RadioAzione: Riflessioni #11

RadioAzione - Massa nella rete

Chi vuole essere sempre aggiornato sull’anarchismo nel mondo (compagni detenuti, lotte, azioni e repressione), nell’ultimo decennio in particolare lo fa utilizzando la rete.
Non è mia intenzione, in questo scritto, far alcun paragone tra la rete ed altri tipi di mezzi di controinformazione. Già tante parole sono state spese negli ultimi anni riguardo a questo tema; non hanno mai portato ad alcuna discussione e quindi di conseguenza ne traggo che chi ha acceso la miccia della discussione/critica non ne sia poi tanto convinto di continuarla.

Buon che avvenissero discussioni e ci si interrogasse su alcune questioni, ma sarebbe ottimo allo stesso momento che ognuno decida cosa fare e come farlo.
D’altronde siamo anarchici, e l’anarchismo non è una dottrina, né una corrente politica e tantomeno ha un codice di comportamento come quello dei pirati. Ovviamente l’anarchismo non è il “caos” descritto nei dizionari di lingua, ma ha per fine il raggiungimento della liberazione totale.
Solo chi conosce veramente cosa significa la parola “libertà” e lotta ogni istante per il suo raggiungimento può sentirsi anarchico. Non siamo ciò che diciamo di essere, ma ciò che siamo in ogni istante della giornata senza massacrarci il cervello pensando a codici di comportamento.
Se vivessimo pensando in ogni istante come un anarchico si dovrebbe comportare, nei vari contesti che affrontiamo quotidianamente, non saremmo diversi da chi si reca a lavoro, chi va a scuola o in chiesa.

Ciò per dire che ognuno di noi decide per se stesso quale sia il modo o il mezzo attraverso cui muoversi, agire e far veicolare il proprio pensiero, senza che ad ogni passo diverso da quello che fa la massa ci sia un moralizzatore di turno che ti punta contro il dito.
Ovvio che se mi definisco anarchico e poi agisco come maschilista o femminista, autoritario, o anche vado in chiesa, a votare, a chiede qualcosa allo Stato, allora è normale che qualcuno il dito, invece di puntarmelo contro, farebbe bene a ficcarmelo dentro un occhio.

Allo stesso momento essere animalista, antispecista o uno che ha a cuore la natura non fa di me per forza un anarchico. Anche un fascista può essere uno di queste cose.
Non lo è meno di me che amo gli animali però li mangio, non lo è meno di un animalista che tortura il suo animale addomesticato facendogli seguire un alimentazione vegana (H.L.S. tortura meno di alcuni animalisti gli animali dato che dopo i test questi non vivono a lungo, mentre il cane di una animalista sarà costretto a mangiare erba a vita, andare alle manifestazioni animaliste con il pericolo degli scontri con bottiglie rotte o altri oggetti rotti a terra, o andare ai concerti dove si sa che l’animale non se la vive proprio bene con la musica ad alto volume).
Quindi anche un fascista può essere un animalista quanto lo possa essere io o un’animalista che tortura in quel modo il “suo” (proprietà) animale.
L’antifascismo come anarchici ci deve appartenere quanto l’antiautoritarismo in generale, e allearsi col male minore (?) significa non voler risolvere del tutto il problema “autorità”.
“Chi frequenta lo zoppo impara a zoppicare”, e molti che si dicevano anarchici hanno dapprima imparato a zoppicare fino a diventare zoppi per davvero.
Questo è il risultato di chi non ha tentato di risolvere il problema del tutto andando a cercare affini tra i nemici.

Queste sono solo alcune delle discussioni che potrebbero essere affrontate confrontandosi di persona, ma anche attraverso uno scritto che sia un invito al confronto.
Invece no, ci si cala nella realtà veloce di internet pubblicando qualsiasi cosa pur di avere un indice di ricerca alto, notorietà, o essere blog o siti di riferimento anarchici.

Ma non solo, perché oltre alla velocità che oggi ci attanaglia in qualsiasi contesto della vita miserabile su questo pianeta provocandoci stati d’ansia permanenti anche se l’autobus fa ritardo di 5 minuti, la qualità delle pubblicazioni su internet per il 95% (e voglio essere di manica larga) dei siti o dei blog sono vuote, fredde, statiche, copia e incolla che spesso non vengono lette nemmeno da chi li pubblica. Capita che errori di battitura non vengono corretti durante i copia e incolla dei testi da un sito all’altro;capita che un blog o un sito pubblichi un link non funzionante e chi va a copiare copia anche il link non funzionante. E’ capitato tutto ciò, e continuerà a capitare perché molti curatori di siti e blog non sanno nemmeno cosa stanno pubblicando perché non leggono cosa pubblicano ma l’importante è riempire le pagine, aggiornare.
C’è chi da mesi continua ad avere in primo piano il testo su cosa dovrebbe essere il suo progetto controinformativo, e poi chi ci ha avuto a che fare ( e non solo il sottoscritto…) ha scoperto che si sono sempre comportati al contrario di ciò che scrivono.
Capita che molti, ultimamente, prendono notizie dal sito “Insurrection News”, e l’ho fatto anche io una sola volta qualche giorno fa traducendo un testo che arrivava dal Messico. Poi guardi meglio il sito e vedi che da mesi hanno un’immagine di uno striscione con “Falce e martello” + “A cerchiata” = Smile”. E tutti ancora prendono notizie e citano questo sito.
C’è da dire altro?

E allora chi vuole essere aggiornato quotidianamente sullo stato di salute dell’anarchismo nel mondo, e lo fa oggi attraverso internet, corre il rischio di imparare a zoppicare leggendo gran quantitativi di controsensi.
D’altronde la via cartacea è molto più lenta non solo per i costi di stampa, ma anche per la qualità di analisi-critica e soprattutto perché pochi hanno qualcosa da dire e scrivere (gli altri copiano e incollano) e quindi resta sempre più facile e veloce fare un tuffo nella rete sperando di non imbattersi in qualche riccio.

RadioAzione, fine luglio 2015