Mastro Don
Gesualdo è uno sceneggiato televisivo in sei puntate, tratto con molta fedeltà dal romanzo omonimo di
Giovanni Verga, trasmesso nel 1964 (dal 2 gennaio al 6 febbraio) dalla
RAI sull'allora Programma Nazionale (ora Rai
Uno). Si tratta della prima opera di fiction televisiva impressa su pellicola cinematografica e non su nastro magnetico come fino ad allora in uso. L'adattamento televisivo e la sceneggiatura erano dovuti ad
Ernesto Guida e a Giacomo Vaccari, responsabile anche della regia televisiva. Lo stesso Vaccari fece appena in tempo a completare il montaggio della miniserie televisiva prima di perire tragicamente in un incidente stradale all'età di trentadue anni. Umberto Pitscheider firmò la Direzione della
Fotografia. Secondo l'Enciclopedia della televisione, Mastro Don Gesualdo costituisce il capolavoro di Vaccari che, nell'occasione, scardinò "le regole linguistiche che fino ad allora avevano informato i teleromanzi, consuetudini ereditate dalla tradizione teatrale e tradotte in norme televisive tese a facilitare la sicura comprensione da parte del pubblico della vicenda raccontata". Il cast del teleromanzo era composto da decine di attori, impegnati in ruoli primari e ruoli secondari, oltre che da numerosissime comparse. In ruoli minori (nella fattispecie quelli di due camerieri) figuravano anche un poco più che adolescente
Leo Gullotta e
Tuccio Musumeci. Ma sono le interpretazioni di primo piano a rendere questo sceneggiato uno dei migliori capolavori messi in onda negli anni sessanta. Immensa l'interpretazione di
Enrico Maria Salerno, magistrale quella di
Turi Ferro e stratosferica quella di
Lydia Alfonsi nei panni di
Bianca malata gravemente; da menzione onorevole quelle di
Sergio Tofano e
Valeria Ciangottini. Le nuove generazioni di attori farebbero bene a studiare questo sceneggiato per apprendere come si recita.
Cast artistico principale:
Enrico Maria Salerno: mastro don Gesualdo
Motta; Lydia Alfonsi: donna Bianca Trao; Turi Ferro; canonico Lupi;
Franca Parisi: Diodata; Sergio Tofano: don
Diego Trao;
Romolo Costa: don Ferdinando Trao; Valeria Ciangottini:
Isabella; Giuseppe Lo
Presti: don Ninì
Rubiera;
Marcella Valeri: baronessa Rubiera;
Antonio Samonà: duca di Leyra; Riccardo Mangano: barone Mèndola;
Antonino Portale: dottor Tavuso;
Franco Sineri:
Burgio; Grazia Di Marzà: Speranza;
Maria Tolu: donna
Sarina Cirmena; Franca Manetti: donna
Chiara Macrì;
Alfredo Mazzone: notaio Neri;
Eugenio Colombo: marchese Limòli; Gaetano Tomaselli:
Santo Motta;
Guido Leontini: Giacalone;
Mario Di Martino: mastro
Nunzio;
Luigi Casellato: Nanni l'Orbo;
Giovanni Cirino: don Luca; Ignazio Pappalardo: Ciolla; Mimmo Grasso: Giuseppe
Barabba; G.
Davide Ancona: Canali;
Turi Scalia: Liccio
Papa; Alfredo Danese: il
Capitano;
Angelo Puglisi Grasso: Pirtuso;
Giovanna Di
Vita:
Rosaria; Carmelo Marzà: Alessio; Antonino Vaccaro: zio Carmine; Giovanni Scalia: don Filippo Margarone; Rosaria
Inserra:
Agrippina Macrì; Giuseppe
Durante: mastro
Titta;
Giuseppina Rapicavoli: la Capitana; Mariano Piazza: Padre
Angelino; Maria Di Benedetto: baronessa Zacco;
Antonina Micalizzi: donna
Lavinia Zacco;
Igea Calì: seconda figlia Zacco;
Anna Maria Burgio: terza figlia Zacco;
Tina Bertuna: quarta figlia Zacco; Ignazio Daidone: barone Zacco;
Alba Maria Setaccioli: donna Marianna Sganci; Gianna
Tria De Luca: donna Bellonia Margarone;
Valeria Sabel: donna Fifì Margarone; Maria Bertuna: donna Giovanna Margarone; Andreina De Carli: donna Giuseppina Alòsi;
Vittoria Campagna: baronessa Mèndola;
Jole Campagna Marcellini: baronessa Mèndola; Piero De Santis: cavalier Peperito;
Rosario Arcidiacono: Bomma;
Renato Musumeci:
Corrado La
Gurna; Riccardo Laplaya:
Nardo; Ettore Forni: l'amministratore; Concetta
Bramante: Concetta; Gaetano
Fernandez: don Bastiano Stangafame;
Viola Zappi: Aglae; Marcella Aulicino: gnà Grazia
Nota: per ragioni di spazio la trama è inserita nella seconda puntata.
- published: 31 Aug 2013
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