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Il Massacro (II)

[Di Murray Rothbard. Originale pubblicato su The Libertarian Forum, ottobre 1982. Traduzione di Enrico Sanna.]

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La prima parte è stata pubblicata ieri

Nel mondo politico americano, lo stato di Israele ha perso un po’ del suo potere attrattivo. Perfino Scoop Jackson, perfino il senatore Alan Cranston (democratico californiano) sono diventati critici di Israele. Il principale sostenitore di Israele del governo Reagan, Al Haig, è stato cacciato via forse anche per questa ragione. Ma questi sono solo piccolissimi, timidi passi verso la deisraelizzazione della politica estera americana.

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Il Massacro (I)

[Di Murray Rothbard. Originale pubblicato su The Libertarian Forum, ottobre 1982. Traduzione di Enrico Sanna.]

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Ogni altra notizia, ogni altra preoccupazione, diventa insignificante davanti all’orrore smisurato del massacro di Beirut. L’umanità è oltraggiata dalla strage di uomini (soprattutto vecchi), donne e bambini nei campi per rifugiati di Sabra e Chatila. I giorni del massacro, 16 e 18 settembre, saranno ricordati come i giorni dell’infamia.

C’è solo un filo di speranza in questo bagno di sangue: l’oltraggio suscitato in tutto il mondo dimostra che la sensibilità dell’uomo non è stata, come molti temevano, resa ottusa dalle carneficine del ventesimo secolo né dalla visione continua di queste immagini in televisione. L’uomo riesce ancora a reagire davanti alle atrocità evidenti inflitte agli altri: che si tratti di persone distanti migliaia di chilometri, membri di una religione, di una cultura o di un’etnia diversa. Quando centinaia di persone chiaramente innocenti vengono uccise sistematicamente e brutalmente, chiunque possieda ancora un’umanità intatta urla il suo dolore profondo.

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“Io Ho un Diritto!”

[Di Charles W. Baird. Originale pubblicato su The Freeman il 20 giugno 2014 con il titolo “I Have a Right!” Traduzione di Enrico Sanna.]

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Molte persone fanno questa rivendicazione senza neanche pensare alla natura e all’origine di un diritto. Cos’è un diritto e da dove viene?

Secondo i progressisti, o gli interventisti, finché ci sono leggi che vengono approvate secondo le norme procedurali, lo stato crea ed estingue diritti. Ad esempio, il Congresso, seguendo le regole del processo legislativo delineato nella costituzione, può creare o estinguere il diritto al posto di lavoro, all’istruzione o all’alimentazione.

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Terra e Schiavitù in Brasile

[Di Eduardo Lopes. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 23 novembre 2014 con il titolo How the Law of Lands Kept Black People in Submission in Brazil. Traduzione inglese di Erick Vasconcelos. Traduzione italiana di Enrico Sanna.]

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Nota: Questo articolo è stato scritto in occasione della Giornata della Consapevolezza dei Neri in Brasile.

La schiavitù in Brasile, l’ultimo paese americano indipendente che a quei tempi aveva ancora questa istituzione, fu abolita ufficialmente il 13 maggio 1888. Certo non fu una legge firmata dall’aristocrazia a risolvere i problemi della popolazione nera che, per secoli, era stata derubata della dignità e del frutto del proprio lavoro. L’avvenimento era stato preparato per quarant’anni così che l’abolizione potesse procedere nel modo più tranquillo possibile… per gli schiavisti.

Cedendo alle pressioni che venivano dall’Inghilterra, il Brasile andava in direzione dell’abolizione da tanto tempo. La più famosa e inefficace tra le cosiddette “leggi da mostrare agli inglesi” (un’espressione che ancora oggi indica una legge perfettamente inutile ma che suona bene) fu la legge Feijo, promulgata nel 1832, che dava la libertà nominale agli schiavi che lavoravano la terra. Il commercio di schiavi, però, non fu abolito prima del 1850 con la legge Eusebio de Queiros. L’abolizione sembrava ad un passo, ma alcuni atti ne estesero la durata.

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Il Difetto Congenito della Giustizia

[Di Chad Nelson. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 26 novembre 2014 con il titolo The Inherent Flaw of the Criminal Justice System. Traduzione di Enrico Sanna.]

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La procedura seguita dal gran giurì riguardo Darren Wilson, l’assassino di Michael Brown, dimostra quanto sia fittizia negli Stati Uniti la separazione dei poteri. Gli unici a farlo notare, purtroppo, sono quelli che protestano per le strade nel Missouri… sempre che abbiano la fortuna di poter dire la loro per due minuti in un’intervista da trasmettere tra i notiziari notturni.

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La Lottizzazione Americana di Kiev

Imperialismo americano in fieri nel nuovo governo ucraino

[Di Patrick Smith. Estratto da These are lies the New York Times wants you to believe about Russia, pubblicato su Salon l’11 dicembre 2014. Traduzione di Enrico Sanna.]

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Conferenza stampa della Nuland con lo stemma Chevron alle spalle

Mi son cascate le braccia la settimana scorsa quando ho letto che il nuovo ministro delle finanze ucraino, Natalie Jaresko, è: 1) una cittadina americana a cui è stato concesso un passaporto ucraino nel momento stesso in cui veniva nominata al governo; 2) ex rappresentante del Dipartimento di Stato americano; 3) destinataria di centinaia di milioni presi dai cinque miliardi vantati da Victoria Nuland come soldi spesi per trascinare l’Ucraina in occidente; e 4) persona coinvolta in un vasto affare di insider trading tramite la società di gestione finanziaria fondata da lei dopo aver lasciato l’incarico al Dipartimento di Stato.

E poi questo:

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