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« Ah sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto... »
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(Lucio Dalla, Caruso)
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Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un musicista, cantautore e attore italiano.
Musicista di formazione jazz, è stato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani di sempre[1][2][3]. Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato con curiosità ed eclettismo nei più svariati generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale[4][5]. Autore inizialmente solo delle musiche si è riscoperto, in una fase matura, anche paroliere e autore dei suoi testi[6]. Nell'arco della sua lunghissima carriera, che ha raggiunto i cinquant'anni di attività, ha sempre suonato da tastierista, sassofonista e clarinettista, sua grande passione fin da giovanissimo[7].
La sua copiosa produzione artistica ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini dell'Opera e della musica lirica[8]. Inoltre è stato un autore conosciuto anche all'estero[9], ed alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue: da 4/3/1943 che Chico Buarque De Hollanda tradusse in portoghese come Minha historia[10], a Tutta la vita che Olivia Newton-John incise nel 1989 nel suo album The Rumour (tradotta da Davitt Sigerson[11]) , da Se io fossi un angelo e Canzone, entrambe lanciate in spagnolo da Ana Belen (come Si Yo Fuera un Ángel e Cancion[12]) a Caruso, incisa anch'essa in svariate lingue da moltissimi artisti tra cui Enrique Candela (in spagnolo), Helmut Lotti (in inglese), Mireille Mathieu (in francese) e Richard Galliano (strumentale)[13].
Data la lunga carriera e la continua capacità di sperimentare e rinnovarsi, la musica di Lucio Dalla è sempre sfuggita a qualsiasi tipo di etichettatura o classificazione[14]. Per facilitarne meglio la comprensione, tutta la sua produzione può essere racchiusa in quattro grandi periodi: le origini e il periodo sanremese (tra il 1962 e il 1972 con il gruppo musicale "Gli Idoli")[15], la collaborazione con Roversi (tra il 1973 e il 1976)[16], la maturità artistica (tra il 1977 e il 1996)[17] e la fase pop degli ultimi anni, alternata da varie incursioni nella musica colta e accademica[18].
Figlio del bolognese Giuseppe Dalla, direttore in città del club di tiro a volo (sarà citato in "Come è profondo il mare": "Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani...")[19], e della sarta e casalinga Iole Melotti (ritratta nella copertina dell'album Cambio)[20], Dalla trascorre la prima parte dell'infanzia nella sua Bologna[21]. Quando nel 1950, il padre morì, stroncato da un tumore, la madre decise di istruirlo presso il Collegio Vescovile "Pio X" di Treviso, dove trascorse le scuole elementari iniziando ad esibirsi nelle varie recite scolastiche[22]. Dalla, più avanti tornerà a parlare della morte del padre, in un'intervista rilasciata nei primi anni ottanta: "Avevo sette anni...provai la sensazione struggente di una perdita che mi consentiva di dire a me stesso con pietà e tenerezza: da oggi sei solo come un cane[23]. Ancora: "Così ho imparato a fare della mia vita un modello di solitudine, cioè a cercarmela, a organizzarmela, a viverla, questa mia solitudine, come un momento di benessere profondo, necessario per una corretta lettura dell'esistenza"[24]. Di pari passo cresceva la sua passione per il teatro nelle recite parrocchiali e la leggenda vuole che Padre Pio cercò di dissuaderlo dal continuare la carriera artistica, ma lui avvertì sempre più forte il richiamo del palcoscenico[25].
Tra l'altro suo zio Ariodante Dalla, è stato un cantante melodico molto popolare negli anni quaranta e cinquanta[26], e proprio all'inizio di quest'ultimi, il piccolo Lucio imparò a suonare la fisarmonica[27]. Anche in merito a questo Dalla ha più volte ricordato come sua madre fosse convinta di avere un figlio geneticamente portato per lo spettacolo e l'arte, non ostacolandolo mai nei suoi propositi di entrare nel mondo della musica: " Avevo undici anni, quando mia madre, donna strana, una stilista che non sapeva mettere un bottone, mi portò in un istituto psicotecnico di Bologna, per un test sulle mie attitudini, risultò che ero un mezzo deficiente"[28]. Ancora:" Mia madre sospettava fossi un genio, anche per questo mi lasciò partire a quindici anni per Roma"[29]. Il percorso scolastico di Dalla, infatti, non fu mai lineare: terminate le scuole dell'obbligo iniziò prima ragioneria, passando poi al liceo classico e infine al liceo linguistico. "A scuola andavo male, ricorderà l'artista, nel 2001, in un'intervista a Repubblica, preferivo andare in giro a suonare, a 17 anni, ero già a Roma a fare musica"[30].
[modifica] L'adolescenza e la passione per il jazz
Tornato adolescente a Bologna, si appassionò al jazz: Walter Fantuzzi, marito di una collega della madre, con il quale Lucio trascorreva le vacanze in Puglia, gli regalò, per il suo decimo compleanno un clarinetto, a ricordare il fatto sarà lo stesso Dalla: "il mio vicino di casa che era un filojazzomane, quando avevo dieci, undici anni, venne a casa mia, prese la mia fisarmonica rossa e la buttò fuori dalla finestra, il giorno dopo mi regalò un clarinetto, e lì mi si aprì un mondo[31]. Il giovane Lucio, così, da assoluto autodidatta, imparò a suonare il clarino, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città, mettendosi ben presto in evidenza. Proprio in questo periodo conobbe Gianfranco Baldazzi, che nel tempo diventerà collaboratore e paroliere dei suoi primi tre album[32]. In qualità di clarinettista, divenne membro di un complesso jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, di cui fece parte anche il regista Pupi Avati, il quale, sentendosi "chiuso" dal talento di Dalla, abbandonò presto il gruppo, trovando in futuro la via del cinema[33]. Pupi Avati, in varie interviste ha anche dichiarato, con il sorriso, che la sua gelosia nei confronti di Dalla era arrivata a tal punto che un giorno, a Barcellona, sulla Sagrada Familia aveva persino meditato di ucciderlo[34]. Anni più tardi i due amici e artisti si ritroveranno sul set. Avati infatti scritturerà Dalla per un piccolo ruolo nella commedia La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, con Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio[35].
Sempre a quel periodo risale anche l'incontro con Chet Baker, leggendario trombettista statunitense, quando Lucio era poco più che un ragazzino e già virtuoso al clarinetto, ebbe l'onore di suonare varie volte con il grande jazzista, che all'epoca viveva a Bologna[36]. Dalla in un intervento raccolto nel suo libro Gli occhi di Lucio, uscito nel 2008, racconta come in quel periodo guardasse in maniera " un po' schizzinosa" la musica leggera o la musica popolare, "perché ero un jazzista sorprendentemente bravo già a quindici, sedici anni"[37],ricordando poi, con affetto, proprio le jam session con il grande trombettista. Dalla ebbe la fortuna di suonare anche con altri grandi del Jazz come Bud Powell, Charles Mingus ed Eric Dolphy[38]. Proprio a Bologna, in via Orefici, la walk of fame del Jazz, è stata inaugurata, alla fine del 2011, una stella a Chet Baker[39]. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola ha poi annunciato che la prossima stella sarebbe stata dedicata proprio a Lucio Dalla[40]. Infatti il 14 settembre 2012 è stata ufficialmente apposta in via Orefici la stella in onore del musicista emiliano, assieme a quella di una altro grande del jazz, Miles Davis, alla cerimonia oltre al sindaco, via hanno partecipato il ministro del turismo Piero Gnudi e l'attrice Piera Degli Esposti[41]. Sempre a quel periodo, risalgono le prime vacanze di Dalla nel sud dell'Italia. Infatti, la madre, di origini pugliesi, ogni anno era solita andare in vacanza a Manfredonia[42]. Come ricompensa dei vari lavori di sartoria, alcuni clienti residenti alle Tremiti, diedero alla madre una casa nell'arcipelago[43]. Da qui nacque lo sconfinato amore di Lucio per il sud e soprattutto per il mare e così il giovane Dalla cominciò a trascorrervi tutte le estati, fino ad aprire addirittura in loco uno studio di registrazione in età più matura[44]. L'artista ricorderà quei periodi in una vecchia intervista a L'Europeo:" è stato durante queste vacanze da emigrante alla rovescia, che è avvenuta in me la spaccatura tra due diversi modi di vivere. Così oggi mi ritrovo con due anime: quella nordica (ordinata, efficiente, futuribile, perfezionista, esigente verso sé e verso gli altri) e quella meridionale (disordinata, brada, sensuale, onirica, mistica). " è nel sud che sono diventato religioso, di una religiosità forsennata, irrazionale, pagana"[45].
[modifica] Gli anni sessanta
[modifica] L'esordio con i Flippers
Nel 1960 partecipò con la Rheno al Primo festival europeo del Jazz, ad Antibes, in Francia; La formazione bolognese si classificò al primo posto tra le "bande tradizionali"[46]. Si fece così notare da un'orchestra di professionisti romani, la "Second Roman New Orleans Jazz Band", composta da Maurizio Majorana, Mario Cantini, Peppino De Luca, Roberto Podio e Piero Saraceni; con loro ebbe, nel 1961, la prima esperienza in sala d'incisione, suonando il clarino nel brano strumentale Telstar, cover di un successo internazionale, pubblicato dalla RCA su 45 giri, che fu la sua casa discografica per la prima parte della sua carriera[47].
Alla fine del 1962 entrò invece nei Flippers, complesso composto da Franco Bracardi al piano, Massimo Catalano alla tromba, Romolo Formai al vibrafono e alle percussioni e Fabrizio Zampa alla batteria, Dalla vi si aggiunse quale voce solista[48]. Più avanti collabora ad alcune incisioni di Edoardo Vianello, che i Flippers erano soliti accompagnare, come gruppo di supporto, nelle varie esibizioni canore. Come raccontò lo stesso Dalla a "Torinosette" (settimanale de "La Stampa"), proprio con i Flippers firmò il suo primo contratto[49]. Sempre nel 1962, poco prima di iniziare la collaborazione con Vianello, si impegna per alcune serate nella sala "Le Roi Lutrario" di Torino, dove ebbe numerose dispute con i padroni del locale che non approvarono la sua abitudine di esibirsi scalzo, affibbiandogli l'etichetta di "disadattato senza calzini". In merito a questo fatto ricorderà divertito l'artista: " una sera me li dimenticai e mi pitturai i piedi così da farli sembrare dei calzini"[50]. Parlando di Torino, il musicista ricorderà che proprio sotto l'influenza della Mole nacquero molte sue canzoni degli anni settanta, scritte con Roversi come Mela da scarto e Un'auto targata Torino[51]. In un'intervista del 2007 Dalla affermerà: "La natura stessa della città ne faceva l'epicentro nazionale della canzone civile, prima ancora che politica. Era un clima che si avvertiva quando venivamo a suonare"[52]. Sempre a quel periodo risalgono le partecipazioni dei Flippers a vari caroselli della Rai, dove il giovane Dalla si esibiva cantando e suonando il clarino[53].
Proprio in questo periodo, in qualità di cantante dei Flippers, prese ad esibirsi in pubblico, rivelando i suoi estemporanei gorgheggi in stile scat, che diventeranno inseguito una sua caratteristica vocale; una delle sue prime incisioni scat fu infatti inserita in un album dei Flippers, intitolato "At Full Tilt", nella canzone Hey you[54]. Coltivando l'ammirazione per lo stile vocale di James Brown, fece uso di una voce volutamente aspra e disarmonica, del tutto ignota alla realtà italiana dell'epoca, continuamente tesa a decorare le linee melodiche dei brani con improvvise variazioni di tono, ai limiti delle più diffuse logiche musicali[55]. Così facendo, Dalla iniziò a imporre un proprio marchio di fabbrica, venendo così notato da Gino Paoli che vide in lui il primo cantante soul italiano.[56].
Infatti, durante il Cantagiro del 1963 Gino Paoli lo persuase a tentare la carriera da solista, così ricorda Massimo Catalano: «Lucio suonava con me nel complesso dei Flippers, partecipammo nel 1963 al Cantagiro con un brano intitolato I Watussi, insieme a Edoardo Vianello. A quella manifestazione partecipava anche Gino Paoli, che ci rubò letteralmente Lucio, facendolo diventare un cantante del suo clan. Noi ci incavolammo molto con Gino»[57].
[modifica] La carriera da solista: Il Cantagiro e gli esordi sanremesi
File:Lucio Dalla e gli Idoli.jpg
Gli Idoli accompagnano Lucio Dalla nel 1967; sono visibili da sinistra a destra Emanuele Ardemagni al basso, Giorgio Lecardi alla batteria e Bruno Cabassi alle tastiere
Nel 1964, a 21 anni, incise il suo primo 45 giri contenente Lei (non è per me), tradotta da Paoli e Sergio Bardotti e Ma questa sera (quest'ultima, cover di Hey little girl di Curtis Mayfield), pubblicato dalla ARC, casa discografica distribuita dalla RCA Italiana, per cui usciranno i successivi 45 giri di Dalla, nonché il suo primo LP[58]. Il suo esordio al Cantagiro 1964, fu letteralmente traumatico, infatti, durante le varie esibizioni itineranti, nelle quali presentava la canzone Lei (non è per me) , il giovane Dalla fu oggetto di lanci di ortaggi e derrate alimentari, lo stesso Gino Paoli, in un'intervista del 1979 ricorderà l'accaduto: «Fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni, ogni sera infatti raccattammo una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio, in ogni modo, si mostrò veramente un duro, e non si lasciò abbattere»[59]. Ritornerà comunque al Cantagiro l'anno successivo con "L'ora di piangere", scritta da Sergio Bardotti e anch'essa non riuscirà ad ottenere alcun successo[60].
Per nulla intimorito dall'insuccesso, formò più avanti un proprio gruppo di accompagnamento con i musicisti bolognesi, "Gli Idoli", con i quali incise il suo primo album, intitolato 1999, pubblicato nel 1966[61]. L'album fu "trainato" da Quand'ero soldato, con cui aveva partecipato al Festival delle Rose 1966 dove aveva conquistato ex-aequo con il vincitore Carmelo Pagano l'alloro della critica, e Paff...bum!, presentata qualche mese prima al festival di Sanremo 1966 abbinato con gli Yardbirds di Jeff Beck[62]. La canzone, di fatto la sua prima hit, figurerà anni dopo nella colonna sonora di Bianca, film di Nanni Moretti del 1983[63]. Oltre all'omonima title track, che Dalla riprenderà ironicamente nel suo album Ciao, in quanto uscito proprio nel 1999, nel disco sono presenti due cover di James Brown, la celebre I got you e Mondo di uomini, dall'originale It's man man man world, tradotta da Sergio Bardotti e Luigi Tenco. Sempre nel 1966 Dalla registrò un 45 giri con il complesso di Alessandro Alessandroni e lo pseudonimo "The Group", contenente See saw, un'originale di Alessandroni e Carlo Nistri e Cool jerk, cover di un successo dei The Capitols, ma il disco passò inosservato[64]. Da menzionare anche la cover Questa sera come sempre, dall'originale Crying Time, dell'artista Buck Owens e portata al successo anni prima da Ray Charles[65]. Lo stesso anno è ospite della trasmissione Rai di Luigi Tenco, dove presenta sempre con Gli Idoli il suo quinto 45 giri, il già citato Quand'ero soldato, per poi suonare il piano, improvvisando assieme a Tenco e Gianni Boncompagni alcuni brani musicali[66].
Lucio Dalla canta
Il cielo, in una trasmissione del 1968
A Sanremo fece ritorno l'anno seguente, con Bisogna saper perdere, abbinato con i Rokes di Shel Shapiro: il 1967 fu anche l'anno del suicidio di Luigi Tenco, che collaborò con Dalla per uno dei testi del primo disco, Mondo di uomini, e con cui aveva stretto amicizia. («Con Tenco avevo avuto rapporti di amicizia e di collaborazione. Andammo a Sanremo insieme, prendemmo la camera vicina, e la sua morte mi sconvolse...non dormii per un mese»)[67]. Sempre in quell'anno fece da apripista al concerto di Jimi Hendrix, tenuto al Piper di Milano[68]. Successivamente Dalla attraversò in maniera più diretta la stagione beat, pubblicando brani meno ambiziosi, tra cui si distinsero Lucio dove vai e soprattutto Il cielo, con cui partecipò al Festival delle Rose, vincendo il premio della critica[69]. L'allora Festival romano si volgeva all'hotel Hilton, e la leggenda vuole che i portieri gli abbiamo impedito di partecipare alla serata finale perché non aveva un aspetto presentabile[70]. Le stravaganze del giovane Dalla erano infatti piuttosto note, sempre la leggenda vuole che spesso andasse in giro con delle ciliegie che pendevano dalle orecchie, appese per quel ramoscello che le tiene insieme oppure presentarsi a spasso con una gallina al guinzaglio[71]. Il brano Il cielo verrà anche presentato a Canzonissima 1968. La canzone in questione riscosse un buon successo e fu presentata più volte in varie trasmissioni televisive, tra cui Quelli della domenica, condotta dall'allora esordiente Paolo Villaggio[72].
Nel 1969 ebbe un discreto successo con la canzone Fumetto, scelta dalla Rai come sigla del programma di cartoni animati della Tivù dei ragazzi "Gli eroi di cartone"[73]. Sempre nel 1969, un brano di Teo Usuelli, La luce accesa, cantato da Lucio Dalla, è inserito nella colonna sonora del film di Marco Ferreri Dillinger è morto[74]. All'inizio del nuovo decennio incise il secondo album Terra di Gaibola, nome che deriva da un sobborgo collinare di Bologna. Le vendite del disco risulteranno piuttosto scarse, infatti la RCA, deciderà di non stampare più nessuna copia dell'album, fino alla metà degli anni novanta[75]. L'album, finirà pressoché nel dimenticatoio, lo stesso Dalla infatti, difficilmente riprenderà pezzi dell'album in questione che vede comunque la prima collaborazione tra l'artista bolognese e la storica dell'arte Paola Pallottino, autrice del testo di Orfeo Bianco[76]. I testi sono firmati, quasi interamente, dalla coppia Bardotti e Baldazzi, mentre gli arrangiamenti sono dei fratelli De Angelis (meglio noti in seguito come Oliver Onions)[77]. Nonostante l'irrisorio successo dell'opera, alcune canzoni sono considerate tra le migliori della sua produzione[78] (Il fiume e la città, Orfeo bianco, Non sono matto o la capra Elisabetta, su musica di Gino Paoli, il cui testo è scritto dallo stesso Dalla e Africa) più una reinterpretazione di Occhi di ragazza scritta originariamente per Gianni Morandi; il disco continua con la già citata Fumetto e Sylvie, pubblicata qualche mese prima su 45 giri. Chiude il disco, Il mio fiore nero, da un testo originale di Roy Phillips e portata al successo da Patty Pravo[79].
[modifica] Gli anni settanta
[modifica] Da 4/03/43 a Piazza Grande
Dalla partecipò per la terza volta al Festival di Sanremo nel 1971 con 4/3/1943, su parole dell'autrice di testi (in seguito storica dell'arte) Paola Pallottino, in coppia con la Nuova Equipe 84 di Maurizio Vandelli, Franz Di Cioccio e Dario Baldan Bembo che gli valse, dopo il ripescaggio della giuria, il terzo posto assoluto[80]. Il brano, prima di essere ammesso alla manifestazione, conobbe gli strali della censura, essendo stato intitolato inizialmente Gesubambino. Il titolo, giudicato irrispettoso, considerando anche la storia narrata (quella di una ragazza madre, che ha un figlio da un ignoto soldato alleato), fu cambiato ex abrupto, prendendo come spunto la data di nascita di Dalla, pur non essendo una canzone autobiografica[81]. Ugualmente alcune parti del testo, anch'esse giudicate inadeguate, vennero censurate e modificate:"mi riconobbe subito proprio l'ultimo mese" divenne "mi aspettò come un dono d'amore fino dal primo mese", "giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare" mutò in "giocava a far la donna con il bimbo da fasciare" e infine il ritornello finale " e ancora adesso mentre bestemmio e bevo vino... per i ladri e le signore sono Gesù Bambino" divenne " e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino"[82].
Il brano ottenne comunque un successo notevole (15 settimane di permanenza in hit parade[83]), fino allora mai raggiunto dal musicista emiliano, lui stesso ne fu subito consapevole:" Ebbi subito la sensazione di aver fatto qualcosa di veramente grosso, mi commuovevo e per due anni mi sono sempre commosso ogni volta che la cantavo. Poi cominciai a cantarla in pubblico [...] da Bolzano a Palermo era uno scatenarsi di manifestazioni di consenso"[83]. Inoltre la canzone fu interpretata in francese, nello stesso anno, da Dalida (il testo sarà firmato da Pierre Delanoë), e portata al successo oltreoceano da Chico Buarque de Hollanda, che l'ascoltò direttamente da Dalla, la memorizzò a orecchio e ne scrisse un testo nella sua lingua[84]. "Gliela cantai in un ristorante", ricorda il musicista, "a Campo dei Fiori. Si mise a piangere a dirotto. Tornò in Brasile e ne fece la sua versione. Un successo pazzesco"[85]. Anche il riscontro commerciale nel nostro Paese staccò nettamente, in termini di vendite, l'abbinamento con la Equipe 84. Il brano, diventato un marchio di fabbrica del'artista, è conosciuto in ambe due le versioni, anche per il fatto che Dalla, durante i propri concerti, ha sempre preferito cantare la versione originale, così da essere conosciuta anche dal pubblico, come testimoniano i due live Banana Republic e DallAmeriCaruso[86].
Nello stesso anno uscì Storie di casa mia, primo album del musicista emiliano a riscuotere successo[87]. Il disco contiene, oltre alla sanremese 4/3/43, molte canzoni che proietteranno Dalla, dopo varie sperimentazioni e molta gavetta, tra i big della musica italiana; merito soprattutto di una costruzione musicale più semplice e immediata, che ha l'esclusivo compito di mettere in risalto le storie cantate, secondo il modello Folk dei colleghi Guccini e De Andrè[88]. Gli arrangiamenti, volutamente ridotti, rimangono infatti sempre discreti e non prevaricano mai la voce del narratore, vero centro di gravità di tutta l'opera; i testi, poi, (scritti da i vari Baldazzi, Bardotti e Pallottino), toccavano argomenti di natura sociale che contribuirono a formare l'identikit del nuovo Dalla, vedendo in lui non più solo un cantante d'evasione, ma anche una voce attraverso cui riflettere e pensare[89]. Molti i brani da segnalare: la delicata Un uomo come me, la toccante La casa in riva al mare, storia di un carcerato che sogna di sposare una donna, riconquistando la libertà, Il gigante e la bambina (sul tema della pedofilia, scritta per Ron e da questi portata al successo), Per due innamorati, e Itaca, dialogo metaforico di un marinaio di Ulisse al suo capitano, dove ai cori Dalla fece cantare gli impiegati della RCA (qualche anno dopo Dalla spiegherà la canzone come una metafora della ribellione del proletariato, rappresentato dai marinai, agli industriali raffigurati da Ulisse)[90].
Nel 1972 fu ancora a Sanremo per la quarta volta con la commovente Piazza Grande, dedicata a un senzatetto realmente vissuto, con testo di G.Baldazzi e S.Bardotti, la cui musica fu scritta assieme a Ron, pubblicato solo su 45 giri[91], come anche Sulla rotta di Cristoforo Colombo, pubblicata qualche mese dopo e scritta insieme a Edoardo De Angelis[92]. Inizialmente il brano avrebbe dovuto cantarlo Gianni Morandi, Dalla però non volle rinunciare al pezzo e riuscì a presentarsi nuovamente al Festival, resistendo alle pressioni della sua casa discografica, che per altro avrebbe voluto intitolare il brano Canal Grande[83]. Contrariamente a quanto si possa immaginare, la piazza che da il titolo alla canzone non è la piazza simbolo di Bologna e cioè Piazza Maggiore, ma bensì "la più raccolta" Piazza Cavour, secondo quanto dichiarato da Gianfranco Baldazzi, nel corso della puntata La storia siamo noi, dedicata a Lucio Dalla, del 1º marzo 2010[93]. Piazza Grande, assieme a 4/3/43 diverrà ben presto una delle sue canzoni più note e ammirate, sempre richiesta e cantata in tutti i suoi concerti[94]. Divenuta nel tempo un vero e proprio classico della musica italiana, a Sanremo non raggiunse però la posizione sperata, classificandosi semplicemente ottava[95]. Inoltre l'edizione di quel Festival fu anche caratterizzata dal tentato sciopero di molti artisti in gara, tra i quali Claudio Villa, Domenico Modugno e lo stesso Dalla, che diedero vita a numerose proteste e contestazioni, a seguito di presunte irregolarità nella selezione dei cantanti in gara[83]. La canzone è stata in seguito inserita nel doppio CD live In tour, uscito nel 2002, registrazione dei vari concerti tenuti in tutta Italia dal quartetto Mannoia, Ron, De Gregori e Pino Daniele[96].
Il brano ha dato anche il nome all'associazione Amici di Piazza Grande onlus, che opera a Bologna dal 1993, con lo scopo di dare cure e assistenza alle varie persone indigenti e senza dimora[97]. Da non dimenticare infine che il testo della canzone, assieme a quelli di Vincenzo Cardarelli, Umberto Saba e Sandro Penna, fu scelto come traccia per la prima prova dell'esame di maturità del 2001: il brano era presente nell'apposita sezione artistico - letteraria, recante il titolo: La piazza luogo dell'incontro della memoria[98]. In merito a questo fatto, così si espresse Dalla, in un'intervista a la Repubblica: "È solo una canzone. Io non sono di quelli che hanno bisogno di sentirsi definire poeti, le canzoni non hanno a che vedere con la poesia, hanno una loro autonomia, sono frutto di un percorso loro, di una ricerca che ha una sua dignità e un suo posto nell'immaginario collettivo, nella memoria di tutti, credo sia stato riconosciuto anche questo". Salvo poi aggiungere: "La scrissi alle isole Tremiti nel '71, poi la portai a Sanremo, è stata una canzone che ha avuto sempre più successo col tempo, l'argomento era aggregante, al di là della forma musicale, si prestava ad una fruizione popolare"[99].
[modifica] Il periodo Roversi
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« Nel bel prato d'Italia c'è odore di bruciato. Un filo rosso lega tutte, tutte queste vicende. Attenzione: dentro ci siamo tutti, è il potere che offende! »
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(Roberto Roversi, da Le parole incrociate di Lucio Dalla)
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Nel 1973 Dalla cessò la collaborazione ai testi con Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi (autori di quasi tutte le sue canzoni incise finora), e si rivolse al poeta bolognese Roberto Roversi per una collaborazione che attraversò quattro anni e tre album, che la critica definì fondamentali per la canzone d'autore italiana[100], accentuando ancor di più un impegno sociale e politico, già affiorato nei lavori precedenti[101]. " A far scoccare la scintilla fra i due, dopo qualche prova alla libreria Palmaverde di Bologna, fu il verso "nevica nella mia mano", da La canzone di Orlando: "Rimasi quasi scioccato da questo meccanismo" ricorda Dalla, e da lì cominciammo ad andare avanti [...] Roversi mi ha insegnato cose ininsegnabili. Per partenogenesi, per osmosi, tirandomi da lontano delle freccine con la cerbottana, mi ha fatto capire delle cose che non avrei mai capito né a scuola né da solo né andando tre volte sul monte Sinai. Ho capito soprattutto l'organizzazione del pensiero della canzone, la parola, il segno, il senso, la forza"[102].
Il risultato della loro prima collaborazione è Il giorno aveva cinque teste, uscito nel 1973, un disco molto sperimentale e di difficile interpretazione, in virtù dell'alto spessore poetico dei testi e dei continui cambi musicali, fatti di linee melodiche eccentriche e arrangiamenti spiazzanti, ma proprio per questo ricco di tematiche e di possibili livelli di lettura[103]. "A tutto questo si aggiunge la qualità dell'interpretazione vocale, giocata su frequenti cambi di registro e sul gusto per l'improvvisazione jazzistica che definiscono un mondo musicale nuovo e autonomo, rispetto alle mode e alle tendenze di quegli anni"[104]. Il brano d'apertura Un'auto targata TO, che mancò in extremis la partecipazione al Festival di Sanremo, è un forte brano di denuncia sociale, trattando argomenti quali l'immigrazione e la speculazione edilizia. "Questo luogo del cielo è chiamato Torino/lunghi e grandi viali/splendidi monti di neve/illuminate tutte le sponde del Po/mattoni su mattoni/sono condannati i terroni/a costruire per gli altri/appartamenti da cinquanta milioni". Il disco continua con altri brani di carattere sociale come L'operaio Gerolamo e Alla fermata del tram, solo musicali, come Pezzo zero e ancora brani come Il coyote sul dualismo ragione/istinto, Passato presente, Grippaggio e la delicata e sognante La canzone di Orlando, che verrà ripresa anche durante il tour di Banana Republic[105].
Con testi poetici sempre elevati, ma più adeguati alla forma-canzone esce invece nel 1975 Anidride solforosa[106]. Tra i brani: "Mela da scarto" (sulla delinquenza minorile, in cui viene citato il Ferrante Aporti, riformatorio di Torino), Le parole incrociate, sugli eccidi di stato post-unitari, Carmen Colon, sui casi di cronaca nera raccontati dai mass media, La borsa dei valori, tutta cantata con incomprensibili fonemi, Non era più lui e la splendida Tu parlavi una lingua meravigliosa che racconta la dolorosa presa di coscienza di un uomo "sulla perdita della giovinezza", rivedendo, una mattina alla stazione un antico amore, ormai irrimediabilmente perduto. "Tu non mi guardi neppure/ io solo ho l'inferno nel cuore/perché la vita è una goccia/ che scava la pietra del viso"[107]. Altra canzone di rilievo è Ulisse coperto di sale, quest'ultima è stata addirittura campionata dal rapper Timbaland, nel pezzo Indian Carpet dell'album Indecent proposal, del 2001[108]. Anche un altro rapper The Alchemist ha usato, in un suo pezzo, il medesimo brano[109]. Da menzionare, infine, è la stessa title-track, canzone ecologista che si pone in aperto contrasto con la civiltà industriale e computerizzata in cui grazie agli elaboratori "sapremo quante volte fare l'amore/ e quante volte in Italia i fiumi traboccano". La canzone sarà ripresa e incisa, anni dopo, da Francesco De Gregori in coppia con Angela Baraldi)[110]. Un anno prima, nel 1974 ebbe inizio la collaborazione con De Gregori, con il quale Dalla tenne alcuni concerti, insieme ad Antonello Venditti e Maria Monti, da cui fu tratto il disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974 (dal vivo)[111]. L'album, all'epoca pubblicato in doppio vinile, racchiude una parte del concerto effettuato dai quattro artisti al Festival Nazionale dell'Unità[112].Nello stesso periodo Dalle e De Gregori scrissero insieme la musica e gli arrangiamenti per Pablo, che De Gregori inserì in Rimmel, e per Giovane esploratore Tobia, inclusa l'anno dopo in "Bufalo Bill", tale partecipazione di Dalla ai due dischi dell'amico e collega porrà le basi per la futura collaborazione dei due artisti sul finire degli anni settanta[113].
Sempre nell'anno in cui esce Anidride solforosa, Dalla partecipa al Festival del proletariato giovanile, promosso dalla rivista Re nudo, tenutosi a Milano a Parco Lambro[114]. La stessa rivista e Il relativo festival avevano lo scopo di diffondere la Cultura underground all'interno dei vari movimenti della sinistra extraparlamentare e tale intento si trasformò in una 5 giorni di musica e dibattiti che vide radunarsi a Parco Lambro oltre 100 000 spettatori (addirittura 200 000 nell'edizione del 76)[115], e sul palco, avvicendarsi alcuni tra i più grandi nomi della musica italiana, tra cui De Gregori, Gaber, Guccini, gli Area, Venditti, Battiato e appunto il già citato Lucio Dalla[116]. Sono anche anni dove spesso arte e musica da una parte e impegno civile e politico dall'altra si mescolano reciprocamente, non a caso Dalla, durante il periodo Roversi, proporrà numerosi spettacoli teatrali all'interno di varie fabbriche, portando le sua canzoni ad un preciso e determinato pubblico, fatto di lavoratori e operai[117].Inoltre, un anno dopo, nel 1976, a seguito di una sentenza favorevole della Corte Costituzionale, in merito al quesito sulla liberalizzazione dell'etere, metterà in piedi, assieme a Francesco Guccini, Bonvi e un giovane Red Ronnie, una radio libera,sull'onda del boom delle nascenti emittenti private come le celebri Radio Alice, Radio Babboleo, Controradio e tante altre[118].
Come atto conclusivo del sodalizio, la coppia Dalla-Roversi, nel 1976 concepì "Il futuro dell'automobile e altre storie", uno spettacolo teatrale che verrà trasmesso anche dalla Rai in sei puntate[119]. In questa occasione Dalla avrà modo di presentare molti protagonisti della musica e dello spettacolo italiano, quali il duo Cochi e Renato, Edoardo Bennato, Antonello Venditti, con il quale canta una versione di Funiculì Funiculà, canzone proposta poi nel film Signori e signore buonanotte, (di cui i due artisti curarono le musiche)[120] e di duettare con Paolo Conte, dove l'avvocato astigiano, seduto al piano canta Onda su onda e la Topolino amaranto, entrambe con interventi vocali di Dalla[121]. Inoltre duetta con Roberto Benigni, Maria Monti, Gabriella Ferri, Tony Esposito, Francesco Guccini e Dario Fo, con cui improvvisa un simpatico Grammelot in inglese[122]. Coprotagonista e compagno di viaggio in tutte le puntate, uno scimpanzé, di nome Natascia, a cui Dalla racconta in toni epici e favolistici le gesta del grande campione Nuvolari, le cui canzoni diverranno il centro e il perno del relativo album, intitolato appunto Automobili[123]. Infatti Dalla spinto dalla casa discografica, raccolse nel su citato disco, parte delle canzoni dello spettacolo, contro il volere di Roversi che di conseguenza decise di non firmare l'album col suo nome depositandole con lo pseudonimo di Norisso: «Non ho voluto sottoscrivere il 33 giri Automobili" disse. "È un tattico stravolgimento da parte della casa discografica del filo rosso argomentante che sottostava allo spettacolo Il futuro dell'automobile»[124].
Questa frizione portò al termine della collaborazione artistica tra i due; tra le canzoni non incluse da Dalla (i cui testi erano molto più politicizzati) I muri del '21, La signora di Bologna, Assemblaggio, Rodeo e Statale adriatica, chilometro 220 sono tuttora inedite, tranne "Ho cambiato la faccia di un dio", che Dalla incise nel 1990 in "Cambio" cambiando il titolo in Comunista e modificandone alcune strofe[125]. Automobili è costituito secondo lo schema del Concept-album, eppure nella sua programmatica monotematicità, risulta il più eterogeneo dei tre e viene premiato dalle vendite e dalla critica, grazie soprattutto alla canzone Nuvolari dedicata al pioniere dell'automobilismo[126]. Il disco fa leva sulle forti potenzialità vocali di Dalla, infatti tutte le canzoni, in un susseguirsi di ritmi vorticosi e originali melodie, sono pressoché interamente "urlate", quasi a imitazione della potenza e del rombo dei motori cantati. Inoltre è da sottolineare che proprio in questo disco collaboreranno con Dalla quattro musicisti che diverranno la band ufficiale del cantante e anni dopo, daranno vita agli Stadio (Giovanni Pezzoli, Marco Nanni, Ricky Portera e Gaetano Curreri)[127]. Tra le altre canzoni del disco si ricordano Mille miglia, dove continuano ad essere cantante, "tra le rovine di un Italia contadina" le imprese del "mantovano volante", Il motore del 2000, dove se è vero che "noi sappiamo tutto del motore/questo lucente motore del futuro" al tempo stesso, resta una lucida e implacabile constatazione: "Ma non sappiamo disegnare il cuore/di quel giovane uomo del futuro/non sappiamo niente del ragazzo/fermo sull'uscio ad aspettare/dentro a quel vento del 2000/non lo sappiamo ancora immaginare",(la canzone sarà poi utilizzata anni dopo dalla Fiat per la colonna sonora dello spot della Fiat Uno Fire. Si segnalano anche L'ingorgo e soprattutto la bellissima Due ragazzi che descrive la storia di due innamorati "senza tempo" che fanno l'amore "dentro un'auto in demolizione". Infine la bizzarra Intervista con l'Avvocato (con un testo ridotto rispetto allo spettacolo), in cui Dalla, usando il suo celebre scat, immagina un'intervista con Gianni Agnelli[128].
Così Dalla dichiarò a proposito del divorzio artistico con Roversi: «A un certo punto ci siamo divisi su come organizzare il nuovo lavoro: lui lo voleva in maniera estremamente rigorosa, impostata verso un approfondimento del linguaggio dei nostri lavori precedenti, per esempio lui voleva parlare ancora essenzialmente con un linguaggio politico, mentre io non ero d'accordo, perché bisognava allargare più contatti col pubblico»[129]. Più avanti ricordando la loro collaborazione aggiungerà ancora:"Fu un trauma...[...]Dopo Roversi non avrei mai immaginato di poter scrivere testi con altri. Come quando scopi con la Schiffer, a un certo punto lei non c'è più e al suo posto c'è un pastore tedesco. Allora capii che dovevo cominciare a scrivere i testi delle mie canzoni"[102]. Infine partecipa al disco del saxofonista Mario Schiano, Progetto per un inno: "now's the time", 1976, cantando L'Internazionale assieme a Venditti e De Gregori[130].
[modifica] La maturità artistica e il grande successo
Avviene a questo punto un nuovo strappo nella carriera di Dalla che decide di ritirarsi nella sua villa alle isole Tremiti per dare vita ad un album tutto suo[131]. Molto socievole e sostanzialmente un po' insicuro dietro la maschera difensiva della sua "clownerie", fino a quel momento aveva sentito il bisogno di appoggiarsi di volta in volta a vari collaboratori e parolieri, vivendo, di fatto, un inevitabile senso di inferiorità culturale verso colleghi sempre più "intellettuali" e di solito acculturatissimi[132]. Frustrato da una collaborazione con Roversi entrata in crisi subito dopo aver dato i suoi frutti migliori, Dalla decide di diventare referente unico della sua musica e di lì in avanti lo sarà per tutti i suoi album[133], senza però smettere di frequentare artisti, poeti e scrittori come, ad esempio, Mimmo Paladino, Aldo Mondino, Pier Vittorio Tondelli, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ghirri, Enrico Palandri, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni, Andrea Pazienza, Enzo Cucchi, Luigi Ontani[134].
Lucio Dalla e il suo caratteristico zucchetto di lana
L'esordio autorale di Dalla, comunque, non potrebbe essere più felice: pur essendo un musicista puro, dimostra, fin dall'inizio, una padronanza letteraria solida e matura[1]. Pubblica infatti, nel 1977, Come è profondo il mare, che, con l'omonima canzone (splendida invettiva, in forma di ballata), prende di mira la società contemporanea e il concetto stesso di "potere", che altro scopo non avrebbe se non di "bruciare il mare": qui preso come evidente metafora della libertà di pensiero[135][136]. Da segnalare anche la struggente Quale allegria, la solitaria e anarchica Il cucciolo Alfredo, la malinconica E non andar più via e la caotica Corso Buenos Aires. Altro pezzo trainante dell'album è la geniale e bizzarra Disperato erotico stomp. Il disco, inizialmente, viene visto da molti fan come un tradimento ed un cedere ad esigenze commerciali, ed in tal senso lo attaccherà Roversi: «Ha voluto semplicemente essere lasciato in pace a cantare il niente. Sono scelte industriali, non sono scelte culturali»[137], per poi essere riconsiderato a distanza come un vero e proprio caposaldo della sua discografia[138][139]. Con l'album Com'è profondo il mare, scrive il giornalista Paolo Giovanazzi, Lucio Dalla "riesce a trovare il punto di equilibrio tra la canzone ‘civile' progettata con Roversi e una maggiore semplicità espressiva, almeno apparente [...]. L'osservazione sociale non viene accantonata [...], ma lo stile è cambiato, c'è più spazio per la musica"[140]. L'album rappresenta, infatti, una tappa fondamentale nella carriera dell'artista, sia per la svolta cantautorale, sia per l'imposizione definitiva del personaggio Dalla: volutamente vestito male e sempre con zucchetto di lana in testa, ora accompagnato dal clarino ora seduto a un pianoforte, il "Dalla autore" conquista in brevissimo tempo una nuova e larghissima schiera di fans, anche grazie a performance canore sempre più teatrali, con improvvisazioni che arricchiscono costantemente ogni sua esibizione[141][142]. Inoltre una notevole pubblicità al disco si ha anche per le polemiche legate al linguaggio di Disperato erotico stomp (così dalle pagine de L'Espresso il cantautore viene attaccato da Sergio Saviane: «Dalla, per fare troppo lo spiritoso o per far vedere che soffre, condisce i suoi spaghetti canori miliardari con i luoghi comuni della miseria e del sesso sottoproletario: siamo arrivati al populismo della masturbazione bolognese. Che bisogno c'è di tanti culi, fiche, peli o pippe per mandare un messaggio?»)[143]. Nel dicembre dello stesso anno, è ospite della neonata trasmissione televisiva Non stop, dove canta Come è profondo il mare, circondato dagli attori del programma che immobili colorano con maschere e cartelloni sgargianti la suddetta performance, tra di essi è riconoscibile un giovane Massimo Troisi[144].
Lucio Dalla e il suo clarinetto
La popolarità di Come è profondo il mare non resta un caso isolato, infatti non passano neppure due anni e un altro album di successo, addirittura superiore, viene alla luce: Lucio Dalla[145], pubblicato nel febbraio del 1979 (un anno e mezzo in classifica e un milione di copie vendute[146]), contenente canzoni-simbolo del cantautore bolognese e divenute ben presto molto popolari. Praticamente tutte le canzoni da ricordare: in primis Anna e Marco, favola d'amore tra due adolescenti che nonostante volessero "morire" o semplicemente "andare lontano", decidono ugualmente di restare assieme. Scolpite nella memoria anche la trascinante e apocalittica L'ultima luna, la delicata e soft-rock "Stella di mare" e la corrosiva "La signora", sarcastico ritratto della Repubblica italiana[147]. Lo stato di grazia dell'album continua con Tango, la doleceamara Milano, Notte e Cosa sarà, cantata con Francesco De Gregori su musica di Ron[148]. A chiudere il disco una delle sue canzoni manifesto: L'anno che verrà, nel cui tramonto delle utopie e delle illusioni sembra chiudersi idealmente il decennio degli "Anni di piombo"[149]. In verità, alcune canzoni dell'album erano già state proposte dall'artista, in un concerto tenuto per la televisione svizzera, un paio di mesi prima, esattamente il 20 dicembre 1978, da cui poi verrà tratta, anni dopo, anche una videocassetta, poi DVD, a documentare la peculiare performance[150].
Tra le canzoni cantate vi era anche Angeli, che fu registrata in studio dall'artista e doveva essere inclusa, assieme alle altre, nel nuovo disco[151] ma in seguito fu tolta e data a Bruno Lauzi che la pubblicò nel suo Q Disc Amici miei nel 1981[152]. Nella versione di Lauzi compare comunque lo stesso Dalla, sia nei controcanti che nei vari ritornelli del brano. Di tanto successo, raggiunto con l'album Lucio Dalla, nell'estate dello stesso anno si interrogheranno i redattori del settimanale L'Espresso, lanciando una copertina ironica dal titolo, Ma che ci trovano in quel Dalla?, esaminando il fenomeno culturale del cantautore anche attraverso un "dialogo ai ferri corti e a viso aperto" con il celebre giornalista Giorgio Bocca[153] Non pago, l'infaticabile artista bolognese dà alle stampe un altro disco, Dalla, uscito nel settembre del 1980[154]. Il sound creato dal gruppo sforna un vero e proprio rock d'autore, portando il disco subito in vetta alle classifiche, bissando il successo precedente (ancora un milione di dischi venduti[155]) e confermando un periodo di felicità creativa davvero altissima[156]. Impossibile non ricordare canzoni come Futura, storia di un amore, dove il crescendo musicale imita volutamente quello di un amplesso, Cara, una delle sue canzoni d'amore più belle, e la suggestiva e intensa La sera dei miracoli. Altro singolo trainante dell'album è Balla balla ballerino, storia di un danzatore pacifista che, ballando "alla luce di mille sigarette e di una luna", balla con amore per tutti, anche per i più violenti[157].
Da ricordare ancora Mambo, l'irriverente e ironica Siamo dei, Il parco della luna e la trascinante Meri Luis, cantata ultimamente in coppia con Marco Mengoni e definita dal musicista emiliano una delle sue canzoni più importanti[158]. In merito alla genesi del testo di Futura, suggestive sono le dichiarazioni rilasciate dal cantante: "Futura nacque come una sceneggiatura, poi divenuta canzone. La scrissi una volta che andai a Berlino. Non avevo mai visto il Muro e mi feci portare da un taxi al Checkpoint Charlie, punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo si fermò un altro taxi, ne discese Phil Collins che si sedette nella panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta... Mi venne la tentazione di avvicinarmi a Collins per conoscerlo, per dirgli che ero anch'io un musicista. Ma non volli spezzare la magia di quel momento. In quella mezz'ora scrissi il testo di Futura, la storia di questi due amanti, uno di Berlino Est, l'altro di Berlino Ovest, che progettano di fare una figlia che si chiamerà Futura"[159]. Le tournée legate alla promozione dei due album riscuotono grande successo ovunque: a Torino, ad esempio, la sera del 4 aprile 1979 si presentano ben 20.000 persone per ascoltare il suo concerto, e poiché il Palasport aveva una capienza, all'epoca, di 15.000 spettatori, restano fuori dai cancelli 5000 persone[160]. Da non dimenticare inoltre un tris di concerti tenuti a Castel Sant'Angelo (Roma), nell'estate del 1981, alla presenza di centomila spettatori[161]. Infine è da ricordare la tournée in Germania, ad Amburgo, nel marzo del 1980, nel famoso Onkel Pos Carnegie Hall e nel maggio dello stesso anno presso la Grosser Saal nella Musikhalle di Amburgo, poi replicata l'anno seguente[162].
[modifica] La collaborazione con Francesco De Gregori
Tra i due album citati c'è il fortunato 45 giri Ma come fanno i marinai, scritto e cantato in collaborazione con Francesco De Gregori e uscito nel dicembre del 1978[163]. Il brano è nato in modo abbastanza casuale, come racconta il cantautore romano: «La canzone, forse la gente non ci crede, è nata a pranzo, quando, dopo il caffè, ci siamo messi a suonare insieme»[164]. Il brano verrà subito proposto dai due cantautori in svariate trasmissioni televisive, tra le quali la famosa Discoring, all'ora presentata da Gianni Boncompagni[165]. Ad esso fa seguito qualche mese dopo Banana Republic, un trionfale e storico tour dei due cantautori (con disco da 500.000 copie[166]), che riempie nell'estate del 1979 gli stadi di tutta Italia, e che è lanciato da un concerto nel luglio dell'anno precedente allo Stadio Flaminio di Roma, con ben quarantamila spettatori[167]. La grande eco del tour derivava dal fatto che per la prima volta la musica d'autore sbarcava negli stadi, misurandosi direttamente con il grande pubblico[168].
Il vasto seguito popolare che ne derivò, infatti, fu senza precedenti per la musica italiana, rivoluzionando il modo stesso di intendere il rapporto tra cantautore e pubblico, facendo di Dalla e De Gregori una sorta di primissime e atipiche "rockstars"[169]. In questo senso i due artisti anticiparono sia le oceaniche adunate nei concerti di Claudio Baglioni[170], sia le grandi kermesse di rocker nostrani, quali Vasco Rossi e Ligabue[171]. Il disco live presenta 10 canzoni, alcune cantate singolarmente, altre in coppia. Il brano d'apertura Banana Republic è una cover di una canzone americana di Steve Goodman, riadattata in italiano da De Gregori[172]. Il brano sarà riproposto anni dopo dagli Stadio e ripreso anche dallo stesso De Gregori nella sua raccolta Tra un manifesto e lo specchio uscita nel 2007[173]. Altra cover del disco è la canzone di Paolo Conte Un gelato al limon, pubblicata lo stesso anno dal cantautore astigiano e riadattata dal duo in una strana e divertente versione ritmica, assai vicina alle sonorità rock[174]. C'è anche spazio per intonare l'inizio di Addio mia bella Napoli, canzone napoletana cantata tra gli altri dal tenore Caruso, prima di concludere con la già citata Ma come fanno i marinai. Assieme al disco esiste anche un film-concerto, diretto da Ottavio Fabbri, uscito nello stesso anno, che documenta le numerose tappe del tour. All'interno si possono trovare numerosi retroscena e molte interviste rilasciate dai due cantautori[175].
A questo proposito curiosa è la dichiarazione di De Gregori che afferma la sicura probabilità che il sodalizio artistico con Dalla non possa avere un seguito, tanto era irripetibile quello che stavano vivendo[176]. L'affermazione in questione sarà poi disattesa trent'anni dopo, nel 2010, quando i due artisti torneranno ad esibirsi nuovamente assieme per una nuova serie di concerti[177]. In realtà, la collaborazione tra i due cantautori non finì subito dopo il tour, essa ebbe ancora una piccola appendice: infatti nel 1980 collaborano all'album Una città per cantare di Ron, (già presente nel tour di Banana Republic nelle vesti di cantante, musicista e arrangiatore) sia scrivendo i testi per il cantautore pavese, sia cantando insieme nell'ultima strofa della title-track[178]. Sempre nel 1980 Dalla collabora all'album di Roberto Vecchioni Montecristo, presente al sax nel brano La strega[179].
[modifica] Gli anni ottanta
[modifica] Dal Q disc alla nascita degli Stadio
Nel 1981 pubblica Q disc, non un vero album, bensì un nuovo formato discografico, già lanciato nel mercato dalla RCA, per promuovere nuovi artisti e ospitare cantanti già affermati, come appunto Dalla e tanti altri[180]. Il disco in questione era una sorta di compromesso, un ibrido, tra il classico 33 giri e il relativo 45, la lettera Q, infatti, non indicava solo il limite massimo dei brani, cioè quattro, ma anche la loro qualità, in quanto, essendo presenti poche canzoni, maggiore era la distanza tra i solchi del disco, con conseguente miglioramento della qualità sonora[181]. Seppure un mini-album, la maggior parte della critica ascrive Q disc al periodo della "maturità artistica", considerandolo una sorta di chiusura, e al tempo stesso prolungamento, degli album precedenti[182][183]. Molto successo ebbe la canzone d'apertura Telefonami tra vent'anni, sarcastica brano contro l'ossessione telematica, che prende di mira alcuni tra gli oggetti simbolo della comunicazione di massa, come la televisione e il telefono[184]. Degna di nota anche la graffiante e ironica Ciao a te e il malinconico blues di Madonna disperazione; chiude il disco una cover strumentale del brano You've Got a Friend di Carole King e riproposta anni più tardi, nel 1997, in coppia con Michel Petrucciani, al concerto tenuto a Bologna, alla presenza di Papa Giovanni II[185]. Nello stesso anno canta una strofa nella canzone di Renzo Zenobi, Telefono elettronico[186] e suona il sax nella canzone Schiavo senza catene, contenuta nell'omonimo album di Marco Ferradini[187]. Partecipa anche alla manifestazione "Caserme aperte", tenuta a Bari, insieme ad altri artisti tra cui Ivan Graziani e Goran Kuzminac, cantando il brano Cara[188]. Inoltre, sempre nel 1981, Massimo Cavezzati gli dedica un libro a fumetti, dal titolo Piglia e Dalla in concerto, edito a Bologna dall'Isola Trovata[189].
Alla fine del 1981, il complesso di Lucio Dalla decide di intraprendere una carriera parallela, ufficializzando con l'uscita di un 45 giri, la nascita degli Stadio[190]. Gaetano Curreri, in una recente intervista ha ricordato che il nome della band ha avuto origine nella la tournè di Banana Republic, durante le estenuanti prove giornaliere, che avevano sempre come teatro all'aperto proprio uno stadio; da lì, la scelta del nome[191]. Nel 1982 l'attore e regista Carlo Verdone decide di dedicare al cantautore bolognese il proprio film Borotalco, dove una ragazza, interpretata da Eleonora Giorgi, cerca in tutti i modi di conoscere il suo idolo musicale, per l'appunto Lucio Dalla[192]. Per il lancio del film uscirà la canzone Grande figlio di puttana, presente anche nel primo album degli Stadio, scritta da Lucio Dalla, Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli che varrà ai tre artisti, nello stesso anno, il David di Donatello e il Nastro d'argento per la miglior colonna sonora originale[193]. In merito al film Verdone ha ricordato alcuni curiosi retroscena: "Il produttore Mario Cecchi Gori, sparò nella locandina il suo nome a caratteri cubitali, il mio - che ero il regista - era scritto in piccolo. Lucio si arrabbiò, ricordo ancora la sua telefonata: "Spera che il film mi piaccia, andrò a vederlo stasera". Qualche ora dopo arriva la telefonata da un cinema di Bologna: "Mi chiamò per farmi i complimenti. Mi disse che ero stato bravo"[194].
Per l'album d'esordio degli Stadio, uscito a pochi mesi di distanza dal loro primo 45 giri, oltre alla già citata, Grande figlio di puttana, Dalla collaborerà alla stesura di molti altri pezzi, tra cui Chi te l'ha detto, anch'essa nella colonna sonora di Borotalco, Navigando controvento, dove tra gli autori del brano compare anche un giovane Luca Carboni e la suite Un fiore per Hal, cantata dallo stesso Dalla, assieme al chitarrista Richy Portera[195]. Sempre a proposito della nascita degli Stadio, Gaetano Curreri, in un'intervista di qualche anno fa, ha affermato che in origine il cantante della band non doveva essere lui, ma bensì un altro. Fu lo stesso Dalla a convincere Curreri a interpretare i pezzi degli Stadio, vincendo l'iniziale ritrosia di quest'ultimo[191]. Curreri poi, nella stessa intervista, ha fatto notare come nei primi album la sua voce ricalcasse, per impostazione e tonalità, quella di Dalla, quasi a rasentarne un'imitazione. A titolo di esempio, infatti, sempre Curreri ha ricordato, come Ornella Vanoni, nell'ascoltare Grande figlio di puttana, fosse assolutamente convinta che la voce appartenesse a Dalla e non a quest'ultimo, rimanendo piuttosto incredula nell'apprendere il contrario[196]. Le strade della neonata band e del cantautore emiliano, saranno comunque ancora ben lungi dal dividersi, continuando una collaborazione che durerà, in pratica, per tutti gli anni ottanta[197]. Inoltre incide con Nicola Arigliano, Ornella Vanoni e Anna Identici, “I Musicanti”, canzone in forma di favola tratta da “I musicanti di Brema” dei Fratelli Grimm, su musiche di Luis Enriquez Bacalov e testi di Sergio Bardotti[198].
[modifica] 1983, Viaggi organizzati, Bugie
Un anno dopo, infatti, esce 1983, che vede in sala d'incisione, ancora la presenza degli Stadio[199]. Il disco, anche sull'onda dei fasti degli album precedenti, ottiene, come da copione, un largo successo di vendite, meno dal punto di vista della critica[200][201]. "L'album alterna intuizioni geniali a momenti di abbandono, slanci formidabili a segni di stanchezza" [...] L'autore ne è pienamente consapevole, tanto da affermare: "L'ho registrato a caldo, senza una progettazione e senza tenere conto dell'interlocutore, del pubblico a cui mi rivolgo". Qualche anno dopo chiarirà il concetto:" Mentre stavo registrando 1983 ero impegnato a rinnovare il mio contratto discografico, non mi andava molto di fare quel disco. L'errore era già alla base: centrare il disco sul mio personaggio; resi la mia situazione di cantante e autore più seria di quello che doveva essere. Cantavo su una sedia, davo le coordinate, mentre il soggetto delle mie canzoni è sempre stato la gente, non ho mai soggettivizzato tranne in episodi volutamente ironici come Disperato erotico Stomp[202]. In virtù di queste dichiarazioni, non è un caso il fatto che tutte le canzoni del disco, negli anni a venire, non saranno mai inserite in nessun greatest hits, né live, né in studio e neppure ricantate dal vivo, in quanto Dalla non fu mai pienamente soddisfatto del risultato ottenuto[203].
Un'eccezione resta comunque la sua ultima raccolta, Questo è amore, realizzata, appunto, con lo scopo di riportare a galla alcuni pezzi finiti nel dimenticatoio: in merito a 1983, si segnala il recupero di Pecorella, seconda traccia del disco[204]. L'album contiene, comunque, molte belle canzoni, che meriterebbero un riascolto più meditato, come la sofisticata e omonima title-track, che attraversa quarant'anni di storia italiana, l'intensa Camion, la graffiante L'altra parte del mondo, Solo e il divertissement Stronzo, dove l'artista ha modo di riproporre i suoi deliranti vocalizzi scat[205]. Sempre nel 1983, compone le musiche del film Lontano da dove, di Stefania Casini e Francesca Marciano, cantando anche il brano omonimo[206] la colonna sonora non è mai stata pubblicata su cd, mentre il brano fu poi pubblicato in una raccolta di colonne sonore, dal titolo Oggi al cinema[207]. Inoltre pubblica un nuovo 45 giri, contenente le canzoni Mon Amour e Non sai cos'è, quest'ultima su musiche di Gaetano Curreri e testo del giovane Luca Carboni, destinato solo al mercato tedesco[208]. Sempre a quel periodo risale la sua partecipazione alla trasmissione "L'alternativa dei garofani", una delle tante puntate che prevedevano discussioni di natura politica tra un leader di partito e varie personalità del mondo culturale e artistico; in quell'occasione presenziarono, oltre al politico di turno Bettino Craxi, Alberto Ronchey, Giorgio Strehler, Alberto Arbasino, Renato Guttuso e lo stesso Dalla[209]. Un anno dopo, nel 1984, Dalla cambia rotta musicale: abbandona gli Stadio, ormai avviati ad una carriera come gruppo, ed inizia a collaborare con Mauro Malavasi, reduce da grandi successi dance, che accentua la ritmica degli arrangiamenti: il risultato è Viaggi organizzati[210], con l'omonima canzone e soprattutto con la hit Tutta la vita, incisa anche in inglese da Olivia Newton-John[211] e cantata anche anni dopo da De Gregori dal vivo[212], dove l'artista sembra fare un bilancio ironico e agrodolce sul suo destino di musicista, "Tutta la vita a far suonare un pianoforte/ lasciandoci dentro anche le dita/ su e giù o nel mezzo a una tastiera/ siamo sicuri che era musica?". In merito al testo lo stesso Dalla ebbe a dire: «Ho impiegato più di un mese e mezzo per realizzarlo. Una frase come “al limite fisico del racconto” ha in sé qualcosa di folle che mi piace da impazzire. La critica, naturalmente, ha immediatamente ipotizzato che avessi costruito il testo mettendo una serie di frasi una dietro l'altra»[213]. Di rilievo anche Washington, con la parte musicale scritta da Tullio Ferro, storico autore di musiche per Vasco Rossi, e la sofisticata Tu come eri eseguita nei concerti solo in tempi recenti[214].
La sera del 21 giugno del 1984 partecipa assieme ad altri big della musica come Paolo Conte, Giorgio Gaber, Nomadi e Pierangelo Bertoli, al concerto dell'amico Francesco Guccini, cantando il brano Piazza Grande; della serata verranno registrate solo le canzoni di Guccini, contenute nel live Fra la via Emilia e il West, le esibizioni degli altri artisti sono rimaste tutt'ora inedite[215]. Sempre nello stesso anno propose un tour congiunto a Lucio Battisti, sfidando la rinomata ritrosia del collega, che da molti anni si era ritirato dalla scena pubblica. L'artista bolognese ha così ricordato l'incontro: "Mi stette a sentire tutta la sera, poi sorrise e disse: non si può fare"[216]. Collabora poi, all'album d'esordio di Luca Carboni ...intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film, già lanciato da Dalla come autore dei testi nei primi album degli Stadio[217]. Più avanti Carboni ricorderà così il loro primo incontro: "La prima volta che ci vedemmo fu ufficialmente da Vito (celebre osteria bolognese), una sera dell'81. Gli diedi una busta con dentro i testi e il mio numero di telefono. L'aprì, diede una scorsa ai fogli e senza aprir bocca la passò agli Stadio che banchettavano con lui. Il giorno dopo ero a lavorare come autore con Curreri e la band"[218]. Nel 1985, sull'onda dell'eco mondiale, provocata dal Live Aid, l'Italia organizzò un proprio evento dal titolo Musicaitalia per l'Etiopia - Volare, che vide alcuni tra i più grandi artisti italiani cantare la celebre canzone di Domenico Modugno, tra cui Angelo Branduardi, Fabrizio De Andrè, Dori Ghezzi, Giuni Russo, Vasco Rossi, il Banco del Mutuo Soccorso, i Dik Dik, Riccardo Fogli, Enrico Ruggeri, Dalla e tanti altri[219]. In realtà i cantanti non provarono mai assieme, in quanto le loro voci furono ammucchiate solo virtualmente, alcune registrate addirittura a parte e poi mixate. L'operazione riuscì a metà, infatti gli incassi, per sostenere la causa africana, furono piuttosto esigui[220].
Sempre nel 1985 torna a lavorare con gli Stadio e nel dicembre dello stesso anno esce Bugie (dove partecipano come batterista e autore Giovanni Pezzoli e come corista Gaetano Curreri)[221]. Trainato dal grande successo di Se io fossi un angelo, registra di nuovo ottimi riscontri di vendite, aggiudicandosi il disco di platino[222]. L'album contiene perle romantiche come Chissà se lo sai (scritta da Ron), cantata anni dopo nel live Concerti, da Fiorella Mannoia e Soli io e te. Da menzionare anche la ritmata Scusami tanto ma ho solo te, Ribot, la dissacrante e autobiografica Luk e un pezzo strumentale, Tania del Circo, dal sapore squisitamente jazzistico, dove suona il sax con il pianista jazz Franco D'Andrea. Lo stesso anno pubblica assieme al pianista Marco di Marco un altro album, esclusivamente di musica jazz, dove collaborano musicisti, come Jacky Samson e Charles Saudrais[223]. Da non dimenticare infine, il noto pezzo musicale Lunedifilm, con incursioni vocali dello stesso Dalla, già da alcuni anni sigla dì apertura della rubrica del lunedì sera di Rai Uno, dedicata alla trasmissione dei grandi film[224]. Il brano, scritto dall'artista per gli Stadio, è presente nell'album Canzoni alla radio del 1986, portando nei titoli non già la sua firma, ma quella del suo pseudonimo Domenico Sputo[225]. Il brano sarà poi inserito vent'anni più tardi, dal cantautore bolognese, nella raccolta 12000 Lune[226].
[modifica] Il trionfo internazionale di Caruso
Lucio Dalla si esibisce al Village Gate di
New York, nel marzo del 1986
Nel marzo del 1986 parte in concerto con gli Stadio al gran completo (Ricky Portera, Marco Nanni, Aldo Fedele, Roberto Costa più Pezzoli e Curreri) per una serie di concerti all'estero culminati con le esibizioni negli Usa[227] A tal proposito la Rai programmerà uno speciale dedicato proprio al concerto tenutosi al Village Gate di New York il 23 marzo del 1986, dove, tra una canzone e l'altra Dalla racconta la sua esperienza americana, venendo inoltre intervistato dall'allora neonato programma musicale, Muchmusic[228]. Dal concerto americano verrà poi estratto il doppio album dal vivo DallAmeriCaruso. Memorabile è l'unico brano inedito dell'album, Caruso, (disco di platino e Targa Tenco come miglior canzone dell'anno[229]), che racconta gli ultimi giorni di vita del grande tenore e regalerà nuovamente a Dalla un successo straordinario. La canzone, che ha venduto quasi 9 milioni di copie in tutto il mondo, è oggi considerata un classico della musica italiana[230]. Nel corso degli anni, il brano, è stato interpretato da artisti di qualsivoglia nazionalità: ebraica, russa, greca, giapponese, americana, inglese, e via dicendo[231], tra i quali spiccano cantanti di prestigio internazionale come: Mercedes Sosa, Céline Dion, Michael Bolton, Lara Fabian, Julio Iglesias, Andrea Bocelli e Luciano Pavarotti[232]. Ad oggi la canzone, tradotta in varie lingue, ha venduto oltre 38 milioni di copie in tutto il mondo[233], la stessa Milva l'ha esportata in Germania, ottenendo consensi e ampia popolarità[234]. Il giorno 28 febbraio 2008, durante la Cinquantottesima edizione del Festival di Sanremo, il presidente della Siae, Giorgio Assumma, ha reso note le 10 canzoni italiane più conosciute e cantate nel mondo, rilevate dagli stessi bollettini Siae. La canzone di Lucio Dalla, Caruso, si è piazzata al secondo posto, dietro all'altrettanto celebre Nel blu dipinto di blu, di Domenico Modugno[235][236].
Lucio Dalla, ospite a
Fantastico 7, presenta per la prima volta
Caruso
Dalla, in varie interviste, ha più volte spiegato la genesi della canzone: "è una canzone del cuore", racconta l'artista, nata da un inaspettato e intenso viaggio a Sorrento[237]. In seguito ad un guasto alla sua barca, Dalla fu costretto a sostare in costiera, nello stesso Hotel e nella stessa stanza dove anni prima era morto il grande tenore Enrico Caruso. Il personale dell'albergo, dopo essersi trattenuto a cena con il cantautore, gli racconta della coinvolgente storia d'amore tra Caruso, ormai affetto da una grave malattia ai polmoni che gli impediva di cantare, ed una giovane allieva, a cui il grande lirico insegnava canto. Commosso da quelle parole, il cantautore, ritiratosi poi nella stanza, guardando le foto del tenore, il suo vecchio pianoforte e l'incantevole panorama di Sorrento, trovò l'ispirazione per comporre sia il testo che la musica[238]. Così nacque Caruso, in un modo assolutamente fortuito, come ricorda ancora Dalla: "una canzone nata per caso" e destinata a diventare una delle canzoni italiane più note ed ammirate nel mondo. Il conduttore Pippo Baudo racconta che inizialmente l'artista era restio a cantare il brano, in quanto, essendo lui emiliano e non napoletano, non si sentiva all'altezza di interpretarlo[239]. Peppino Di Capri, afferma di essere stato il primo ad ascoltarla, addirittura il giorno dopo che l'aveva composta: " Venne nella mia casa discografica a Napoli e mi chiese un parere, si mise al pianoforte e suonò. Rimasi senza parole e mi uscì una lacrima". "Ma tu veramente fai"? Mi chiese alla nostra maniera. "Vai tranquillo, sarà un successo mondiale", gli risposi"[240]. Nonostante i vari timori nell'interpretare il brano, mesi più tardi Dalla si esibirà proprio davanti ad un pubblico napoletano, allo stadio Collana di Napoli, in qualità di ospite del concerto tenuto da Pino Daniele[241].
Nel 1987 realizza, assieme a Mauro Malavasi le musiche del film italo-spagnolo I picari, diretto da Mario Monicelli, con Giancarlo Giannini ed Enrico Montesano[242], un anno più tardi le musiche della miniserie televisiva italo-americana Mamma Lucia, con protagonista Sophia Loren[243]. Sempre nel 1987 è inoltre ospite fisso per tre puntate del programma "SandraRaimondo Show", varietà del sabato sera di Canale5 condotto da Raimondo Vianello e Sandra Mondaini dove a ogni puntata a modo di riproporre i suoi pezzi più celebri[244]. Nel 1989 Renzo Arbore nel suo programma quotidiano di Rai Due "DOC: musica e altro a denominazione di origine controllata" dedica a Dalla, per un'intera settimana, un tributo speciale, dove il cantautore bolognese ha modo di riproporre il meglio del suo repertorio tra cui il divertente duetto in scat con Gegè Telesforo e il famoso numero della "frantumazione del clarino", già proposto in passato in altre trasmissioni televisive e presente anche nel film-concerto Banana Republic[245]. Infine, sempre nel 1989, cura le musiche del film Pummarò, prima opera come regista di Michele Placido[246].
[modifica] La collaborazione con Gianni Morandi
Nel giugno del 1988 arriva una nuova esperienza ovvero Dalla/Morandi, disco da 15 tracce (ancora una volta un milione di copie vendute[247]), contenente vecchi successi dei due amici, con in più vari inediti scritti dallo stesso Dalla, Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron[248]. La canzone di lancio Vita è subito un grande successo[249], scritta da Mogol, su musica di Mario Lavezzi, fu per Morandi un nuovo trampolino di lancio per tornare di diritto tra i grandi della canzone italiana[250]. In merito al singolo Vita, Mario Lavezzi ricorda: "All'inizio la canzone si intitolava "Angeli sporchi", ed iniziava con le parole "Cara in te ci credo": era dedicata a una ragazza che aveva avuto delle traversie, e si era un po' persa per strada... Dalla ci impose una modifica: la parola "Cara" diventò "Vita", perché a qualcuno poteva dare l'impressione che lui e Morandi si chiamassero così tra loro... a Dalla il brano piacque subito, lui cercava delle canzoni per il disco con Morandi, perché l'idea di incidere un album fu presa di slancio e non aveva niente di pronto"[251]. Numerose le tracce da ricordare. In primis le personali interpretazioni di Chiedi chi erano i Beatles di Morandi e C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones di Dalla, Il duemila, un gatto e il re con testo di Roberto Roversi e musica di Gaetano Curreri e la canzone Emilia con musica di Dalla e testo di Francesco Guccini, da loro stessi cantata assieme a Morandi. Infine si segnalano Che cosa resterà di me, scritta da Franco Battiato per Morandi, successivamente inserita nel live Giubbe rosse del cantautore catanese con un titolo differente, Cuori di Gesù su musica di Cocciante e Felicità, interamente scritta da Dalla[252].
Segue poi un fortunato e lunghissimo tour (anche all'estero, con 110 repliche[253]) nei più affascinanti luoghi d'arte d'Italia, nel quale i due artisti, accompagnati (per l'ultima volta) dagli Stadio giocano a scambiarsi i brani, raccontando la loro storia e incantando il pubblico che interviene numerosissimo ad ogni concerto[254]. Rai 1 manda in onda in diretta la tappa conclusiva del tour estivo dal Teatro Greco di Siracusa (con la regia di Gabriele Salvatores) che avrà picchi di ascolto notevoli[255]. In seguito verrà tratta anche una VHS/DVD della data invernale registrata a Venezia e un ulteriore album (singolo) intitolato DallaMorandi in Europa (brani tratti dal doppio album)[256]. Così, sulle pagine de la Repubblica, Gino Castaldo, recensiva i loro show: "Ad unirli è l'emilianità, a dividerli sono due differenti culture della canzone italiana. Da una parte c'è Morandi, sorridente che canta a cuore aperto sentimenti trasparenti, dall'altra c'è Dalla, l'autore per eccellenza che scava, corrode, mostra dei sentimenti la faccia più imprevista e talvolta più inquietante. Vederli insieme è strano, fa pensare a due correnti di gusto e di espressione che si fronteggiano, cercano un dialogo come in un immaginario compromesso storico della musica"[251]. L'avventura DallaMorandi chiude definitivamente, e con qualche polemica, la lunga collaborazione tra Dalla e gli Stadio e lancia la giovanissima Angela Baraldi, presente nei concerti come corista e in seguito affermatasi come cantante solista (inizialmente prodotta proprio da Dalla) e anche attrice[257]. Nel 1989 collaborerà ancora con Morandi nell'album Varietà, componendo cinque dei brani presenti, tra cui spicca Bella signora, scritta assieme a Mauro Malavasi[258] Sempre nel 1989 si esibisce al Ferrara Buskers Festival con il suo clarino, in versione "artista di strada", assieme al musicista Jimmy Villotti[259].
[modifica] Gli anni novanta
[modifica] Attenti al lupo e altre storie
Nell'ottobre del 1990 esce Cambio, "il cui titolo programmatico non nasconde il desiderio di Dalla di ridefinire ancora una volta la sua immagine, anche a prezzo di mitigare l'originalità della proposta"[6]. Questo "nuovo corso", che farà da apripista alla fase pop degli ultimi anni, sarà confermato anche negli album successivi e per tutti gli anni novanta[260]. Pur mutando corso, ciò che non muta nell'artista emiliano è l'assoluta capacità di catalizzare il grande pubblico; infatti il disco, trainato dal singolo Attenti al lupo (scritto da Ron), vende 1 400 000 copie, risultando uno degli album italiani più venduti di sempre[251][261]. Il giornalista Giancarlo Trombetti ha ricordato in un recente articolo, dopo la morte dell'artista, la genesi di Attenti al lupo, affermando che originariamente il brano avrebbe dovuto cantarlo Ron e non Dalla e che quest'ultimo cercò di convincerlo a cedergli il pezzo. Il brano passò nelle mani di Dalla non tanto per un regalo dell'amico Ron, come si sarebbe portati a pensare, ma più per frutto dell'insistenza di Dalla[262]. Il giornalista ricorda che Lucio rivolgendosi a Ron disse: "Tu sei visto dalla gente in modo troppo serio... io sono un pagliaccio buffo, non ti ci vedo a canticchiare Attenti al lupo, attenti al lupo... ed essere preso sul serio, io, invece, si!"[262].
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Lucio Dalla in una trasmissione del 1990 inscena il balletto di Attenti al Lupo
La grande intuizione di Dalla fu poi quella di "teatralizzare" il brano, inscenando, nel relativo videoclip, un efficace balletto all'ombra di un tendone da circo, con al fianco due ragazze e un pubblico di giovanissimi, riproponendo poi lo sketch ad ogni apparizione televisiva[263]. La canzone divenne subito un tormentone, facendo ben presto schizzare il disco in vetta alle classifiche, venendo in seguito lanciata anche sul mercato spagnolo[264]. Resterà famosa anche la relativa copertina che raffigura un'immagine, virata in seppia, di un giovanissimo Dalla seduto ad un tavolo, assieme alla madre Iole Melotti[265]. La canzone di lancio Attenti al lupo, se da una parte ha avuto il pregio di trascinare l'album al successo commerciale, dall'altra ha oscurato, per così dire, alcune tracce, qualitativamente più meritevoli, che con il tempo si sono ritagliate il loro giusto spazio e valore[266]. Canzone da ricordare è senz'altro l'emozionante Le rondini, su musica di Mauro Malavasi, il cui testo della canzone sarà poi recitato dall'amico e collaboratore Marco Alemanno durante i funerali del cantante[267]. Infine altre tracce da segnalare sono Bella, l'inconsueta è l'amore e soprattutto Comunista, vero atto d'amore nei confronti dell'uomo, "l'uomo che vuole lottare e che non vuole morire", come recita la canzone, già scritta in passato con Roberto Roversi e in origine dal titolo Ho cambiato la faccia di un Dio[268].
Seguirà poi una serie di concerti per tutto il 1991 e 1992 che daranno vita al Cambio tour[269], a cui parteciperanno Iskra Menarini, Angela Baraldi e un giovane Biagio Antonacci e da cui verrà poi tratto, in particolar modo dai concerti di Torino e Bologna, il successivo album live Amen, uscito nel settembre del 1992[270]. Unica traccia inedita e registrata in studio è appunto Amen, c'è spazio anche per un brano, il Mostro, cantato dall'allora sconosciuto Samuele Bersani, notato da Dalla e fatto esibire in apertura di ogni concerto del tour[271]. In proposito Samuele Bersani affermerà "è stata la prima persona che ha creduto in me... più che uno scopritore di talenti era uno scopritore d'anime"[272]. Molti sono stati gli artisti scoperti e lanciati da Dalla, a cominciare dallo stesso Ron. Se, a titolo d'esempio, Venditti fu il primo produttore di Rino Gaetano, a scoprire il suo talento e a portarlo al Folkstudio a Roma fu proprio Dalla, che commentò così l'incontro "Faceva l'autostop con la chitarra a tracolla e gli diedi un passaggio per Roma dove andava alla ricerca di un contratto. Mi fece sentire le sue canzoni in anteprima e lo portai da Vincenzo Micocci che poi lo lanciò"[272]. Nel 1991, pubblica un altro disco, Geniale?, una raccolta di vecchi pezzi incisi tra il febbraio 1969 e l'agosto 1970, tra cui alcuni inediti[273]. Un anno più tardi, Dalla partecipa al Pavarotti & Friends, assieme ad altri artisti internazionali del calibro di Sting, Brian May, Mike Oldfield, Bob Geldof e Zucchero, organizzato dallo stesso tenore, per sostenere cause benefiche e umanitarie[274]. Nell'occasione duetterà con il tenore modenese cantando Caruso[275], poi, assieme allo stesso Pavarotti, Zucchero, Sting e Brian May, canta la celebre canzone del Rigoletto, La donna è mobile[276]. Nello stesso anno vocalizza un brano del giovane cantautore Vincenzo Spampinato, dal titolo Bella e il mare, presente nell'album di quest'ultimo dal titolo L'amore nuovo[277].
Lucio Dalla si esibisce al Festival del Cinema
Da ricordare inoltre la sua partecipazione nel 1990 al concerto tributo in onore di Piero Ciampi, nel decennale della scomparsa, interpretando il brano Ha tutte le carte in regola[278]. Sempre nello stesso anno, precisamente il 25 ottobre del 1990, su RaiStereoDue, Lucio Dalla incontra Federico Fellini. In una spassosa chiacchierata, i due artisti parlano degli effetti emotivi e malinconici che la musica spesso produce in chi l'ascolta, scambiandosi, divertiti, le reciproche impressioni[279]. Quasi a inizio intervista il grande regista descrive in modo epico un concerto del cantautore, tenuto al Teatro Tenda di Roma negli anni ottanta: " La prima volta che ti ho visto... è stata una visione un po' infernale... sono entrato, e in mezzo ad un gran fumo, ti ho visto in fondo a un palco; dalla platea mandavano urla e strida come pipistrelli e decibel irraggiungibili... laggiù c'eri tu, dietro una tastiera con il tuo cuffiotto in testa; apparivi come un'immagine salgariana, un corsaro, un pirata e dalla tua tastiera partivano clangori, come fossero cannonate"...[280] Nell'occasione Fellini si fece sistemare una sedia ad hoc dentro al tendone, per poter assistere al concerto da dietro le quinte. Tempo dopo, il cineasta omaggerà il cantautore nel suo film Ginger e Fred, nella sequenza in cui Giulietta Masina incontra in un pullman alcuni sosia di personaggi famosi, tra cui quelli del musicista emiliano[281]. Dalla replicò dichiarando tutto il suo stupore nell'apprendere che un personaggio della caratura di Fellini fosse presente a un suo concerto e il regista riminese ribatté prontamente: "Ad un concerto di Dalla potrebbero esserci anche personaggi della storia come Vittorio Emanuele o Garibaldi.. tutti quanti dovrebbero venire ad ascoltare un tuo concerto, tanto è la forza evocativa che emana"[280]. L'anno dopo canta assieme a Toquinho La casa in riva al mare, brano originariamente inserito dall'artista brasiliano nell'album Viaggiatore del sogno[282] e 4 Marzo 43 con Chico Buarque de Hollanda nella medesima trasmissione presentata da Gianni Minà[283]. Inoltre canta assieme a Riccardo Cocciante e a Mario Lavezzi il brano Giorni leggeri, presente nell'album di quest'ultimo Voci[284].
[modifica] L'uscita di Henna e l'esibizione al Madison Square Garden
Dopo il live Amen, un anno più tardi, nel dicembre del 1993 esce Henna[285], contenente la canzone omonima, una misticheggiante melodia con un testo evocativo che rapisce fin dal primo attacco "Adesso basta sangue/ ma non vedi/ non stiamo nemmeno più in piedi/ un po' di pietà/ invece tu invece fumi/ con grande tranquillità/ così sta a me/ a me che debbo parlare/ fidarmi di te... non a caso Dalla la considererà sempre tra le sue preferite[286]. Il lancio del Videoclip della canzone Henna, avverrà nella trasmissione Roxy Bar, condotta dall'amico Red Ronnie che dopo la scomparsa del cantautore ricorderà, tra le altre cose proprio quell'evento:" Si trattava del video più rivoluzionario mai visto in TV che io mandai in onda su richiesta di Dalla durante una puntata del mio programma. Lucio mi chiese di oscurare completamente lo schermo per ascoltare meglio una sua canzone, Henna. Io obbedii... fu un "coupe de theatre" che fece scalpore, tanto che l'episodio fu ripreso dai giornali di tutto il mondo"[118]. L'album rispetto al precedente e al successivo Canzoni, venderà decisamente meno, ma non per questo è da considerarsi un'opera minore, anzi, gran parte della critica, considererà Henna uno dei lavori più riusciti e ispirati del cantautore emiliano, soprattutto se ci si attiene esclusivamente alla fase pop[287][288]. Tanti i brani di valore: l'ariosa e intimista Latin lover, colonna sonora del film Come due coccodrilli[289], Cinema, dove compare la voce di Marcello Mastroianni, la ritmata Liberi, dove l'uso del pop elettronico è ancora più evidente e Treno, brano di natura sociale che racconta un Europa dell'est post comunista che corre come un treno verso il duemila, assediata continuamente da soldati e carrarmati, "tra vecchi e nuovi fascisti". Ancora da segnalare l'ironica Merdman, Don't touch me e Domenica. L'album contiene inoltre Rispondimi, canzone cantata in duo con Tosca, che avrà modo di farsi conoscere al pubblico vincendo assieme a Ron il Festival di Sanremo del 1996[290].
Sempre nel 1993, Lucio Dalla riceve il Premio Librex Montale, nella la sezione "Poetry for Music"[291]. Tale sezione è stata aggiunta nel 1991 allo scopo di dare riconoscimento a testi scritti per la musica che avessero una particolare valenza poetica, oltre a Dalla hanno ricevuto il premio Paolo Conte, Francesco Guccini, Fabrizio De André, Franco Battiato e Ivano Fossati[292]. Nell'occasione ha modo di incontrare la poetessa Alda Merini con cui stringerà amicizia e con cui avrà modo, in seguito, di cantare e duettare nel programma musicale Taratatà, curato da Vincenzo Mollica[293]; Alda Merini è anche autrice di una poesia dedicata proprio all'artista bolognese[294]. Infine partecipa al concerto di Natale tenutosi in Vaticano cantando Tu scendi dalle stelle e assieme a Branduardi e Randy Crawford il brano Silent night holy night[295]. Nel 1994 Mia Martini pubblica un album di cover dal titolo La musica che mi gira intorno interpretando vari brani di Fossati, De Andrè e lo stesso Dalla, cantando per l'occasione il brano Stella di mare[296]. Anche Anna Oxa compirà la medesima operazione pubblicando due album di cover Cantautori e Cantautori 2. In entrambe le raccolte reinterpreta due brani di Dalla, nella prima Futura, nella seconda Washington[297]. Duetta, poi, insieme a Konstantin Wecker, nell'album Wenn du fort bist, cantando il brano Stirb ma ned weg[298].
Nel novembre del 1995 gli amici Lucio Dalla e Gianni Morandi tornano inaspettatamente insieme per un concerto tenuto a New York, nel celebre palcoscenico del Madison Square Garden, dove avranno modo di proporre 36 pezzi del loro repertorio, dinanzi a tredicimila spettatori, proponendo tutti i loro grandi successi[299]. Fino ad allora solo Luciano Pavarotti ed Enrico Caruso detenevano il primato di essersi esibito nella storica arena e nessun cantante di musica leggera italiana era mai riuscito nell'impresa, anche se lo stesso Dalla si era già esibito al Madison un anno prima, con L'Orchestra Italiana di Renzo Arbore, nel 1994, in occasione della "Festa azzurra", dedicata ai mondiali di calcio americani[300]. Il concerto è l'inizio di un tour, il Dallamericamorandi, che porterà la coppia ad esibirsi anche in Canada, esattamente al Maple Leaf Garden di Toronto[301]. L'evento, curato da Adriano Aragozzini è nato anche per il fatto che i due artisti avevano già calcato le plateee americane: Dalla nel 1986 al Village Gate, Morandi nel 1968 al "Feld Forum" e al Palace Theatre di Broadway nel 1993[302]. Nella conferenza stampa, tenuta al Rockfeller Center, Dalla colse l'occasione per rinnovare la sua passione, non solo per la musica, ma anche per il basket: "Cantare al Garden, per un fanatico di basket come me, ha un significato simbolico enorme. Appena arrivato, ieri, vi sono corso a vedere la partita New York contro Phoenix"[303]. Il concerto verrà visto anche in Italia, trasmesso da Canale 5, in prima serata, il 29 dello stesso mese[304]. Nello stesso anno cura le musiche del nuovo film di Michelangelo Antonioni e Wim Wenders Al di là delle nuvole[305].
[modifica] Il grande successo di Canzoni e la nuova collaborazione con Roversi
Nel 1996 esce Canzoni che decreta la definitiva svolta pop dell'autore[306]. L'album è trainato dal singolo Canzone, il cui testo è stato scritto insieme a Samuele Bersani. Seppur meno ispirato rispetto ai lavori precedenti, grazie anche ad altre canzoni come Ayrton, scritta da Paolo Montevecchi e dedicata al pilota di Formula 1 Ayrton Senna e Tu non mi basti mai l'album venderà complessivamente 1.300,000 copie[251], bissando il successo di Cambio. Il disco contiene una sorpresa: come ultima canzone è presente una "ghost-track" e altro non è che un rifacimento di Disperato erotico stomp, cui segue, a chiusura del disco, un inno religioso dal titolo Vieni, spirito di Cristo, interpretato dal giovane frate francescano Alessandro Fanti[307]. Con la canzone Ballando ballando, presente nello stesso album, nell'estate del 1997 si esibisce al Festivalbar, indossando ironicamente un vistoso parruccone anni settanta[308]. Nello stesso periodo è da ricordare una delle sue tante incursioni nella musica colta e accademica, portando in scena Pierino e il lupo di Sergei Prokofiev[309]. Da non dimenticare la sua esibizione al concerto di Antonello Venditti, tenutosi il 5 luglio del 96, in Piazza del Plebiscito a Napoli, dove il cantautore romano si sostituisce simpaticamente a De Gregori, cantando assieme a Dalla Ma come fanno i marinai[310]. Inoltre è presente nell'album degli Articolo 31 Cosi com'è, cantando alcune strofe della sua Disperato erotico stomp nel brano L'impresa eccezionale, che come si evince dal titolo stesso, prende spunto, e al tempo stesso omaggia, la celebre canzone del cantautore[311]. Viene, inoltre, nominato, nello stesso anno cittadino onorario di Manfredonia[312].
Nell'aprile 1998 riparte la sua nuova tournée americana, a tre anni di distanza dal concerto del Madison Square Garden[313]. Infatti il 27 dello stesso mese si esibisce al Beacon theatre di Broadway, cantando vecchi e nuovi brani del suo repertorio, di fronte ad un ristretto pubblico di duemila persone[314]. Nell'estate del 1998, il sodalizio artistico tra Lucio Dalla e Roberto Roversi ha di nuovo un'inaspettata, quanto gradita appendice. Infatti, nel giugno dello stesso anno, va in scena un importante spettacolo, scritto dal poeta bolognese nel 1974, dal titolo Enzo re, con musiche dello stesso Dalla[315]. L'avvenimento, in collaborazione con l'università di Bologna, farà da preludio a tutta una serie di eventi che si susseguiranno nel 2000, quando la città emiliana sarà proclamata, per quell'anno, Capitale europea della cultura[316]. L'opera che tratta della storia di Re Enzo, figlio di Federico II di Svevia e della sua cattura da parte dei cittadini bolognesi è inscenata per lo più dai vari studenti universitari e da alcuni attori di fama come Ugo Pagliai e Paolo Bonacelli, con incastonate alcune canzoni eseguite dallo stesso Dalla[317]. Seguirà poi un vero e proprio album dall'omonimo titolo e con sei tracce (di cui quattro cantate da Dalla) che non vedrà mai la luce del mercato discografico e sarà regalato direttamente alla stessa università[318]. Lo spettacolo, divenuto itinerante, nel corso del tempo sarà inscenato svariate volte e sempre con la supervisione del cantautore emiliano[319].
[modifica] La fine del millennio: dall'album Ciao all'esibizione con Ray Charles
Nell'inverno del 1999 è ospite del programma di Morandi C'era un ragazzo, di cui è anche ideatore[320]. Nell'occasione insieme a Eros Ramazzotti e all'amico e padrone di casa, è protagonista di una rivisitazione di O sole mio. I tre artisti si sono esibiti appositamente in frac, ad imitazione dei tre tenori José Carreras, Placido Domingo e Luciano Pavarotti, davanti ad un pubblico entusiasta e divertito[321]. Nelle estati del 1998 e 1999 è poi in tournè, in tutta Italia, con la Grande Orchestra Sinfonica di 76 elementi, diretta dal maestro Beppe D'Onghia[322]. Dopo aver ricevuto la Laurea Honoris Causa dall'università di Bologna in "lettere e filosofia"[323], nel settembre dello stesso anno (esattamente il 9/9/99), pubblica Ciao (200.000 copie vendute in poco più di una settimana[324] e doppio disco di platino)[325], dove riscuote successo l'omonima canzone, che diverrà un altro tormentone, fino ad essere addirittura usata come segreteria del numero verde Telecom[1]. Poco prima dell'uscita dell'album, il 6 settembre, presenta la canzone al Festivalbar ricevendo inaspettati fischi, derivanti da una lunga attesa per le varie preparazioni scenografiche che causò un considerevole ritardo dell'esibizione[326]. Nello stesso mese molti giornali dedicano spazio alla " Sera dei miracoli", il concerto di Lucio Dalla tenutosi a Gioia Tauro, alla presenza di 100 mila spettatori. Numerosi gli ospiti illustri: da Battiato a Lino Banfi, Nino D'Angelo, Cecilia Gasdia e molti altri[327]. In merito al nuovo disco, oltre a Ciao sono da ricordare anche altri brani quali What a Beautiful Day, Trash e altri di natura più intimista come Non vergognarsi mai, Là e Scusa. Vi è pure un rifacimento della sua vecchia 1999, simbolicamente reincisa per salutare la fine del millennio. L'album, anche se più ricco di sonorità, rispetto al precedente Canzoni, dividerà la critica, così come il successivo Luna Matana[328][329][330][331][332]. Il relativo tour, partito nella primavera-estate del 2000, registrerà ovunque il tutto esaurito[333]. Sempre nel 1999 partecipa all'album di Elio e le storie tese, cantando con gli "Elii" la canzone Psichedelia, esibendosi assieme anche dal vivo, nel programma musicale di Raidue Taratatà, dove l'anno precedente aveva già duettato con Claudio Baglioni, in un bel rifacimento della sua Henna[334][335]. Inoltre qualche suo vocalizzo è possibile udirlo, nell'allora, nuovo album degli Skiantos (storico gruppo bolognese degli anni settanta) Doppia dose[336].
Nel febbraio del 2000 è ospite al Festival di Sanremo, dove ha modo di riproporre, a quasi trent'anni di distanza, la sua 4/3/43[337]. Sempre nel 2000, partecipa all'album Ciao Ragaz di Andrea Mingardi[338], con il quale ha riscritto il testo di una canzone di Tom Waits Time, suscitando l'apprezzamento del musicista americano[339] e infine, esattamente il 20 agosto, va in scena, al Teatro antico di Taormina, il concerto tenuto da Ray Charles e Lucio Dalla[340]. Nella prima parte della serata si è esibito il cantante bolognese, nella seconda parte, l'artista americano[341]. Nel finale i due musicisti, per la gioia dei cinquemila spettatori (anche se non è mancato qualche fischio per l'esibizione giudicata troppo breve), hanno duettato assieme cantando la celebre Yesterday dei Beatles e l'altrettanto celebre 'O sole mio[261]. Nell'eseguire i brani i due artisti hanno concordato pochissimo, lasciando tutto al caso e facendosi guidare esclusivamente dall'estro e dall'improvvisazione. Dalla ha inoltre ricordato un loro precedente incontro, avvenuto anni prima, al Madison Square Garden, dove entrambi si erano esibiti, ma in quell'occasione non nello stesso momento, ma solo nella stessa serata. Il giorno seguente in un'intervista al Corriere della Sera l'artista emiliano ha ribadito tutta la sua stima nei confronti del cantante statunitense: " Non c'è dubbio che Ray Charles sia stato il più grande mito della mia giovinezza e devo dire che ho sempre invidiato la sua musicalità senza paragoni. Quindi già il solo fatto di essere sullo stesso palco e cantare insieme a lui è stata un'idea che mi ha fatto subito divertire da morire"[261].
[modifica] Gli anni Duemila
[modifica] Tra pop, lirica e televisione
Il nuovo millennio si apre con l'album Luna Matana, pubblicato nell'ottobre del 2001[342]. Una delle canzoni dell'album, Kamikaze, è stata da molti interpretata come reazione agli attacchi terroristici dell'11 settembre[343]. Tale era la certezza che il Corriere della Sera, in un articolo del 23 settembre 2001, dichiarava: "No della casa discografica al Kamikaze di Dalla", a sottolineare una sua presunta censura sul brano in questione, in quanto non scelto come singolo di lancio[344]. La casa replicò che visto il preciso frangente storico politico la decisione di non scegliere quel brano era ovvia, aggiungendo di aver preso la decisione di comune accordo con l'artista; lo stesso Dalla intervenne affermando, tra le altre cose, che il brano non si riferiva all'11 settembre, in quanto lo stesso termine Kamikaze, più che al tempo attuale, riportava a quello della seconda guerra mondiale, scenario storico, per il quale, la canzone era stata pensata[345][346]. Continuando nell'argomento il cantautore affermò che paradossalmente a trattare dei fatti dell'11 settembre era stata la canzone di lancio dell'album precedente, facendo notare come i versi della sua Ciao, sembrassero preconizzare i tragici fatti di New York[345] - C'è stato come un lampo li proprio in mezzo al cielo/ era blu cobalto liscio, liscio senza un pelo/ la città sotto era un presepe/ le luci del tramonto/ la scia di un aereo facevano che bello il mondo... - La canzone Kamikaze (con alle chitarre Gianluca Grignani) ebbe comunque un buon successo, così come l'altra canzone simbolo del disco, Siciliano, dove compare anche la voce di Carmen Consoli[347][348].
L'album contiene anche Zingaro e Agnese delle Cocomere con la partecipazione di Ron, brano dedicato ad uno storico ritrovo di Bologna frequentato oltre che da Lucio Dalla anche da altri cantanti e personaggi dello spettacolo come Gianni Morandi, Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti e molti altri: il brano non è solamente dedicato al locale ma anche ai bolognesi e alla bolognesità[349]. Da sottolineare anche Notte americana, canzone originariamente scritta da Mariella Nava e riadattata per l'occasione dal musicista emiliano[350]. Il titolo del disco allude all'insenatura (Cala Matana), che scende a strapiombo sul mare, nell'Isola di San Domino, alle Tremiti, dove erano situati la casa e lo studio dell'artista[351]. Il termine Luna Matana è una licenza poetica del musicista e nasce dal fatto che nelle notti di luna piena, quando il cantante era nel suo studio, tale era il bagliore lunare, che non c'era alcun bisogno di accendere la luce[352]. Sempre nel 2001 incide una nuova versione di Come è profondo il mare, cantata con Federico Zampaglione, dei Tiromancino, presente nella colonna sonora del film di Paz di Renato De Maria[353]. Partecipa, assieme a Vinicio Capossela e Lucilla Galeazzi, all'album dell'artista francese Philippe Eidel, cantando il brano Tu sai qui so[354]. Collabora al nuovo disco di Napoli Centrale, duettando con James Senese, nel brano Maria Maddalena[355] e infine scrive il testo della canzone Lory, presente in Bit, album del giovane cantautore Daniele Groff[356]. Nel gennaio del 2002, debutta in prima serata, per il sabato sera di Raiuno, lo spettacolo La bella e la bestia, condotto da Lucio Dalla, assieme a Sabrina Ferilli[357]. Numerosi gli ospiti delle cinque puntate che divertiti duettano con l'artista: dagli amici Morandi e Ron a Fiorello, con cui improvvisa un dialogo scat, per poi cantare a due voci Piazza Grande, per poi passare a Zucchero, che si esibisce cantando Donne con Dalla al sax e Renato Zero, con cui canta La sera dei miracoli; duetta inoltre con Gianna Nannini (Cosa sarà), Gino Paoli (Sapore di mare), Al Bano (O Sole Mio e Nel sole) e Andrea Bocelli con cui canta la sua Caruso[358]. Non mancano i siparietti con celebri attori italiani tra cui Lino Banfi, Antonio Albanese che recita un monologo accompagnato al sax da Dalla e Carlo Verdone, con cui canta, assieme ad Eleonora Giorgi, L'ultima luna, già presente, anni prima, nei titoli di testa del film Borotalco[359]. Inoltre si ricordano le presenze di Katia Ricciarelli, i Matia Bazar e il trio comico composto da Tullio Solenghi, Anna Marchesini e Massimo Lopez, unico artista straniero, Lenny Kravitz[360]. C'è spazio anche per i campioni sportivi, tra cui Francesco Totti e Roberto Baggio, quest'ultimo, tra le altre cose, ex giocatore del Bologna nella stagione 1997/1998, di cui il cantante era grande fan[361]. Infatti nell'album Luna Matana è presente una traccia, dal titolo Baggio Baggio, dedicata al campione vicentino[362]. La serata fu anche l'occasione per confermare la nota passione calcistica del musicista, spesso presente in tribuna allo Stadio Dall'Ara, tra l'altro fu uno degli interpreti dell'inno del Bologna, cantato assieme a Gianni Morandi, Luca Carboni e Andrea Mingardi[363].
Bisogna ricordare che Dalla, già in precedenza, aveva cavalcato il mondo televisivo, infatti è stato anche autore di programmi di successo quali Taxi (Raitre), Te voglio bene assaje (Raiuno) e Mezzanotte angeli in piazza (Raiuno)[364]. Nello stesso anno incide con Shel Shapiro, nell'album di quest'ultimo Shel una rilettura di un famoso brano degli anni sessanta, Bisogna saper perdere, che fu lanciato dai due artisti a Sanremo[365]. Nell'estate del 2002 riceve il Premio Massimo Troisi esibendosi in concerto a San Giorgio a Cremano[366]. Nel 2003 la Rai gli offre la direzione artistica del Festival di Sanremo[367], l'accordo che sembrava ormai perfezionato salta all'ultimo momento. Nello stesso anno, è uno degli ospiti nel disco di Fabio Concato Volià, il brano scelto è quello rivolto al Telefono Azzurro[368]. Il 2003 è un altro anno chiave per Lucio Dalla, infatti, anche grazie alla sua sconfinata curiosità, decide di inoltrarsi nella musica lirica, inscenando e componendo la sua "Tosca - Amore disperato" (2003), tratta dal capolavoro di Giacomo Puccini. Dallo spettacolo, ha poi estrapolato e interpretato anche l'omonimo brano, "Amore disperato", con la partecipazione di Mina, che canta gran parte del testo, alternando la sua voce a quella del cantautore bolognese; nell'album è presente anche un'altra versione, cantata dal solo Dalla. La traccia è presente nell'album Lucio, uscito nello stesso anno[369]. Tornando all'opera della Tosca, il risultato prodotto dall'artista emiliano è dunque una fedele trasposizione dell'opera pucciniana, scritta, musicata e diretta dallo stesso cantautore, ravvivata e al tempo stesso attualizzata, da un grande dispiegamento di mezzi, sia tecnici che artistici[370]. La prima messa in scena del musical avviene il 23 ottobre 2003 al Granteatro di Roma, dopo una seguitissima anteprima nel "luogo del delitto", ovvero Castel Sant'Angelo, nella Notte Bianca romana del 27 settembre[371]. Del cast iniziale avrebbero dovuto far parte anche tre big della musica e dello spettacolo italiano come Max Gazzè, Franco Califano e Sabrina Ferilli, ma le relative scritturazioni non andarono in porto.[372].
Così, dopo l'esperienza effettuata da Riccardo Cocciante con il suo fortunatissimo Notre-Dame de Paris, un altro artista italiano si misura direttamente con la musica lirica[373]. Ne esce fuori uno spettacolo musicale e cinematografico insieme, molto curato, grazie anche a varie partecipazioni di celebri maestranze come Giorgio Armani per i costumi, Italo Grassi per le scenografie, Fabio Iaquone per le immagini, con in più, ovviamente, un corpo di ballo di venti danzatori e acrobati'[374]. Per quanto riguarda gli attori Tosca viene interpretata dalla giovane attrice Rosalia Misseri, Graziano Galatone è Cavaradossi, Vittorio Matteucci è Scarpia, Antonio Carluccio e Lalo Cibelli sono rispettivamente Angelotti e Spoleta e infine Iskra Menarini è Sidonia[375]. L'opera, dopo centocinquanta repliche, sia in Italia che all'estero, approderà anche sul piccolo schermo, trasmessa da Raiuno, direttamente dal teatro di Roma, il 3 giugno del 2010[376]. Ha interpretato, inoltre, musiche di Vivaldi con i Solisti Veneti di Claudio Scimone[377], scritto le musiche del film Prima dammi un bacio di Ambrogio Lo Giudice dove tra i protagonisti figura Luca Zingaretti[378] e supervisionato le musiche della soap opera Sottocasa in onda su Raiuno[379]. Nel luglio del 2003, al Caruso Awards Concert di Sorrento, duetta con l'artista brasiliano Gilberto Gil, cantando la sua 4/3/43[380]. Nello stesso anno viene ristampato in versione CD, un vecchio progetto, datato 1977, che vide protagonisti Ron, Teresa De Sio, Claudio Lolli e lo stesso Dalla. I quattro artisti infatti, prestarono le proprie voci per dar vita all'opera rock L'Eliogabalo, di Emilio Locurcio, nell'occasione Dalla impersonava un umile contadino[381].
Dalla si esprime anche come talent scout e negli ultimi anni riesce a dedicarsi ad iniziative che puntano a rivitalizzare il panorama musicale italiano. Tra le altre iniziative il Lucio Dalla Music Club organizzato prevalentemente con l'ausilio del web. Nel 2001, inoltre, era divenuto direttore creativo di My-Tv, la prima web-tv italiana[382]. Il 9 luglio 1999, inoltre, come già ricordato, era stato insignito anche della laurea honoris causa in Lettere e Filosofia (Discipline di arte musica e spettacolo) dall'Università di Bologna[383]. Nel 2004 collabora all'album I Love Me, Vol. I, del polistrumentista William Bottin, collaboratore anche di Sergio Caputo, presentando un’inedita versione dance di Lunedì Cinema e con il quale scrive le musiche per l'opera teatrale Speak truth to power - Voci contro il potere, tratta dal libro di Kerry Kennedy[384]. Lo spettacolo, a sfondo benefico per la salvaguardia dei diritti umanitari, è stato ideato negli Stati Uniti e per iniziativa di Telecom Progetto Italia, per quattro giorni, è approdato anche nel nostro paese, al Piccolo Teatro di Milano, nell'ottobre del 2006, in una nuova versione curata da Lucio Dalla e con un cast composto da Marco Alemanno, Angela Baraldi, Aldo Cazzullo, Piera Degli Esposti, Mariel Hemingway, Enzo Iacchetti, Andrea Jonasson, Gad Lerner, Ron e Piero Mazzarella[385]. Duetta, poi, con la cantante Nicky Nicolai nell'album Tutto passa[386] e partecipa all'album tributo Neruda en nel corazon, dedicato al grande poeta cileno, cantando la poesia Mi bruta (mi fea)[387]. Nello stesso anno dà alle stampe Impressioni di jazz, una sorta di antologia dal vivo di vari brani eseguiti con la Doctor Dixie Jazz Band, durante vari tour negli anni ottanta[388]. Partecipa infine all'album di Mango, Ti porto in Africa, cantando assieme all'artista lucano nel brano Forse che sì, forse che no[389]. Nel 2005, esce nell'album Capogiro (artisti vari), la canzone Sono in fuga, composta con Roberto Costa come sigla per l'ottantesimo Giro d'Italia (2003)[390], inoltre partecipa ad un tour jazz con Stefano Di Battista, Dedè Ceccarelli, Julian Mazzariello e Rosario Bonaccorso[391]. Nello stesso anno è ospite del nuovo programma di Renzo Arbore, Speciale per me - Meno siamo, meglio stiamo!, dove con lo stesso Arbore e un inedito Piero Angela al pianoforte, esegue il brano I had to be you, anticamente portato al successo da Frank Sinatra e Billie Holiday[392]. Nel 2006 è la volta di 12000 lune, raccolta di tutti i suoi grandi successi in un triplo cofanetto con in copertina un disegno del cantante creato da Milo Manara, tre gli indediti: Stella, Sottocasa e Dark Bologna[393]. Nello stesso anno Fernanda Pivano pubblica il libro Complice la musica, edito da BUR, dove la scrittrice genovese raccoglie una serie di interviste a trenta cantautori italiani, tra i quali lo stesso Dalla. Così si espresse in merito all'artista emiliano: “Lucio Dalla mi ricorda tutti i miei amici di una vita e mi seduce. Lo immagino adolescente suonare in qualche strano locale con Chet Baker al clarinetto; davanti a un bicchiere di vino con Lawrence Ferlinghetti, all'osteria Da Vito a Bologna; al flipper con Andy Warhol a Roma (“senza sapere che era lui”). Che nostalgia. Mi sento vecchia!”[394].
[modifica] Le varie regie e le parallele prove discografiche
Nel febbraio 2007 torna a duettare con Ron, in un concerto a scopo benefico il cui ricavato ha finanziato la ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica. Lo spettacolo è stato accompagnato da un'orchestra d'archi, dal violinista Lino Cannavacciuolo, dalla compagnia di mimo e danza Kataklò, il tutto sotto la regia di Pepi Morgia[395]. Nello stesso periodo inizia a collaborare con Marco Tutino, sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna per un progetto sul "Pulcinella" di Igor Stravinskij, del 1920[396]. Quest'opera del musicista russo viene messa in scena dal 18 al 27 marzo 2007, con la regia di Lucio Dalla e le coreografie di Luciano Cannito per il primo ballerino, il crotonese Alessandro Riga, mentre l'orchestra è diretta dal maestro David Agler[397]. La stessa è stata abbinata all'"Arlecchino" di Ferruccio Busoni (del 1917), che vede come primo attore Marco Alemanno[398]. Dalla ha operato un intervento scenografico su tutte e due le opere, spostandone l'azione a New York (per "Pulcinella") e in un paesino delle colline tosco-emiliane per Arlecchino[399]. I DVD degli spettacoli sono stati prodotti da Gianni Salvioni (che ha prodotto anche il DVD "classic" del cofanetto intitolato 12.000 lune edito da SonyBmg e contenente il live con le canzoni di Lucio Dalla in chiave classica) e pubblicati dalla casa discografica Ermitage insieme agli altri DVD prodotti da Gianni Salvioni e cioè "Pierino e Il Lupo" e "The Beggar's Opera"[400].
Il suo Arlecchino era, però, già andato in scena il 30 marzo dell'anno precedente al Lugo Opera Festival, come prova generale in vista del suo debutto ufficiale nel gennaio del 2007 nella sua Bologna, prima di spostarsi a Berlino, Liegi e Hannover[401]. A proposito della maschera di Arlecchino definito da Dalla: "Lunatico eroe dei nostri tempi", e le sue varie proposizioni teatrali esistenti, colpì la scelta di mettere in scena proprio l'opera di Ferruccio Busoni, che all'epoca (1915), andò in scena soltanto una volta, a Zurigo nel 1917[402]. Così Dalla in un'intervista: "Un'opera considerata a torto minore e invece è un capolavoro assoluto, avanguardia pura"[401]. La scelta del cantautore di addentrarsi sempre più nel melodramma e nelle varie regie musicali, come ad esempio l'Arlecchino è così motivata:" è stata una reazione al sistema culturale che viene imposto a tutti, un sistema basso, bassissimo. Una risposta al network assolutista che pretende di governare i nostri desideri e non farci pensare"... "se il ritmo frenetico in cui tutti siamo invischiati non consente di pensare, altrimenti consumeremo di meno, allora ho voluto tentare l'operazione contraria e ho scelto l'Arlecchino di Busoni per portare il bello e far riflettere chi lo viene a vedere"[401].
Il 13 maggio 2007 Lucio Dalla viene nominato dal Sindaco di Vieste (FG), Ersilia Nobile, "Cittadino Onorario"[403]. Dalla, comunque, non abbandona la musica leggera, anzi, nel giugno dello stesso anno esce Il contrario di me, nuova fatica del cantautore bolognese a 4 anni di distanza da Lucio uscito nel 2003[404]. L'album ebbe la caratteristica di uscire contemporaneamente sia nei negozi di dischi, sia in edicola, allegato al quotidiano La Repubblica[405]. Da ricordare le canzoni Due dita sotto il cielo, dedicata al campione di motociclismo Valentino Rossi, Malinconia d'ottobre e Rimini, inoltre molte canzoni dell'album sono incluse nel film di Vincenzo Salemme SMS - Sotto mentite spoglie di cui Dalla ha curato le musiche[406]. Assieme ad altri artisti come i Pooh, Alex Britti, Neffa e Mario Biondi, partecipa e canta nell'album dei Neri per caso (Angoli diversi), i quali hanno reinterpretato "a cappella" i brani dei vari artisti, nel caso di Dalla il brano scelto è stato Balla balla ballerino[407].
Il poeta e drammaturgo britannico
John Gay
Dalla si è sempre dichiarato un grande ammiratore della città partenopea, offrendo spesso varie interpretazioni dei grandi classici della musica napoletana, incidendo anche una personale rivisitazione del celebre brano Malafemmina di Totò, nell'album Cinema italiano, dove compaiono altri artisti come Sting, il flautista Andrea Griminelli, Deborah Harry, Filippa Giordano e Luis Bacalov[408]. Tra gli altri brani napoletani interpretati da Dalla si ricordano, Anema e core, Addio a Napoli, Nun parlà (nell'album Canzoni) e Era de maggio, di Salvatore Di Giacomo che lui stesso considerava al pari di un'opera lirica, tanto da convincere l'amico Battiato ad inciderla nel suo Fleurs[409]. Ha inoltre duettato con artisti napoletani di fama come Roberto Murolo, Pino Daniele e Nino D'Angelo, fino alle recenti collaborazioni con Gigi D'Alessio[410]. In un incontro con lo scrittore e giornalista Roberto Saviano dichiarò : "Quando mi parlano di bellezza mi viene in mente, come prima immagine, Napoli"[411]. A riprova del suo affetto per la città campana, si è anche esibito al trofeo Birra Moretti allo stadio San Paolo di Napoli, l'8 agosto 2007, indossando la maglia del Napoli calcio, inscenando una bizzarra interpretazione assieme al cantante Jorge Ben e a ballerine brasiliane del brano sudamericano Mas Que Nada[412].
Nel 2008 Lucio Dalla mette in scena L'opera del mendicante di John Gay, significativo esempio di ballad opera, un genere di teatro musicale sviluppatosi nell'Inghilterra del diciottesimo secolo, come reazione al melodramma di corte di stampo italiano, interpreti principali dell'opera, la cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel[413]. Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Duse di Bologna il 29 marzo[414]. Dalla vi apportato modifiche al testo originale, escludendo la quotidianità del 700 e trasportando l'azione dalla vecchia Londra alla Bologna odierna; le musiche si alternano ai vari dialoghi di scena,(molti in dialetto bolognese), con dichiarati omaggi a Haendel e Purcell[415]. Dopo l’uscita del suo ultimo album Il contrario di me ed il relativo tour teatrale, il musicista torna con una doppia pubblicazione dal vivo: LucioDallaLive - La neve con la luna[416]. Il nuovo album include infatti la registrazione del concerto tenuto dal cantautore nella sua Bologna all’Europauditorium il 19 novembre del 2007: sul palco Dalla, che ha curato anche la regia teatrale, è stato accompagnato da musicisti come Ricky Portera e Bruno Mariani (chitarre), Fabio Coppini (tastiere), Roberto Costa (basso), Maurizio Dei Lazzaretti (batteria), Gionata Colaprisca (percussioni), Iskra Menarini (cori) e dall’attore Marco Alemanno (recitazione musicata)[417]
Il 7 luglio 2008 il cantautore bolognese presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato Un uomo solo può vincere il mondo ed appositamente composto per i Giochi di Pechino[418]. A dicembre, il cantante recita in Artemisia Sanchez su Raiuno; per tale miniserie scrive e canta il tema d'apertura[419]. Viene omaggiato inoltre nella canzone Figlio di un re di Cesare Cremonini, assieme a Frank Sinatra[420].
Nel dicembre dello stesso anno, durante il Petra LiveMusic, Jovanotti e Laura Pausini omaggiano, a loro volta, il cantante emiliano, cantando assieme la sua Caruso[421]. L'11 gennaio 2009 partecipa alla puntata speciale di Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio, per celebrare i 10 anni della scomparsa di Fabrizio De Andrè, per l'occasione canta Don Raffaè assieme all'attore Marco Alemanno[422]. Nel febbraio dello stesso anno è di nuovo a Sanremo, chiamato come ospite d'onore da Paolo Bonolis, cantando alcuni dei suoi brani più famosi[423]. L'11 maggio è inoltre ospite della trasmissione Mediaset (Mattino Cinque, Canale 5) e esegue col pianista Nazzareno Carusi, all'interno del suo spazio Pillole di Classica, l'aria Nessun dorma dalla Turandot di Giacomo Puccini[424]. In precedenza era già stato ospite di Maria De Filippi nel suo programma Amici, nel 2004, cantando il brano Amore disperato. In estate partecipa al Festival Teatrocanzone in onore di Giorgio Gaber. La manifestazione è sempre stata condotta da Enzo Iacchetti e si tiene annualmente a Viareggio, ogni estate, per ricordare l'artista scomparso, nell'occasione assieme all'attore Marco Alemanno recita il brano Io mi chiamo G.[425]. Il 10 ottobre 2009 viene trasmesso dalle radio il singolo Puoi sentirmi?, che anticipa l'uscita dell'ultimo album di inediti Angoli nel cielo, pubblicato il 6 novembre successivo[426]. A proposito di questo nuovo lavoro Dalla ha detto: "la gente ha bisogno di canzoni da cantare e da ascoltare e con questo disco, come ho fatto qualche altra volta, gliele ho date. L'autenticità della musica è un bisogno insopprimibile, è fondamentale prendersi la responsabilità di quello che si fa, significa comunque non sottrarsi al flusso di trasformazione del mondo. Ogni canzone che esce, se non ha alcun senso di mistero e inquietudine, è un delitto, come dare della candeggina nell'acqua da bere in un asilo. Diciamo che quello che faccio è cercare di dare il meglio, è l'unica cosa che si può fare"[427].
Oltre al singolo Puoi sentirmi?, altri titoli da ricordare sono senz'altro la stessa title-track, Broadway, Questo amore, Gli anni non aspettano, La lucciola e infine la più che riuscita Fiuto, cantata assieme all'attore napoletano Toni Servillo[428]. La caratteristica copertina dell'album è stata ideata e disegnata da Valerio Berruti[429]. Anche se l'album resta ad impianto prevalentemente Pop, si evidenziano maggiori ricercatezze stilistiche e sonore, risultando per la critica più convincente del precedente il contrario di me[430][431]. Nel novembre dello stesso anno Dalla mette in musica, assieme a Marco Alemanno, un'opera della poetessa, recentemente scomparsa, Alda Merini dal titolo Francesco, cantico di una creatura. lo spettacolo celebra altresì i 50 anni dell'istituto "Opera San Francesco", per i continui aiuti a emarginati e indigenti[432]. Nello stesso anno cura le musiche del film Gli amici del bar Margherita, dell'amico Pupi Avati[433]. Insieme a Venditti ha inoltre realizzato le musiche dello spettacolo multimediale La storia bandita, dedicato al brigante Carmine Crocco, per la regia di Victor Rambaldi, con voci di attori famosi come Michele Placido, Lina Sastri, Orso Maria Guerrini e Paolo Ferrari[434].
[modifica] Gli anni Duemiladieci
[modifica] La nuova esperienza con De Gregori
Il 2010 si apre con una notizia inaspettata quanto clamorosa. Tutti i giornali d'Italia comunicano, esattamente il 2 gennaio, la realizzazione di un nuovo concerto di Lucio Dalla con Francesco De Gregori, allo storico Vox club di Nonantola, il 22 dello stesso mese, con la denominazione Work in progress[435]. Lo spettacolo, che in breve tempo fa il "tutto esaurito" in prevendita[436] fa da preludio ad una serie di concerti che vengono annunciati proprio in occasione della data di Nonantola e che si svolgeranno nel mese di maggio a Milano e Roma[437]; nel corso della serata i due presentano, oltre alle canzoni note, un inedito intitolato Non basta saper cantare ed annunciano l'uscita, in occasione del tour, di un album realizzato insieme[438], intitolato Work in Progress, con la scenografia curata dall'artista e amico Mimmo Paladino[439]. Così a più di trent'anni dal mitico tour di Banana Republic i due cantautori tornano ad esibirsi insieme, anche se, in verità, si erano già ritrovati sul palco, al concerto di capodanno ad Assisi trasmesso dalla Rai nel 1998, cantando assieme Cosa sarà[440]. In realtà Dalla, già da tempo nutriva il desiderio di tornare a cantare con l'amico e collega romano, nel 2009, a Repubblica Radio TV, alla domanda sulla possibilità di un loro riavvicinamento si era detto del tutto favorevole, ricordando con i conduttori presenti, proprio il loro ultimo incontro avvenuto ad Assisi[441]. Infatti, nello stesso concerto di Nonantola il cantante emiliano affermò che Santa Lucia era senza dubbio la canzone di De Gregori da lui preferita, ricordando di essersi commosso, fin dal suo primo ascolto, e siccome in quel mentre stava guidando da solo in autostrada, dovette accostare per metabolizzare l'emozione[442]. Fatto sta che nello stesso anno, il 24 giugno del 2009, non a caso, a trent'anni esatti dalla loro prima tappa di Banana Republic, durante il concerto di Dalla a piazza Castello di Mantova. si presenta sul palco Francesco De Gregori, che dopo aver cantato alcune canzoni duetta con l'amico cantando proprio Santa Lucia[443]. Tale duetto sarà prodromico alla loro futura e nuova collaborazione.
Il 22 marzo 2010 conduce insieme allo stesso De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata Due, durante la quale i cantanti si esibiscono singolarmente ed in duetto in cover e brani del loro repertorio[444]. Il loro tour ha ufficialmente inizio, nella primavera dello stesso anno e fa tappa, non più negli stadi, come trent'anni prima, ma nelle piazze e nei luoghi di tutta Italia, compresa la splendida cornice dell'Arena di Verona[445]. Esso continuerà per tutto il 2010 e buona parte del 2011[446]. Altra degna cornice di questo tour, è la loro partecipazione al Concerto del Primo Maggio del 2011, presentato da Neri Marcorè, la loro esibizione fu punta di diamante dell'evento[447]. Il riassunto di questi numerosi concerti avviene con la pubblicazione del doppio album dal vivo, Work in progress, con 29 tracce che raccontano l'intera storia musicale dei due cantautori[448]. Nell'album sono contenuti anche tre inediti, la già ricordata Non basta saper cantare, Gran turismo e Gigolò, canzone originariamente scritta da Julius Brammer e tradotta in italiano dai due artisti[449]. Non compare in scaletta Ma come fanno i marinai, canzone simbolo del precedente tour, che fu inizialmente riproposta dal duo al Vox Club di Nonantola[450]. La decisione di non cantare più il brano è stata del tutto simbolica, in quanto l'intento dei due artisti, lungi dall'effettuare qualsiasi operazione nostalgica, non era quello di riproporre semplicemente il vecchio tour, bensì di riscrivere "ex novo", un'altra significativa pagina della loro carriera, non è un caso appunto che nel doppio CD compaiano anche degli inediti[451]. Saliranno sul palco, condividendo per l'ultima volta le proprie canzoni, la sera del 20 maggio 2011 a Saint Vincent, atto conclusivo di un tour durato, eccezionalmente, per più di un anno[452].
[modifica] Le continue partecipazioni e l'ultima raccolta
Lucio Dalla in una foto del 2008
Nel 2010, inoltre, appare nel documentario Se hai una montagna di neve, tienila all'ombra, di Elisabetta Sgarbi, insieme ad altre numerose personalità della cultura italiana tra cui Franco Battiato, Umberto Eco, Enrico Ghezzi, Laura Morante, Giovanni Reale, Manlio Sgalambro e Sandro Veronesi[453]. Il 5 gennaio 2011 ha partecipato ad un concerto in occasione della raccolta fondi per i restauri della basilica di Santo Stefano di Bologna[454][455]. Alcuni mesi prima, nel giugno del 2010, partecipa, assieme ad altri artisti, alla serata in onore di Sergio Endrigo, presso il museo teatrale della Siae[456]. Il 6 luglio 2011 è tra i principali firmatari dell'appello promosso dalla SIAE atto a sostenere l'azione di lobby affinché venga difesa e approvata, nella sua prima e più stringente stesura, la delibera AgCom (presieduta da Corrado Calabrò) 668/2010[457]; delibera che dichiara lo scopo di combattere possibili violazioni del diritto d'autore e di proteggere gli interessi economici legati all'industria discografica e del multimediale in rete; grazie a questa delibera, all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, semplice autorità amministrativa indipendente di nomina politica, si dovrebbe dare il potere di bloccare, oscurare, censurare e cancellare qualsiasi sito sospettato di violare un copyright, tramite una semplice azione amministrativa (anche indotta dalla segnalazione della lobby che si ritenesse danneggiata), senza una previa azione dell'autorità giudiziaria che dovrebbe appurare l'effettiva presenza del reato[458]. Il 14 agosto 2011 partecipa, da spettatore, al Castelbuono Jazz Festival, serata in cui si esibiva il famoso trombettista Enrico Rava[459]
Gli organizzatori convinsero Dalla a salire sul palco e assieme al jazzista hanno improvvisato il brano Over the Rainbow. Queste le parole di Dalla dal palco:" Suonare insieme ad Enrico Rava, questa sera, a Castelbuono, è tra le più belle cose fatte nella mia vita artistica"[459] . Nell'ottobre seguente, partecipa assieme da altri artisti come Franco Battiato, Fiorella Mannoia, Massimo Ranieri, Gianni Morandi e tanti altri ad una campagna benefica per il sostegno alla donazione degli organi[460]. Il progetto ideato da Roberto e Marinella Ferri vede la pubblicazione di un disco dal titolo Ti amo anche se non so chi sei, contenente 12 tracce, il cui ricavato verrà devoluto alla ricerca delle malattie epatiche[461]. Tra i brani troviamo Com'è profondo il mare, cantanto a più voci, tra cui Dalla, Battiato e la Mannoia, La cura, cantato anch'esso a più voci, sempre con Dalla e Battiato e ancora questi ultimi nella canzone Anime salve, assieme alle voci di De Andrè e Ivano Fossati[462]. L'8 novembre 2011, a due anni di distanza da Angoli nel cielo, esce il nuovo (e ultimo) album del cantautore emiliano dal titolo Questo è amore. L'album è un doppio CD che contiene solo canzoni d'amore, scritte da Dalla tra il 1971 e il 2009, dove a essere presenti sono soprattutto quelle canzoni considerate "minori", perché schiacciate dai successi delle varie super hits di turno[463]. L'album è stato anticipato in radio dall'inedita Anche se il tempo passa(Amore)[464]. Oltre a tale inedito, nell'album sono presenti anche altre due nuove canzoni, un rifacimento di Meri Luis, cantata in coppia con Marco Mengoni Anema e Core, poi reinterpretata con Sergio Cammariere (pianoforte) e Olen Cesari (violino)[465] e La leggenda del prode Radamès, un brano preso dal repertorio anni quaranta del Quartetto Cetra e riarrangiato dallo stesso Dalla e Mauro Malavasi[466]. Infine collabora nuovamente con Pupi Avati scrivendo la colonna sonora del film Il cuore grande delle ragazze, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, nell'ottobre dello stesso anno[467].
A fine gennaio del 2012 la celebre rivista Rolling Stone pubblica una speciale classifica dei 100 album italiani più belli di ogni tempo, l'artista compare un'unica volta e in quarantesima posizione con il suo Lucio Dalla, del 1979[468].
[modifica] Dal ritorno a Sanremo all'ultima tournée
Tra le ultime esibizioni del cantante si ricordano, il 7 febbraio 2012 ad Apricena[469], l'8 febbraio al Teatro del Fuoco a Foggia, il 9 febbraio al Teatro Comunale (dal 2 marzo 2012 "Teatro Lucio Dalla") di Manfredonia e il 10 febbraio 2012 al Teatro Petruzzelli di Bari nello spettacolo-tour teatrale Il bene mio, scritto e diretto dal regista Cosimo Damiano Damato , sul palco l'attore Marco Alemanno, Her ed altri artisti per celebrare la vita e le canzoni di Matteo Salvatore[470]. Nello spettacolo Dalla canta Anema e core, Il bene mio e Il monaco cercatore. Il bene mio sarebbe dovuto diventare un film con protagonista Marco Alemanno e la partecipazione di tanti musicisti fra cui lo stesso Dalla, Renzo Arbore, Moni Ovadia, Lunetta Savino, Erica Mou e tanti altri[471]. Collabora inoltre con i Marta sui tubi, partecipando al rifacimento della canzone Cromatica, contenuta nell'ultimo album della band Carne con gli occhi[472].
Il 14 febbraio ritorna sul palco del Festival di Sanremo a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale è anche co-autore[473][474]. Dalla in questa occasione è salito sul palco nella duplice veste di cantante e di direttore d'orchestra, cosa che già Franco Battiato aveva fatto l'anno precedente, accompagnando il cantante Luca Madonia. Il brano, dapprima ripescato, assieme a quello di Gigi D'Alessio e Loredana Bertè, si piazzerà, nella classifica finale, al quinto posto. Il 18 febbraio, nella serata finale, assieme al giovane cantante esegue nuovamente il brano, per quella che sarà l'ultima apparizione televisiva dell'artista[475]. Il 27 febbraio 2012 da Lucerna, Svizzera, parte la sua nuova tournée, che fa tappa la sera seguente a Zurigo ed il 29 febbraio a Montreux[476], suonando nell'Auditorium Stravinski Concert Hall, teatro del suo ultimo e definitivo concerto[477].
[modifica] La morte improvvisa
Alcune persone, alla notizia della morte, lasciano dei fiori sotto la sua casa
Lucio Dalla muore la mattina del 1º marzo 2012, stroncato da un infarto, all'hotel Ritz di Montreux, la cittadina svizzera dove si era esibito la sera prima[478]. È il compagno dell'artista, l'attore Marco Alemanno, il primo a scoprire la disgrazia solo pochi minuti dopo[479]. I primi a dare la notizia della morte del cantante sono stati i frati della basilica di San Francesco d'Assisi, la stessa mattina del 1º marzo, su Twitter, esattamente alle 12:10, 23 minuti prima dei lanci d'agenzia[478]. Il giorno seguente il feretro viene trasferito dall'obitorio di Losanna alla residenza bolognese dell'artista in via D'Azeglio e sabato 3 marzo viene allestita la camera ardente nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio sede del municipio di Bologna. La città proclama il lutto cittadino come anche il Comune delle Isole Tremiti, residenza estiva del cantautore[480][481]. Il funerale si tiene nella basilica di San Petronio il 4 marzo, giorno in cui Dalla avrebbe compiuto 69 anni, presenti oltre 50.000 persone[482]. Dopo il rito funebre, trasmesso in diretta televisiva[483], il cantante è stato tumulato nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna dove riposa nel campo 1971[484].
I commercianti e i residenti di Via D'Azeglio, a
Bologna, espongono questo cartello in segno di lutto per la morte del cantante
Lo stesso giorno durante la partita Bologna-Novara un commosso Marco Di Vaio a nome della squadra porta un mazzo di fiori sul sedile dello stadio Dall'Ara solitamente occupato da Lucio Dalla[485]. Immediato, nel mondo della musica e dello spettacolo, il ricordo del cantante e amico scomparso: da Paolo Conte a Francesco Guccini, da Antonello Venditti a Francesco De Gregori, a seguire Mogol, Adriano Celentano, Franco Battiato, Pino Daniele, Eugenio Finardi, Caterina Caselli, Peppino Di Capri, Vasco Rossi e Luciano Ligabue[486]. Poi Roberto Vecchioni, che nel programma televisivo Che tempo che fa ha recitato e spiegato, non senza commozione, il testo de L'anno che verrà[487] e anche personalità del teatro, del cinema e della cultura come Dario Fo, i fratelli Taviani, Eugenio Scalfari, Dacia Maraini e Michele Serra. A ricordare l'artista ancora Ornella Vanoni, Jovanotti, Morgan, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Renzo Arbore, Sabina Guzzanti, Claudio Baglioni, Gianna Nannini, i Negramaro, Renato Zero e tanti altri. Non potevano mancare, infine, Gaetano Curreri, Luca Carboni e Samuele Bersani e naturalmente gli amici di sempre: Ron e Gianni Morandi[488]. Il 2 marzo 2012, il giorno dopo la morte, la giunta comunale di Manfredonia, di cui era cittadino onorario dal 1997, gli ha intitolato il Teatro Comunale, inaugurato ufficialmente il 20 luglio successivo[489]. Nella classifica ufficiale FIMI della settimana successiva alla sua morte, ci sono ben 5 suoi singoli in Top10 e 12 suoi album in Top100, di cui uno (12000 lune) al primo posto[490] Il 1º aprile 2012, a un mese dalla morte del cantante e a seguito di un'ordinanza comunale, è stata inaugurata nella sua via D'Azeglio, a pochi passi da Piazza Maggiore, una diffusa rete di altoparlanti, allo scopo di sonorizzare la via per poter trasmettere ogni giorno alle 18 un brano dell'artista scomparso. L'iniziativa andrà avanti per duecento giorni, tanti quanti i brani scelti per dar vita al progetto[491].
[modifica] L'eredità e la relativa Fondazione
Poiché il cantautore non ha lasciato testamento, la sua eredità viene divisa tra i suoi cinque cugini di primo grado, a cui spetterà anche la decisione finale sulla fondazione in suo nome[492]. In mancanza di una precisa volontà testamentaria, Marco Alemanno, compagno di Dalla, non ha legalmente diritto a parte di essa[493], stimata approssimativamente in 100 milioni di Euro[494] e composta da: diritti d'autore su 581 canzoni (validi fino a 70 anni dalla morte dell'autore, ovvero fino al 2082), l'abitazione di 2400 metri quadrati in via D'Azeglio 15 a Bologna (probabile sede della fondazione, se i parenti decideranno di farla), la villa in Sicilia e alle Isole Tremiti e altri beni immobili come l'appartamento a Urbino e alcuni terreni in Abruzzo, una barca e le quote di partecipazione di due società[495][496]. In occasione del Festival teatro canzone Giorgio Gaber svoltosi nel luglio 2012 alla Cittadella del Carnevale di Viareggio, durante il quale alcuni momenti sono stati dedicati al ricordo di Lucio Dalla, le Fondazioni Gaber-De Andrè hanno promosso un appello agli eredi dello stesso Dalla, affinché al più presto si possa procedere alla costituzione della Fondazione a lui intitolata[497]. L'appello è stato sottoscritto da oltre 80 personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo[497].
[modifica] Tributi e uscite postume
Nel maggio del 2012 esce per la Promo Music, il CD Anestesia totale, realizzato dai fratelli Corvino e tratto dall'omonimo spettacolo teatrale di Marco Travaglio e Isabella Ferrari, che ha visto la partecipazione di numerosi artisti quali Franco Battiato, Caparezza, Daniele Silvestri, Antonella Ruggiero, Simone Cristicchi e tanti altri tra cui Lucio Dalla che ha composto per l'occasione il brano L'innocenza (uno dei suoi ultimi inediti), con testo dello stesso Marco Travaglio[498][499]. Il ricavato del progetto è stato interamente devoluto, per scopi benefici, alla comunità genovese di San Benedetto al Porto, fondata e tuttora retta da don Andrea Gallo[500]. A seguito dei terremoti in Emilia, il 25 giugno 2012 è stato tenuto alla Stadio Renato Dall'Ara di Bologna un concerto di solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma[501]. Tra i tanti partecipanti si segnalano Zucchero, Ligabue, Francesco Guccini, Caterina Caselli e tanti altri[502]. La serata è stata anche un'occasione per ricordare la recente scomparsa di Lucio Dalla, per mano dei vari colleghi e amici emiliani come Gianni Morandi e gli Stadio (che hanno cantato assieme Piazza Grande), Samuele Bersani, Luca Carboni e Laura Pausini che assieme a Cesare Cremonini ha cantato L'anno che verrà[503]. Il 29 giugno seguente il Nastro d'argento vinto e non ritirato da Lucio Dalla nel 2004, per la canzone Prima dammi un bacio, è stato messo all'asta dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, il ricavato andrà a finanziare un progetto di solidarietà destinato all'Emilia terremotata[504]. Viene nuovamente omaggiato, assieme al conterraneo Pierangelo Bertoli, nel successivo concerto per l'Emilia, denominato Italia Love Emilia, tenutosi a Campovolo (Reggio Emilia), il 22 settembre 2012[505]. Un altro tributo a Lucio Dalla arriva la sera del 9 ottobre 2012, durante il concerto di Adriano Celentano all'Arena di Verona, trasmesso in diretta televisiva su canale 5[506]. Mentre Celentano ricordava l'artista scomparso, gli 11.000 spettatori dell'Arena gli hanno tributato una standing ovation e subito dopo Gianni Morandi, in veste di ospite d'onore del concerto, ha cantato il brano Caruso[507].
[modifica] Lucio Dalla e il cinema
Il rapporto tra Lucio Dalla e il cinema è sempre stato molto stimolante e felice. Fin dagli anni sessanta ha partecipato a numerose pellicole, spesso cantando brani del proprio repertorio[508]. Infatti, dopo essere comparso in alcuni "musicarelli" tra cui, Questo pazzo, pazzo mondo della canzone, di Bruno Corbucci Altissima pressione, di Enzo Trapani, Little Rita nel West, con Rita Pavone e Quando dico che ti amo, quest'ultimo con Tony Renis ed Enzo Jannacci, fa il suo esordio in un film d'autore[509]. Recitò infatti ne I sovversivi, dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, storia di un gruppo di militanti del Pc, in crisi esistenziale, proprio quando a Roma affluiscono i funerali di Palmiro Togliatti[510]. Dalla interpreta la parte di un giovane fotografo, incarnando le inquietudini della sua stessa generazione, che di li a poco avrebbe dato vita al Sessantotto[511]. L'artista si aggiudica addirittura una candidatura come migliore attore alla Mostra di Venezia, così il cantautore ricorda e racconta: «Il film ebbe successo, io ero in lizza per vincere la palma come miglior attore, poi per ragioni, diciamo così, di organizzazione politica la dettero ad un attore jugoslavo»[512]; l'attore in questione era il belgradese Ljubiša Samardžić (alias Smoki Samardi') per il film "Jutro"/L'alba. Durante le riprese de I sovversivi Dalla conobbe l'attrice francese Fabienne Fabre, con cui ebbe una relazione, seguita dai giornali dell'epoca[513]
Proprio in quegli anni il cinema italiano tentò di impadronirsi del cantante bolognese per aprigli una strada anche nella cinematografia. " Di Lucio il cinema sfruttò anche quelle sue peculiarità fisiognomiche, quella fisicità da creatura stralunata, buffa, cartoonesca"...[514] peculiarità che si metteranno in mostra anche in film coevi come Questi fantasmi, di Renato Castellani e Eduardo, accanto alla coppia Sofia Loren - Vittorio Gassman[515]. Da ricordare anche Amarsi male, di Fernando Di Leo del 1969[516]. La passione di Dalla per l'universo cinematografico, nel tempo, non è mai venuta meno, cimentandosi spesso anche nella realizzazione di colonne sonore per molti registi di fama[517]. La sua Futura, è apparsa addirittura in un film americano, Ti amerò... fino ad ammazzarti del regista Lawrence Kasdan[518]. Una passione dunque non solo come interprete o musicista, ma anche e soprattutto come fruitore di cinema[519].
Nella propria casa, si farà addirittura installare un vero e proprio cinematografo, per visionare film di ogni genere con gli amici[520]. In un'intervista del 2001, in occasione dell'uscita dell'album Luna Matana, Dalla espresse tutto il suo amore per la settima arte affermando: "Io vivo di cinema, ho più di 250 DVD. Ad esempio ho visto il gladiatore 19 volte... inoltre so esattamente a memoria, almeno i dialoghi di venti film. Altro film che ho consigliato a tutti è Terminator 2, uno degli ultimi esempi di cinema di contenuti. Amo tutto Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, tutto Fellini. Mi piace parte di Antonioni e tutto il grande cinema americano, quello di John Ford per intenderci. Un film che io giudico dalla sceneggiatura perfetta è Matrix e, infine, un altro film che ho visto cinque, sei volte è la Tigre e il Dragone"[521]. In un'intervista più recente, nel 2008, affermò:" Amo il cinema più della musica. Quando sono a Bologna, non vedo mai meno di un film al giorno, stravedo per i fratelli Coen... considero Satyricon il capolavoro di Fellini".Nella stessa intervista confessò il suo desiderio, in futuro, di poter dirigere personalmente una pellicola.[522]. Da ultimo ricordiamo la sua partecipazione nel ruolo di Sancho Panza, nell'opera prima dell'artista Mimmo Paladino, Quijote, presentata nella sezione Orizzonti alla sessantatreesima Mostra del cinema di Venezia, nel 2006[523]. Sempre alla Mostra del cinema di Venezia, nel 2012, è stato presentato, il film d'animazione di Enzo D'Alò, Pinocchio, la cui canzone dei titoli e le musiche sono state composte da Lucio Dalla. Le stesse musiche del film rappresentano l'ultimo lavoro svolto dall'artista emiliano[524].
[modifica] Lucio Dalla e la letteratura
Nel corso del tempo, tutt'altro che infrequenti, sono stati i casi di autori di canzoni che hanno pubblicato "parole", sia in prosa che in versi, anche ed esclusivamente sulla carta stampata[525]. Basti pensare a Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Luciano Ligabue e Francesco Renga, solo per citarne alcuni[526]. Non ha fatto eccezione a questa tendenza lo stesso Lucio Dalla, che nel gennaio del 2002 ha pubblicato, per la casa editrice Rizzoli, il libro Bella Lavita che raccoglie undici racconti brevi scritti interamente dal musicista emiliano, all'epoca, alla sua prima prova letteraria al di fuori del mondo della canzone[527]. A proposito dell'opera, così si espresse l'artista ai redattori del quotidiano Il Giorno, in un intervista del 23 gennaio 2002: "Noi emiliani siamo affabulatori: gran parlatori, simpaticoni e un po’ bugiardi e proprio come i personaggi di questi “corti” siano nati “insieme alle canzoni”. E ancora: "Man mano che i personaggi prendevano forma, li lasciavo andare per la loro strada, uscire dalla forma canzone e riempire le pagine del libro. Volevo combattere quello scrivere risicato, la sfiducia da roditori di chi non crede più nell’aspetto narrativo"[528]. Una passione narrativa che tornerà alla ribalta anni più tardi, quando il 29 ottobre del 2008 pubblicherà per Bompiani, Gli occhi di Lucio[529]. La nuova opera, scritta assieme all'attore Marco Alemanno, è divisa in tre sezioni, di cui solo la seconda ha natura autobiografica, infatti, nell'ultima parte, sono presenti testi narrativi su Benvenuto Cellini, raccolti per omaggiare l'artista toscano del Cinquecento[530]. I medesimi testi, riprendono il filo narrativo presente nell'opera teatrale e musicale che lo stesso Dalla aveva dedicato, nei mesi precedenti, al grande orafo e letterato fiorentino[531]. In merito alla nascita dello spettacolo e del successivo libro, Dalla, in un intervista al periodico Stile Arte, affermò : "Ventidue anni fa lessi la Vita di Cellini, e ne rimasi folgorato. Presi ad appassionarmi, ad approfondire le mie conoscenze su questo personaggio, studiandolo e documentandomi, a partire da un celebre saggio di Goethe. Così, quando gli organizzatori de Il genio fiorentino mi hanno chiesto di preparare lo spettacolo inaugurale dell’edizione del 2008, non ho avuto dubbi: il protagonista del mio nuovo lavoro sarebbe stato lui, Benvenuto Cellini"[532].
[modifica] Lucio Dalla e la pittura
Lucio Dalla è stato un grande appassionato di arte[533]. Numerose sono state, lungo la sua carriera, le frequentazioni con pittori e scultori di fama quali Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Luigi Ontani e tanti altri[534]. Uno dei suoi artisti preferiti era Amico Aspertini (disegnatore e scultore bolognese del Cinquecento) a cui Dalla dedicò anche una canzone intitolata Amico, la quale non è mai stata incisa in nessun LP[535]. La passione per l'arte portò il cantautore emiliano a diventare un vero e proprio gallerista, infatti era proprietario della galleria d'arte NO CODE di via de' Coltelli a Bologna[536]. Ed è proprio all'apertura di tale spazio, nel 1998, durante un'intervista, che Dalla dichiarò le sue varie preferenze artistiche:" Mi piace l'arte di tutte le epoche, in particolare amo la Transavanguardia e Caravaggio, ma anche l'Espressionismo tedesco che mi fece conoscere Franco Zeffirelli nel 1964. Rimasi folgorato e andai a Monaco di Baviera ad acquistare, con i pochi soldi dell'epoca, i primi quadri"[537]. Inoltre, anche se non amava definirsi un collezionista, nel proprio appartamento in Via D'Azeglio a Bologna erano presenti moltissimi quadri tra cui figuravano alcuni lavori di Gustav Klimt, Andy Warhol e Amedeo Modigliani[538].
Inoltre nell'autunno del 2000 venne inaugurata a Roma, nel complesso del Vittoriano, una mostra di quadri (fatte di garze, olii e tele) della pittrice Domenica Regazzoni, ispirati alle canzoni di Lucio Dalla[539]. La mostra dal titolo Regazzoni e Dalla - pittura, musica e poesia, ha omaggiato, su tele dalle forme astratte e indefinite, alcune tra le più celebri canzoni del cantautore quali L'ultima luna, Caruso, Come è profondo il mare e molte altre[540]. Nell'occasione Dalla ebbe modo di affermare come la musica e la pittura siano arti decisamente interscambiabili, riuscendo ad essere facilmente l'una fonte e ispirazione dell'altra e in questo senso spesso ha dichiarato: " L'arte è uno scambio vitale, molte volte guardando un'opera ho sentito l'impulso immediato a comporre una canzone. Come è profondo il mare per esempio è nata osservando La predicazione di Sant'Antonio ai pesci di Arnold Bocklin"[541]. Inoltre per omaggiare l'artista e il suo amore per la pittura giovedì 21 giugno 2012 a Palazzo Bentivoglio (Bologna) è stata inaugurata un'ulteriore mostra con esposte 18 opere, stampate in digitale e montate su alluminio. Ciascun artista, aderente al progetto, è stato invitato a ispirarsi ad una delle canzoni del cantautore bolognese. Le opere sono rimaste esposte al pubblico per tutta l'estate, fino al 30 settembre[542].
[modifica] Lucio Dalla e l'università
Tra le numerose attività collaterali svolte dal cantautore emiliano è da ricordare il suo impegno come docente presso la facoltà di sociologia dell'Università di Urbino Carlo Bo, presiedendo la cattedra di "Tecniche e linguaggi pubblicitari"[543]. Da questa decennale esperienza (fu nominato professore ordinario nel 2002), nacque il progetto del libro Gesù, San Francesco, Totò: la nebulosa della comunicazione (Lucio Dalla, Franco Angeli edizioni 2004)[544]. Il volume rappresenta la sintesi di un ciclo di lezioni sulla Comunicazione tenuto dal cantautore nell'anno accademico 2002/2003, dove l'autore, ha affrontato alcuni temi essenziali sulla ricerca e la comprensione delle varie tecniche di comunicazione[545]. Ospiti delle sue lezioni sono stati, spesso, anche personaggi pubblici come Alessandro Bergonzoni, Oliviero Toscani, il drammaturgo Giampiero Solari e Davide Paolini, che hanno anche contribuito alla stesura del libro[546]. Ad aprile 2012 avrebbe dovuto tenere un nuovo corso di lezioni sul tema della modernità, incentrato sulle pagine del sociologo Georg Simmel[547].
In veste di docente ha anche tenuto varie lezioni in altri atenei universitari, in particolar modo alla Scuola normale superiore di Pisa e all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, rispettivamente nel marzo e nell'ottobre del 2006[548][549]. Nella prestigiosa scuola pisana ha tenuto una lezione sulla concezione del tempo, partendo da un celebre verso del poeta Costantino Kavafis: "Restano indietro i giorni del passato"[550]; al Sacro Cuore ha risposto a varie domande intorno alla questione della fiducia nell'epoca dei media, tenendo una lezione agli studenti del corso di laurea in Teoria e tecnica delle comunicazioni mediali[551]. Nel panorama della canzone italiana quello di Lucio Dalla non è certamente un caso isolato, altri colleghi hanno svolto, parallelamente alla carriera di artista, anche quella di docente universitario, basti pensare ai vari Roberto Vecchioni (già professore di greco e latino nei licei), docente di Scienze della comunicazione presso l'Università di Pavia[552] e a Francesco Guccini, per vent'anni ordinario di lingua italiana all'Università di Bologna, presso il Dickinson College[553].
[modifica] Lucio Dalla e la politica
Lucio Dalla nel 1983, durante un dibattito politico nella trasmissione "L'alternativa dei garofani"
Nel gennaio 2008 ha rilasciato un'intervista al quotidiano cattolico online Petrus dedicato al pontificato di Papa Benedetto XVI dove afferma di non essere "mai stato né marxista, né comunista" ma di ispirarsi a San Josemaría Escrivá de Balaguer fondatore dell'Opus Dei[554]. Tuttavia, in una successiva apparizione televisiva[555], ha dichiarato di essere stato male interpretato: nell'intervista ha semplicemente asserito di essere concorde con le affermazioni riguardanti il lavoro fatto dal fondatore dell'Opus Dei, il cui nome ed il relativo pensiero aveva sentito per la prima volta in quell'occasione. Le relative dichiarazioni, anche se poi corrette, fecero molto scalpore, essendo da sempre rinomata la vicinanza del cantautore, fin dagli anni settanta, all'area culturale della sinistra: "Votavo comunista e avevo fiducia in Enrico Berlinguer. Non sto dicendo che fosse perfetto, sto dicendo che mi fidavo"[556]. Così Lucio Dalla parlava del suo passato in un'intervista del 1997 al giornalista Mario De Santis, all'epoca passato a posizioni più moderate sostenendo L'Ulivo di Romano Prodi.
Una vicinanza alla sinistra italiana, dunque, sempre sostenuta e ribadita, sorretta, però, da posizioni mai dogmatiche e sempre all'insegna della libertà di pensiero, come dimostra un'altra intervista del 2008: "Sono di sinistra, ma non mi è mai piaciuta la mentalità che delega il cambiamento al lato "collettivo" della politica. Le cose non si cambiano solo con le piazze, si inizia anche dagli individui, ad esempio leggendo libri. Però si deve essere liberi intellettualmente. Invece ancora oggi, quando ho detto che Julius Evola è un artista degno di interesse, ho suscitato scandalo in una certa stampa di sinistra, in modo prevenuto e superficiale. Ecco alla nostra sinistra è mancata la capacità di gestire e capire le inquietudini"[557]. Nel 2009, in un'intervista agli studi di LeiTV alla domanda su che cosa ne pensa dei politici che partecipano ai funerali di Stato rispose: "Esibiscono tanta di quella noia. Potrebbero evitare". La giornalista in studio continuò dicendo:" Lo sa che al suo funerale ci saranno e diranno: è stata la colonna sonora della nostra vita? Dalla rise e rispose: "una buona ragione per non morire"[558]
[modifica] Lucio Dalla e lo sport
Dalla era anche un appassionato vero di sport, di basket e calcio in particolare. In occasione della sua morte la Gazzetta dello sport gli ha dedicato la prima pagina del 2 marzo 2012, riadattando i titoli di alcune delle sue canzoni alle notizie sportive del giorno[559]. Il cantante era un grande tifoso del Bologna, presenziando spesso alle partite casalinghe della squadra rossoblu, e della Virtus Bologna di basket[560]. Aveva composto anche l'inno per la rappresentativa azzurra alle Olimpiadi di Pechino 2008[561]. A proposito della sua passione per il basket sentenziava sempre: "Sono il più grande playmaker di sempre, ma mi frega l'altezza"[562]. E ancora: "Il basket, a differenza di altri sport, ogni venti secondi ti regala un'emozione"[562]. La sigla che per anni ha introdotto il collegamento in diretta dai campi della Rai dal titolo Bim Bum Basket era proprio di Lucio Dalla[563]. Inoltre costruiva con grande cura il calendario dei propri concerti per far coincidere ogni tappa con una gara fuori casa della Virtus Bologna[562].
Altra grande passione era quella per i motori, soprattutto delle auto sportive, possedeva infatti una Porsche 911 Carrera[564]. Soprattutto, da emiliano, era un'appassionato della Mille Miglia, infatti partecipò alla storica competizione per ben tre volte, attraversando le solite strade e i soliti percorsi cantati nell'omonima canzone. Vi partecipò, a bordo di una Porsche 356 Carrera, nel 1999 e 2000 con Alessandro Bergonzoni e nel 2003 assieme a Oliviero Toscani[565]. Non a caso Dalla ha dedicato alcuni dei suoi pezzi a grandi personalità del mondo automobilistico come Tazio Nuvolari o Ayrton Senna[566]. Proprio il pezzo dedicato al pilota italiano, intitolato Nuvolari, è stato colonna sonora dello spot pubblicitario istituzionale della Alfa Romeo nel 2007-2009[566]. La canzone Il motore del 2000, era stata colonna sonora dello spot pubblicitario della Fiat Uno Fire nel 1992[566][567].
- Con il bizzarro pseudonimo di Domenico Sputo, Dalla ha partecipato in vesti di corista, tastierista e sassofonista a diversi album degli Stadio, Ron, Luca Carboni fino ad autocitarsi nel brano Domenico Sputo presente nell'album Luna Matana. Sul campanello della sua casa, in via D'Azeglio a Bologna, si legge scritto, infatti, proprio il suo buffo pseudonimo[568].
- La barca di Lucio Dalla portava l'altrettanto bizzarro e curioso nome di "Catarro"[569].
- Per i bolognesi e per tutti i suoi amici era conosciuto con il soprannome di "Ragno"[570].
- Per oltre un decennio, abitando anche a Milo (CT), sulle pendici dell'Etna, ha avuto come vicino di casa Franco Battiato.
- Nelle campagne etnee ha prodotto un vino conosciuto come "Stronzetto dell'Etna", nome che fu ideato da Carmelo Bene. A raccontarlo è stato lo stesso Dalla: «Carmelo Bene s'era preso una ciucca terribile bevendolo, da non stare più in piedi. E la sera dopo consegnandomi un premio aveva detto "Ecco quello stronzetto di Lucio Dalla". Lo chiamai così per questo, il mio vino»[571]
- Lucio Dalla aveva simpatia per gli ascensori, tanto che in un'intervista al Tg1 spiegò che amava gli ascensori vecchi (che avessero trasportato molte persone) e con molte scritte. Dichiarò inoltre di aver dormito in ascensore in un'occasione, tra il terzo ed il quinto piano di uno stabile[572].
- Era un appassionato di Napoli e del Napoletano. Durante un'intervista ha dichiarato: "La bellezza di Totò è la bellezza di Napoli. Napoli sembra una città, ma è una nazione [...] Io non posso fare a meno, almeno 2-3 volte al giorno di sognare di essere a Napoli. Sono 12 anni che studio 3 ore alla settimana il Napoletano, perché se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il Napoletano, tutto il Napoletano, che costerebbe 200.000 euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni."[573].
- Un giorno Lucio Dalla notò un imbianchino che gli assomigliava e lo assunse come sosia. "Lo mandava ai pranzi ufficiali, tipo una domenica al Diana, il ristorante della borghesia bolognese. Lo mandò al suo posto anche al Festivalbar e all'Arena di Verona per non perdere una partita di basket della Virtus. In cambio, un giorno, Lucio andò a lavorare al posto dell'imbianchino"[574].
- Lo scrittore americano Dan Brown, in un intervista al quotidiano la Repubblica, ha dichiarato: " Non ci crederete ma sono cresciuto ascoltando Lucio Dalla". Il cantante, appresa la notizia con il sorriso, si disse lusingato[575][576].
- L'orecchino che Lucio Dalla indossava, era in realtà del'ex campione Diego Armando Maradona, regalatogli da quest'ultimo dopo un incontro tra i due a Buenos Aires, a dichiararlo fu lo stesso musicista, in un intervista agli uffici di Yahoo!, nel novembre del 2009[577].
- 1966 - 1999 (ARC, SA 16)
- 1970 - Terra di Gaibola (RCA Italiana, PSL 10462)
- 1971 - Storie di casa mia (RCA Italiana, PSL 10506)
- 1973 - Il giorno aveva cinque teste (RCA Italiana, DPSL 10583)
- 1975 - Anidride solforosa, (RCA Italiana, TPL 1-1095)
- 1976 - Automobili (RCA Italiana, TPL 1-1202)
- 1977 - Come è profondo il mare (RCA Italiana, PL 31321)
- 1979 - Lucio Dalla (RCA Italiana, PL 31424)
- 1980 - Dalla (RCA Italiana, PL 31537)
- 1981 - Lucio Dalla (Q Disc) (RCA Italiana, PG 33420)
- 1983 - 1983 (RCA Italiana, PL 31692)
- 1984 - Viaggi organizzati (Pressing, ZPLPS 34219)
- 1985 - Bugie (Pressing, ZL 70960)
- 1985 - Lucio Dalla Marco Di Marco (Fonit Cetra, ALP 2008; inciso insieme a Marco Di Marco)
- 1988 - Dalla/Morandi (RCA, PL 71778 (2); con Gianni Morandi)
- 1990 - Cambio (Pressing, ZL 74761)
- 1993 - Henna (Pressing, 74321-18293-2)
- 1996 - Canzoni (Pressing, 74321 40062 2)
- 1999 - Ciao (Pressing, 74321 696362)
- 2001 - Luna Matana (Pressing, 74321 892912)
- 2003 - Lucio (Pressing, 82876570272)
- 2007 - Il contrario di me
- 2009 - Angoli nel cielo
[modifica] Album per il mercato estero
- 1962 - Telstar/Madison: a swingin' time (RCA Italiana, PM 3164; inciso con la Seconda Roman New Orleans Jazz Band)
- 1964 - Lei (non è per me)/Ma questa sera (ARC, AN 4008)
- 1965 - L'ora di piangere/Io al mondo ho solo te (ARC, AN 4037)
- 1966 - Pafff... bum!/Io non ho pianto mai così (ARC, AN 4072)
- 1966 - Questa sera come sempre/Io non ci sarò (ARC, AN 4084)
- 1966 - See-Saw/Cool Jerk (ARC, AN 4091, pubblicato come The Group)
- 1966 - Quando ero soldato/Tutto il male del mondo (ARC, AN 4101)
- 1967 - Bisogna saper perdere/Lucio dove vai (ARC, AN 4113)
- 1967 - Non è un segreto/Passerà passerà (ARC, AN 4119)
- 1967 - Il cielo/1999 (ARC, AN 4128)
- 1968 - E dire che ti amo/Se non avessi te (ARC, AN 4148)
- 1968 - Hai una faccia nera nera/Cos'è Bonetti? (ARC, AN 4154)
- 1969 - Per fare un uomo basta una ragazza / ...e invece no (ARC, AN 4171)
- 1970 - Sylvie/Orfeo bianco (RCA Italiana, PM 3522)
- 1971 - 4-3-1943/Il fiume e la città (RCA Italiana, PM 3578)
- 1971 - La casa in riva al mare/Itaca (RCA Italiana, PM 3588)
- 1971 - Il colonnello/Il gigante e la bambina (RCA Italiana, PM 3610)
- 1972 - Piazza Grande/Convento di pianura (RCA Italiana, PM 3638)
- 1972 - Sulla rotta di Cristoforo Colombo/Un uomo come me (RCA Italiana, PM 3651)
- 1974 - Anna bell'Anna/Pezzo zero (RCA Italiana, TPBO 1003))
- 1975 - Anidride solforosa/Tu parlavi una lingua meravigliosa (RCA Italiana, TPBO 1105)
- 1976 - Nuvolari/Il motore del duemila (RCA Italiana, TPBO 1189)
- 1977 - Quale allegria/Il cucciolo Alfredo (RCA Italiana, PB 6157)
- 1978 - Ma come fanno i marinai/Cosa sarà (RCA Italiana, PB 6265; con Francesco De Gregori)
- 1981 - Cara/Balla balla ballerino (RCA Italiana, PB 6507)
- 1988 - Dimmi Dimmi/Pomeriggio in ufficio (RCA Italiana, PB 42251)
- 2002 - Come è profondo il mare/La distanza (Virgin, 7243 5 46386 2 6; solo prima traccia coi Tiromancino)
[modifica] Partecipazioni
- Con Ana Belén: Canción (cover di Canzone, dall'album Mirame, 1997) - Respondeme
- Con Andrea Mingardi: A io' vèst un Marziàn (nell'album Ciao Ràgaz, 2000)
- Con Angela Baraldi: Preghiera (nell'album Viva di Angela Baraldi, 1990); Anidride solforosa (live).
- Con Anna Oxa: Caruso (live a Torno sabato, Rai 1).
- Con Dajana: Sei come sei (dall'album Peccato reload di Dajana, 2009)
- Con Edoardo De Angelis Sulla rotta di Cristoforo Colombo (Fonit Cetra, 1992)
- Con Elio e le Storie Tese: Psichedelia
- Con Fabio Concato: 051-222525 (live, dall'album Giannutri', 1990)
- Con Francesco De Gregori: 4/3/1943 - Addio a Napoli - Banana Republic - Ma come fanno i marinai - Quattro cani - Un gelato al limon (in Banana Republic, 1979); Ma come fanno i marinai (45 giri); Cosa sarà (45 giri)
- Con Gianna Nannini: Caruso - Live Bologna 7 ottobre 2006
- Con Gianni Morandi: Dimmi dimmi - Vita
- Con Gianni Morandi e Francesco Guccini: Emilia
- Con Gigi D'Alessio: Medley live TV 2002
- Con Gigi D'Alessio, Gigi Finizio e Sal Da Vinci: Napule (in Quanti amori di Gigi D'Alessio, 2004); Caruso (Live Piazza Plebiscito 30-09-2005 Diretta Rtl)
- Con Iskra: Quasi amore (dall'album Quasi amore di Iskra, 2009; live al Festival di Sanremo 2009)
- Con Julio Iglesias: Caruso (Dalla interviene nel finale)
- Con Loredana Errore: Anna e Marco (live)
- Con Luciano Pavarotti: Caruso
- Con Luciano Pavarotti, Sting, Brian May, Zucchero: La donna è mobile
- Con Mango: Forse che sì, forse che no* (dall'album Ti porto in Africa, 2004)
- Con Marco Mengoni: Meri Luis (dall'album Questo è Amore, 2011)
- Con Marta sui Tubi: Cromatica (2012)
- Con Mina: Amore disperato
- Con Nazzareno Carusi: Nessun dorma (dall'album Petrolio di Nazzareno Carusi, 2011)
- Con Neri per caso: Balla balla ballerino (dall'album Angoli diversi dei Neri per Caso, 2008)
- Con Ornella Vanoni & Gianni Morandi: Vita (dall'album Più di te, 2009)
- Con Ornella Vanoni: Senza Fine (dall'album Più di me, 2008);I grandi cacciatori (dall'album Uomini, 1983)
- Con Pierdavide Carone: Nanì, canzone portata al Festival di Sanremo 2012
- Con Renato Zero: La sera dei miracoli (live)
- Con Renzo Zenobi: Telefono elettronico
- Con Rita Pavone: Pirupirupirulì (dalla colonna sonora del film "Little Rita nel west", 1967)
- Con Ron: Chissà se lo sai e Piazza grande(in 70/00 di Ron, 2000); Le ragazze (in Ma quando dici amore di Ron, 2005)
- Con Ron e Francesco De Gregori: Una città per cantare
- Con Stadio: Un fiore per Hal (dall'album Stadio, 1982)
- Con Tosca: Rispondimi (dall'album Henna, 1993)
[modifica] Video musicali
- Intervista con l'avvocato - dallo spettacolo televisivo Il futuro dell'automobile e altre storie
- Nuvolari - dallo spettacolo televisivo Il futuro dell'automobile e altra storie
- Mille miglia - dallo spettacolo televisivo Il futuro dell'automobile e altre storie
- Il motore del 2000 - dallo spettacolo televisivo Il futuro dell'automobile e altre storie
- La signora di Bologna - dallo spettacolo televisivo Il futuro dell'automobile e altre storie
- Washington
- Viaggi organizzati
- Tutta la vita
- Caruso
- Vita
- Attenti al lupo
- Denis
- Amen
- Henna
- Liberi
- Canzone
- Ciao
- Io tra un'ora sono lì
- Siciliano
- Prima dammi un bacio
- Lunedì
- Malinconia d'ottobre
- Rimini
- INRI
- Anche se il tempo passa (amore)
- La leggenda del prode Radames
- Questo pazzo, pazzo mondo della canzone, regia di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi (1965)
- Altissima pressione, regia di Enzo Trapani (1965)
- Europa canta, regia di José Luis Merino (1966)
- I sovversivi, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1967)
- Little Rita nel West, regia di Ferdinando Baldi (1967)
- I ragazzi di Bandiera Gialla, regia di Mariano Laurenti (1967)
- Franco, Ciccio e le vedove allegre, regia di Marino Girolami (1967)
- Quando dico che ti amo, regia di Giorgio Bianchi (1967)
- Questi fantasmi, regia di Renato Castellani (1968)
- Amarsi male, regia di Fernando Di Leo (1969)
- Il santo patrono, regia di Bitto Albertini (1972)
- Il prato macchiato di rosso, regia di Riccardo Ghione (1973)
- La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, regia di Pupi Avati (1975)
- Banana republic, regia di Ottavio Fabbri (1979)
- Borotalco, regia di Carlo Verdone (1982)
- I picari, regia di Mario Monicelli (1987)
- Il frullo del passero, regia di Gianfranco Mingozzi (1988)
- Pummarò, regia di Michele Placido (1989)
- Al di là delle nuvole, regia di Michelangelo Antonioni (1995)
- Dalla mondino, regia di Luca Facchini e Antonio Mondino (1996)
- Prima dammi un bacio, regia di Ambrogio Lo Giudice (2003)
- Quijote, regia di Mimmo Paladino (2006)
- SMS - Sotto mentite spoglie, regia di Vincenzo Salemme (2007)
- Artemisia Sanchez, regia di Ambrogio Lo Giudice (2008)
- Gli amici del bar Margherita, regia di Pupi Avati (2009)
- Il cuore grande delle ragazze, regia di Pupi Avati (2011)
- Pinocchio, regia di Enzo D'Alò (2012)
[modifica] Premi e riconoscimenti
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Laurea honoris causa in Lettere e Filosofia, presso il corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
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«L'Università di Bologna è lieta di annoverare oggi tra i suoi dottori chi ha saputo porgere un messaggio importante, con le parole e con la musica, alla riflessione di molti di noi e di moltissimi tra coloro che, pur sconosciuti e pur abitando spazi e luoghi lontani, sono radicati nel nostro stesso immaginario collettivo, è in tale contesto, oltre che nella storica vocazione universitaria dell'Ateneo che si pone la cerimonia di conferimento della Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo a Lucio Dalla»
— Università di Bologna, 9 luglio 1999[595]. |
[modifica] Voci correlate
- ^ a b c Lucio Dalla Tra la via Emila e la Luna, Onda Rock
- ^ www.sottolapietra.com, Lucio Dalla, la storia di un grande artista
- ^ Lucio Dalla,Sito Web - www.fenice.org/musicult/dischi/165.htm Ricordo di Lucio Dalla, di Alberto Pellegrino
- ^ Sito Web - Paperblog, Le star ricordano il cantante appena scomparso, 2 marzo 2012
- ^ Sito Web - cronacaqui.it - Lucio Dalla, i duetti con i grandi dalla musica (video), 1º marzo 2012
- ^ a b Augusto Pasquali, Dizionario della musica italiana
- ^ Sito Web - GQItalia.it, Lucio Dalla, morte, musica jazz, la carriera, gli esordi, 2 marzo 2012
- ^ Sito Web - TG1 online - Morto Lucio Dalla, stroncato da un infarto, 1º marzo 2012
- ^ Sito Web - Giornalettismo - Lucio Dalla sui giornali di tutto il mondo, 1º marzo 2012
- ^ *** Pesquisas Carlos Leite Ribeiro *** Chico Buarque de Holanda
- ^ Discography of Olivia's Albums
- ^ Lucio Dalla Collaborazioni
- ^ LUCIO DALLA Inediti e Rarità
- ^ Prince Greedy & Episch Porzioni, LUCIO DALLA – IL NUMERO PRIMO, www.chinaski-edizioni.com, 2012
- ^ Sito Web - www.buonenotiziebologna.it, LUCIO DALLA - biografia
- ^ Sito Web - www.toscanaoggi.it, Lucio Dalla, il poeta che cantava, 1º marzo 2012
- ^ Sito Web - www.blogville.it - Ciao Lucio: talento e gioia di vivere | BlogVille Notizie, 2 marzo 2012
- ^ Marco Guidi - Alberto Guarnieri, Lucio Dalla, edito da Odoya, novembre 2012
- ^ Sito Web - www.antiwarsongs.org, Canzoni contro la guerra - Come è profondo il mare
- ^ Sito Web -www.dagospia.com, LUCIO DALLA CON LA MADRE IOLE MELOTTI E LA ZIA
- ^ Dalla, voci sulla paternità "Voglio qui Lucio" - Il Resto Del Carlino, 10 marzo 2012
- ^ Sito Web - La Tribuna di Treviso, Addio a Lucio Dalla, studiò tre anni a Treviso al collegio Pio X, 2 marzo 2012
- ^ Ludovica Ripa di Meana, Eur.n.42.1982
- ^ Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 3 maggio 2004
- ^ Dizionario completo della canzone italiana, a cura di Enrico Deregibus
- ^ Sito Web - LEGGO - Morto Lucio Dalla, i video delle sue canzoni più celebri, 1º marzo 2012
- ^ Sito Web - APOLLODORO - Morto Lucio Dalla, addio al grande cantante italiano, 1º marzo 2012
- ^ intervista alla Stampa del 1º dicembre 2008
- ^ Intervista alla Stampa del 1º dicembre 2008
- ^ Intervista a Repubblica del 21 giugno 2001
- ^ Retroterra - Rockit, Dalla coperto di sale, quasi un'autobiografia", 4 marzo 2012
- ^ Gianfranco Baldazzi, Lucio Dalla, Roma, Gallo, 1984; Padova, Muzzio, 1990
- ^ Sito Web - l'arena.it, MUSICA Pupi Avati: «Dalla mi ha bruciato, Fellini folgorato», 26 aprile 2012
- ^ dal libro autobiografico Sotto le stelle di un film, 2008
- ^ Sito Web - Filmscoop, La mazurka del barone della santa e del fico fiorone, 29 maggio 2010
- ^ Lucio Dalla, parole e canzoni, Giulio Einaudi editore, 2001
- ^ Dal libro: Gli occhi di Lucio,2008
- ^ Canzone italiana, 1861-2011, a cura di Leonardo Colombati, 2011
- ^ Sito Web - Una stella per ogni jazzista Anche a Bologna una «Walk of fame, 7 settembre 2011
- ^ Comunicato stampa del sindaco Virgilio Merola del 2 marzo 2012
- ^ La stella del jazz per ricordare Lucio Dalla, Corriere della Sera, 15 settembre 2012
- ^ La Puglia piange Lucio Dalla, Vendola: Un amico della regione, Corriere del Mezzogiorno, 1º Marzo 2012
- ^ La Stampa, venerdì 22 giugno 2007, pag. 45, rubrica Antenna, Giorgio Dell'Arti (a cura di)
- ^ Dalla, voci sulla paternità "Voglio qui Lucio" , Il Resto Del Carlino, 10 marzo 2012
- ^ Ludovica Ripa di Meana, Eur.n. 42, 1982
- ^ Sito Web - L'Europa che verrà, DOCTOR DIXIE JAZZ BAND: "OLDEST IN THE WORLD", intervista a cura di Angela Benassi, giugno 2012
- ^ Sito Web - Quotidiano Giovani, 2 marzo 2012
- ^ Sito Web - LASTAMPA.it: Lucio Dalla, 2 febbraio 2012
- ^ CRONACAQUI.it,Lucio Dalla, a Torino il suo primo contratto discografico, 2 marzo 2012
- ^ Intervista alla Stampa del 1º dicembre 2008
- ^ Sito Web - Biografia Lucio Dalla - Musictory
- ^ intervista alla Stampa del 30 gennaio 2007
- ^ i Flippers con Lucio Dalla al Carosello/Youtube
- ^ Sito Web - Amici Senza frontiere, Addio a Lucio Dalla, 1º marzo 2012
- ^ Sito Web - Onda Rock, Lucio Dalla, tra la via Emilia e la Luna, Biografia
- ^ Sito Web FullSong.it, Biografia Lucio Dalla
- ^ Dichiarazione di Massimo Catalano rilasciata nel marzo 1979 nel corso della trasmissione radiofonica "Spazio X" su Raidue, citata in Stefano Micocci, Lucio Dalla - Canzoni, edizioni Lato Side, 1979, pag. 46
- ^ Sito Web - www.diariodelweb.it, Lucio Dalla, addio al poeta bolognese, 2 marzo 2012
- ^ Intervista di Marco Paini e Dario Formentin a Gino Paoli, riportata nel n° 3 del 1979 del mensile Tutto. Musica e spettacolo
- ^ Sito Web - La Canzone italiana, biografia Lucio Dalla
- ^ Sito Web - Rai Televideo, Il poeta cantautore che rinnovò la musica.
- ^ Sito Web - Blitz quotidiano, "Paff Bum"... l'esordio di Lucio Dalla a Sanremo 1966, 1º marzo 2012
- ^ Diredonna,lucio Dalla è morto, 1º marzo 2012
- ^ Sito Web - ilnegoziodieuterpe.blogspot.com, Il negozio di Euterpe: The Group - See saw-Cool jerk (1966), 10 Marzo 2012
- ^ Lucio Dalla - Questa Sera Come Sempre (1966) - YouTube
- ^ Luigi Tenco, Lucio Dalla, Gianni Boncompagni,(da "Incontro con Luigi Tenco") 1966/Youtube
- ^ Intervento di Lucio Dalla, in Simone Dessì (a cura di), Il futuro dell'automobile, dell'anidride solforosa e di altre cose, edizioni Savelli, 1977, pag. 101
- ^ Biografia Raiuno Raidue,Lucio Dalla febbraio 2000
- ^ Sito Web - Rockol.it, La scomparsa di Lucio Dalla: la vita e i video, 1º marzo 2012
- ^ biografia Raiuno raidue
- ^ Vita morte e miracoli di Lucio Dalla, 5 marzo 2012
- ^ Nella trasmissione Quelli della domenica ospite Lucio Dalla/Youtube
- ^ Lucio Dalla - Eroi di cartone - Fumetto, 1969/Youtube
- ^ Addio al maestro Teo Usuelli, collaborò a lungo con Ferreri, L'Unità, 15 aprile 2009
- ^ Il Fatto - Emilia Romagna, A Bologna i CD di Lucio Dalla diventano introvabili, 4 marzo 2012
- ^ Ho scritto 4 Marzo 43, poi ci divise quel brano che lui regalò a Rosalino, Corriere della Sera, 4 marzo 2012
- ^ PAROLA DEGLI OLIVER ONIONS | Foxtv Magazine, 19 giugno 2007
- ^ Sito Web - www.ondarock.it, Lucio Dalla - biografia, recensioni, discografia, foto :: Onda Rock
- ^ Patty Pravo - Il mio fiore nero - YouTube
- ^ Sito Web - BLOGVILLE - Ciao Lucio, nel 71 censurarono 4 Marzo 43. Oggi il brano è nel cuore di tutti, 1º marzo 2012
- ^ Sito Web - www.antiwarsongs.org - Canzoni contro la guerra
- ^ Il Sussidiario.net, Lucio Dalla:Lo strano destino legato al 4 marzo, 4 marzo 2012
- ^ a b c d L'Enciclopedia di Sanremo, a cura di Marcello Giannotti, Gremesse Editore, 2005
- ^ 1971 - Chico Buarque de Hollanda - Minha História - YouTube
- ^ intervista alla Stampa del 1º dicembre 2008
- ^ 4/3/43DallAmeriCaruso, 4/3/43, Banana Republic/Youtube
- ^ Tv Sorrisi e Canzoni e il Corriere della Sera presentano in edicola Lucio Dalla – Tra il mare e le stelle, 17 maggio 2012
- ^ Sito Web - www.discogs.com, Lucio Dalla – Storie Di Casa Mia, Genre: Folk, World, & Country, Pop
- ^ Sito Web - Inchiesta, Paola Pallottino: scrivere testi per Lucio Dalla, 7 marzo 2012
- ^ Questa spiegazione viene fornita da Dalla introducendo la canzone nel disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974 (dal vivo)).
- ^ Sito Web - www.45mania.it, 45 Mania - Lucio Dalla - Piazza grande
- ^ EDOARDO DE Angelis e Lucio Dalla, Sulla rotta di Cristoforo Colombo/ Youtube
- ^ La storia siamo noi, puntata del 1º marzo 2010/ Youtube
- ^ Sito Web - bologna.virgilio.it, Il dolore di Bologna per la morte di Lucio Dalla, 1º marzo 2012
- ^ Sito WEB - www.fusiorari.com, Lucio Dalla, a modo suo, 4 marzo 2012
- ^ Mannoia, Ron, Pino Daniele, De Gregori, Piazza Grande/Youtube
- ^ Avvenire.it,Piazza Grande, La coperta di Erica per i poveri dei portici, 9 febbraio 2012
- ^ www.atuttascuola.it, Svolgimento temi - Esami di Stato 2001
- ^ Intervista a Repubblica del giugno 2001
- ^ Enciclopedia della canzone italiana", di Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), ed. Curcio, 1990; alla voce Dalla Lucio, di Gianfranco Baldazzi, pag. 467
- ^ Sito Web - www.sottolapietra.com, Lucio Dalla: uno dei più innovativi e versatili interpreti della canzone
- ^ a b Antologia della Canzone italiana, 1861-2011, storia e testi a cura di Leonardo Colombati, edito da Mondadori Ricordi
- ^ Sito Web - www.debaser.it, Lucio Dalla: Il Giorno Aveva Cinque Teste, Recensione
- ^ Augusto Pasquali - Dizionario della musica italiana - La canzone
- ^ Concerto Integrale - Banana Republic - Lucio Dalla e Francesco de Gregori/ Youtube
- ^ Lucio Dalla - 1975 - Anidride Solforosa - YouTube
- ^ Sito Web - www.debaser.it, Anidride Solforosa - Lucio Dalla - Recensione, 25 aprile 2005
- ^ GUYLUM BARDOT, Cosa hanno in comune Lucio Dalla e il rapper Timbaland?, 2 aprile 2009
- ^ Sito Web - senonlarealta.blogspot.com, Se non la realtà: Vita, sorte e miracoli di Lucio Dalla, 5 marzo 2012
- ^ Francesco De Gregori & Angela Baraldi - Anidride solforosa, live 1993/Youtube
- ^ Sito Web - www.discogs.com, Dalla* / De Gregori* / Monti* / Venditti* - Dal Vivo - Bologna 2 settembre 1974 - Discogs
- ^ Sito Web - Discografia Nazionale della Canzone Italiana, Discoteca di Stato
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