All'inizio del
1980 incontra a
Roma la regista
Donatella Baglivo, con la quale negli anni seguenti, avrà un'intensa collaborazione per la realizzazione di una trilogia di documentari a lui dedicata: Il cinema è un mosaico fatto di tempo (
1982), Un poeta nel cinema (
1983) e il backstage di
Nostalghia (
1984). Il loro rapporto di amicizia, oltre che professionale, durerà fino alla morte del regista.
Nell'aprile 1980 riparte per l'
Italia per ricevere il
David di Donatello per Lo specchio e per terminare il lavoro iniziato l'anno prima. Non farà mai più ritorno in patria.
È l'inizio di una vita da esule (terzo illustre dopo
Aleksandr Solženicyn o Rostropovič), che lo vedrà girare per tutta
Europa e per gli Stati
Uniti. È comunque in Italia che Tarkovskij trova il maggiore sostegno: il comune di
Firenze gli dona un appartamento a
Palazzo Gianni-Vegni e gli concede la cittadinanza onoraria;
Tonino Guerra sarà un amico sincero che lo appoggerà e aiuterà in ogni momento.
Nel 1983 esce Nostalghia, girato in Italia nella campagna senese, il suo primo film fuori dalla
Russia. La personale vicenda di Tarkovskij è tutta proiettata nel film, a partire dal titolo. È la storia di un intellettuale russo che si trova in Italia per scrivere la biografia di un musicista del
XVIII secolo. Qua fa amicizia con Domenico, il matto del paese, il quale gli affida un voto da compiere in sua vece, quello di attraversare, con una candela accesa, la piscina di
Bagno Vignoni. Il matto si ucciderà dandosi fuoco a Roma e Gorčakov, il protagonista, morirà portando a termine il voto della candela.
Il film è accolto da opinioni discordanti. Una certa fragilità filosofica, la recitazione inespressiva di
Domiziana Giordano e un sottile indugio manierista, fanno sorgere dubbi sul valore del film che, tutt'oggi, è considerato un'opera minore, poco riuscita, nella filmografia tarkovskiana. Rimane comunque la splendida fotografia di
Giuseppe Lanci e la suggestione di alcune immagini, come quelle della nebbia che avvolge la
Val d'Orcia o la scena della candela nella piscina svuotata di
Santa Caterina. Un altro elemento che rende il film degno di nota nella totalità dell'opera tarkovskijana è il riferimento alle opere d'arte, soprattutto pittoriche, esattamente come accade in quasi tutti i film. In questo caso c'è un richiamo evidente a un dipinto di
Piero della Francesca, la
Madonna del parto (1460,
Cappella di
Santa Maria di Momentana a
Monterchi), nella memorabile sequenza che ripropone il rito di fertilità che le donne della campagna di Monterchi eseguono per propiziare la nascita di un figlio.
Lo stesso anno, il 1983, Rai 2 trasmette
Tempo di viaggio, il documentario girato in Italia durante la ricerca dei luoghi in cui ambientare Nostalghia.
Sempre nel 1983 va in scena al
Covent Garden di
Londra Boris Godunov, con la regia di Tarkovskij e la direzione musicale di
Claudio Abbado. Lo spettacolo, fortemente voluto da Abbado, è il frutto di tre anni di contatti, rinvii, imprevisti vari e infine prove e ancora nuovi ripensamenti. Sarà un trionfo e farà man bassa dei premi destinati alla lirica. Viene oggi ricordato come uno degli allestimenti più belli di tutti gli anni ottanta e, a detta di alcuni critici, il miglior Boris Godunov mai messo in scena.[senza fonte]
Intanto Nostalghia aveva vinto a
Cannes il gran premio della giuria ex aequo con
L'Argent di
Robert Bresson. In questa occasione il presidente della giuria era Sergej Bondarčuk, alfiere del cinema di regime sovietico, il quale si schierò contro la
Palma d'oro a Tarkovskij, su esplicite pressioni del suo governo.[senza fonte]
Nel 1984 Tarkovskij, pur vivendo in Italia, chiede e ottiene asilo politico negli Stati Uniti, paese che, a onor del vero, conosceva ben poco. L'annuncio viene dato a luglio dal regista in una conferenza stampa a
Milano. È il più clamoroso caso di dissenso in
URSS dai tempi di Aleksandr Solženicyn. L'importanza e il prestigio di cui gode il regista fanno si che la notizia faccia il giro del mondo.
Nel
1985, grazie all'interessamento di
Ingmar Bergman, Tarkovskij si reca in Svezia per girare Sacrificio (Offret), che sarà il suo ultimo film. Sacrificio esce nel
1986 e viene presentato a Cannes suscitando entusiasmo unanime.
La Palma d'oro però va a
Mission di
Roland Joffé, scatenando fortissime proteste perfino da parte del presidente francese
François Mitterrand, che parlerà addirittura di "scandalo".
E proprio
Mitterrand fu molto vicino a Tarkovskij in una importante circostanza: all'inizio del 1986 una sua lettera inviata a Michail
Gorbačëv aveva permesso ad Andrej, il figlio di Tarkovskij, di uscire dall'Unione Sovietica per ricongiungersi, dopo molti anni, con i suoi genitori (
Larisa era col marito già dal 1982).
- published: 20 Jan 2011
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