28 febbraio 2016

7° compleanno del TeLOS

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23 febbraio 2016

5 Marzo – Corteo a Saronno

Per me la lotta contro il potere, anche nelle sue forme più sottili, più interiorizzate, è l’unica strada per conquistare la gioia reale di vivere, di amare, di giocare. […] E’ essenziale comunque gettare tutta la propria passione nella continua ricerca di una condotta che spacchi l’esistente, di una condotta che ti permetta di giocare con i ruoli e su di essi (contro di essi) senza mai accettarne la corazza. Non ci si può identificare in null’altro che non sia il nostro processo di negazione (del valore in processo, cioè del capitale). Non sempre ci riesco, ma il mio sforzo massimo e quotidiano è proprio per giocare sui ruoli, sapendo alla peggio subire, ma mai accettando l’esistente e le sue imposizioni.
Riccardo d’Este
Dallo sgombero nel settembre 2014 della sede storica del Telos – quella in via Milano – a Saronno la lotta per avere uno spazio occupato e autogestito ha sugpa0201h07005bbbito un’accelerata: in questo anno e mezzo numerose sono state le occupazioni, temporanee o meno, e sempre a distanza di qualche settimana sono seguiti altrettanti sgomberi.
A Saronno si parla di occupazione e di autogestione da ormai 9 anni, quando nel 2007 venne preso per la prima volta un Telos, in via Galli, esperienza che durò solo tre giorni ma gettò le basi per gli eventi futuri a tutti ben noti.
In provincia sono diverse le esperienze che negli anni hanno portato avanti la lotta per avere uno spazio occupato in cui sperimentare un modo altro di stare insieme, dall’esperienza quarantennale a Tradate alle più recenti a Gallarate e Como. Esperienze diverse tra loro, ma accomunate dalla risolutezza nel mettere in pratica le idee che ci albergano in cuore.
Da sempre abbiamo voluto inserire la lotta per avere un Telos a Saronno all’interno del nostro pensare e della nostra azione, ciò ci ha portato ad agire per cercare di modificare la realtà e il limite del possibile senza cercare alcuna legittimazione da parte del potere, politico o poliziesco, e senza coltivare il nostro orticello in cambio di una innocuità e una passività che sono ciò di cui si nutre lo stato di cose presenti. Ogni occupazione è stata un lancio nel vuoto, un perdersi e uno scoprirsi, un’avventura emozionante a partire dai nostri bisogni e dai nostri desideri.
Non quindi un’occupazione come protesta, ma un’occupazione in rivolta; non per fornire quei servizi che questa società allo sbando garantisce sempre meno, ma per affinare la critica, l’analisi e l’azione rivoluzionaria, per riuscire ad immaginare un modo altro di stare insieme.
Saronno non ha quasi più spazio edificabile, lo sfitto è in aumento insieme al numero degli sfratti, respiriamo aria di merda e l’acqua del Lura, quando c’è, rispecchia la qualità della nostra vita.
Viviamo in una delle zone più inquinate d’Europa eppure stiamo subendo una serie di nuove grandi opere che renderanno il nostro territorio ancora più disastrato: Varesina bis, Pedemontana e opere connesse come la bretella che passerà da Ceriano Laghetto; in più nuovi progetti di altre tangenziali esterne, gli scarichi in deroga nell’Olona che lo rendono schiumoso e avvelenato, la qualità dei pozzi da cui peschiamo l’acqua che beviamo e che usiamo quotidianamente e altro ancora.
Nel frattempo in provincia si susseguono incidenti sul lavoro dovuti alle condizioni sempre più precarie: salari ridotti all’osso, freddo siberiano nelle ditte, ricattabilità.
Tutto questo rende tragicamente attuale il detto: di lavoro si muore. Gli studenti vengono sempre più imboccati di nozioni per diventare quanto prima produttivi e castrati di ogni pecularietà individuale che non sia mercificabile.
Chi si definisce soddisfatto della propria vita?
Ma statene certi, dipingeranno sempre e comunque noi, gli stranieri e i poveri cristi come il problema di cui liberarsi, il nemico interno contro cui fare fronte comune, in nome della Nazione, della Patria. Si stanno già attrezzando rispolverando all’evenienza gruppi di picchiatori fascisti per fare rispettare il loro ordine, quello del dogma della Legge e del Denaro.
La ricerca del mostro e del nemico ricorda quella avvenuta in Europa qualche secolo fa, tra il 1600 e il 1800, con la nascita della proprietà privata per come la conosciamo oggi, con le enclosures, quando si venne a creare una massa di poveracci senza terra da schiavizzare nelle colonie e nelle città, in un momento di forte riassestamento e con forti tensioni sociali:
Dagli albori dell’espansione coloniale inglese all’inizio del Seicento, fino all’industrializzazione metropolitana del primo Ottocento, la classe dominante ricorse al mito della lotta tra Ercole e l’idra per raffigurare le difficoltà incontrate nell’imporre l’ordine su sistemi di forza-lavoro sempre più globali. Attribuirono variamente a commoners (gente comune espropriata dell’uso di beni comuni, i commons), criminali deportati, servi a contratto, religiosi radicali, manovali, soldati, marinai e schiavi africani, la natura di altrettante teste, innumerevoli e in continua mutazione, del mostro. Ma quelle teste, benchè originariamente introdotte nelle strutture produttive proprio dai loro erculei padroni, presto svilupparono al loro interno nuove forme di cooperazione, contro quei padroni: dall’ammutinamento e dallo sciopero alla sommossa, all’insurrezione, alla rivoluzione.
Peter Linebaugh – Marcus Rediker, I ribelli dell’Atlantico, la storia perduta di un’utopia libertaria
Eppure, di fronte alla catastrofe quotidiana, è difficile sentire levarsi una voce: il sentire è indirizzato e manipolato dalla propaganda, e così la frustrazione per una vita di merda viene facilmente convogliata verso chi sta sotto di noi: lo straniero, l’indigente sotto sfratto, il disoccupato che ruba al supermercato. Parlare oggi di legalità e non violenza è fare demagogia perché la guerra sociale è in atto ed è tutta a sfavore della fetta di popolazione più povera.
Sarebbe fare violenza su noi stessi accettare la vita di merda che ci hanno servito.
Le città sono sempre più escludenti, campano in funzione del profitto e dell’agio di pochi.
Le strade deserte vengono videosorvegliate dal Grande Fratello, i poveri aumentano, il malcontento si tocca con mano e ovviamente nessun tentativo di rivolta è tollerato; al contrario la depressione è del tutto parte di questa società. Ma vogliamo davvero deprimere la nostra vita?
Noi, che siamo convinti di avere questa sola vita, siamo sicuri, mettendoci insieme, di poter cambiare lo stato di cose presenti, di poter camminare sulla testa dei re. Noi in una città abbiamo altre geografie rispetto a quelle del potere e del denaro, ricerchiamo la solidarietà e la complicità tra sfruttati, soffiamo sul fuoco quando questo si accende, resistiamo e cerchiamo di aumentare la forza di chi rema contro la corrente qui e ora.
Scenderemo in piazza per tutti questi motivi, decisi a proseguire sulla rotta tracciata verso l’ignoto, a partire da uno spazio occupato a Saronno, malgrado l’infame politica e le attenzioni della Questura. Uno spazio in cui cospirare, cioè respirare insieme.
19 febbraio 2016

20/2 Benefit Techno Party

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17 febbraio 2016

Spot audio – verso il 5 Marzo

Spot registrato e prodotto negli studios di Radiocane
5 marzo 2016
CORTEO A SARONNO
per gli spazi occupati e contro gli sgomberi

concentramento ore 14.30 in p.zza San Francesco a Saronno, di fronte alla stazione FNM

11 febbraio 2016

5 Marzo – Corteo + 7° compleanno

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1 febbraio 2016

Due parole su sgomberi, occupazioni, fermento e tentativi repressivi in quel di Saronno

I fatti: andante con brio
Iniziamo a raccontarvi dello sgombero, l’ennesimo, del Telos di via Varese partendo dall’occupazione. Il 10 dicembre all’alba Questura di Varese e Carabinieri di Saronno sgomberano il Telos storico di via Milano, rioccupato il 21 novembre scorso. La sera stessa, mentre un presidio in stazione militarizzato all’inverosimile e senza possibilità di muoversi in corteo funge da specchietto per le allodole, viene occupato un nuovo Telos in via Varese all’angolo con via Lainati. Lo stesso presidio si scioglierà e sparpagliandosi si ricompatterà qualche centinaio di metri più in là raggiungendo così il nuovo spazio occupato in corteo. Qualche macchina di Digos inizia a ronzare attorno allo spazio appena occupato, ed è la stessa Questura in un comunicato stampa a raccontare che nel corso di questa occupazione il personale della Polizia di Stato ha monitorato tutte le operazioni e notato la presenza di soggetti conosciuti già resisi responsabili di attività delittuose analoghe sebbene gli stessi cercavano di coprire i loro volti con berretti, passamontagna e con lo striscione che hanno esposto. In un frangente alcuni di loro hanno anche lanciato un petardo verso la macchina della Polizia e successivamente un sasso che ha infranto il parabrezza della pattuglia.(1) Dopo circa dodici ore dallo sgombero il Telos ha già trovato una nuova sede. Ne seguirà un mese e mezzo di lavori, incontri, iniziative, assemblee, concerti. Nonostante questo nuovo stabile occupato si trovi nel cuore della città e in una zona decisamente benestante non manca la solidarietà dei vicini. Lo sgombero è nell’aria, ed arriva domenica 24 gennaio all’alba. Uno sgombero la domenica mattina è quantomeno inusuale, e per una serie di sventure – non ultima l’aver accolto la sera prima un gruppo in tour che chiedeva ospitalità – non viene opposta resistenza. Le 7 persone presenti dentro al Telos vengono portate in Questura a Varese per le denunce e i riconoscimenti, mentre via Varese (la varesina che collega Varese a Milano) viene chiusa al traffico e rimarrà tale fino al tramonto. Gli operai al soldo della proprietà ritinteggiano di grigio lo stabile e lo murano per evitare altre occupazioni. In tarda serata fuori dallo stabile rimangono ancora due camionette e diverse volanti tra Carabinieri e Polizia. Il giorno dello sgombero la Digos ha temporeggiato sul materiale presente all’interno dello stabile, il giorno dopo ha invece negato ogni possibilità di riprendere il materiale in questione, sbraitando su come si sia incrinato un equilibrio, certo… l’equilibrio degli sgomberi, degli avvisi orali, della sorveglianza speciale, dei fogli di via.(2)

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26 gennaio 2016

Ancamò: di occupazioni, sgomberi e lotta a Saronno

http://www.radiocane.info/ancamo/

Negli ulltimi tempi si fatica a tenere il conto degli sgomberi avvenuti a Saronno, dove non è mancato neppure il consueto corredo di fogli di via, avvisi orali, richieste di sorveglianza speciale e…Daspo. Un’attenzione questurina che sinora non ha in alcun modo intaccato la volontà di andare avanti dei compagni saronnesi, la determinazione a liberare spazi e tempi di vita, la continua sperimentazione di rapporti di autogestione, al di fuori del circolo della noia e della merce cui la provincia sembra insesorabilmente destinata. In occasione dell’ultimo sgombero, avvenuto domenica 24 gennaio 2015, ci siamo fatti raccontare da alcuni “occupatori di Telos” (secondo la brillante definizione di una locale europarlamentare di Forza Italia) la situazione saronnese dal primo sgombero della sede storica di via Milano a oggi.

Qui l’audio: http://www.radiocane.info/wp-content/uploads/2016/01/telos.mp3

 

25 gennaio 2016

Sembra una barzelletta ma non lo è

Il comunicato dei Lambs a cui si fa riferimento potete trovarlo pubblicato qui

Questa mattina, lunedì 25 gennaio, abbiamo letto sui media locali una dichiarazione rilasciata dal gruppo hardcore “Lambs” di Cesena a proposito dello sgombero di ieri del TeLOS, in cui si sono trovati coinvolti, essendo stati ospitati dopo aver suonato in un pub di Saronno.
Eccone uno stralcio:

“Al mattino siamo stati svegliati dalle forze dell’ordine ed accompagnati in Questura a Varese. Abbiamo subito spiegato di essere una band e di non aver nulla a che fare con l’occupazione ma al momento siamo comunque indagati. Sinceramente non c’entriamo nulla con la vicenda avevamo solo bisogno di un ricovero per la notte e siamo stati ospitati. Eravamo al posto sbagliato nel momento sbagliato”.

Siamo rimasti allibiti da questa dichiarazione e abbiamo voluto condividere nella maniera più ampia possibile quella che per qualche minuto ci è parsa una divertente barzelletta. Ma una barzelletta non è, e più che ridere verrebbe da piangere.
Per noi un concerto non è un puro evento fine a se stesso, ma un momento in cui incontrarsi, scambiarsi esperienze, condividere emozioni e contenuti. Suonare o frequentare – sia pur per bisogno – uno spazio occupato dovrebbe significare -, secondo noi, avere una certa sensibilità rispetto a tutta una serie di tematiche quali, ad esempio, la questione degli spazi occupati nei quali in Italia, generi come l’hardcore (e affini), sono nati ed ai quali sono sempre rimasti indissolubilmente legati. Anche se oggi assistiamo spesso al cliché: “suono hardcore, quindi suono negli spazi occupati”, come se fosse una moda come tante.
Questo non per amore delle patenti da militante d.o.c. che non ci appartengono, ma per dimostrare coi fatti che no, non è soltanto musica.
Leggere frasi del tipo “eravamo al posto sbagliato nel momento sbagliato” fa intendere quanto questi “musicisti” siano consapevoli del luogo e di coloro che li stavano ospitando per dormire. Evidentemente, per i “Lambs”, uno spazio occupato equivale ad un ostello in cui trascorrere la notte, ma gratuito.
Ingenui noi ad ospitare quattro sconosciuti? Forse.
Ma da parte nostra ospitare qualcuno che non ha i soldi per pagarsi un albergo, è un piccolo gesto che si incastona nel nostro agire quotidiano in questa città: un posto occupato in un luogo tetro, grigio e attraversato continuamente da tristi pendolari che pensano ognuno agli affari propri, è il tentativo di spezzare l’apatia della vita quotidiana per dare più spazio alla generosità, alla solidarietà e al coraggio di chi lotta. Condividere, anche solo per una notte, la vita di uno spazio occupato per noi significa essere complici e solidali con chi vive quotidianamente quello spazio.
Lo scriviamo qua e speriamo non ci sia più bisogno di replicare: all’interno dei nostri spazi non vogliamo individui che considerano tali spazi come posti sbagliati.
E non può essere nemmeno considerato momento sbagliato uno sgombero che è ultimamente la realtà di diverse esperienze che ostinatamente remano contro la corrente.
E in ogni caso, nell’ovvia diversità del vedere, del sentire e del percepire, vale sempre ciò che disse il saggio: un bel tacer non fu mai scritto.

13 gennaio 2016

CineTeLOS – Il nemico alle porte

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8 gennaio 2016

22/1 Another punk night in Saronno

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