Appunti in solitudine. Sconforto?

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Guglielmo Asturi
Attenersi a delle trattazioni dottrinarie prescindendo da ogni problema contingente? Astenersi dallo esternare concetti e soluzioni, più o meno originali, sulla situazione politica italiana?
Ma perché continuare a rimanere nello «astratto»? Non è forse l’anarchismo ancora saturo di «astrazioni filosofiche»? Diamo della «praticità» all’anarchismo e viviamo una buona volta nella «realtà»!
Credete che sia io che parli?

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Uccidere il tiranno

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Nota introduttiva

Da solo, all’appuntamento col tiranno, per ucciderlo. Da solo contro Mussolini, contro il boia che aveva dato vita a un partito di miserabili e di sopraffattori che aveva imbrigliato il popolo italiano dopo avere ucciso o costretto all’esilio ogni opposizione. Da solo contro gli attendismi, contro le chiacchiere, contro gli accordi e le coalizioni nate nei corridoi della politica di sinistra. Da solo contro tutti, contro la prudenza e contro la ragione, contro l’orrore.

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Petali al vento

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Auro d’Arcola
La Civiltà non è altro che il raffinamento della Barbarie.

Norma e pregiudizio diffuso tra la generalità degli uomini è quella di mantenersi in vita lungamente, rinunciando a vivere intensamente. Laddove si deduce come gli uomini si auto-castighino e si auto-sacrifichino a vivere il meno possibile e quasi inutilmente nel maggior tempo possibile.
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La Camaraderie

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Emile Armand
Che si consideri l’anarchismo sotto qualsiasi aspetto, dal punto di vista il più ferocemente individualista o il più largamente comunista; che lo si guardi come un’etica puramente individuale o come una concezione unicamente sociale — la sua realizzazione è e resterà sempre d’ordine «umano», vale a dire che in Anarchia esistono ed esisteranno dei «rapporti fra gli uomini» come ne esistettero ed esistono in tutti gli ambienti sociali, qualunque sia la loro importanza.
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1936-1941: Correspondencia de Simón Radowitzky con Salvadora Medina

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(Antonio Casanova (izquierda) y Simón Radowitzky (derecha) en el frente de Aragón durante la Guerra Civil Española en 1937.)
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La Camaraderie

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Emile Armand
Che si consideri l’anarchismo sotto qualsiasi aspetto, dal punto di vista il più ferocemente individualista o il più largamente comunista; che lo si guardi come un’etica puramente individuale o come una concezione unicamente sociale — la sua realizzazione è e resterà sempre d’ordine «umano», vale a dire che in Anarchia esistono ed esisteranno dei «rapporti fra gli uomini» come ne esistettero ed esistono in tutti gli ambienti sociali, qualunque sia la loro importanza.

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Appunti in solitudine. Sconforto?

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Guglielmo Asturi
Attenersi a delle trattazioni dottrinarie prescindendo da ogni problema contingente? Astenersi dallo esternare concetti e soluzioni, più o meno originali, sulla situazione politica italiana?
Ma perché continuare a rimanere nello «astratto»? Non è forse l’anarchismo ancora saturo di «astrazioni filosofiche»? Diamo della «praticità» all’anarchismo e viviamo una buona volta nella «realtà»!
Credete che sia io che parli?
No. È Carlo Molaschi. Questo ed altro griderebbe in faccia a noi «astrattisti».
Ora avrò io la percezione esatta di ciò che è la situazione psicologica dei sovversivi in Italia?

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Culmine Mentre Parla la Dinamite

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Dopo l’ultimatum dell’Alta Corte di Giustizia del Nord America, i compagni sparsi per tutto il mondo, non fecero rimanere nel silenzio l’appello disperato lanciato da Boston.

Dall’Argentina al Cile, da Cuba a l’Uruguay, e dalla stessa Unione, oltre lo sdegno verbale, anche la dinamite parla.

E di ieri la notizia dell’attentato contro un accusatore dei nostri compagni N. Sacco e B. Vanzetti, oggi il telegrafo ci annunzia, che altri testi di accusa, sono vigilati dalla polizia, impauriti da sicure rappresaglie. Ma la dinamite ha altri obiettivi. Non solo attenta alle belve, ma anche ai suoi averi e ai suoi altari.

A tutto ciò che provenga e sia emanazione Nordamericana, appioppiamogli il più violento e serrato sabotaggio.

Essi, i potenti degli Stati Uniti, vogliono la guerra. La guerra sia!…

fonte: Culmine, pubblicazione anarchica bimensile, Buenos Aires 9 giugno 1926, anno II, numero 9, pagina 4

Lucetti, Gino, 1900-1943

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A short biography of the Italian anarchist, Gino Lucetti, who tried to assassinate the world’s first fascist dictator, Benito Mussolini, in 1926.
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Appunti in solitudine. Sconforto?

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Guglielmo Asturi
Attenersi a delle trattazioni dottrinarie prescindendo da ogni problema contingente? Astenersi dallo esternare concetti e soluzioni, più o meno originali, sulla situazione politica italiana?
Ma perché continuare a rimanere nello «astratto»? Non è forse l’anarchismo ancora saturo di «astrazioni filosofiche»? Diamo della «praticità» all’anarchismo e viviamo una buona volta nella «realtà»!

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