Campane di Morimondo (MI), Abbazia di Morimondo v.02
Morimondo (MI)
Abbazia di
Santa Maria Nascente
Concerto di 5 campane in MIb3
Concerto solenne
L'abbazia di Morimondo venne fondata nel 1134 da alcuni monaci, provenienti dal monastero cistercense francese di
Morimond, sul territorio di Coronate, località posta a un chilometro dall'abbazia. Due anni più tardi (1136), i monaci fondatori decisero di trasferirsi in una zona più a nord, adottando l'attuale sede sul terreno di
Campo Falcherio. In poco tempo, il monastero acquistò importanza e accolse diverse vocazioni provenienti da ogni parte della diocesi. Il numero dei richiedenti fu così elevato, che i monaci riuscirono a fondare altre due comunità, prima della costruzione della chiesa abbaziale. Con la venuta di
Federico Barbarossa in
Italia, Morimondo venne sconvolta dal saccheggio delle truppe imperiali nel 1161. L'edificazione della chiesa fu iniziata solamente nel 1182, a causa di alcune controversie con la pieve di Casorate, episodio che fece impostare l'architettura dell'abbazia verso un gusto gotico con mattoni a vista.
La chiesa venne terminata solamente nel 1296, a causa di due incursioni delle truppe imperiali pavesi, che saccheggiarono il monastero nel 1237 e nel 1245. Nei secoli successivi, si assistette a un lento declino dell'abbazia, che si tradusse nella conversione della chiesa a commenda nel 1450, sotto l'arcivescovo
Giovanni Visconti. Nel frattempo, la chiesa venne provvista del classico tiburio ottagonale con una campana, la cui corda pendeva attraverso un foro nella volta dell'antico coro. Morimondo ebbe la sua rinascita spirituale grazie al figlio di
Lorenzo il Magnifico, il cardinale
Giovanni de' Medici, che si adoperò per ripristinare la vita monastica, inviando otto cistercensi sul finire del XV secolo. I monaci intrapresero una forte opera di restauro, ricostruendo il chiostro principale nel 1500, facendo affrescare la celebre
Madonna col
Bambino, attribuita a
Bernardino Luini (1515), e inaugurando il coro ligneo nel 1522. Con una bolla del 1561, papa Pio IV fece passare i beni dell’abbazia di Morimondo sotto la proprietà dell’
Ospedale Maggiore di
Milano, per fornire di mezzi e di risorse il più importante ospedale del ducato milanese, fondato nel 1456 per una gratuita assistenza dei poveri. L’ospedale subentrò ai cistercensi per ciò che riguardava l'amministrazione, applicando un'efficace gestione del territorio, che da allora venne modellato e migliorato con sostanziosi investimenti. L’ospedale ereditò dai cistercensi anche diversi edifici sacri, gran parte dei quali vennero dotati di decorazioni e riforniti di arredi sacri e paramenti. Nel 1564 san
Carlo Borromeo eresse l'abbazia a chiesa parrocchiale, intitolandola a
Maria Nascente, in modo da cederne i terreni all'ospedale. Con la metà del
XVII secolo, l'abate Antonio Libanorio cerco di riavviare la comunità monastica, definitivamente soppressa il 31 maggio 1798 da un decreto napoleonico. Nel corso del
Settecento, la chiesa venne restaurata e decorata, seguendo i dettami dello stile barocco, senza intaccare l'impianto originale gotico; venne qui edificato un nuovo altare in marmo e fatta seguire la rifusione della grande campana in tre più piccole, opera di Bartolomeo Bozzi (1738).
Dal 1805 al
1950 la vita religiosa di Morimondo venne affidata ad alcuni sacerdoti ambrosiani, finché il cardinale
Alfredo Ildefonso Schuster, giunto in visita pastorale nel
1941 e constatato lo stato di degrado in cui versava la chiesa, cercò di ripristinare un monastero, affidando la chiesa agli
Oblati di Maria Vergine. Nel
1991 il cardinale arcivescovo
Carlo Maria Martini affidò la cura della chiesa e del suo patrimonio ai Servi del
Cuore Immacolato di Maria, finché l'abbazia non tornò ufficialmente al clero diocesano nel
2006.
Nota, fonderia e anno di fusione
SIb
Angelo Bianchi,
Varese 1930
LAb Angelo Bianchi, Varese 1930
SOL Angelo Bianchi, Varese 1930
FA Fratelli Barigozzi, Milano 1899
MIb
Paolo Capanni,
Castelnovo ne' Monti 1982
Un sentito ringraziamento al parroco don Mauro per l'accoglienza e la disponibilità.