GALLERIA VITTORIO EMANUELE II,
Milano, Lombardia,
Italia. Nel 1859 nacque l'idea di un passaggio coperto che collegasse piazza
Duomo a piazza della
Scala: simile alla
Galleria de Cristoforis, sempre a Milano a S.
Babila, ma più grande e più borghese.
La zona prescelta era quella a sinistra del Duomo, edificata con piccole costruzioni non consone all'immagine che la municipalità voleva dare alla piazza. Il Comune indisse un concorso internazionale al quale parteciparono 176 architetti e che vide vincitore il giovane
Giuseppe Mengoni, il quale propose una lunga galleria attraversata da un braccio con al centro dell'incrocio una grande "sala" ottagonale: la copertura prevedeva un'ossatura in ferro e il resto in vetro. I due ingressi principali, quelli del braccio più lungo, previdero inoltre due grandi archi trionfali. I capitali necessari si trovarono costituendo una società in Inghilterra promettendo ricavi dalle proprietà in costruzione, la stessa che fabbricò l'ossatura in ferro e la spedì a
Parigi per essere assemblata. Nel progetto originario la Galleria avrebbe dovuto essere più bassa: la volumetria degli edifici fu aumentata segretamente dalla società britannica che aveva pagato una tangente al sindaco
Antonio Beretta. Nel 1865 iniziarono i lavori con la posa della prima pietra da parte di re
Vittorio Emanuele II di Savoia e due anni più tardi si inaugurò la Galleria, anche se non completamente terminata.
Quando questa società fallì, il
Comune di Milano assunse la proprietà e continuò a fornire il capitale necessario.
Circa dodici anni dopo finalmente il complesso fu terminato. Giuseppe Mengoni, l'ideatore della Galleria, vi morì proprio precipitando dalla cupola durante un'ispezione il 30 dicembre 1877, anche se non mancò l'interpretazione che si trattasse di un suicidio, dovuto alle critiche espresse da più parti e alla delusione per la mancata presenza del re all'inaugurazione. Non si poteva sapere che tale assenza era dovuta alle gravi condizioni di salute di Vittorio Emanuele II, tenute segrete, e che il re sarebbe morto dopo pochi giorni. La Galleria con i suoi caffè divenne ben presto il salotto di Milano e nel 1910 il pittore futurista
Umberto Boccioni, dipingerà il movimento delle persone che la animavano nella tela Rissa in Galleria.
Durante il
1914 ed i primi mesi del
1915, immediatamente precedenti l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, la Galleria fu sede di manifestazioni di interventisti e pacifisti, spesso culminanti in zuffe. Il 7 novembre
1919 il diciannovenne anarchico
Bruno Filippi morì dilaniato dalla sua bomba esplosa mentre entrava nel caffe' Biffi, noto per essere frequentato dai ricchi milanesi, cercando di compiervi un attentato. Durante la seconda guerra mondiale, nelle notti del 13 e del 15 agosto 1943, la Galleria venne colpita dai bombardamenti aerei alleati.
- published: 24 Dec 2014
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