Sir Elton Hercules John, CBE, nato Reginald Kenneth Dwight (Pinner, 25 marzo 1947), è un cantautore, compositore e musicista britannico.
È uno dei più grandi e celebrati artisti del rock contemporaneo[3][4][5][6][7]; con la sua intensa attività musicale ha infatti contribuito notevolmente alla diffusione del piano rock e negli anni settanta è stato la principale espressione del movimento[8], pur vantando comunque un'immensa produzione che spazia dal symphonic rock al glam rock, al pop rock.
Nel corso della sua ormai quarantennale carriera ha venduto ufficialmente oltre 400 milioni di dischi[9], che ne fanno uno dei cantautori di maggior successo di sempre; inoltre, insieme al paroliere Bernie Taupin, forma una delle coppie di compositori più famose e prolifiche nella storia della musica contemporanea[10].
Nel 1994 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, mentre nel 1998 è stato fatto Cavaliere (Knight Bachelor) dalla Regina Elisabetta II per servigi resi alla musica, alla cultura inglese e alla beneficenza[11] (la sua Elton John AIDS Foundation costituisce una delle principali organizzazioni non profit esistenti al mondo: ha raccolto finora oltre 150 milioni di dollari utilizzati per supportare programmi di lotta contro la malattia in 55 paesi del mondo). Era comunque già stato investito, nel 1996, del titolo di Commendatore dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (CBE)[12].
Nel 1997 la Royal Academy of Music di Londra lo ha accolto come membro onorario: un simile privilegio era stato concesso in precedenza solamente a compositori come di Liszt, Mendelssohn e Richard Strauss[13]. Nel 2004 la rivista Rolling Stone lo ha inserito al 49º posto nella sua lista dei 100 migliori artisti di tutti i tempi[14]; lo stesso magazine lo ha posizionato al 38º posto nella sua lista delle 100 migliori voci di tutti i tempi[15].
Nel 2008 la rivista Billboard lo ha inserito al terzo posto di una lista nella quale compaiono i nomi dei cento artisti più importanti della Hot 100, definendolo come il più importante artista solista di sesso maschile[16].
Il baronetto è divenuto famoso per brani come Your Song, Rocket Man, Candle in the Wind (canzone avente inizialmente come protagonista Marilyn Monroe e dedicata successivamente a Lady Diana nel 1997), Goodbye Yellow Brick Road, Crocodile Rock, Daniel, Tiny Dancer, Don't Let the Sun Go Down on Me, Don't Go Breaking My Heart, Sorry Seems To Be The Hardest Word e Sacrifice. È suo il singolo più venduto della storia[17][18][19]: Candle in the Wind 1997/Something About The Way You Look Tonight vendette oltre 37 milioni di copie, e tutti gli incassi furono devoluti al Diana, Princess of Wales Memorial Fund.
Elton ha inserito più di 50 hits nelle prime 40 posizioni delle classifiche inglesi e americane, nove album consecutivamente al primo posto nella classifica statunitense, 56 brani nella Top 40 di Billboard, sedici nella Top 10, quattro al secondo posto e nove al primo posto nella medesima classifica[20]; ha conquistato 25 dischi di platino e 35 d'oro, ha vinto sei Grammy Awards e nel 1994 ha composto (insieme al paroliere Tim Rice) la colonna sonora del film d'animazione della Disney Il Re Leone, nella quale spicca la canzone premio Oscar Can You Feel the Love Tonight?. Con Elton John il pianoforte, che è sempre stato il suo simbolo, è tornato ad essere un protagonista assoluto del rock in un'epoca in cui i chitarristi la facevano da padrone, sia nella fase compositiva, che, soprattutto, negli spettacoli live, dove il performer e il suo strumento diventano un'unica cosa.
Elton John è un artista molto prolifico: nella sua carriera ha composto oltre settecento canzoni, la quasi totalità pubblicate ufficialmente, ed è noto per la velocità con la quale compone. Anche l'attività concertistica è tra le più intense di tutti i tempi: a partire dalla fine degli anni sessanta ha suonato in oltre 2600 concerti[21] e nel 2008 ha completato il suo personale record di essersi esibito in tutti i 50 stati dell'unione USA[22]. Sono da citare inoltre le numerose collaborazioni con altri artisti di notevole fama.
Nasce a Pinner (Middlesex, Regno Unito) il 25 marzo del 1947, battezzato con il nome di Reginald Kenneth Dwight, nell'abitazione dei nonni materni, presso i quali vivevano i genitori: Stanley Dwight (pilota della Royal Air Force) e Sheila Eileen (Harris)[23][24]. La sua infanzia non è affatto facile, ed il pessimo rapporto con il padre lo segna profondamente. Frequenta la Pinner County Grammar School fino all'età di 15 anni, quando inizia a farsi chiara in lui l'idea di intraprendere una carriera in ambito musicale, sconsigliata e osteggiata da Stanley[25]. Comunque, i coniugi Dwight sono entrambi interessati alla musica; il padre di Elton era stato un trombettista in una band militare semi-professionale, mentre Sheila collezionava dischi e si teneva aggiornata su tutte le ultime novità discografiche del momento: in seguito, Elton ricorderà di essersi affacciato al mondo del rock'n'roll proprio grazie alle registrazioni di Elvis Presley e Bill Haley & His Comets che gli faceva ascoltare la madre[25].
All'età di tre anni Reginald inizia a far pratica con il pianoforte (che suona ancora ad orecchio) dalla nonna materna, dimostrando subito il suo innato e precoce talento. Quando la madre lo sente suonare ad orecchio The Skater's Waltz di Winifred Atwell, si convince delle sue potenzialità e lo esorta a proseguire in un ambito musicale[25]. Il futuro Elton inizia così a prendere lezioni di pianoforte all'età di sette anni, finché, dopo l'undicesimo compleanno, riceve una borsa di studio per la prestigiosa Royal Academy of Music di Londra, della quale non completerà mai i corsi, pur conseguendo studi regolari e completi. Inizia suonando Bach, Fryderyk Chopin e facendo parte del coro dell'Accademia durante il sabato; ma non è troppo entusiasta dell'ambiente. Il suo sogno è intraprendere una carriera indirizzata verso il rock'n'roll: suonando, Reginald si ispira a personaggi dalla forte presenza scenica, quali Little Richard (citato anche nel brano Made in England) e Jerry Lee Lewis[3]. Viene comunque considerato come uno dei più talentuosi allievi del conservatorio[3], uno «studente modello»: un'insegnante ricorderà di aver fatto ascoltare al giovane pianista un brano di Haendel (lungo quattro pagine), subito da lui riprodotto a memoria («come un disco»)[26].
In quest'ambito Reginald sarà supportato dalla madre Sheila e dalla nonna materna, anche perché il padre non è presente quasi mai nel contesto familiare; e quelle poche volte in cui tutta la famiglia è riunita, scoppiano spesso violenti litigi che segnano profondamente il carattere del ragazzo, già di per sé introverso[3]. Quando egli ha 15 anni, assiste al divorzio dei genitori; presto, comunque, Sheila si risposa con un altro uomo, Fred Farebrother, che si rivelerà essere un punto di riferimento per John. Quest'ultimo conierà anche un affettuoso nomignolo per il patrigno, Derf (in sostanza, il nome al contrario). Sheila decide di trasferirsi in un complesso di otto appartamenti, chiamato Frome Court, non molto distante dalle abitazioni precedenti. Qui Reginald passerà gran parte del suo tempo e comporrà molti dei suoi primi brani: cambierà dimora solo dopo quattro album ormai inseriti stabilmente nella Top 40 americana[27].
[modifica] Gli esordi: i Corvettes (1962), i Bluesology (1963 - 1967) ed Empty Sky (1969)
Sempre all'età di 15 anni, Reg Dwight trova un posto di lavoro come commesso in un negozio di articoli musicali, e, grazie alla madre e al patrigno, inizia a esibirsi i venerdì, i sabati e le domeniche come pianista nel vicino Northwood Hills Pub. I pezzi esibiti vanno dal country (brani di Jim Reeves come He'll Have to Go) al folk irlandese (When Irish Eyes Are Smiling), ad altri tipi di brani (Roll Out The Barrel, King of the Road), alcuni composti da lui[25]. Nel 1962 forma la sua prima band, i The Corvettes: egli è presente al pianoforte elettrico, gli altri membri sono Stuart Brown (voce e chitarra) e Geoff Dyson (basso); a breve si sarebbe aggiunto al gruppo Mike Inkpen (batteria).
Nel 1963 dai Corvettes trae origine una nuova band, chiamata Bluesology: Dyson viene rimpiazzato da Rex Bishops e la nuova formazione costituisce la prima, vera, esperienza professionale di Elton John[25]. Il gruppo inizia a girare in lungo e in largo l'Inghilterra, esibendosi nei pub e nei locali, alla ricerca di ingaggi nei vari club che pullulavano negli anni sessanta. Nel 1965, incidono il loro primo 45 giri, Come Back Baby, pubblicato dalla Fontana Records (ebbe scarso successo commerciale, come il successivo Mr. Frantic del 1966, pezzo noto tra i collezionisti per la sua estrema rarità); vengono poi ingaggiati dall'agenzia di Roy Tempest come gruppo di accompagnamento di vari cantanti soul e R&B americani in tournée nel Regno Unito, come The Isley Brothers, Major Lance, Doris Troy e le Labelle[25].
Nel 1966, al Cromwelliam Club in South Kensington, Long John Baldry, cantante abbastanza conosciuto nel sottobosco musicale londinese dell'epoca, propone ai Bluesology di diventare la sua band e di accompagnarlo nelle sue varie serate[28]. Vengono aggiunti due nuovi componenti (il chitarrista Caleb Quaye e il sassofonista Elton Dean) e viene pubblicato un terzo singolo, Since I Found You Baby, dalla Polydor (in quanto a riscontri commerciali, seguirà la sorte dei precedenti). Ma Reginald è stanco di ricoprire un ruolo decisamente poco appariscente, così nel 1967 lascia i Bluesology e tenta la carriera solista. Di lì a poco la band si sarebbe sciolta, senza pubblicare più alcun disco. Dall'esperienza con quel gruppo Dwight prende il suo nome d'arte, originato dai già citati Elton Dean (più tardi nei Soft Machine) e Long John Baldry.
Dopo vani tentativi di diventare il cantante dei King Crimson e dei Gentle Giant, nel giugno 1967 risponde ad un annuncio della Liberty Records per la ricerca di nuovi talenti e grazie al manager Ray Williams inizia la collaborazione, inizialmente solo per corrispondenza, con l'autore Bernie Taupin. Quando i due si incontrano, qualche mese dopo, l’intesa tra loro si rivela perfetta: è l’inizio di un lungo sodalizio umano e professionale[3]. Scarecrow[29] è il primo brano scritto dal duo John/Taupin, ma in questo periodo vedono la luce anche numerosi demos (la produzione di essi viene diretta da Caleb Quaye); Elton lavora anche come turnista in sala d'incisione per altri gruppi di notorietà almeno locale e riadatta numerose canzoni di buon successo per sbarcare il lunario. È questo il periodo in cui cerca qualcuno disposto ad incidere le sue composizioni, ma nessuno accetta, giudicando le sue musiche troppo poco orecchiabili e troppo poco commerciali[28]. Sia lui che Bernie vengono quindi messi sotto contratto dalla Dick James Music Records (DJM Records) e firmano decine di canzoni per altri artisti della scuderia, come Roger Cook e Lulu; nel 1969 partecipano poi all'Eurovision Song Contest con un brano, Can't Go On (Living Without You), che conseguirà la sesta posizione su sei canzoni. In seguito però, notando le loro potenzialità, la casa discografica pubblica alcuni singoli (I've Been Loving You, primo singolo a nome Elton John, Lady Samantha e It's Me That You Need) e un album di esordio, Empty Sky (1969): ancora acerbo, realizzato con pochi mezzi e senza un vero produttore (Steve Brown, un tecnico della DJM), non ottiene riscontri commerciali. Ma mostra già un certo talento compositivo e riceve apprezzamenti da parte della critica; così, la Dick James Music decide di offrire una seconda chance ad Elton e Bernie.
[modifica] Gli anni Settanta
Nella seconda metà del 1969 entrano in scena Gus Dudgeon e Paul Buckmaster, reduci dal lavoro (rispettivamente, produzione e arrangiamenti) svolto per il brano Space Oddity di David Bowie. Il risultato è l’album omonimo Elton John (aprile 1970), registrato dal vivo in studio nell'arco di pochi giorni con l’orchestra e una sezione ritmica, dalle atmosfere decisamente cupe e ricco di melodie complesse, barocche, di matrice indubbiamente classica. Molti sono i pezzi significativi nell'ambito del symphonic rock, come I Need You To Turn To, il singolo Take Me To The Pilot, First Episode At Hienton, Sixty Years On, The Greatest Discovery e The King Must Die. L'album viene accolto molto favorevolmente dalla critica[30]; il primo singolo Border Song, la cui uscita in USA anticipa di alcune settimane quella dell'album in UK, entra inoltre nella Billboard Hot 100 (92º posto) e in seguito Aretha Franklin ne realizza una cover[30] che raggiunge la Top 40 della stessa classifica.
Elton insieme a
Dee Murray e
Nigel Olsson, i due musicisti con i quali lanciò nello show-biz la propria carriera
Durante il tour americano di Elton che segue la pubblicazione dell‘album, a partire dall'agosto 1970, in trio col bassista Dee Murray e il batterista Nigel Olsson, le esecuzioni dei brani, spogliati dell’orchestra, rivelano la maestria di John come pianista, compositore e showman: al Troubadour di Los Angeles la critica resta molto colpita e scrive di un “nuovo messia rock” e di un “erede dei Beatles”, reputazione che gli viene attribuita anche al giorno d'oggi[31][32]. Viene inoltre consacrato come “la prima grande rockstar degli anni Settanta” da Robert Hillburn, sul Los Angeles Times, nell'agosto 1970[33]. È l’inizio del grande successo americano, che spinge l’album nella Top 5 USA (distribuito da una piccola etichetta affiliata al colosso MCA, che fiuta l’affare) e quindi, di rimbalzo, a sfiorare la Top 10 inglese, anche grazie alla scelta come secondo singolo di Your Song, brano destinato a divenire un evergreen, una delle canzoni d’amore più note ed amate di sempre. Dopo aver ascoltato il brano, John Lennon dirà di aver sentito per la prima volta qualcosa di veramente nuovo dopo lo scioglimento dei Beatles[34].
È da notare la sua intensa attività di session man, sia ufficiale che anonima, che si è protratta dagli anni degli esordi nel mondo musicale (1968) sino al 1970, in piena esplosione mediatica: l'album Elton John già scalava le classifiche ed Elton partecipava ancora come cantante anonimo nelle raccolte di successi a basso costo che imperversavano in quegli anni, in Inghilterra. In quell'anno vengono inoltre pubblicati altri due singoli: Rock n Roll Madonna/Grey Seal e From Denver to L.A..
Subito dopo vede la luce anche il suo terzo album, Tumbleweed Connection (1970), che raggiunge le Top 10 inglese e americana malgrado non ne vengano estratti dei singoli, caso più unico che raro nel panorama musicale. Per moltissimi si tratta del suo capolavoro, un concept-album di ambientazione western dai sontuosi, ariosi e superbi arrangiamenti orchestrali, che fonde con grande stile e genialità compositiva e d'esecuzione blues, rock, country e gospel, con pezzi del calibro di Ballad of a Well-Known Gun, Come Down In Time, My Father's Gun, Where To Now St.Peter?, Amoreena, Talking Old Soldiers e Burn Down the Mission[33].
Elton in una delle sue primissime esibizioni live, nel 1971
Nel 1971 Elton lavora senza sosta tra lo studio e il palco: escono Friends, colonna sonora del film omonimo (noto in Italia come Due ragazzi che si amano) commissionata dalla Paramount e composta da canzoni firmate John/Taupin (l'unico singolo pubblicato sarà il brano omonimo Friends) e da pezzi strumentali scritti da Buckmaster, e l’album live 17-11-70 (11-17-70 negli USA), registrazione di un concerto radiofonico tenuto a New York, pubblicato per frenare la circolazione di bootleg che già imperversavano sul mercato americano[35]. Segue l’album di inediti Madman Across the Water, altro raffinato gioiello della “prima fase” eltoniana, in cui il team John-Taupin-Dudgeon-Buckmaster porta a livelli di perfezione il barocco folk-rock sinfonico sviluppato nei tre lavori in studio precedenti. Anche in questo caso la critica rimane notevolmente colpita da pezzi del calibro di Madman Across the Water, Indian Sunset, Holiday Inn, All the Nasties e Goodbye[36]. In Gran Bretagna il disco sfiora soltanto la Top 40 ma si rifà negli USA, arrivando alla numero 8 e col discreto successo dei singoli Levon e Tiny Dancer[37]. Nel Regno Unito non vengono estratti singoli da quest'album.
Con Honky Chateau (1972) debutta in pieno anche in studio la Elton John Band formata da Dee Murray, Nigel Olsson e dal chitarrista scozzese Davey Johnstone (Johnstone ed Olsson ne fanno tuttora parte, mentre Murray è morto nel 1992). Vengono ancora utilizzati alcuni session men (ad esempio il violinista Jean-Luc Ponty), ma l'assenza dell'orchestra comporta una virata verso un pop-rock pianistico più immediato, anche se di grande qualità, che alterna brani ritmati (tra cui Honky Cat, secondo singolo estratto, Amy, I Think I'm Going to Kill Myself, Hercules) ad altri più lenti come Mona Lisas And Mad Hatters, Salvation ed il primo singolo Rocket Man, anch'esso destinato a divenire un evergreen: l'album raggiunge il 1º posto negli USA, primo di una serie di sette numero 1, ed il 2º in Gran Bretagna, dove raggiungeranno la numero 1 i successivi quattro LP, e lancia definitivamente Elton come rockstar[38].
Fondamentale è il look esibito nei concerti, costruito sulla scia dei divi glam-rock come il rivale David Bowie e Marc Bolan, a base di travestimenti kitsch ed ambiguità sessuale, con occhiali da vista di modelli curiosi che diventano un suo marchio di fabbrica. È così che inizia a venire meno il consenso da parte della critica, che contesta gli atteggiamenti dell'artista e presta minore attenzione all'aspetto musicale: "All'inizio la critica era molto colpita dalla mia musica, ma quando cominciai ad indossare i costumi tutti dissero che non ce n'era bisogno. E che sarebbe stato meglio se fossi salito sul palco con un paio di jeans ed una maglietta. Ma quello non sarei stato io"[3].
Nel 1973 fa uscire due dischi destinati ad avere notevole successo sulla scena musicale mondiale, sempre prodotti da Dudgeon. Il primo è Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player, un omaggio al regista francese François Truffaut. I brani più significativi sono Blues for My Baby and Me, Have Mercy on the Criminal e High Flying Bird, ma l'LP entra nell'immaginario del pubblico con le due hit-singles Daniel e Crocodile Rock. Quest'ultima in particolare contribuirà in modo decisivo al successo di Elton, raggiungendo la vetta della classifica statunitense e di quella italiana[39]; il tour nel Belpaese che seguirà si rivelerà un trionfo[40].
Il secondo disco è il doppio Goodbye Yellow Brick Road, che resta il suo album più celebre. Il progetto iniziale di realizzarlo in Giamaica, sulle orme dei Rolling Stones, non ha buon esito a causa delle pessime condizioni degli studi di Kingston, ma, ritornato a registrare in Francia, ne esce un album da molti ritenuto un marchio di fabbrica del musicista, con brani che spaziano dal progressive (Funeral for a Friend/Love Lies Bleeding, una suite della durata di 11:08) all'hard-rock del primo singolo Saturday Night's Alright (For Fighting), dal glam (All the Girls Love Alice) alle ballate agrodolci come Candle in the Wind e la title-track Goodbye Yellow Brick Road, gli altri singoli estratti. Bennie and The Jets, negli USA, diviene il primo brano scritto da un cantante bianco a raggiungere la numero 1 nelle classifiche R&B, comunque la critica viene favorevolmente colpita da tutto l'album, che staziona al 1º posto per otto settimane negli Stati Uniti e per due nel Regno Unito[41]. Anche il singolo natalizio Step Into Christmas conquista una numero 1 USA nel dicembre 1973.
Elton al pianoforte nel corso di un'esibizione live
Nel 1974 viene pubblicato Caribou, primo di tre album registrati ai Caribou Studios di Jim e Jeff Guercio tra i monti del Colorado: esso ospita ancora una volta il percussionista Ray Cooper (diventato ormai membro della Elton John Band), i Tower of Power ai fiati e, ai cori, Dusty Springfield (nella hit-single The Bitch Is Back) e parte dei Beach Boys (nell'altro singolo Don't Let the Sun Go Down on Me). Vi sono, tuttavia, diversi problemi tecnici per adattarsi alle strumentazioni e ai metodi di lavoro in quel luogo; inoltre, l'LP dovrebbe chiamarsi The Bitch Is Back, ma la pubblicazione di un bootleg così intitolato dell'intero album blocca il tutto[42]. Sebbene gran parte della critica ritenga Caribou meno ispirato degli LP precedenti, esso contiene il capolavoro per piano e voce Ticking.
Nello stesso anno Elton collabora con John Lennon nel suo album Walls and Bridges. L'ex-Beatle ricambia partecipando alla reinterpretazione eltoniana della sua Lucy in the Sky with Diamonds, che esce come singolo e raggiunge la prima posizione in classifica negli Stati Uniti. Particolare attenzione merita la vicenda del brano di Lennon Whatever Gets You Thru the Night: Elton, convinto delle potenzialità del pezzo, durante le registrazioni aveva fatto promettere al suo autore che, se la canzone fosse arrivata al Numero Uno in America, l'ex-Beatle sarebbe apparso dal vivo come ospite durante un suo concerto. Così accade: Whatever Gets You Thru The Night raggiunge la prima posizione in classifica e durante un concerto al Madison Square Garden tenutosi il 28 novembre 1974 (Thanksgiving Concert), Elton ospita l'amico in tre duetti. I due suonano il brano in questione, Lucy In the Sky With Diamonds e I Saw Her Standing There (Lennon introduce quest'ultimo pezzo così: «Voglio ringraziare Elton e i ragazzi per questa serata. Abbiamo provato a pensare ad un numero col quale finire e andarcene, e abbiamo pensato di fare un numero di un mio vecchio fidanzato chiamato Paul. Questa è una canzone che non ho mai cantato, è un vecchio numero dei Beatles e lo conosciamo appena»[43]). L'esibizione al Madison Square Garden sarà l'ultima apparizione sul palco di John Lennon.
Sempre nel 1974 vede la luce il primo Greatest Hits, che ha un grande successo commerciale (oltre 16 milioni di copie vendute), rimanendo in prima posizione per 10 settimane negli Stati Uniti e per 11 nel Regno Unito[44].
Nel 1975 la MCA distribuisce negli USA l'album d'esordio Empty Sky (che raggiunge la posizione numero 6 in classifica) ed il successo americano prosegue con il primo posto di Philadelphia Freedom, iniziale incursione di Elton nel soul di Philadelphia in voga a metà anni settanta.
Un'altra cover di quel periodo è Pinball Wizard, eseguita da Elton all'interno del film Tommy, trasposizione cinematografica dell'omonima rock-opera degli Who firmata Ken Russell. Rispetto alla versione di Pete Townshend, la reinterpretazione di John mette in evidenza il pianoforte nella intro (e non la chitarra acustica); sono presenti inoltre dei versi inediti scritti da Townshend appositamente per il film, nel quale Elton interpreta il campione mondiale di flipper Local Lad, spodestato dal protagonista Tommy Walker.
Elton John (il
Capitano Fantastico) nel 1975
Con Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy (1975), definitiva consacrazione internazionale, Elton realizza il suo lavoro più ambizioso e personale, un concept-album (l'unico singolo estratto è Someone Saved My Life Tonight) dai testi autobiografici e dalla inquietante ed enigmatica copertina (realizzata da Alan Aldridge), piena di figure grottesche e deformi ispirate alle produzioni di Max Ernst, Hyeronimus Bosch e Salvador Dalí[45]: il suo autore ottenne anche una nomination al Grammy[45] (secondo i critici, Aldridge aveva realizzato un "assalto artistico alla vista"[45]). L'LP è dedicato agli anni della gavetta ed alla relazione, umana e professionale, con Bernie Taupin, e per larghissima parte della critica costituisce uno degli album migliori mai realizzati dalla star britannica[46], con pezzi del calibro di Captain Fantastic And The Brown Dirt Cowboy (l'omonimo pezzo d'apertura), Tower of Babel, Better Off Dead e We All Fall In Love Sometimes/Curtains: la Elton John Band è al suo massimo, così come la produzione di Dudgeon; l'LP segna però anche l'addio della classica formazione, che di lì a poco sarà rinnovata.
Il 21 giugno, quando l'album viene eseguito live al Wembley Stadium di Londra, il pubblico reagisce freddamente[47] e l'album in patria si ferma al numero 2; negli USA invece è il primo LP di tutti i tempi a debuttare al numero 1 nella classifica di Billboard, mantenendo la posizione per 7 settimane[46], l'apice di una carriera che nel 1975 lo vede avere oltre il 2% delle vendite mondiali di dischi[28], situazione oggi difficilmente realizzabile per un musicista, considerando che neanche i Beatles erano arrivati a tanto.
Il live londinese segna anche il debutto della nuova band allargata: gli storici Dee Murray e Nigel Olsson sono sostituiti da Kenny Passarelli al basso e da Roger Pope alla batteria. Vengono inoltre aggiunti un nuovo chitarrista (Caleb Quaye) e un tastierista, James Newton Howard. Con questa formazione Elton registra Rock Of The Westies (1975), album elettrico e veloce ("il primo dei miei dischi alla cocaina", ammetterà la superstar). Il sound è decisamente cambiato, come si può notare dai due singoli estratti (Island Girl, numero 1 USA, e il doppio Grow Some Funk of Your Own/I Feel Like a Bullet (In the Gun of Robert Ford)) e il pubblico non ne è entusiasta; tuttavia, l'LP debutta nella classifica statunitense in prima posizione[48] (come il precedente Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy), rimanendoci per tre settimane. Nel Regno Unito si posiziona invece al quinto posto[48].
Elton fonda quindi insieme al manager John Reid una propria etichetta discografica, la Rocket Records, che metterà sotto contratto artisti come Cliff Richard, Neil Sedaka, Colin Blunstone, gli Hudson Brothers, i Blue, Kiki Dee, Judie Tzuke, i Solution, Brian e Brenda Russell, sebbene i primi fossero stati gli Stackridge. Comunque, essa sarà destinata soprattutto a pubblicare i futuri dischi della rockstar.
La prima produzione Rocket è il singolo Don't Go Breaking My Heart, duetto con Kiki Dee di enorme successo in tutto il mondo, mentre esce l’ultimo LP previsto dal contratto con la DJM, il live Here And There (1976). Il titolo del suddetto si riferisce a due esibizioni: la prima, Here (letteralmente Qui), riguarda il concerto per beneficenza al Royal Festival Hall di Londra, tenutosi il 18 maggio 1974 (è presente anche la Principessa Margaret d'Inghilterra). La seconda, There (letteralmente Lì), si riferisce alla famosa performance tenutasi il 28 novembre 1974 al Madison Square Garden di New York. L'album, inizialmente composto da nove tracce, sarà rieditato in doppio CD nel 1996 comprendendo i tre duetti con Lennon oltre ad altri brani tralasciati dall'LP originale.
Elton in concerto, nel 1975
In questo periodo, il successo degli spettacoli dal vivo della superstar raggiunge l'apice: ai suoi concerti non rimane un solo posto invenduto negli stadi e nelle arene di tutto il mondo, e nonostante John non sia mai stato un'ideale rockstar (è alto 1.70 m e una precoce calvizie inizia a diventare evidente), egli rimane indubbiamente il più popolare e celebrato esponente del mondo del rock. Le sue esibizioni sono appassionate e affascinano milioni di persone in tutti i continenti. Anche i costumi di scena si evolvono: oltre ad indossare gli occhiali delle forme più strane e incredibili (aveva iniziato per imitare il suo idolo Buddy Holly) Elton continua a perfezionare il proprio look per tutta la seconda metà degli anni settanta.
Nel 1976 vede la luce Blue Moves, album doppio, che inizierà a segnare un calo nelle vendite soprattutto negli Stati Uniti, che esce a fine anno trainato dalla hit Sorry Seems to Be the Hardest Word (saranno rilasciati come singoli anche Crazy Water e Bite Your Lip (Get Up And Dance!)). Ricco di collaborazioni eccellenti, spazia tra ballate tristi, tocchi jazzati, suite orchestrali e ammiccamenti alla discomusic, riflettendo gli stati d’animo di un Elton devastato da alcool e droghe e in preda alla depressione (confesserà anche di aver tentato due volte il suicidio) e di un Taupin in crisi coniugale. Tra i brani di maggior rilievo artistico occorre citare Tonight, One Horse Town e Cage the Songbird. L'album esce a ridosso della famosa intervista[49] alla rivista Rolling Stone in cui la rockstar rivela la propria bisessualità, e non va oltre un numero 3 in USA e in patria[50]: il coming out danneggia la carriera di Elton, mettendo un freno alle vendite e alla popolarità soprattutto in un Paese puritano come gli Stati Uniti, dove larga parte del pubblico rimane spiazzato da questa confessione pubblica.
In un concerto alla Wembley Arena (finalizzato alla promozione dell'LP), Elton annuncia di volersi ritirare dalla scena musicale: non dice per quanto tempo, ma non scherza affatto.
Infatti, nel 1977 interrompe la collaborazione con Taupin e con Dudgeon e azzera l’attività musicale: in quell'anno viene pubblicato solo un singolo per beneficenza, The Goaldigger Song, distribuito esclusivamente in 500 copie, alcune delle quali firmate dalla rockstar; anche l'attività live si ferma di colpo, tralasciando un concerto con la band China e poche esibizioni londinesi solo piano e percussioni. In queste occasioni John (accompagnato esclusivamente da Ray Cooper) presenta, per la prima volta dopo tanti anni, un look decisamente sobrio e dimesso, sintomo di un disperato desiderio di normalità. In assenza di nuovi dischi, la sua casa discografica pubblica Elton John's Greatest Hits Volume II per sfruttare l'eco della prima raccolta, e intanto egli si dedica ad altro: produce altri artisti e diviene il Presidente del Watford F.C., la squadra di calcio della quale è tifoso: come sua prima mossa da massimo dirigente fa esordire in panchina Graham Taylor, che in sei anni condurrà gli Hornets dalla Fourth Division alla massima serie. Il pianista di Pinner registra inoltre alcuni brani soul col produttore Thom Bell, che usciranno parzialmente due anni dopo.
Nell’ottobre 1978 si ripresenta con un album di inediti, dopo il flop del poliedrico singolo Ego, ma la scena musicale è cambiata profondamente, in seguito all’affermazione del punk e della new wave: A Single Man inaugura la collaborazione con l'autore Gary Osborne, che a differenza di Taupin scrive i testi solo in seguito alla composizione della musica; il brano di maggior successo è la strumentale Song for Guy (numero 4 UK), brano tributo al giovane Guy Burchett, dipendente della Rocket Records deceduto tragicamente in un incidente motociclistico[51]. Comunque, nessuno dei due singoli estratti (l’altro è la briosa Part-time Love) porta fortun'ad un album valido e molto ben prodotto dallo stesso Elton assieme a Clive Franks, recante ottimi musicisti (Ray Cooper alle percussioni, Steve Holley alla batteria, Tim Renwick alle chitarre e ancora Franks al basso, oltre a vecchie conoscenze del primo periodo come B. J. Cole o Herbie Flowers) e brani del calibro di Shine on Through, It Ain't Gonna Be Easy e Madness. A Single Man rappresenta quindi il primo, relativo, insuccesso commerciale di Elton John dopo anni di trionfi, raggiungendo solo la numero 15 negli Stati Uniti e la numero 8 nel Regno Unito[52]: per molti questo album è considerato quello che chiude un'epoca, quella del periodo d'oro della carriera di Elton sotto l'aspetto compositivo[52].
Nel 1979 viene pubblicato The Thom Bell Sessions come EP, risultato della produzione di Bell. Questa risulta essere un'esperienza nuova per John; fino ad ora egli ha collaborato quasi esclusivamente con Dudgeon e solamente con Bernie (da notare anche l'assenza della Elton John Band) e non è neanche l'autore dei brani (composti da Leroy Bell, mentre i testi sono firmati Casey James); ciò nonostante, il brano Mama Can't Buy You Love raggiunge la Top10 statunitense (numero 9); il singolo europeo Are You Ready for Love? passa invece inosservato, prima di essere rispolverato con successo nel 2003.
Sempre nel 1979 viene pubblicato Victim of Love: questo "eurodisco" si rivelerà essere un grosso flop artistico e commerciale, considerato da critica e fans il lavoro peggiore della rockstar[53][54]. Occorre specificare, però, il fatto che Elton abbia fornito solo l'apporto vocale a un progetto discomusic completamente estraneo al suo stile (salvo Johnny B. Goode, scritta da Chuck Berry, tutti i brani sono opera del produttore tedesco Pete Bellotte in collaborazione con altri musicisti; inoltre questo è il primo album nel quale Elton non suona il pianoforte). L'entourage della rockstar cerca di sfruttare la popolarità della "disco" proprio mentre essa è in fase costantemente calante; il risultato è piuttosto deludente (numero 34 USA, numero 41 UK[53]). Anche gli unici due singoli estratti dall'album (l'omonimo brano Victim of Love e la reinterpretazione di Johnny B. Goode) non raggiungono alte posizioni in classifica.
Paradossalmente, mentre la carriera di John tocca il fondo, egli torna ad esibirsi live con rinnovata energia in un tour solo piano e percussioni, accompagnato dal suo funambolico percussionista Ray Cooper (A Single Man Tour): nel 1979 è la prima rockstar occidentale ad esibirsi in Unione Sovietica (oltre che in Israele), con due serie di concerti a Mosca e a Leningrado. In queste esibizioni Elton appare più sereno e rilassato, e durante la prima parte degli show esegue solo piano alcune vecchie glorie; all'inizio della seconda parte lo raggiunge sul palco il poliedrico Ray, che scatena alle percussioni il suo eclettismo e la sua maestria in maniera decisamente espressiva. I brani esibiti (poi distribuiti in VHS con il titolo To Russia with Elton) mandano in delirio il pubblico russo e guadagnano molto ai due musicisti in termini di popolarità. In quel tour si verificano anche imponenti scene di isteria collettiva: lo stesso Elton John ammetterà successivamente di non aver mai avuto un successo di tali proporzioni[55].
[modifica] Gli anni Ottanta
Del 13 settembre 1980 è invece il celebre concerto gratuito con band al Central Park di New York (Live in Central Park), durante il quale John si presenta vestito persino da Donald Duck di fronte ad un pubblico di circa 500.000 persone[56]. Questo evento costituisce un punto importante nella carriera del pianista di Pinner e mostra al mondo che egli non ha i giorni contati come superstar[57]: per l'occasione, Dee e Nigel vengono richiamati nella band e da allora essi saranno una presenza fissa nei concerti della rockstar. Durante il concerto Elton dedica Imagine a John Lennon (il quale sarà assassinato appena tre mesi dopo).
Sul piano discografico, abbandonata precipitosamente la parentesi "disco", la superstar produce con Clive Franks l'LP 21 at 33 ai Superbear Studios di Nizza (1980). L'album mette in evidenza numerose collaborazioni con musicisti del calibro di Steve Lukather, David Paich e Larry Williams (probabilmente coordinati dal tastierista James Newton Howard) e segna la riappacificazione con Bernie (anche se per avere una vera e propria reunion occorrerà attendere il 1983): i testi di alcuni brani sono firmati Taupin, altri invece portano la firma di Osborne; due canzoni vedono la collaborazione di Elton con Tom Robinson, mentre Judie Tzuke è l'autrice del testo di Give Me The Love, ultima traccia dell'album. 21 at 33 si presenta in definitiva come un ottimo disco di stampo pop rock, artisticamente e commercialmente valido; sebbene non sia un grande successo (numero 13 USA, numero 11 UK; numero 25 in Italia[57]) contiene la hit Little Jeannie (numero 3 negli Stati Uniti, numero 1 in Canada). Gli altri singoli rilasciati sono Sartorial Eloquence (Don't Ya Wanna Play This Game No More?) e Dear God, mentre nell'ottobre dello stesso anno viene pubblicata la raccolta di B-side e rarità Lady Samantha.
The Fox (1981), registrato in parecchi studi, subisce una lavorazione travagliata. Dapprima prodotto da Elton e da Clive Franks, viene rifiutato dalla MCA Records che lo giudica poco commerciale: è così distribuito negli USA dalla Geffen Records dopo aver fatto registrare ulteriori brani ad un nuovo produttore, Chris Thomas, nel tentativo (vano) di renderlo più appetibile al pubblico. Sebbene il risultato artistico sia notevole (brani come l'imponente suite orchestrale Carla Etude/Fanfare/Chloe, Elton's Song e Heart in the Right Place colpiscono molto positivamente l'attenzione della critica[58]), l'LP costituisce un flop da un punto di vista strettamente commerciale: compreso da pochi, raggiunge a malapena una numero 21 USA e una numero 12 UK[58]. Il brano Elton's Song viene inoltre censurato in moltre nazioni a causa dei suoi contenuti (tratta in maniera evidente l'omosessualità). Anche i singoli Nobody Wins, Chloe e Just Like Belgium hanno scarsi riscontri, insieme al brano Loving You is Sweeter than Ever, duetto con Kiki Dee passato praticamente inosservato.
Chris Thomas produce quindi interamente il più immediato Jump Up! (1982), che spinto dalla hit Blue Eyes vede risollevare lievemente le vendite; gli altri singoli Ball and Chain, Princess e All Quiet on the Western Front non riscuotono invece particolare successo. Un altro estratto è la commovente Empty Garden (Hey Hey Johnny), dedicata a John Lennon: per il biografo David Buckley, essa rappresenta uno dei migliori tributi mai composti[3]. Distribuita come singolo il 12 marzo 1982 (numero 13 USA), viene eseguita live per la prima volta in un concerto al Madison Square Garden dello stesso anno: nel pubblico, commosso fino alle lacrime, sono presenti Yoko Ono e Sean Lennon.
Nel resto degli anni ottanta la carriera di Elton prosegue tra alti e bassi: la musica si adegua alle tendenze del periodo, con un maggiore ricorso a sintetizzatori e tastiere, ma a fronte di alcuni successi commerciali europei nessun LP raggiunge la Top15 USA. Nel 1983, comunque, John decide di ritornare alle origini e di ispirarsi al periodo d'oro della sua carriera: riprende quindi la collaborazione fissa con Bernie e con la band storica Johnstone-Murray-Olsson. Il risultato è Too Low for Zero, album che segna il ritorno a un grande successo di critica e di vendite[59]: grazie a hits come I'm Still Standing, I Guess That's Why They Call It the Blues e Kiss the Bride, Elton rientra nella Top 10 inglese[59][60]; il quarto singolo Cold as Christmas (In the Middle of the Year) raggiunge poi una numero 33 UK[60] (mentre non viene pubblicato negli USA).
Il successivo LP Breaking Hearts (1984) prosegue lo stile del precedente, anche se non ne raggiunge il livello artistico[61]. Raggiunge una numero 20 USA e debutta al numero 2 in patria: i singoli di maggior successo sono Sad Songs (Say So Much) (numero 5 USA), Passengers (numero 5 UK) e Who Wears These Shoes? (numero 16 USA), ma vengono rilasciati anche In Neon e Breaking Hearts (Ain't What It Used to Be) (quest'ultimo solo nel Regno Unito).
La vita privata di Elton, intanto, continua a scorrere tra eccessi e dipendenze da alcool e droghe (iniziate al tempo della pubblicazione di Rock of the Westies), finendo spesso nel mirino della stampa scandalistica: a nulla vale il matrimonio di John col tecnico del suono Renate Blauel, celebrato a Sydney il giorno di San Valentino 1984 e destinato a durare solo tre anni, anche se i media danno grande enfasi all'evento. Il 30 giugno dello stesso anno ha luogo il famoso concerto al Wembley Stadium[62], che viene distribuito in due VHS sotto il nome di Night and Day Concert. L'esibizione live si tiene nell'ambito del Breaking Hearts Tour (volto a promuovere l'omonimo disco), che tocca anche l'Italia (Elton non si esibiva nel Belpaese dal 1973[63]). Sempre nel 1984, la rockstar assiste alla finale della Coppa d'Inghilterra, contesa tra il suo Watford e l'Everton; nel pre-partita, mentre la folla canta Abide with Me come da tradizione, Elton scoppia in lacrime. La gara viene vinta dall'Everton, i cui tifosi espongono uno striscione che recita "SORRY ELTON - I GUESS THAT'S WHY THEY CALL US THE BLUES" ("Scusaci Elton - Immagino sia per questo che ci chiamano i Blues"), con ovvio riferimento ai colori sociali della squadra (per l'appunto il blu).
Nel 1985 John è una figura di spicco del concerto benefico Live Aid. Esibisce Bennie and the Jets, I'm Still Standing e Rocket Man; inoltre duetta con Kiki Dee in Don't Go Breaking My Heart e accompagna al pianoforte George Michael alle prese con Don't Let the Sun Go Down on Me.
Elton John nella seconda metà degli anni Ottanta
Nello stesso anno partecipa ad un singolo benefico di Dionne Warwick, That's What Friends Are For (numero 1 in USA), assieme a Stevie Wonder e Gladys Knight. Duetta inoltre con Millie Jackson in Act of War, brano originariamente inserito nella prima edizione CD dell’album Ice on Fire (1985, numero 3 in UK), dove ospita anche George Michael negli altri estratti Wrap Her Up (duetto vocale) e Nikita (ai cori). Quest'ultimo brano in particolare avrà un successo in tutta Europa[64]; ma la produzione dell'album, opera di un irriconoscibile Gus Dudgeon, strizza l’occhio con esiti deludenti al synth-pop anni ottanta, e col successivo ed analogo Leather Jackets (1986) va incontro ad un notevole flop commerciale (numero 24 in UK, numero 91 in USA). I singoli Heartache All Over the World e Slow Rivers vengono quasi completamente ignorati; anche Cry to Heaven, proveniente da Ice on Fire, ha scarsi riscontri (numero 47 UK[65]).
Il tour australiano del 1986 con la band e la Melbourne Symphony Orchestra, durante il quale Elton si presenta perfino vestito da Wolfgang Amadeus Mozart, ottiene invece grandi consensi, e il disco Live in Australia (1987) che ne viene tratto rispolvera al meglio molti capolavori anni settanta: la versione live di Candle in the wind rientra ai piani alti delle single classifiche (vengono comunque rilasciate anche le versioni live di Your Song e Take Me to the Pilot).
Il costume con il quale Elton John iniziava la parte con band dei concerti del
Tour de Force australiano (
1986), conservato all'
Hard Rock Café londinese
Nel 1987 vengono pubblicati il brano Flames of Paradise (duetto con Jennifer Rush che riscuote successo nella Repubblica Federale Tedesca con una numero 8 e in Svizzera con una numero 7) e il terzo Greatest Hits. Questo è però un anno da dimenticare per il pianista di Pinner: infatti, dopo aver affrontato una complicata operazione alla gola, la sua voce diviene più roca e perde il caratteristico falsetto esibito precedentemente in molte canzoni[3]. Elton divorzia da Renate proprio mentre si aggrava la dipendenza da alcool e stupefacenti; in più, viene coinvolto dal Sun in falsi scandali di sesso e droga[3], mentre il Watford retrocede inesorabilmente di categoria. Con la produzione di Reg Strikes Back (1988), la rockstar intende rompere con il suo passato tormentato e turbolento e combattere contro gli spettri che opprimono da troppo tempo la sua vita. Dopo aver vinto la causa per diffamazione contro il Sun (che lo risarcisce e gli fa pubbliche scuse[3]), Elton mette all'asta per beneficenza i numerosi abiti di scena esibiti nel corso della sua carriera[3]: essi sono presenti in massa sulla copertina di questo album, il cui nome significa letteralmente Reg colpisce ancora. L’album non va oltre un numero 18 in patria[66] ma piazza al numero 2 in USA il primo singolo I Don't Wanna Go on with You Like That e si rivela un gran successo in Italia grazie al secondo estratto A Word in Spanish, che Elton esegue al Festival di Sanremo 1989[66] (gli altri estratti sono Town of Plenty e Mona Lisas and Mad Hatters (Part Two)).
Nel 1989 Elton duetta con Aretha Franklin nel singolo Through the Storm; dedica inoltre a Bernie il suo trentesimo album Sleeping with the Past (numero 23 USA, numero 6 in Italia[67]), dichiarato omaggio alla musica soul anni sessanta[67]; l’album debutta al numero 6 in UK ma i due singoli Sacrifice e Healing Hands, dapprima usciti separatamente, hanno scarsi riscontri. Quando vengono accorpati in un unico singolo benefico nel giugno 1990, essi raggiungono la prima posizione nella UK Singles Chart (la seconda dai tempi di Don't Go Breaking My Heart e la prima a mettere in evidenza esclusivamente Elton, incredibile a dirsi) e immediatamente trascinano al numero 1 UK anche l’album[67], a 16 anni di distanza dal primo Greatest Hits. Anche il terzo singolo Club at the End of the Street vende abbastanza bene: inizia così il ritorno al grande successo commerciale che accompagnerà Elton lungo tutti gli anni novanta.
[modifica] Gli anni Novanta
Tuttavia, nonostante i confortanti risultati raggiunti in quest'ambito, egli rimane ancora in balia delle varie dipendenze e ossessioni che lo opprimono; in alcune interviste successive definirà il 1989 come il periodo peggiore della propria vita, paragonando il suo pessimo stato (fisico e mentale) a quello degli ultimi anni di vita di Elvis Presley. L'anno seguente, però, farà la conoscenza di Ryan White (un ragazzo malato di AIDS), e questo cambierà per sempre la sua esistenza: divenuto un grande amico del giovane, passerà molto tempo con lui e con la sua famiglia[25]. Alla notizia della morte di Ryan, avvenuta nell'aprile del 1990, Elton rimane profondamente scosso e, dopo aver suonato al funerale del ragazzo la vecchia Skyline Pigeon, decide di rinnovare completamente il proprio stile di vita[25]. Mentre il ritorno in vetta alle classifiche viene sancito in Europa dal doppio The Very Best of Elton John, si sottopone ad una cura disintossicante che lo libera dalla dipendenza dalle droghe e dall'alcool e lo riabilita dalla bulimia[25]. Non avendo più paura di nascondersi, si dichiara ufficialmente omosessuale; fonda inoltre la Elton John AIDS Foundation (EJAF) per finanziare la ricerca e la prevenzione contro la malattia.
Sempre nel 1990, esce il box set To Be Continued, contenente numerosissimi brani conosciuti e non; nel 1991, invece, il singolo Don’t Let the Sun Go Down On Me in duetto live con George Michael raggiunge la numero 1 in patria e negli USA[68]. Viene inoltre pubblicata la compilation-tributo Two Rooms: Celebrating the Songs of Elton John & Bernie Taupin, dove numerosi colleghi (Sting, Phil Collins, Eric Clapton, gli Who, Tina Turner e tanti altri) eseguono cover di classici John/Taupin. Nel 1992 Elton partecipa al tributo al compianto amico Freddie Mercury (Freddie Mercury Tribute Concert), interpretando Bohemian Rhapsody con i Guns N' Roses (il cui leader Axl Rose lo introdurrà nella Rock and Roll Hall of Fame due anni dopo[69]) e The Show Must Go On da solo. Sempre nel 1992, inoltre, sia lui che Bernie vengono inseriti nella Songwriters Hall of Fame.
L’album di inediti The One (1992) ci presenta un Elton dal look più sobrio e minimale (firmato Versace), musicalmente più riflessivo con maggior spazio concesso ai brani lenti a scapito del rock. Il massiccio ricorso a suoni elettronici fa storcere il naso a molti fans storici[70], ma il grande pubblico apprezza (numero 2 in UK[70]) e per la prima volta dal 1976 un suo album riconquista la Top10 USA[70]. I singoli estratti sono il brano omonimo The One, Simple Life, The Last Song (dedicata a Ryan White) e Runaway Train, duetto con Eric Clapton. Viene poi pubblicata la compilation Rare Masters (1992), raccolta di rarità e B-side del periodo 1967-75 (comprendente anche Friends Soundtrack, per la prima e unica volta in CD).
Duets (1993) raccoglie altri duetti, tra cover di brani classici (tra cui i singoli True Love di Cole Porter, con Kiki Dee, e Ain't Nothing Like the Real Thing, con Marcella Detroit: il primo conseguirà una numero 2 UK[60]), brani John/Taupin inediti e vecchi successi in nuova veste (un remix di Don't Go Breaking My Heart con RuPaul, prodotto da Giorgio Moroder, che raggiungerà la numero 7 UK[60]).
Nel 1994 John scrive col paroliere Tim Rice le canzoni della colonna sonora del film della Disney Il Re Leone, che gli frutta un Premio Oscar per Can You Feel the Love Tonight (ottengono una candidatura anche Circle of Life e Hakuna Matata) e un Grammy per la migliore interpretazione maschile. Il film si rivela il classico Disney di maggiore incasso e l’album-soundtrack The Lion King vende oltre 10 milioni di copie nei soli USA[71], conseguendo il disco di diamante[72] e la prima posizione nella classifica statunitense[73]; tutto questo rilancia enormemente Elton, facendolo conoscere anche alle nuove generazioni.
Made in England (1995, numero 3 in UK e numero 13 in USA[74]) è un tentativo, parzialmente riuscito, di tornare ad un sound più autentico e meno commerciale, il cui miglior esito resta Believe, scelta come primo singolo (e subito seguita da Made in England, Blessed e Please). Dopo l’uscita della raccolta Love Songs, altro grande successo in Europa[75], Elton duetta con Luciano Pavarotti durante il Pavarotti & Friends 1996 in Live Like Horses, che poi esce come singolo. In quell'anno viene anche investito della carica di Comandante dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (CBE).
Nel 1997 la star festeggia i propri 50 anni camuffato da Re Luigi XIV; ma poco tempo dopo, muoiono tragicamente i suoi due cari amici Gianni Versace e Diana Spencer. Durante il funerale della Principessa esegue al piano una nuova versione di Candle in the Wind col testo riadattato da Taupin: il brano viene pubblicato per beneficenza e diventa in breve il singolo più venduto della storia (37 milioni di copie nel mondo). Tutti gli incassi vengono devoluti al Diana, Princess of Wales Memorial Fund.
Il disco The Big Picture, elettronico e orchestrale nelle sonorità e dedicato alla memoria di Versace, non replica l’enorme successo degli album precedenti (numero 3 in UK, numero 9 in USA[76]), anche perché la track-list non contiene Candle in the Wind 1997 ma solo un brano facente parte del singolo, Something About the Way You Look Tonight, rilasciato anche in maniera autonoma nell'Europa continentale[77] (vengono inoltre pubblicate Recover Your Soul e If the River Can Bend). Sempre nel 1997, l'Accademia Reale di Musica di Londra accoglie Elton come membro onorario: un simile privilegio era stato concesso solamente a compositori del calibro di Strauss, Liszt e Mendelssohn.
Il nuovo picco di popolarità è confermato nel 1998: egli viene infatti insignito del titolo nobiliare di Sir (Knight Bachelor) da Sua Maestà la Regina Elisabetta II per gli enormi servigi resi alla musica e alla beneficenza (Elton commenta "Non potevano farmi onore più grande, sono davvero orgoglioso. Amo il mio Paese, e non riesco ad immaginare niente di meglio che ottenere un qualsiasi riconoscimento"[78]), e se la produzione musicale sembra passare in secondo piano rispetto agli eventi mondani e benefici di cui è protagonista, l’attività live (solo piano, con la band o nei Face to Face con Billy Joel) resta comunque di alto livello e procede senza sosta anche dopo il malore che lo costringe ad annullare un concerto a Brescia e gli lascia in eredità un pacemaker.
Elton torna poi a collaborare con Tim Rice nel musical Aida (1999), rilettura di Giuseppe Verdi in chiave pop-opera, che su disco (Elton John and Tim Rice's Aida) si rivela un insieme di duetti trascurabili con numerosi colleghi, poco apprezzato dalla critica (nonostante il successo di Written in the Stars) a differenza dello spettacolo in sé per sé[79]. Decisamente più riuscito è The Road to Eldorado Soundtrack (2000), colonna sonora del cartoon DreamWorks La strada per El Dorado, molto ben prodotto da Patrick Leonard ma azzoppato dallo scarso successo del film[80]: anche il singolo Someday Out of the Blue non riscuote particolare successo. Tuttavia l'album, complice una nuova produzione e una ritrovata ispirazione, si distacca dai dischi immediatamente precedenti.
Un’altra colonna sonora è The Muse Soundtrack (1999) per l’omonimo film (da noi La dea del successo), quasi interamente strumentale e di chiara ispirazione classica.
Nel 1999, inoltre, Elton appare come cartone animato nella serie South Park, dove canta Wake up Wendy, scritta per l'occasione.
[modifica] Dal 2000 ad oggi
Il suo quarto album live One Night Only (2000), frutto di due serate (a dispetto del titolo) al Madison Square Garden, detiene il record assoluto di rapidità tra la data di registrazione e quella di pubblicazione, anche se il risultato è piuttosto deludente[81]. È memorabile invece la sua esibizione con Eminem alla cerimonia dei Grammy Awards 2001, grazie alla quale scagiona il rapper dalle accuse di omofobia.
Finalmente, nell’ottobre 2001, esce Songs from the West Coast, album che ci restituisce un Elton John artisticamente ispirato e inaugura un convincente ritorno alle atmosfere pianistiche e melodiche in stile anni settanta, complici la raffinata produzione di Patrick Leonard e i testi di Bernie. Anche la critica se ne accorge, dopo anni di stroncature, e celebra il disco come uno dei lavori migliori mai realizzati della star britannica, con pezzi del calibro di The Emperor's New Clothes, American Triangle, Birds, Ballad of the Boy in the Red Shoes e Mansfield[82]; due singoli ben scelti (I Want Love, This Train Don't Stop There Anymore; degna di nota anche Original Sin), inoltre, lo spingono al numero 2 in patria e al numero 15 negli USA[82] (in Italia si posiziona al terzo posto in classifica[39]). Your Song nel frattempo viene scelta come brano portante nel film musical Moulin Rouge!, e successivamente reincisa in duetto con Alessandro Safina (numero 4 UK).
La doppia raccolta Elton John's Greatest Hits 1970-2002 (numero 3 UK, numero 12 USA[83]) è trainata da due singoli numero 1 in patria: una versione di Sorry Seems to Be the Hardest Word in duetto con i Blue e Are You Ready for Love?, brano del 1979 ripescato dall’oblio dopo il successo di un suo remix alla Love Parade di Berlino 2003. The Heart of Every Girl, composta per il film Mona Lisa Smile, riceve invece una nomina come miglior canzone ai Golden Globes 2003.
Peachtree Road (2004), primo album totalmente autoprodotto, prosegue con le sonorità acustiche ed essenziali del lavoro precedente, volutamente poco commerciali: apprezzato dalla critica[84] ma ignorato dal pubblico, a livello mondiale è forse il suo disco di inediti meno venduto, e anche i singoli All That I'm Allowed (I'm Thankful), Turn the Lights Out When You Leave e Answer in the Sky non riscuotono particolare successo[84].
Nel 2005 il brano Ghetto Gospel, prodotto da Eminem campionando parte del ritornello dell'eltoniana Indian Sunset all’interno di un rap del defunto Tupac Shakur, raggiunge la numero 1 UK, mentre debuttano due musical teatrali composti da Elton: Billy Elliot the Musical (su testi di Lee Hall), ispirato all’omonimo film, ha un grande successo a Londra[85], mentre The Vampire Lestat, scritto assieme a Taupin e tratto dai racconti di Anne Rice, è un grosso fiasco per la Warner Bros. che l’ha prodotto e viene smontato da Broadway dopo poche repliche[86].
Ciò nonostante Elton resta uno dei personaggi più ricchi nel mondo dello spettacolo, grazie soprattutto agli introiti dei concerti: dal 2004 è presenza fissa al Caesars Palace di Las Vegas con lo spettacolo The Red Piano (costoso e breve show arricchito dalle scenografie e dai video estrosi firmati David LaChapelle), mentre nel 2005 è protagonista del terzo Telecomcerto romano ai Fori Imperiali e partecipa al Live8, ove esegue The Bitch Is Back e Saturday Night's Alright for Fighting; per l'occasione, inoltre, duetta con Pete Doherty (autore di una pessima performance[87]) in Children of the Revolution, canzone scritta da Marc Bolan nel 1972. Ma i riflettori sono tutti puntati sul "matrimonio dell’anno" col compagno David Furnish (si erano conosciuti nel 1993), celebrato a Windsor nel dicembre 2005[88], tra le prime unioni civili omosessuali officiate in Gran Bretagna.
Con l'album autobiografico The Captain and the Kid (2006), prodotto assieme a Matt Still, Elton regala un seguito, di ottimo livello, al glorioso Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy del 1975. La critica lo apprezza moltissimo e loda pezzi dalle chiare sonorità acustiche e dalle evidenti atmosfere pianistiche, come Postcards from Richard Nixon, Wouldn't Have You Any Other Way (NYC), And the House Fell Down, Blues Never Fade Away, Old '67 e The Captain and the Kid[89]; tuttavia il disco, poco pubblicizzato dalla Universal Records, ha scarso riscontro di vendite, proprio come i prodotti precedenti, benché arrivi al numero 6 in patria[90] (vengono tra l'altro estratti solo due singoli "virtuali": The Bridge e Tinderbox). A 60 anni Elton può permettersi di firmare lavori di nicchia come di restare dietro le quinte quando sforna un successo quale I Don't Feel Like Dancin', hit dei Scissor Sisters di cui è co-autore. Sempre attorno al 2006 Elton collabora con i suoi amici Pet Shop Boys nel remake del brano In Private, incluso nel disco bonus Fundamentalism.
Elton John al pianoforte, insieme al bassista
Bob Birch
In seguito egli annuncia una svolta artistica in ambito hip-hop, di cui il brano 2 man Show, scritto con Timbaland e contenuto nell’album di quest'ultimo Shock Value, resta finora l’unico esperimento.
Il 25 marzo 2007 batte ogni record di esibizioni al Madison Square Garden (60 concerti[91]) con un live celebrativo per i 60 anni, presentato dall’ex Presidente Bill Clinton con parole esultanti e festeggiato da una immensa folla di celebrità[91]. L'evento, una summa di 40 anni di successi sia artistici che commerciali, viene poi distribuito su un DVD ufficiale intitolato Elton 60 - Live at Madison Square Garden. Sfruttandone l’eco la star rientra nella Top 10 con un'altra raccolta, Rocket Man: The Definitive Hits (2007), numero 2 nel Regno Unito e numero 9 negli Stati Uniti[92]; la casa discografica ritiene probabilmente John un prodotto che può vendere bene solo con le raccolte di successi, anche se la sua discografia globale riesce sempre a vendere oltre un milione di copie di album all'anno nei soli USA.
Sempre nel 2007, e precisamente il primo luglio (giorno in cui Lady Diana avrebbe compiuto quarantasei anni), Sir Elton apre e chiude il grande concerto organizzato al Wembley Stadium dai Principi William e Henry in onore della madre: esibisce Your Song, Saturday Night's Alright for Fighting, Tiny Dancer e Are You Ready for Love.
Nel 2008 il pianista di Pinner partecipa, assieme al suo amico Neil Tennant (membro del celebre duo dei Pet Shop Boys), a un singolo natalizio dei Killers disponibile solo come download (Joseph, Better You Than Me).
Occorre inoltre citare la collaborazione di John col regista Baz Luhrmann nella colonna sonora del film Australia (sigillata dal brano The Drover's Ballad).
Nel 2009 la rockstar concede al rapper Dj Ironik di campionare Tiny Dancer per la creazione di un brano; il risultato prodotto (Tiny Dancer (Hold Me Closer)) raggiunge una numero 3 UK. Nello stesso anno, inoltre, l'attività concertistica risulta decisamente più interessante: dopo aver concluso il tour del Red Piano a Las Vegas, Elton riprende a collaborare con Billy Joel (Face to Face) negli Stati Uniti[93] e, cosa ancora più sorprendente, con il fidato percussionista Ray Cooper (dopo oltre 15 anni) in un minitour europeo solo piano e percussioni con date in Francia, Italia e Regno Unito[94]. Nel frattempo, l'11 settembre tiene a Napoli un concerto gratuito solo piano davanti a circa 80.000 persone.
Sempre nel 2009, Elton collabora con gli Alice in Chains, suonando il piano nel brano Black Gives Way To Blue (che dà il titolo al loro nuovo album). La traccia è dedicata al defunto ex-cantante della band, Layne Staley, morto per overdose di eroina nel 2002. Gli Alice in Chains si sono dichiarati onorati di poter suonare con una star del calibro di Elton John, il pianista inglese dal canto suo ha dichiarato: "Sono stato un ammiratore di Jerry Cantrell per molto tempo, e quando mi ha chiesto di suonare su 'Black Gives Way To Blue' è stato un grande piacere, non ho saputo resistere"[95].
Subito dopo parte il minitour con Ray Cooper: i concerti (che costituiscono da sempre uno dei punti più alti dell'attività live di Elton[94]) si rivelano un grande successo artistico, in quanto vengono resuscitate alla perfezione vecchie glorie (come Indian Sunset, Levon, Better Off Dead, I Think I'm Going to Kill Myself e Crazy Water) e rispolverati brani più recenti come Original Sin, Blues Never Fade Away, American Triangle, Weight of the World e The Emperor's New Clothes (mai eseguita live in precedenza); da menzionare anche la chiusura piano e percussioni di Saturday Night's Alright for Fighting e l'insolita accoppiata Carla Etude/Blessed (Tonight, infatti, prosegue Funeral for a Friend, come da tradizione nei concerti con Ray).
All'improvviso, dopo l'avvio di quello che avrebbe dovuto essere l'ultimo tour del Red Piano, Elton viene ricoverato d'urgenza in ospedale, presumibilmente a causa di una grave infezione del batterio E. coli[96] che mette in allarme i fans di tutto il mondo: vengono cancellate le rimanenti date del tour, oltre agli spettacoli del Face to Face con Joel. Fortunatamente, la cosa si risolve in breve tempo[97] ed Elton torna nuovamente sul palco.
Nel 2010, la rockstar riprogramma le date degli spettacoli con Joel e annuncia nuovi show in coppia con Ray (con questo tour, è in Italia a Milano, Roma, Trani e Taormina[98]); il 31 gennaio, inoltre, duetta per la prima volta con Lady Gaga in occasione della cerimonia dei Grammy Awards[99], e qualche mese dopo il Greatest Hits Tour con la Elton John Band prosegue come di consuetudine: due show particolarmente significativi si sono tenuti in Marocco (il 26 maggio, davanti ad oltre 40.000 spettatori esultanti[100]) e in Israele (il 17 giugno, davanti a circa 50.000 israeliani[101]).
Ma le attenzioni dei fans e della critica sono tutte rivolte al nuovo album (registrato a Los Angeles a gennaio e febbraio 2010 e in uscita in Europa il 25 ottobre 2010), prodotto insieme a Bernie, al cantautore Leon Russell e al produttore T-Bone Burnett: esso, intitolato The Union, risulta essere di chiara matrice gospel (non senza tocchi di blues, soul, country e rock) ed è formato da un totale di 14 canzoni (16 nell'edizione Deluxe e in formato doppio LP) in cui suonano artisti del calibro di Robert Randolph, Jay Bellerose, Dennis Crouch e Marc Ribot, oltre a due sezioni di fiati e di cori di alto livello; in più, vengono messe in evidenza come guest star Neil Young e Brian Wilson[102]. John ha infatti deciso di tornare alle origini della propria carriera artistica, cercando di riaffermare il nome di Russell (spesso dimenticato) e basandosi sulla composizione di album ricercati e sofisticati; ha inoltre affermato di non voler più cercare di scalare le classifiche internazionali[102], dichiarando in seguito di considerare terrificanti il livello qualitativo del pop contemporaneo e i reality show[103] (rei di creare illusioni, sguinzagliando gli inadeguati partecipanti in un mondo proibitivo e massacrante come quello dello show-biz[104]).
Nel mese di marzo Elton ha eseguito alcuni concerti live con Ray Cooper in Sudafrica (Under African Skies) e ha inserito un brano del nuovo disco nella scaletta degli show: You're Never Too Old (to Hold Somebody). Altri brani fuoriusciti progressivamente dalle sessions sono stati I Should Have Sent Roses e la russelliana If It Wasn't for Bad (scelta come primo singolo), mentre a Milano il pianista di Pinner ha eseguito in anteprima Gone to Shiloh, drammatico pezzo concernente la Guerra di secessione americana e la battaglia di Shiloh (sulla falsariga concettuale di brani come My Father's Gun, Where to Now St. Peter? e Indian Sunset).
Il 19 ottobre si ha la pubblicazione ufficiale di The Union negli Stati Uniti, e i due artisti hanno eseguito interamente l'album e alcuni rispettivi pezzi storici al Beacon Theatre di New York (insieme ai session men del disco) nel corso di un concerto filmato dal regista Cameron Crowe[105]. Generalmente la critica, salvo qualche eccezione, ha accolto molto favorevolmente il nuovo prodotto, e in qualche caso le recensioni sono state decisamente calorose ed entusiasmanti (basti pensare alle 5 stelle della rivista Rolling Stone[106]). Il 25 ottobre l'album viene pubblicato anche in Europa (e il 26 approda nel Belpaese). Presso il grande pubblico, viene globalmente riscontrato maggior successo rispetto ai due precedenti dischi (negli USA, The Union consegue una numero 3, per la prima volta dai tempi di Blue Moves[107], mentre nel Regno Unito staziona per una settimana alla numero 12); per il 2011 è previsto un The Union tour in coppia con Leon, volto a pubblicizzare ulteriormente l'album. La collaborazione con il produttore T-Bone Burnett dovrebbe proseguire anche nel 2012 con un nuovo album di inediti che è già stato annunciato.
Elton John e il suo partner sono diventati i genitori di un bimbo nato da una madre surrogata in California il giorno di Natale. Lo ha riportato US Weekly. Zachary Jackson Levon Furnish-John è il primo figlio per la rockstar britannica e il regista canadese David Furnish, che stanno insieme dall'inizio degli anni novanta. "Siamo sopraffatti dalla felicità e della gioia in questo momento davvero speciale", hanno detto i due.
A partire dalla seconda metà degli anni novanta, l'attività di compositore di Elton John si è estesa anche nel campo dei musical.
Nel 1997 è andato in scena il pluripremiato The Lion King, scritto con Tim Rice dall'omonimo film Disney; è uno dei musical di maggior successo dell'ultimo decennio, è ancora stabilmente presente a Broadway e ha iniziato a girare per i teatri di tutto il mondo[108]. Nel 1999, sempre per la Disney e ancora su testi di Rice, ha composto Aida, rilettura dell'opera di Giuseppe Verdi, altro buon successo (durato sei anni) a Broadway[109], in seguito rappresentata in varie lingue (la versione italiana ha debuttato nel 2007 a Genova).
Nel 2005 è stata la volta di Billy Elliot the Musical, tratto dall'omonimo film inglese, con testi di Lee Hall (autore anche della sceneggiatura del film), enorme successo dei teatri londinesi e arrivato anche a Broadway nel 2008[85].
Meno bene, invece, per The Vampire Lestat (2006), quello che doveva essere il più ambizioso (erano anni che lui e Bernie Taupin pensavano a questo progetto), tratto dalle opere di Anne Rice (Cronache dei vampiri) e prodotto dalla Warner Bros.: dopo un rodaggio a San Francisco e il debutto a Broadway, la tiepida accoglienza con cui è stato accolto ha fatto sì che le rappresentazioni siano state sospese dopo appena un mese e il progetto pare ormai definitivamente accantonato[86]; anche la prevista colonna sonora con il cast di Broadway, già incisa e pronta per essere lanciata sul mercato, è stata bloccata e probabilmente non vedrà mai la luce.
Un progetto che non vede coinvolto direttamente Elton John è la messa in scena di un nuovo musical ispirato ad uno dei suoi dischi migliori, Tumbleweed Connection, l'album ispirato all'epopea del vecchio West: lo spettacolo, chiamato per l'appunto Tumbleweed Connection: il musical[110], ha debuttato il 19 ottobre 2007 in California.
[modifica] Stile musicale e profilo vocale
Negli anni settanta, lo stile musicale di Elton si configurò immediatamente come qualcosa di speciale e particolare, essendo completamente basato sul pianoforte in un mondo dominato dai chitarristi (tra l'altro, nei suoi primi concerti, John azzardò l'improponibile: eliminare completamente la chitarra per far spazio esclusivamente al pianoforte, al basso e alla batteria. È a questo periodo che risale la sua fase artistica maggiormente ispirata). La rockstar si è rivelata importante nell'evoluzione storica del piano rock[111] e del rock and roll, fondendo caratteristiche tipiche della tradizione musicale europea (inculcategli dall'educazione classica ricevuta alla Royal Academy of Music di Londra) con elementi e improvvisazioni provenienti dalla cultura afroamericana[42] (pur essendo stata una figura di stampo classico, non particolarmente innovativa o sperimentatrice); non sorprende quindi che nella discografia dell'artista possano coesistere tranquillamente un brano cupo, complesso e orchestrale come The King Must Die e un pezzo R&B come Bennie and the Jets, eclettico e nevrotico. Resta tuttavia impossibile classificare Elton John in un'unica e chiara corrente musicale: egli ha più che altro proposto uno stile prettamente personale, dopo essersi ispirato particolarmente a personaggi come Leon Russell, Fats Domino, Little Richard e Jerry Lee Lewis[3][25] e aver proseguito la loro opera. Questo gli ha permesso di avventurarsi artisticamente in ogni ambito: tra i suoi brani, molti si possono catalogare nel pop più classico[1]; altri sono decisamente influenzati dal country[1]; altri ancora possono a pieno diritto classificarsi nel progressive rock[1]. Elton divenne inoltre una famosissima star glam rock, arrivando ad indossare sul palco costumi impensabili e incredibili occhiali. Sul finire degli anni settanta, infine, non è difficile notare una leggera influenza della discomusic in alcune melodie[1]. I risultati di questa profonda poliedricità artistica, uniti ai testi di Bernie Taupin (spesso decisamente ermetici ed enigmatici ma emozionanti) costituiscono qualcosa di unico nella storia della musica[112].
La fase maggiormente ispirata e creativa di tutta la carriera di Elton John, come si è già accennato in precedenza, equivale ai primissimi anni settanta, dal 1969 al 1971; le melodie, arricchite dai testi di Taupin, erano sofisticate e complesse, eppure semplici al tempo stesso. L'orchestra diretta da Paul Buckmaster agiva come un unico strumento, e i brani musicali erano registrati dal vivo e molto velocemente, spesso in pochi minuti[3][112]. Non c'era ancora in studio una Elton John Band; l'artista era piuttosto accompagnato da una nutrita sessione di quotati session men, mentre la produzione era affidata a Gus Dudgeon. Tra i brani prodotti in questa fase figurano Sixty Years On, Burn Down the Mission, Take Me to the Pilot, Indian Sunset, First Episode at Hienton, I Need You to Turn To, Come Down in Time, Talking Old Soldiers, Levon, Madman Across the Water e Tiny Dancer.
Your Song presenta una struttura standard nella discografia eltoniana, simile a quella di molte altre canzoni prodotte dalla star:
- Innanzitutto, è in forma strofica, e musicalmente ripete la strofa prima di passare al chorus;
- Sebbene il pianoforte di Elton sia molto evidente solo nella parte iniziale del brano e in quella finale, esso costituisce lo scheletro della composizione e la base della melodia: tutti gli altri strumenti, orchestra inclusa, modellano il suono su queste fondamenta.
- Il brano parte in sordina, sviluppandosi poi in un lento crescendo culminante in un climax tutti. Altre canzoni simili, ma ovviamente composte in seguito, sono Rocket Man e Don't Let the Sun Go Down on Me.
Elton presenta anche uno stile canoro unico e prettamente personale; il suo modo di pronunciare le parole è talvolta particolare, soprattutto alla fine del verso di un brano (non è difficile notare il modo "affrettato" di pronunciare la frase "Like a puppy child", in Amoreena). Negli anni settanta, inoltre, John utilizzava spesso e volentieri un altissimo falsetto (simile a quello dei Four Seasons), molto evidente in brani come Goodbye Yellow Brick Road, We All Fall in Love Sometimes o The Cage; questo ovviamente alterava la sua voce, ma Elton non aveva alcun problema nel tornare immediatamente al suo timbro originario (tenore). Ben Folds dichiarò a tal proposito: "Negli anni Settanta, mischiava il suo falsetto e la sua voce di petto in un effetto davvero fantastico. C'è quel punto in 'Goodbye Yellow Brick Road', dove canta 'on the grooound' - la sua voce è in tutto il negozio. Quando lo fa, è come saltare da un trampolino".
Nel 1986, John iniziò ad accusare dei seri problemi alla voce sempre più roca, come si può notare nell'album Live in Australia with the Melbourne Symphony Orchestra; nel gennaio del 1987 affrontò quindi una complicata operazione alla gola per rimovere dei noduli dalle corde vocali; inizialmente si parlò di un'infezione, ma in tempi recenti la star ha dichiarato che tutto fu causato da un abuso eccessivo di varie droghe[113]. L'operazione rese la voce di Elton più profonda (da baritono), come si può chiaramente udire nelle registrazioni susseguenti, ed eliminò completamente il suo falsetto. John dipese dalle sostanze stupefacenti fino al 1990, quando, scosso dal triste caso di Ryan White, si chiuse in un centro di riabilitazione e ne uscì completamente guarito.
[modifica] Influenze su altri artisti
Con il suo stile armonico e particolare, Elton John ha influenzato moltissimi tra musicisti (in special modo pianisti), cantanti e compositori e caratterizzato in senso rilevantissimo la storia del rock: nell'immaginario collettivo è accostabile a personaggi come i Beatles e i Rolling Stones[114]. Tra gli artisti influenzati dalla rockstar, si citano Phil Collins[115], i Queen[115], Axl Rose dei Guns N' Roses (che decise di diventare un cantante dopo aver ascoltato brani come Bennie and the Jets, Ballad of a Well-Known Gun e Someone Saved My Life Tonight), Billy Joel[114], George Michael, i Take That[116], Marc Cohn[115], Rufus Wainwright, Kate Bush[117], Peter Cincotti[115], Ben Folds e i Ben Folds Five[115], Tori Amos[118], i The Last Goodnight[115], Céline Dion[115], Shania Twain[115], Grégoire[115], Nobuo Uematsu[119] (il compositore affermò: "Nessuno scrive una melodia come lo fa lui"), Lenny Kravitz[120], Barry Manilow[115], P!nk[121], Rivers Cuomo, Ryan Adams, Thom Yorke (dei Radiohead), gli Scissor Sisters[122], Dave Mustaine dei Megadeth, i Sigur Rós[123], Sara Bareilles[124], Jamie Cullum[120], Daniel Powter[120], Mika[120], Richard Marx[115], Brandi Carlile[115], Christina Milian[115], i Something Corporate[115] e i Crowded House[115]. Anastacia, inoltre, si esercitò a cantare proprio grazie ai dischi di Elton John che le faceva ascoltare la madre.
In Italia, ha delle influenze fortemente eltonjohniane il primo Antonello Venditti (la sua casa discografica voleva lanciarlo come l'Elton John di Trastevere[125]): nei lavori iniziali del cantautore romano (come l'album L'orso bruno, dove il brano L'ingresso della fabbrica viene persino introdotto dagli stessi accordi di Your Song), l'arrangiatore Vince Tempera si rifà esplicitamente al lavoro effettuato da Paul Buckmaster negli album della rockstar britannica, arrivando talvolta ai limiti del plagio. Proprio come Francesco De Gregori che, dopo essersi ispirato ad Elton in alcune delle sue produzioni[126], ne ha addirittura plagiato un brano, seppur parzialmente[127] (La leva calcistica della classe '68 ha una linea melodica pressoché identica a quella di The Greatest Discovery). John ha anche influenzato artisti come Riccardo Cocciante, Umberto Tozzi (quest'ultimo si ispirò a Saturday Night's Alright for Fighting per le note iniziali della sua Gloria, come affermò in un'intervista pubblicata su TV Sorrisi & Canzoni) e Belen Thomas[128].
[modifica] Elton e l'Italia - Concerti Italiani
La fama di Elton John in Italia è inizialmente legata all'enorme successo di Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player e in particolare di Crocodile Rock, che domina la classifica dei singoli più venduti in Italia nel 1973[39]. Anche se tale exploit resta un caso isolato, da Madman Across the Water (distribuito da noi nel 1972) a 21 at 33 (1980) Elton è presenza costante tra i 100 LP più venduti annualmente.
Nel 1989 raggiunge la numero 3 con Reg Strikes Back[39], grazie al videoclip di Town of Plenty utilizzato come sigla di un popolare programma RAI per ragazzi (Big!) e alla partecipazione al Festival di Sanremo 1989 col fortunato (da noi) singolo A Word in Spanish. Il successo prosegue con Sleeping with the Past (numero 6[39]), The Very Best of Elton John (numero 1[39]), The One (numero 1[39]), Duets (numero 3[39]), Made in England (numero 4[39]), Love Songs (numero 2[39]), The Big Picture (numero 1[39]), fino a Songs from the West Coast (numero 3[39]), tanto che in Italia è decisamente più noto il repertorio degli anni 90 rispetto a quello del periodo d'oro (1970-76), caso piuttosto anomalo. Gli ultimi album invece hanno avuto scarsi riscontri, in linea in ogni caso col resto del mondo, poco aiutati da una stampa che privilegia Elton come personaggio da gossip, ignorando i suoi contributi alla musica.
La popolarità italiana (Elton, tra l'altro, è anche proprietario di una palazzina del XV secolo a Venezia, sull'isola della Giudecca, dove trascorre periodi di soggiorno) è stata favorita anche dall'amicizia con Gianni Versace, che negli anni novanta gli curò il look e gli disegnò la copertina di The One. In memoria dello stilista, morto nel 1997, Elton si è esibito nel 2004 in un concerto (trasmesso da Rai 2) a Reggio Calabria, sua città natale.
Dopo il primo tour italiano del 1973, rimandato varie volte per alcuni problemi, il pubblico italiano ha dovuto aspettare fino al 1984 per vederlo live, dopo che l'Italia era stata cancellata da tutte le star internazionali a causa dei disordini degli anni settanta (ma nel 1979 l'artista inglese aveva partecipato al varietà televisivo della Rete 2 RAI Così per caso, condotto da Don Lurio e Cecilia Buonocore). A partire dagli anni novanta, avendo intensificato i suoi tour mondiali, è ritornato frequentemente da noi, sia con la band, sia con i suoi spettacoli solo piano, riscuotendo sempre un buon successo.Giugno 1995, Elton John vuole come ospite d'onore nella sua tournée italiana la cantante italiana Giorgia. Il cantautore britannico definì quella di Giorgia "una delle più belle voci del mondo". Ancora adesso nessun altro cantante italiano ha mai ricevuto l'onore di collaborare con Elton John[5]. Due show sono stati particolarmente significativi; il primo, avvenuto a Roma nel 2005, ha visto Elton come protagonista assoluto del terzo Telecomcerto, durante il quale la rockstar ha proposto una scaletta non dissimile da quella delle altre date europee del tour con band (lo spettacolo, gratuito, è avvenuto davanti a circa 400.000 persone; l'evento è stato trasmesso anche dalla Rai). Il secondo è invece più recente: nel 2009, infatti, Sir Elton viene annunciato come ospite d'onore della festa di Piedigrotta 2009 e l'11 settembre tiene a Napoli un concerto gratuito (denominato Concerto per la pace in ricordo della tragedia delle Torri Gemelle) davanti a circa 80.000 persone[129]; evento, questo, trasmesso anche da RaiRadio2 (in diretta) e Rai 2 (in differita) e dedicato a Guy Babylon, il tastierista della Elton John Band morto improvvisamente il 2 settembre[130]. Tra i brani in scaletta, oltre ai classici come Your Song (in questo caso dedicata all'amico) e Rocket Man, anche pezzi raramente eseguiti o poco conosciuti, come The One, Sixty Years On, The Greatest Discovery, I Need You to Turn To, Border Song, Ballad of the Boy in the Red Shoes e Carla Etude/Tonight, oltre a una Take Me to the Pilot impreziosita da un lungo preludio comprendente 'O sole mio e Song for Guy.
Sempre nel 2009, Elton è tornato in Italia con lo storico percussionista Ray Cooper (precisamente a Milano, a distanza di 15 anni da uno spettacolo del genere), ridando vita a un particolare tipo di show, solo piano e percussioni, più lungo del normale e corredato dei brani meno conosciuti, ma artisticamente più significativi, della carriera della rockstar. Nel 2010 Elton ha riproposto questo tipo di spettacolo in un vero e proprio Italian tour, comprendente le date di Milano (17 settembre), Roma (19 e 20 settembre), Trani (22 settembre) e Taormina (24 settembre). Particolarmente curiosa la vicenda del concerto[131], annunciato in pompa magna per il 23 settembre sulla Piazza del Duomo di Trani, cancellato a causa dei costi e di presunte incomprensioni con lo staff della rockstar per poi essere nuovamente confermato il giorno 22 al Monastero di Colonna. Ha attirato numerose e controverse critiche da parte di alcuni ecclesiastici come Giacomo Babini, che hanno condannato apertamente e duramente l'omosessualità di John con frasi di stampo integralista e omofobico[131]. Ciò nonostante, il vescovo di Trani non ha preso posizione in materia e lo show si è tenuto regolarmente[131].
- 11 aprile 1973 Palasport - Napoli
- 12 aprile 1973 Palasport - Roma
- ? aprile 1973 Velodromo Vigorelli - Milano
- ? aprile 1973 Stadio (?) - Firenze
- 18 aprile 1973 Palasport (Parco Ruffini) - Torino
- 19 aprile 1973 Palasport - Genova
- 11 giugno 1984 Palatenda - Milano
- 12 giugno 1984 Palatenda - Milano
- 26 aprile 1989 Arena - Verona
- 27 aprile 1989 Palatrussardi - Milano
- 28 aprile 1989 Palaeur - Roma
- 6 luglio 1992 Stadio Dall'Ara - Bologna (spettacolo doppio con Eric Clapton)
- 10 luglio 1992 Stadio Brianteo - Monza (spettacolo doppio con Eric Clapton)
- 6 giugno 1993 Forum - Milano
- 20 novembre 1994 Forum - Milano solo piano + Ray Cooper
- 22 novembre 1994 Palaeur - Roma solo piano + Ray Cooper
- 30 maggio 1995 Palamalaguti - Bologna
- 14 novembre 1998 BPA - Pesaro
- 15 novembre 1998 Forum - Milano
- 2 luglio 1999 Piazza Napoleone - Lucca solo piano
- 20 giugno 2000 Stadio Rigamonti - Brescia solo piano
- 27 novembre 2000 Palasport - Firenze solo piano
- 28 novembre 2000 Forum - Milano solo piano
- 25 maggio 2002 Arena - Verona
- 10 luglio 2003 Teatro Greco - Taormina solo piano
- 15 luglio 2003 Piazza Napoleone - Lucca solo piano
- 16 dicembre 2003 Forum - Milano
- 18 dicembre 2003 Palasport - Roma
- 19 dicembre 2003 Teatro La Fenice - Venezia solo piano
- 26 maggio 2004 Velodromo Paolo Borsellino - Palermo solo piano
- 8 giugno 2004 Spazio Espositivo della Fiera - Genova solo piano
- 9 giugno 2004 Stadio Oreste Granillo - Reggio Calabria solo piano
- 29 settembre 2004 Studio 90 - MTV live - Milano (a inviti)
- 12 luglio 2005 Arena Santa Giuliana - Perugia (Umbria Jazz)
- 1 settembre 2005 Lazzaretto - Bergamo
- 3 settembre 2005 Fori Imperiali - Roma (Telecomcerto)
- 10 luglio 2007 Piazza Napoleone - Lucca
- 9 luglio 2008 Piazza San Marco - Venezia solo piano
- 7 luglio 2009 Arena - Verona Elton & Band
- 11 settembre 2009 Piazza del Plebiscito - Napoli solo piano
- 29 settembre 2009 Forum - Milano solo piano + Ray Cooper
- 17 settembre 2010 Teatro degli Arcimboldi - Milano solo piano + Ray Cooper
- 19 settembre 2010 Auditorium - Roma solo piano + Ray Cooper
- 20 settembre 2010 Auditorium - Roma solo piano + Ray Cooper
- 22 settembre 2010 Monastero di Colonna - Trani solo piano + Ray Cooper
- 24 settembre 2010 Teatro Antico - Taormina solo piano + Ray Cooper
- 12 luglio 2011 Villa Contarini - Padova Elton & Band
- 13 luglio 2011 Auditorium - Roma Elton & Band
- 14 luglio 2011 Piazza Napoleone - Lucca Elton & Band
[1]
[modifica] Discografia ufficiale
La discografia è composta da 31 album in studio, 4 album live, 4 colonne sonore e 8 raccolte ufficiali.
[modifica] Principali partecipazioni in dischi di altri artisti
Elton John ha collaborato nel corso della sua attività di musicista e cantante a tantissimi dischi di altri artisti, in forma più o meno anonima e oltre a queste, esistono decine di altre partecipazioni, come pianista o cantante, e svariati dischi tributo ad altri artisti. In riferimento agli inizi della sua carriera, non si conosce effettivamente il numero esatto di pubblicazioni realizzate nei vari paesi europei (cover anonime che replicavano i successi del momento).
Numerose sono inoltre le partecipazioni a compilation collettive di tributo ad altri artisti: a Curtis Mayfield (1993), George Gershwin (1994), Leonard Cohen (1995), Noel Coward (1998), Luther Vandross (2005), Fats Domino (2007), Charles Aznavour (2008).
[modifica] Principali collaborazioni nei dischi di Elton John
- Rick Wakeman (1971)
- Chris Spedding (1971)
- Mick Ronson (1971)
- Jean-Luc Ponty (1972)
- Dusty Springfield (1974)
- Tower of Power (1974)
- Carl Wilson, Bruce Johnstone (vedi Beach Boys; 1974, 1976, 1980, 1988)
- David Crosby e Graham Nash (1976)
- David Sanborn (1976)
- Tim Renwick (1978)
- Byron Berline (1980)
- Don Henley, Glenn Frey, Timothy B. Schmit (vedi Eagles; 1980)
- Mickey Raphael (1981)
- Jeff Porcaro (1982)
- Pete Townshend (1982, 1988)
- Stevie Wonder (1983, 1993, 2001)
- George Michael (1985, 1993)
- John Deacon, Roger Meddows-Taylor (vedi Queen; 1985, 1986)
- Cliff Richard (1986)
- Freddie Hubbard (1988)
- Eric Clapton (1992)
- David Gilmour (1992)
- collaborazioni in Duets (1993): k.d. lang, P.M. Dawn, Little Richard, Don Henley, Kiki Dee, Chris Rea, Tammy Wynette, Nik Kershaw, Gladys Knight, RuPaul, Marcella Detroit, Paul Young, Bonnie Raitt, Leonard Cohen
- collaborazioni in Elton John and Tim Rice's Aida (1999): Sting, LeAnn Rimes, Tina Turner, Angelique Kidjo, Spice Girls, Janet Jackson, Boyz II Men, Shania Twain, Lenny Kravitz, James Taylor, Lulu, Kelly Price, Dru Hill
- Randy Newman (2000)
- duetti in One Night Only (2000): Anastacia, Mary J. Blige, Bryan Adams, Ronan Keating
- Billy Preston (2001)
- Rufus Wainwright (2001)
- Neil Young (2010)
- Brian Wilson (2010)
- artisti presenti nella compilation-tributo Two Rooms: Celebrating the Songs of Elton John & Bernie Taupin (1991): Eric Clapton, Kate Bush, Sting, Who, Beach Boys, Wilson Phillips, Joe Cocker, Jon Bon Jovi, Tina Turner, Hall & Oates, Rod Stewart, Oleta Adams, Bruce Hornsby, Sinead O'Connor, Phil Collins, George Michael
Nel corso della sua carriera, Elton John ha usato diversi pseudonimi. Qui di seguito ne troviamo elencati alcuni[132] (sono ovviamente esclusi i lavori in cui è accreditato come Reg Dwight o Elton John):
- Rockaday Johnny: pianoforte nel brano Redneck Friend, proveniente dall'album di Jackson Browne For Everyman (1974).
- Ann Orson: compositore dei brani Hard Luck Story (singolo del 1974 di Kiki Dee) e Don't Go Breaking My Heart (singolo del 1976 di Elton e della Dee). I testi di entrambe le canzoni (provenienti da Rock of the Westies del 1975) furono scritti da Bernie Taupin (sotto lo pseudonimo di Carte Blanche: l'espressione Orson Carte costituiva un gioco di parole della frase "horse and cart"); Elton comunque partecipò attivamente alla stesura del testo di Don't Go Breaking My Heart.
- Reggae Dwight: compositore del brano Jamaica Jerk - Off (testo di Toots Taupin), proveniente dall'album del 1973 Goodbye Yellow Brick Road; lo pseudonimo di Elton si riferisce alla chiara corrente musicale di appartenenza della canzone, mente quello di Bernie a Toots Hibbert, facente parte del gruppo reggae Toots & the Maytals.
- Redget Buntovan: pianoforte nell'album della rockband Blue Another Night Time Flight (1977, prodotto da Elton e Clive Franks). Lo pseudonimo era uno spoonerismo dell'espressione "Budget Rent-O-Van" e si riferiva al vero nome della rockstar, Reg).
- Tripe: compositore del brano The Man Who Loved To Dance, B-side di un singolo di Kiki Dee del 1977. Il testo è stato scritto da Onions (pseudonimo di Bernie Taupin).
- Dinah Card: compositore del brano Cartier, una B-side di un suo singolo del 1980. Il testo è stato scritto da Carte Blanche (pseudonimo di Bernie Taupin); l'espressione Dinah Card costituiva un gioco di parole della frase "Diner's Card").
- Lord Choc Ice: compositore dei brani Choc Ice Goes Mental e Earn While You Learn, B-side di suoi singoli del 1983.
- Lady Choc Ice: co-autore (insieme a Cher) del brano Don't Trust That Woman, proveniente dall'album del 1986 Leather Jackets.
- Nancy Treadlight: pianoforte nella reinterpretazione di Sting del brano Come Down in Time, proveniente dall'album tributo del 1991 Two Rooms: Celebrating the Songs of Elton John & Bernie Taupin.
- Born to Boogie (1972): sé stesso
- Tommy (1975): Mago del flipper
- Spice World (1997): sé stesso
- The Country Bears (2002): sé stesso
- Elton John: Me, Myself & I (2007): sé stesso
[modifica] Elton John Band
[modifica] Premi e riconoscimenti
- ^ a b c d e f g h i j k Stephen Thomas Erlewine. (EN) Elton John. Allmusic.com. URL consultato in data 16 agosto 2010.
- ^ Paul Rhodes. (EN) History of Glam rock. Classicrock.about.com. URL consultato in data 16 agosto 2010.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Elton: The Biography, David Buckley, Chicago Review Press, 2007
- ^ Sir Elton John compie 60 anni. Tgcom.mediaset.it, 23 marzo 2007. URL consultato in data 16 agosto 2010.
- ^ Elton John - BIOGRAFIA. Musicalstore.it. URL consultato in data 16 agosto 2010.
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- ^ (EN) Concert Live - Elton John. Concertlive.co.uk. URL consultato in data 16 agosto 2010.
- ^ (EN) Modern Piano Rock Differs From Music of Piano Rock Pioneers. Syl.com, 18 gennaio 2006. URL consultato in data 16 agosto 2010.
- ^ (EN) Ranking of Elton John´s best albums. classora.com. URL consultato in data 2 ottobre 2011.
- ^ (EN) Elton John - Rolling Stone Music. Rollingstone.com. URL consultato in data 22 agosto 2010.
- ^ Simone Porrovecchio. Elton John - Espresso 2010. Eltonjohnitaly.com, 25 giugno 2010. URL consultato in data 21 agosto 2010.
- ^ Giancarlo Passarella. Il rock di Robert Plant ed il jazz di Courtney Pine saranno futuri quasi baronetti. Musicalnews.com, 31 dicembre 2008. URL consultato in data 21 agosto 2010.
- ^ repubblica.it. URL consultato in data 30/08/2011.
- ^ Billy Joel. (EN) The Immortals - The Greatest Artists of All Time: 49) Elton John : Rolling Stone. Rollingstone.com, 15 aprile 2004. URL consultato in data 22 agosto 2010.
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- ^ √ Industria musicale - Elton John (e Lady D.) superano i 37 milioni di copie: la classifica dei 10 singoli più venduti di sempre. Rockol.it, 30 ottobre 1997. URL consultato in data 10 settembre 2010.
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