobili (automezzi, rapporti bancari, quote societarie), immobili (appezzamenti di terreni, appartamenti, fabbricati), oltre a complessi aziendali relativi ad attività commerciali in svariati settori economici (calzature, costruzioni, commercio di autoveicoli).
Tutte attività che sarebbero state nella disponibilità di personaggi al vertice della cosca Iannazzo. Tra i destinatari del provvedimento di sequestro ci sono, infatti,
Antonino Davoli, 50 anni, Pietro Iannazzo, 41, e
Antonio Provenzano, 42. Dall’altra parte, però, è emersa la figura centrale del noto imprenditore Francesco Perri, 48 anni, a cui sono riconducibili buona parte dei beni sequestrati. L’indagine ha portato alla luce il condizionamento della cosca nella grande distribuzione alimentare, con attività commerciali sequestrate non solo a Lamezia, ma anche nella restante provincia di Catanzaro, ed in quelle di
Cosenza,
Reggio Calabria e
Vibo Valentia. Tra i complessi aziendali sequestrati ci sono, oltre al centro commerciale “Due
Mari” di Maida, l'”Ipermercato Midwai S.r.l.”, con sede a Lamezia Terme,e “La Nuova
Nave S.r.l.”, con sede sempre a Lamezia Terme. Complessivamente, i beni sequestrati ammontano a 500 milioni di euro e comprendono diversi rapporti bancari; 92 immobili; 27 autoveicoli e motocicli, 25 quote societarie e 25 complessi aziendali riferibili a 16 attività d’impresa, molti dei quali riconducibili al gruppo Perri.