Da Bordeaux al Qatar, (quasi) per caso

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• published: 04 Jul 2014
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http://www.italiansinfuga.com/2014/07/08/da-bordeaux-al-qatar-quasi-per-caso/ Nicola Di Pietro vive a Doha in Qatar. Originario di Padova, ha studiato all'Università di Padova e durante la specialistica ha avuto l'opportunità di fare un anno a Bordeaux, Francia. In teoria doveva stare 10 mesi ma poi il professore con il quale si è laureato in Francia gli ha proposto di fare una tesi di dottorato e quindi Nicola è rimasto altri tre anni in Francia. Durante il dottorato in matematica in Francia ha conosciuto un professore francese che lavora a Doha per conto di un'azienda statunitense. Collaborando con quest'ultimo si è presentata la possibilità di andare a lavorare a Doha come ricercatore con un contratto a tempo determinato. Quando Nicola studiava in Italia non pensava di voler fare un dottorato invece durante l'esperienza estera ha iniziato a pensare che potesse essere utile ai fini di una carriera come ricercatore (non necessariamente in accademia). Quando si è presentata un'offerta molto buona ha detto di sì. Il dottorando in Francia riceve uno stipendio, paga le tasse, paga i contributi pensionistici "è come se già lavorassi". La base per un dottorato in Francia è sui 1.300 euro netti al mese. Se insegni, abbastanza standard al secondo e terzo anno, arrivi ai 1.500-1.600 euro. Se invece vieni assunto da un'azienda all'interno di una collaborazione università-impresa lo stipendio è ancora più alto. Il salto verso il Qatar è avvenuto perché il professore di Nicola a Bordeaux ed un suo collega a Doha (relatore di Nicola) stavano creando un progetto che richiedeva la presenza di un dottorando e Nicola si è offerto. Il contratto è di un anno, rinnovabile a due. Il primo impatto con Doha è stato un po' strano perché il Qatar si trova in una parte del mondo che è l'opposto dell'Italia (o della Francia). Invece del quartiere di città francese con fiori e cielo azzurro Nicola si è ritrovato in mezzo ai grattacieli, strade a quattro corsie e sabbia invece di erba per terra. Tutto sommato è stato un impatto positivo e Nicola sottolinea che il Qatar è un Paese molto eterogeneo con un'alta presenza di stranieri da tutto il mondo soprattutto dall'Asia. Ne risulta che con l'inglese si vive bene e, generalizzando, non è obbligatorio parlare arabo. Quando si va nei negozi di alimentari, ad esempio, è molto probabile che avrete a che fare con un commesso filippino che vi parlerà in inglese. Per il resto la vita quotidiana è ovviamente diversa in quanto nazione islamica quindi la birra e la bistecca di maiale non si trovano nel negozio sotto casa. Detto ciò tantissimi prodotti europei/italiani sono reperibili presso supermercati come Carrefour. Magari la pasta si paga un po' di più che in Italia ma si trova. La vita in Qatar diventa molto tranquilla durante il mese del ramadan quando durante il giorno tutto o quasi è chiuso. Adesso Nicola si occupa di ricerca in matematica applicata alle telecomunicazioni (guardatevi il video al minuto 10 per la spiegazione tecnica da parte di Nicola). Nicola consiglia di prendere in considerazione i Paesi del Golfo solo ai professionisti con competenze ben specifiche. I tre settori principali dove si trova lavoro sono la ricerca; l'edilizia e le risorse naturali. Altre professioni invece soffrono la concorrenza spietata da parte di immigrati asiatici a basso costo.