30 Settembre 2015 | International Solidarity Movement, Al-Khalil team| Gaza, Palestina occupata
Caos per le strade di Gaza. Le forze israeliane hanno inondato la striscia con colpi di armi da fuoco mentre i medici palestinesi correvano freneticamente per evacuare quelli accartocciati a terra con il sangue che correva dai buchi nei loro corpi prima di correre via per ripararsi loro stessi. Scappando dalla violenta, precisa aggressione militare israeliana, alcuni sono stati abbattuti sia da proiettili letali che non letali quando incontravano la loro pelle. … E dietro un cilindro di cemento alto come un bambino, si riparavano un padre Palestinese e suo figlio Muhammad di 12 anni.
E’ il secondo giorno della seconda intifada ed è stato quindici anni fa.
La scintilla della rivolta scoppiata furiosa era accesa dall’allora leader dell’opposizione israeliana, Ariel Sharon, dopo aver visitato il Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme. La violenza riempiva Gerusalemme, e presto è corsa attraverso la Cisgiordania e Gaza. Una seconda rivolta di massa, una resistenza palestinese intensificata contro la sottomissione criminale a Israele. Quattro anni e mezzo di provare a scrollarsi di dosso l’occupazione.
Se ci fosse una qualsiasi immagine per incapsulare la tragedia di quello che è stato definito nella relazione dopo l’incidente, in cui Israele ha emesso delle scuse per l’omicidio del ragazzo, descrivendolo come una ‘nebbia nella guerra,’ ci sarebbe un ragazzo palestinese e suo padre inginocchiato a terra, gli occhi spalancati per il terrore, pochi secondi prima che l’impensabile fosse accaduto. Filmato da Talal Abu Rahma, un cameraman palestinese freelance per France 2, si vedono Jamal al-Durrah e suo figlio di 12 anni Muhammad, spalle premute contro il muro, il braccio di Jamal che fa da schermo al suo giovane figlio la cui bocca è ovale con quello che deve essere stata una paura paralizzante. E poi i colpi. Continue reading →