Cile: Compagno anarchico arrestato per gli scontri con la polizia. Parole di Sergio

RadioAzione - from Jail

Ricevuto via mail.

Traduzione: RadioAzione

Il compagno anarchico Sergio Alvarez è stato arrestato mercoledì 15 Luglio durante gli scontri tra polizia e incappucciati che partirono dall’università della città di Santiago. Dopo essere stato colpito ed aver trascorso la notte nelle celle poliziesche della democrazia, il compagno fu tradotto al cosiddetto “Centro di Giustizia” e mostrato come un trofeo davanti alle telecamere dei giornalisti carogne. In quel momento, Sergio, camminando a testa alta e braccato dalla polizia, esclamò: “La guerra continua, viva l’anarchia!”

Dopo che gli furono formalizzate le accuse per porto di ordigno incendiario, disordini e aggressione ai carabineros, una giudice decise di mandarlo agli arresti domiciliari totali per tre mesi, e cioè per la durata del periodo delle indagini.
Ma, dopo il ricorso in appello della procura, mercoledì 27 Luglio, Sergio fu portato al carcere di Santiago 1.
L’arresto di Sergio avviene in un contesto di altri giovani arrestati accusati di aver partecipato ai disturbi e per gli scontri con la polizia coinvolti dagli incappucciati nell’università.

Per quanto riguarda Sergio non si tratta di un “giovane studente vittima di una montatura”, ma il compagno è un individuo antiautoritario in guerra contro il potere e i ruoli imposti dall’ordine dominante.

Per ulteriori informazioni sulla sua situazione si può scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica, tramite la quale si possono lasciare anche delle parole e saluti al compagno che gli verrano trasmesse:
laguerracontinua@riseup.net

diffondiamo di seguito le parole del compagno Sergio invitando a mostrare solidarietà ribelle eliminando con l’azione qualsiasi silenzio e immobilismo.

LA GUERRA CONTINUA!
VIVA L’ANARCHIA!

Parole di Sergio:

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RadioAzione: Riflessioni #11

RadioAzione - Massa nella rete

Chi vuole essere sempre aggiornato sull’anarchismo nel mondo (compagni detenuti, lotte, azioni e repressione), nell’ultimo decennio in particolare lo fa utilizzando la rete.
Non è mia intenzione, in questo scritto, far alcun paragone tra la rete ed altri tipi di mezzi di controinformazione. Già tante parole sono state spese negli ultimi anni riguardo a questo tema; non hanno mai portato ad alcuna discussione e quindi di conseguenza ne traggo che chi ha acceso la miccia della discussione/critica non ne sia poi tanto convinto di continuarla.

Buon che avvenissero discussioni e ci si interrogasse su alcune questioni, ma sarebbe ottimo allo stesso momento che ognuno decida cosa fare e come farlo.
D’altronde siamo anarchici, e l’anarchismo non è una dottrina, né una corrente politica e tantomeno ha un codice di comportamento come quello dei pirati. Ovviamente l’anarchismo non è il “caos” descritto nei dizionari di lingua, ma ha per fine il raggiungimento della liberazione totale.
Solo chi conosce veramente cosa significa la parola “libertà” e lotta ogni istante per il suo raggiungimento può sentirsi anarchico. Non siamo ciò che diciamo di essere, ma ciò che siamo in ogni istante della giornata senza massacrarci il cervello pensando a codici di comportamento.
Se vivessimo pensando in ogni istante come un anarchico si dovrebbe comportare, nei vari contesti che affrontiamo quotidianamente, non saremmo diversi da chi si reca a lavoro, chi va a scuola o in chiesa.

Ciò per dire che ognuno di noi decide per se stesso quale sia il modo o il mezzo attraverso cui muoversi, agire e far veicolare il proprio pensiero, senza che ad ogni passo diverso da quello che fa la massa ci sia un moralizzatore di turno che ti punta contro il dito.
Ovvio che se mi definisco anarchico e poi agisco come maschilista o femminista, autoritario, o anche vado in chiesa, a votare, a chiede qualcosa allo Stato, allora è normale che qualcuno il dito, invece di puntarmelo contro, farebbe bene a ficcarmelo dentro un occhio.

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Italia: Testo integrale del decreto legge antiterrorismo (n.7/2015)

RadioAzione - fuck the law

Di seguito alcuni dei nuovi punti del nuovo decreto legge (n.7/2015) antiterrorismo in Italia: 

– L’aumento di pena se il fatto di cui all’art. 270-quinquies c.p. (“Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale”) sia commesso attraverso strumenti informatici o telematici.

– L’aumento di pena se il fatto di cui all’art. 302 c.p. (“Istigazione a commettere alcuno dei delitti preveduti dai capi primo e secondo”, ovverosia i delitti contro la personalità internazionale e interna dello Stato) sia commesso attraverso strumenti informatici o telematici.

– L’aumento di pena se i reati di istigazione a delinquere o apologia (art. 414 c.p.) previsti dai primi 3 commi della norma, siano commessi attraverso strumenti informatici o telematici.

– L’aumento di pena fino a due terzi se i delitti di istigazione a delinquere o di apologia riguardino delitti di terrorismo o crimini contro l’umanità (art. 414, comma 4, c.p.) e siano commessi attraverso strumenti informatici o telematici.

– L’aggiornamento costante da parte del Ministero dell’interno di un elenco dei siti utilizzati per le attività di promozione, costituzione, organizzazione, direzione o finanziamento di associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico, nonché dei siti utilizzati per porre in essere condotte con finalità di terrorismo.

– La possibilità per l’Autorità Giudiziaria di ordinare agli internet provider di inibire l’accesso ai siti utilizzati per commettere reati con finalità di terrorismo, compresi nell’elenco costantemente aggiornato di cui sopra. Nel caso di inosservanza dell’ordine dato è la stessa Autorità Giudiziaria a disporre l’interdizione dell’accesso ai relativi domini internet.

La versione integrale del decreto la potete trovare qui:

Testo integrale decreto legge antiterrorismo in Italia

 

Veracruz [Messico]; Attacco incendiario a concessionaria della Toyota

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Testo rivendicativo:

“Il progresso tecnologico della civilizzazione ci fa sentire la necessità di fare la guerra qui e ora contro ogni dominio e i tentacoli che ci imbavagliano.”

Nelle prime ore del mattino di Giovedi 25 giugno, abbiamo fatto esplodere un ordigno incendiario davanti alla concessionaria Toyota situata in Avenida Vallejo beffandoci delle loro misure di sicurezza ed evitando le pattuglie del sistema e le telecamere di sorveglianza facendogli capire che la guerra è qui ed ora – che le telecamere, le pattuglie, i proiettili e tutte le misure adottate per contrastare le nostre azioni sono inutili. Perché anche se le telecamere di sorveglianza del sistema spiano ogni strada e, anche se i loro scagnozzi sono dispiegati in tutto il paese noi continuiamo ad attaccare, aumentando i nostri passi contro la dominazione.

Noi rivendichiamo questa azione in nome di tutti i compagni uccisi, rapiti, minacciati, torturati, imprigionati e processati in Messico e nel mondo, per far capire che ogni proiettile sta per tornarvi indietro – anche se ci uccidono o ci imprigionano dovranno aver ben chiaro in mente che subiranno la stessa sorte. Per ogni compagno morto uccideremo mille di loro. Dicono che il Giugno Nero si è concluso il 7 giugno, invece noi diciamo che non termina né il 7, né in qualsiasi altro giorno o mese, questo è un appello a continuare la guerra in modo permanente.

Contro tutta la tecnologia ed è veleno che uccide la natura selvaggia!

Non solo nel mese di giugno, ma per una Guerra Nera permanente!

Fuoco alla civilizzazione!

Salutiamo anche i compagni fuggitivi Felicity , Chivo e Tripa – dalla clandestinità la guerra continua! Inviamo anche un caloroso abbraccio agli scioperanti della fame del coordinamento informale dei prigionieri , sappiamo che è possibile lottare per la salute, la libertà e la liberazione dei prigionieri di tutte le aree geografiche.

Traduzione: RadioAzione

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Genova [Italia]: Fuoco ad un ripetitore. Contro la dittatura tecnologica [testo]

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Testo rivendicativo:

CONTRO LA DITTATURA TECNOLOGICA

La società attuale è senza dubbi descrivibile come un sistema tecnocratico in cui a livello globale la scienza senza freni e i prodotti che mette sul mercato dominano e regolamentano la vita.
Da quando esistono, le multinazionali mantengono il loro dominio sul Pianeta attraverso gli Stati e le istituzioni internazionali (ONU, UE, FMI, BCE).

La società iper-tecnologica è la società perfetta per soddisfare le 2 esigenze principali del Potere: il profitto e il controllo sociale.
Grazie alla scienza e alla tecnologia, elevate a moderne divinità, il profitto non conosce più limiti: si passa dai dispositivi militari in continua evoluzione all’incredibile quantità di prodotti inutili messi in commercio.
Altrettanto il controllo sociale e della vita non potrà che essere sempre più capillare, passando dalle semplici telecamere all’utilizzo delle nanotecnologie.
Le persone, ormai già private di ogni autonomia e volontà propria, vengono introdotte nel favoloso mondo della scienza attraverso un parziale e fittizio accesso alla tecnologia.
Con la chimera di migliorare la qualità della vita, gli unici effetti reali sono una produzione sfrenata, l’atrofizzazione delle menti e delle proprie capacità, la cancellazione di emozioni reali, quindi della vita stessa.

Tutto mentre sotto i nostri occhi ciò che resta della natura viene devastato per costruire grandi opere che consentano di far viaggiare queste merci più velocemente e di reperirle con ancora più facilità.
Tutto mentre la televisione nell’indifferenza generale trasmette le immagini di popoli massacrati e ridotti alla fame per sfruttare le risorse indispensabili per aumentare la fabbricazione di queste merci.

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Repubblica Ceca: Azioni a Praga e Most contro le auto della polizia

RadioAzione - flames

Di seguito i testi rivendicativi di due azioni avvenute in Repubblica Ceca.

Traduzione: RadioAzione [Croazia]:

PRAGA [REPUBBLICA CECA]: BRUCIATA MACCHINA DELLA POLIZIA IN SOLIDARIETA’ CON ALEŠ KOČI

Mercoledì, 1 luglio 2015, è stata incendiata una macchina della polizia, ai margini del parco vicino alla stazione della metrò Srašnická. Come parte della sua lotta la SRB ha attaccato la macchina, inviando un saluto infuocato ad Aleš Kočí, l’anarchico convinto nella lotta di classe, caduto nelle mani della polizia. Fu arrestato il 28 aprile 2015 durante l’operazione di polizia “Fenice”, e successivamente accusato per il possesso illegale di armi da fuoco. E’ diventato ostaggio dello Stato e adesso si trova in custodia cautelare.

Le istituzioni statali possiedono un enorme arsenale di armi e creano il monopolio sul loro utilizzo. Le usano costantemente per mantenere in moto la costruzione della rete capitalista di relazioni fatte di sfruttamento e oppressione. Gli anarchici non accettano il monopolio di Stato sulle armi. La loro pratica si scontra con i valori che difendono la violenza statale e la riproducono. La violenza di Stato contro gli anarchici costruisce la violenza insurrezionale.

Aleš Kočí è un anarchico che si è armato e così ha infranto il monopolio statale sulle armi. La SRB sostiene una tale posizione. Mentre Aleš si trova nelle mani del nemico, le sue potenzialità di lotta sono molto limitate. Ma noi non intendiamo conciliarci con questa condizione. Parole di disprezzo, fuoco, armi da fuoco ed esplosivi. Tutto questo fa parte della nostra lotta. Una lotta rivoluzionaria contro le violenze perpetrate dallo Stato per preservare la miseria capitalista. Per adesso abbiamo dato fuoco ad una macchina. Ma non finisce qui.

Saluto dalla Cellula Incendiaria -⁠ Rete di Cellule Rivoluzionarie (SRB)

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MOST [REPUBBLICA CECA]: RETE DI CELLULE RIVOLUZIONARIE RIVENDICA L’ATTACCO INCENDIARIO ALLE MACCHINE DI POLIZIA

La Rete di Cellule Rivoluzionarie ha attaccato di nuovo, là dove il nemico non se lo aspettava. Nella mattina di 28 giugno 2015 sono state incendiate due macchine della polizia, davanti alla stazione di polizia nella via V. Řezáče. L’attacco è stato eseguito dalla cellula LEX, due mesi dopo l’operazione “Fenice” lanciata dalla polizia, durante la quale sono state perquisite le case degli anarchici e il centro sociale “Ateneo”, molti compagni sono stati portati in custodia cautelare, sono state confiscate cose personali e server, anarchici, i loro familiari e amici hanno subito delle molestie ecc. I danni inflitti dalla polizia sono enormi. Il suo comportamento è imperdonabile.

La polizia armata sorveglia lo status quo. Attacca coloro che infrangono il mito del capitalismo giusto, coloro che non credono nella favola sulla libertà garantita dallo Stato. Gli anarchici sono i primi che entrano nella lotta senza compromessi per una comunità senza classi e senza Stato. Noi rappresentiamo il pericolo per la classe dominante, perché vogliamo distruggere i loro strumenti di potere. Vogliamo strappare le nostre vite dalle grinfie degli sfruttatori. La polizia cerca di contrastare i nostri piani. I potenti inviano contro di noi i loro mercenari, noi rispondiamo sabotando i loro strumenti.

La caccia della polizia continua, ma la lotta rimane irriducibile.

SRB vive. Il fuco arde ancora.

LEX /⁠/⁠ Cellula della Rete di Cellule Rivoluzionarie (SRB)

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RadioAzione: Riflessioni #10

RA Riflessioni #10

Movimento o non movimento, da quanto possa  ricordare per quello che ho finora vissuto e letto degli anni in cui nemmeno esistevo, tra gli anarchici ci sono sempre state posizioni diverse che hanno portato spesso e volentieri a fratture o rotture.
Niente di strano in tutto ciò, altrimenti non saremmo anarchici.
I motivi sono sempre stati quasi esclusivamente gli stessi: la federazione, l’autoritarismo di qualcuno, l’azione e il quanto e come agire.
Ma tra il passato e il quotidiano esiste una nettissima differenza: all’epoca lo scontro era tra chi, propagandava si, ma praticava anche l’azione mentre oggi è tra i sostenitori (molto simili ai tifosi sportivi) dell’azione e quelli della “quiete anarchica”.
Si potrebbe tranquillamente parlare di una quiete anarchica anche per gli altri dato che la tregua, e soprattutto l’incoerenza “pensiero-azione”, è palese già da qualche anno.

Si vive di miti e si vive nel mito, questa è la realtà anarchica italiana.
Sicuramente non quella che molti compagni anarchici da un’altra parte del mondo pensano dell’anarchismo in Italia.
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Perugia[Italia]: Condanne in appello per l’Operazione Shadow [29 giugno]

Sergio Maria Stefani condannato per attentato a 4 anni, Alessandro Settepani ad un anno e mezzo in relazione ad un tentato sabotaggio alla linea ferroviaria Orte-Ancona nel marzo 2008.

In parziale riforma della sentenza di primo grado è stato riqualificato il reato di cui l’articolo 302 (istigazione alla commissione di delitti non colposi contro la personalità internazionale ed interna dello Stato) in 414(istigazione a delinquere): condannati Stefano del Moro, Alfredo Cospito ed Anna Beniamino a 3 anni in merito alla pubblicazione del periodico anarchico rivoluzionario KNO3.

Nella sentenza di primo grado erano stati tutti assolti dall’accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo(270 bis) e Sergio era stato condannato a 3 anni e 3 per mesi per furto d’auto.

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RadioAzione spegne i microfoni: Fine definitiva della web radio

turn off

Oggi, mercoledì 1 luglio 2015, RadioAzione spegne definitivamente il microfono.
Dopo quattro anni di radio sono arrivato alla decisione di mettere fine alle Dirette d’Azione; il sito, invece, continuerà ad esistere cercando di aggiornarlo in modo diverso da quella che è la tendenza social-controinformatica degli ultimi mesi.
Come già scritto in Maggio, non mi interessa essere infilato nel calderone della controinformazione “tanto per riempire le pagine” o per facilitare la ricerca su google.
Non amo essere ricercato nemmeno dai compagni!

Non ho mai aggiornato il non affine, ho smesso di aggiornare su tutto quello rivelatosi non affine e non mi interessa dare più voce a chi ha cercato di stravolgere il pensiero anarchico in seguito al suo cambiamento di idee, e il significato di qualche acronimo.
Ecco perché il sito di RadioAzione non viene più aggiornato come prima.
Sto sperando di aggiornarlo in modo diverso, pubblicando nuove riflessioni, nuove idee, e critica fatta da chi non ha paura di esprimersi e di rimanere isolato (meglio soli che mal accompagnati…).
In poche parole, riflessioni, idee e critica individualista dato che tanti anarchici si riempiono la bocca di questo termine ma il 90% fa parte di un gregge.

Tanti anarchici si definiscono nichilisti, ma intanto vivono di miti e santini da adorare anche quando dicono cazzate.

Il curriculum vitae conta anche per gli anarchici purtroppo…

Di sicuro in quattro anni di radio non le ho mandate a dire a nessuno, quindi le dirette radiofoniche non finiscono per qualche rimorso (mai avuto uno in vita mia…).
Da questo microfono è stato detto tutto quello che volevo dire, senza fare favoritismi anche ai compagni più affini, schiarendo le idee a chi mi voleva un utente virtuale proprio perché rispetto a tanti testi “anonimi” di critica io c’ho sempre messo anche la voce.

Con -MA abbiamo cercato di non fare la classica radio di movimento, uno perché non mi sento parte di un movimento e due perché le messe ed i piagnistei anarchici mi sono sempre stati sulle palle.
Lo abbiamo fatto alternando la controinformazione con le letture di romanzi, che comunque avevano qualcosa che si legava in qualche modo all’anarchismo, ma soprattutto lo abbiamo fatto con una totale serenità, leggerezza e distensione che molto spesso manca agli anarchici.

Mi viene da dire: “ E fatevela na’ risata ogni tanto…”
Tutto ciò è avvenuto in quella cameretta con tanto di aria viziata che a qualcuno non piace e a noi ci ha fatto stare tanto bene fino all’ultima diretta radiofonica.
La fine della web radio è unicamente dettata dal fatto di non riuscire più a mantenere un impegno fisso per tutto l’anno.
O mangio o faccio radio, ma tutte e due le cose non le posso fare perché ho rischiato di non mangiare…quindi fanculo all’amata radio…

Avrei potuto trovare una qualsiasi scusa per chiudere, ma la verità è questa e fino alla fine preferisco la sincerità, anche amara ma sincera.
La pagina dei podcast resterà in piedi sul sito web e sarà sempre disponibile perché fa parte, come la controinformazione e altro, dell’archivio del progetto RadioAzione.

RadioAzione, 1 luglio 2015

Xalapa [Messico]: Attacco incendiario contro la SEDESOL e per un Giugno Nero

RadioAzione - mani che prudono

 

Comunicato sull’attacco incendiario contro la SEDESOL e per un Giugno Nero

Ai villaggi, i quartieri e le comunità
A coloro che si organizzano e lottano
Ai nostri compagni
Ai mezzi di informazione indipendenti
Ai messicani

Terra bruciata è il vostro approccio
Sarò terreno arato
o terra desolata
Non voglio essere il cane che si prenderà cura della tua ombra
se non mi vuoi libero
dovrai vedermi morto

A dieci giorni dall’inizio del Giugno Nero i territori sono stati coinvolti in vortici di lotte e di scontri, di barricate incendiate che aprono la strada verso l’autodeterminazione e la costruzione dell’autonomia.

Incazzati e dando guerra dalle prime ore del Giugno Nero, abbiamo lanciato un attacco incendiario contro la sede della Segreteria Federale per lo Sviluppo -SEDESOL- verso le 4:40 a Xalapa, nello stato di Veracruz.

Attacco tanto veloce quanto efficace, del quale è stato riportato che:

“L’incendio ha distrutto gran parte dei mobili, articoli di cancelleria, attrezzature per ufficio, impianti elettrici e reti del sistema di comunicazione digitale”

In breve, il posto è andato in gran parte all’inferno

Nel luogo abbiamo lasciato la scritta “ABBASSO LO SVILUPPO CAPITALISTICO (A) GIUGNO NERO”

Ora, perché dovremmo radere al suolo la SEDESOL con rabbia e fuoco?

Bene, abbiamo dei conti in sospeso da un bel po’, infatti all’inizio ci hanno inventato una malattia, che hanno chiamato “povertà” e poi ci hanno convinti di averla, per venderci, regalarci o costringerci a ingerire la “cura”: l’idea dello sviluppo
Che ci cura nella misura in cui ci stermina e dissangua a vita, per rinchiuderci più facilmente nel loro gioco, nella loro idea di vita, nel loro “dover essere” sociale e cittadino.

Lo sviluppo non ha altro significato che il continuo sterminio di forme di vita, specie di flora e fauna, modi di vivere e di organizzarsi, di pensare, di amarsi, di parlare e festeggiare.

Quante lingue, parole o forme sono state strangolate e soffocate con km di mattoni e cemento? Oppure distrutte “con l’istruzione obbligatoria, pubblica gratuita” e programmi “di appoggio”, che sono le forme più vili e crudeli di controinsurrezione, e lo sono in quanto “politiche pubbliche”, cioè il nome che i governi danno alle proprie armi più mortifere e letali, quelle con cui sono state e sono ricoperte di cicatrici le campagne, spopolano territori, obbligano all’emigrazione, emarginano, intossicano.

È da decenni che ci fanno guerra in questo modo, perché sapevano in anticipo che i territori e gli ecosistemi sono forti e formidabili quando la vita scorre in essi; e che i suoi abitanti e difensori sono così resistenti proprio perché fanno parte di ecosistemi altrettanto forti, che non avrebbero mai assoggettato confrontandosi con la forza e di fronte.

Partendo da ciò, sanno che per costruire i loro Mega Progetti di morte (si tratti di urbanizzazioni, porti, autostrade, idroelettrica, eolica, estrazione o nucleare) hanno bisogno di indebolire ulteriormente i territori, appropriarsi delle loro acque, dividere le loro terre, incanalare i loro fiumi, versare il cianuro delle miniere e i liquidi tossici del fracking ai grandi manti e falde acquifere, in maniera tale che, con le spalle al muro e senza fonti di vita, ci sottomettiamo alla tirannia della società e del denaro.

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Belgio-Italia: Alcune banalità di base (di qui e di altrove)

radioaione - banalità di base

Approfondire delle idee perché aiutino a sviluppare proprie convinzioni, studiare e valutare le esperienze di lotta al fine di trovare punti di appoggio per orientare le proprie battaglie, scambiare e discutere di prospettive sovversive allo scopo di affinare le proprie analisi e le proprie scelte di lotta: tutto ciò fa indubbiamente parte dei percorsi proposti da un movimento anarchico informale che si tiene alla larga da programmi prestabiliti, che respinge i meccanismi della delega e rifiuta di andare a rimorchio di qualche pontefice del pensiero e della strategia.

Per contro, affinché tali spazi informali possano esistere, il rifiuto virulento di ogni strumentalizzazione, di ogni recupero e di ogni logica di rappresentazione non può essere considerato come un semplice annesso, come una carta da giocare ogni tanto a seconda delle circostanze. No, questo rifiuto deve essere permanente e non può fare eccezioni strategiche. In caso contrario, parlare di spazi informali di approfondimento e di scambio perderebbe il suo significato. Essi diverrebbero allora fittizi e si trasformerebbero in fertili stagni in cui potrebbe andare a pesca qualsiasi politicante in cerca di manovalanza, qualsiasi persona alla ricerca di un riconoscimento, qualsiasi compagno tattico intenzionato a lucidarsi il blasone.

Non sappiamo chi sia ad organizzare l’incontro sulle lotte contro il carcere che si terrà questa sera [16/6/15] a Genova, presso la Pellicceria Occupata. E se, su questo punto in ogni caso, non intendiamo mettere in discussione le buone intenzioni di questa iniziativa, ci dobbiamo tuttavia porre alcune domande. «Con la presenza di compagni da anni impegnati nelle lotte contro le prigioni in Belgio» è scritto sulla presentazione del dibattito. Solo che nessun «compagno da anni impegnato» è stato contattato dagli organizzatori e quindi non sarà presente. Il manifesto dell’iniziativa riprende anche la copertina del libro “Brique par brique” che ripercorre i lunghi anni di rivolte nelle prigioni e di iniziative anti-autoritarie all’esterno delle mura in Belgio. Solo che nessun compagno che abbia partecipato a questo libro è stato contattato dagli organizzatori.

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Grecia: Dove preferiamo essere? [Testo di Nicolas Nessounos]

RadioAzione - Tensioni differenti e riflessioni

Recentemente, il progetto di controinformazione «Ζagovor na ednakvite» ha affermato, e giustamente a mio parere, la questione su come le diverse tensioni anarchiche, molte delle quali sono in contrasto tra loro, possono coesistere negli stessi progetti di controinformazione.

Si potrebbe sostenere qui che ogni tentativo contro la dominazione e la repressione può consentire, in determinate condizioni, periodiche coesistenze, probabilmente in azione, di diverse correnti / tensioni. Ma sembra che la diversa metodologia di azione continua ad essere un divario incolmabile che purtroppo ( o per fortuna) separa tensioni specifiche dal progetto anarchico (non credo che questi sono sempre stati una parte di esso) e li separa, mettendoli in pantheon ideologico libertario, alterati da eventuali strumenti insurrezionali.

La marginalizzazione dello sciopero della fame di Spyros Mandylas, la mancanza di libri nichilisti e insurrezionali e volantini delle esibizioni anarchiche in Grecia e all’estero, la promozione della collettivizzazione, le ripetute critiche di atti violenti di resistenza, non solo ampliano questo divario. In linea con le idee espresse fortemente nell’ultimo periodo da vari movimenti antiautoritari e libertari, intrecciano uno specifico processo di realizzazione del progetto anarchico attraverso uno sforzo di revisione di idee, strumenti e obiettivi.

Così si cerca di formare un soggetto anarchico (?) rivoluzionario, negando la sua esistenza insurrezionale (e anche individuale), che è in grado di accettare come una necessità il compromesso e l’illusione relativi ad alleanze con forze di sinistra.

Il progetto di riorganizzazione e la creazione di una piattaforma più ampia (AK) è utilizzata per affrontare una impossibile quantificazione di forze e si fonda sulla sfumatura anarco-comunista del ’36. Quest’ultima, a sua volta, gode di notevole peso come modello di gestione pragmatica del potere, cosa che questi movimenti sembrano avere come loro obiettivo finale.

Non stupisce quindi che chiedono e richiedono una revisione delle elezioni come strumento e il voto come arma tattica (Cfr. Eutopia). È chiaro qui lo sforzo di revisione dell’astinenza e una chiamata – a compagni o non- a partecipare a questo strumento spregevole della democrazia borghese (e non solo). A quanto pare essi percepiscono l’Anarchia come auto-organizzazione con la democrazia diretta e l’economia cooperativa (es G. Lieros) o come stile di vita (cioè C. Taibo) o come solidarietà o uguaglianza . Certamente non come libertà (cfr. K. Galanopoulos). Quindi, l’affermazione che “il movimento libertario è un baluardo contro il nichilismo e il collasso individuale” (G. Lieros) è logica e vera.

Anarco-nichilismo, come anche l’insurrezionalismo partono dall’impulso vitale per la distruzione di ogni livello di autorità subito. Il loro obiettivo finale non è il potere, né sedurre con qualche certezza sul futuro. Questo è il motivo per cui Nietzsche era spaventato dalla loro volontà di distruzione . Egli ha capito le dinamiche di tutti questi “decadenti” che vogliono distruggere la “sana, potente e robusta società”. Anche se fraintende il loro principio ontologico, pensando che aspirano al potere. Ma la loro volontà non era ottenere il potere, il che significa qualcosa di diverso da quello che erano, ma un’illusione di ottenere solo la distruzione. Le varie tensioni anarchiche (l’anarchismo sociale, l’anarco-sindacalismo , l’anarco-comunismo) hanno paura allo stesso modo di questo “gioco” di distruzione, che agisce piacevolmente subito, e isolano l’anarco-nichilismo e l’insurrezionalismo (senza questi ultimi cercano alcune collaborazioni o collusioni) quanto più possibile.

Ma l’altezza dell’impulso può resistere a qualsiasi tentativo di deposizione. È questo che ti sveglia, ti cambia, ti spinge sulla strada, arma le tue braccia, preme il grilletto, senza regole, senza condizioni, senza domani.

Tuttavia, e con l’occasione degli ultimi episodi a Patrasso, i cui dettagli non conosco, penso che il confronto violento tra tensioni anarchiche disorienta compagni di entrambe le parti e li intrappola in uno scontro che favorisce un’unica autorità. Fratelli, anche se essi sono lontani, anche se hanno le differenti rughe rimangono fratelli.

“Preferiamo esistere nella notte, dove tutto decade, e ora non guardiamo indietro, dove le luci si spengono per sempre. Siamo soli con le nostre idee e i nostri progetti, in balia della propria asimmetria congiunta. Ma dobbiamo andare avanti, non possiamo fermarci e quando siamo al minimo, sono i nostri stessi passi che ci trascinano. ” A.Caraco

Nicolas Nessounos

15/6/2015

Traduzione: RadioAzione

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Città del Messico [Messico]: Attacco incendiario contro una filiale della banca Banamex [testo rivendicativo]

RadioAzione - Ombre nere

Testo rivendicativo:

12 giugno, dopo la mezzanotte.

Utilizzando un’arma molto semplice abbiamo deciso di attaccare una filiale della banca Banamex all’incrocio di Avenida Sullivan e l’autostrada del centro città Circuito Interior, nel cuore della città. Eravamo proprio di fronte al loro sistema di vigilanza: auto-pattuglia in circolazione per controllare le strade una dopo l’altra, telecamere di sorveglianza in ogni strada, ad ogni passo…morti-viventi passanti che si affidano ai poliziotti in occasione di qualsiasi strano incidente.

Avenida Sullivan è uno dei luoghi tradizionali della prostituzione in strada di Città del Messico, per non dimenticare, naturalmente, che il nostro obiettivo si trova a pochi isolati di distanza dalla sede della Corte Superiore di Giustizia per i casi di reato. Tutto sommato, questo poteva farci credere che un incontro faccia a faccia con il nemico sarebbe stato impossibile in una zona come questa, tuttavia con gioia violenta sperimentiamo nel presente la libertà che si scontra con l’ordine dello status quo.

Dopo l’attacco la polizia ha lanciato un’operazione che è riuscita unicamente a dimostrare la loro inefficacia e stupidità, dal momento che siamo fuggiti per le strade, con la notte come complice.

Attaccare una banca come Banamex, nel cuore del centro finanziario del Potere, è stato fatto per incitare tutti coloro che sono in affinità (gruppi di affinità, individualità anarchiche), per dimostrare che il controllo non è un ostacolo – e che i mezzi di attacco possono essere a buon mercato. Gli atti di sabotaggio possono diventare davvero semplici e facilmente riproducibili.

Possono riempire ogni angolo con telecamere per quello che ce ne importa; noi li attaccheremo dalle ombre della notte. Prima o poi saranno distrutti gli schermi di tutti i loro templi. Noi non aspettiamo, noi viviamo nel presente, e questo atto non è né il primo né l’ultimo nella lotta che abbiamo deciso di intraprendere contro l’imposizione del capitale sulle nostre vite.

Di fronte alle loro misure di sorveglianza, proiettiamo le nostre reti di sicurezza, complicità e attenzione.

LIBERI O MORTI
Gruppo di sabotaggio “Dormiamo poco”
Città del Messico, 2015.

PS. La banca ha finito per bruciare completamente , spargendo un’ombra di fumo nero sulla vita quotidiana della città.

fonte

controinformazione anarchica in diretta