(EN)
« Someday girl I don't know when we're gonna get to that place Where we really want to go and we'll walk in the sun But till then tramps like us baby we were born to run… »
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(IT)
« Un giorno ragazza, non so quando, arriveremo in quel posto dove davvero vogliamo andare e cammineremo al sole. Ma fino ad allora i vagabondi come noi sono nati per correre… »
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Bruce Frederick Joseph Springsteen (Freehold, 23 settembre 1949) è un musicista e cantautore statunitense, fra i più rappresentativi della musica rock ed è soprannominato The Boss.
In carriera, Springsteen, ha guadagnato circa 1,6 miliardi di dollari, raggiungendo la terza posizione nella classifica delle più alte retribuzioni nel mondo musicale dietro soltanto a U2 e Rolling Stones. I suoi album di maggior successo sono stati Born to Run e Born in the U.S.A., lavori che simboleggiano la sua grande propensione per testi riguardanti le lotte della vita quotidiana in America e che lo hanno reso uno degli artisti più noti degli anni ottanta.
Springsteen è risultato l'uomo più famoso e fotografato di tutti gli anni ottanta.[senza fonte]
Il suo sostegno alla campagna presidenziale del senatore John Kerry e del Presidente Barack Obama, che lo ha ringraziato con la battuta "ho scelto di fare il presidente solo perché non potevo essere Bruce Springsteen", ha portato ad accostare i suoi testi al movimento liberal americano.[2] Noto per il suo sostegno a numerose opere sociali e per gli sforzi per la ricostruzione nel New Jersey, con l'album The Rising è anche intervenuto sulla tragedia degli attentati al World Trade Center di New York dell'11 settembre 2001.[3] Secondo un sondaggio condotto dalla nota rivista Vanity Fair, Springsteen è l'artista straniero più amato dagli italiani.
Nelle liste di tutti i tempi stilate dalla celebre rivista musicale Rolling Stone, Springsteen occupa il 23º posto nella classifica dei migliori artisti[4], il 36º in quella dei miglior cantanti,[5] ha 6 album nella lista dei migliori 500[6] e 3 singoli tra le migliori 500 canzoni.[7] È stato definito dalla stessa rivista come miglior performer di tutti i tempi. Fa parte, dal 2008, della New Jersey Hall of Fame.
Ha ottenuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro tra cui: 20 Grammy Awards, 2 Golden Globes, 1 Academy Award, 1 Polar Music Prize.
Ha venduto oltre 64 milioni di dischi nei soli Stati Uniti e 120 milioni in tutto il mondo.[8]
[modifica] Infanzia e adolescenza
Springsteen trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Freehold, nel New Jersey. Il padre, Douglas, aveva origini olandesi e irlandesi. La madre, Adele Ann Zirilli, è di origine italiana, con genitori provenienti da Vico Equense, una città della Campania in provincia di Napoli. Ha due sorelle minori, Virginia e Pamela, ex attrice e ora fotografa di successo.
Bruce frequentò le scuole primarie all'istituto cattolico Santa Rosa da Lima di Freehold. Ragazzo esuberante e poco incline alla disciplina, una volta fu obbligato da una suora dell'istituto a trascorrere per penitenza l'intera giornata scolastica dietro la lavagna, seduto sul cestino dei rifiuti[9]. Le condizioni economiche della famiglia erano spesso precarie. Le occupazioni del padre (prima tassista, poi operaio in una fabbrica di tappeti e autista di autobus e successivamente guardia carceraria[10]) non riuscivano a garantire solidità e sicurezza. A causa di questa instabilità la famiglia Springsteen fu spesso costretta a trasferimenti verso abitazioni e luoghi dal tenore di vita sempre più basso, fino ad arrivare ad un trasloco in California, momento in cui il giovane Bruce decise di staccarsi dalla famiglia per tornare nel suo New Jersey.
Il rapporto con il padre era conflittuale: Douglas era una figura severa e autoritaria, non approvava le scelte del figlio e soprattutto la sua passione per la musica. I rapporti padre-figlio furono caratterizzati da lunghi periodi di silenzio intervallati da brevi e violente liti. Una volta Douglas pagò un suo amico barbiere per tagliare i capelli contro la sua volontà al giovane Bruce, costretto per qualche settimana all'immobilità da un incidente motociclistico.[9] La madre Adele, personalità in contrasto con quella del marito, stabilmente impiegata presso un ufficio legale, fu invece sempre comprensiva e attenta alle necessità dei figli.
Bruce incominciò ad interessarsi di musica spinto da un'apparizione di Elvis Presley all'Ed Sullivan Show:[10] comprò la prima chitarra acustica a 13 anni e cominciò a prendere lezioni da suo cugino Frank Bruno jr.. All'età di 15 anni la madre comprò a Bruce una chitarra elettrica Kent, dopo aver ottenuto un prestito di 60 dollari che restituì con rate mensili, presso un ufficio nel quale si recava puntualmente accompagnata dal figlio.[10][11] La storia di questa chitarra è descritta da Springsteen nel brano The Wish.
Nell'estate 1966 Springsteen iniziò a suonare in un gruppo chiamato The Castiles[11] (nome tratto dalla marca dello shampoo in voga in quei tempi), la cui formazione era costituita da tre chitarre un basso e una batteria, ottenendo un discreto successo locale in alcuni club e feste studentesche.[11] Il gruppo incise due canzoni, That's What You Get e Baby I, per un 45 giri che non verrà mai pubblicato.[11] Nel 1967 il batterista del gruppo fu arruolato nel corpo dei marines e partì per la guerra del Vietnam, dove dopo pochi mesi fu ucciso in combattimento. Questo episodio segnò la vita del giovane Springsteen, e di qui nacque il suo interesse per la vita dei reduci, ai quali dedicherà in futuro molto impegno sia artistico che economico.[9]. Anche Springsteen fu chiamato alla visita di leva, ma fu riformato proprio per gli esiti dell'incidente motociclistico del quale era rimasto vittima a 17 anni. Nello stesso anno i Castiles tentarono il grande salto a New York dove erano stati ingaggiati per tenere 29 concerti al Greenwich Village nel Cafe Wha? (lo stesso locale in cui esordì Jimi Hendrix). Ma la band non ebbe successo e si sciolse nello stesso anno. Springsteen ritornò così nel New Jersey, ma decise di spostarsi ad Asbury Park, località di villeggiatura sulla East Coast che offriva molte opportunità ai musicisti con i suoi club e i locali sparsi lungo tutta la costa. Uno tra i più influenti locali, l'Upstage Club, grazie alla passione musicale del suo gestore, dopo la chiusura rimaneva a disposizione dei musicisti per improvvisazioni e jam session, nelle quali il giovane Bruce ebbe presto la possibilità di farsi notare.
A notarlo furono Steve Van Zandt, Danny Federici e Vini Lopez, che lo invitarono a formare con loro un gruppo. Tra il 1969 e il 1971 questo gruppo suonò con diversi nomi (inizialmente Child, poi Steel Mill, successivamente Dr.Zoom and the Sonic Boom fino ad arrivare al nome definitivo Bruce Springsteen and The E Street Band). Il gruppo decise di caratterizzarsi con il rifiuto delle cover e con un repertorio costituito completamente da pezzi originali composti da Springsteen e dagli altri. Al grosso successo locale, con concerti in tutte le località della costa orientale degli Stati Uniti, non riuscì tuttavia a far seguito un contratto discografico. Lo scoppio di incidenti a seguito di disordini razziali, le tensioni continue fra abitanti e forze di polizia e il crescente inquinamento della costa determinarono per Asbury Park una perdita di attrattiva come località di villeggiatura; l'inesorabile declino della cittadina e di tutta la Jersey Shore, che si prolungò lungo tutti gli anni settanta, e lo spostamento della scena musicale verso la West Coast, fu una delle cause dello scioglimento del gruppo nel gennaio 1971.[9]
[modifica] Gli anni settanta
Springsteen si spostò a New York dove tentò per alcuni mesi di imporsi come solista. Nel 1972 riuscì ad ottenere un'audizione alla Columbia Records, nonostante l'iniziale opposizione del manager Clive Davis. A credere in lui furono i produttori discografici Mike Appel e Jim Cretecos, che fecero pressioni su John Hammond affinché gli accordasse il permesso per un provino. Bruce si esibì a lungo con l'accompagnamento della sola chitarra acustica, cantando alcune sue composizioni di stile folk-cantautorale. Hammond, leggendario manager che aveva messo sotto contratto dieci anni prima Bob Dylan, vide in lui un nuovo cantautore da lanciare con ballate acustiche in cui i testi avevano un ruolo preponderante e gli fece stipulare un contratto di collaborazione per 10 album. Questa scelta manageriale si rivelò successivamente sbagliata, e causò parecchi problemi a Springsteen con battaglie legali e lunghi periodi di inattività musicale a causa degli strascichi giudiziari.
La musica giovanile di Springsteen era principalmente caratterizzata da un rock molto vivo e grezzo e da ballate strutturate e melodiose, che colpirono immediatamente alcuni critici ma che passarono quasi inosservate fuori dai confini degli Stati Uniti. I testi erano molto lunghi, complessi, e narravano una vita di strada fatta di corse, motori e personaggi comuni ma ribelli, a tratti raffigurati come i veri eroi di una America che illude con il suo stile di vita imposto.
Una volta sottoscritto il contratto con la Columbia, Springsteen volle chiamare nuovamente accanto a sé i ragazzi con cui aveva suonato nel New Jersey: ancora non accreditati con il nome E Street Band con cui verranno conosciuti a partire dal secondo album, essi cominciarono nell'autunno 1972 a provare i brani per la realizzazione del primo album. Rinchiusi nei 914 Sound Studios, studi di registrazione economici e fuori mano per evitare di sprecare il basso budget messo a disposizione dalla casa discografica, nel giro di pochi giorni completarono una scaletta di una decina di brani. Clive Davis bocciò il prodotto, affermando che nessuno di essi poteva avere un appeal commerciale e costrinse Springsteen ad eliminare alcune composizioni e ad aggiungere Spirits in the Night e Blinded by the Light, due pezzi che furono poi lanciati come singoli. L'album vide la luce nel gennaio 1973 e il titolo, Greetings from Asbury Park, N.J., non poteva che ispirarsi alle esperienze giovanili del cantautore. La copertina era la rielaborazione grafica di una cartolina illustrata degli anni sessanta e i brani si richiamavano inevitabilmente a uno stile dylaniano. La cosa fu notata da numerosi critici che recensirono il disco, rischiando di applicargli un'etichetta ampiamente fuori luogo, ma i giudizi furono unanimemente positivi. L'album tuttavia non fu notato dal pubblico e, nella sua prima edizione, vendette solo 25 000 copie malgrado il tour promozionale che portò il gruppo in diverse località dell'East Coast.
A cinque mesi dall'uscita di Greetings, nonostante il parere negativo della divisione marketing della Columbia, che voleva spingere la vena cantautorale di Springsteen per farne un nuovo Bob Dylan, la band si riunì nuovamente per realizzare un album che virava verso il rock and roll. Il secondo disco uscì nel settembre 1973 con il titolo The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle e, ancora una volta, ricevette entusiastiche recensioni dai critici musicali ma nessun successo commerciale. L'album non aveva un brano trainante e non fu programmato dalle radio, ma ebbe molto successo nelle esibizioni dal vivo del gruppo. I discografici si erano resi conto dell'enorme carisma di Bruce dal vivo e lo incoraggiarono a promuovere anche questo album con una lunga tournée, ma cominciarono a fare pressioni sull'artista perché un suo terzo insuccesso poteva significare la fine della sua carriera discografica.
Un evento-chiave nella carriera di Springsteen si verificò il 9 maggio 1974: in un concerto dal vivo allo Harvard Square Theatre di Cambridge, Massachusetts in cui la principale attrazione era Bonnie Raitt e Springsteen era la spalla, il pubblico decretò un capovolgimento dei ruoli, richiamando a gran voce l'artista alla fine dello spettacolo e chiedendogli di esibirsi nuovamente. Alcuni giorni dopo, l'ex produttore discografico e critico musicale Jon Landau, a proposito di questo concerto scrisse su The Real Paper di Boston: «Ho visto il futuro del rock'n'roll e il suo nome è Bruce Springsteen». L'amicizia che nacque tra Landau e Springsteen fu determinante per il seguito della carriera di quest'ultimo.
Nei ritagli di tempo, tra una data e l'altra del tour, il gruppo provava i pezzi di quello che sarebbe diventato il terzo album. Questo album ebbe una gestazione lunga (circa 18 mesi) e la scelta dei brani e degli arrangiamenti furono oggetto di numerosi ripensamenti. Più volte Springsteen fu sul punto di annullare l'impegno e decidere di pubblicare un album dal vivo, che sembrava essere l'unica dimensione a lui congeniale. Decisivi furono i consigli di Landau, che lasciò la critica musicale per diventare manager, produttore e consigliere di Springsteen, e l'album Born to Run poté finalmente vedere la luce alla fine di agosto 1975, andando immediatamente al terzo posto della classifica statunitense. La prima tiratura andò rapidamente esaurita grazie anche alla massiccia trasmissione del title-track su molte radio commerciali. Il tour promozionale fu imponente, e fece entrare l'album nella top-ten mondiale. Il 27 ottobre 1975, a conferma del trionfo ottenuto in America, Springsteen apparve contemporaneamente sulle copertine di Time e Newsweek.
I temi trattati nell'album non si discostano molto da quelli dei precedenti: i sentimenti dell'uomo della strada, la ribellione, la vacuità del sogno americano. L'asfalto, i motori, le gare e le automobili veloci sono metafore sulla fuga dalle regole imposte. Al successo tanto cercato fa da contraltare la citazione in giudizio da parte dell'ex manager Mike Appel che, sostituito da Jon Landau, reclamava un risarcimento per i dischi ancora da realizzare. La causa si protrasse per un lungo periodo, durante il quale Springsteen fu tenuto lontano dagli studi di registrazione con la minaccia del sequestro dei nastri, e si concluse nell'agosto 1977 con un accordo extragiudiziale, i cui termini furono tenuti riservati.
L'album che scaturì dalle sessioni immediatamente successive al raggiungimento dell'accordo, Darkness on the Edge of Town (1978), costituisce una svolta nello stile compositivo di Springsteen. Ai testi diretti e ai personaggi grezzi si sostituiscono storie più articolate, che riflettono la crescita intellettuale e politica del cantautore. I brani si presentano meno frammentati, più studiati e più musicalmente consapevoli rispetto ai primi due album. Anche a questo album fece seguito un tour promozionale, che riconfermò le capacità di Springsteen come instancabile performer dal vivo.
Contemporaneamente, Springsteen si andò affermando anche come autore: nel 1977 arrivò al primo posto nelle classifiche di vendita Blinded by the Light nella versione della Manfred Mann's Earth Band, nel 1978 Patti Smith portò al successo l'inedita Because the Night, nel 1979 toccò alle Pointer Sisters la pubblicazione di un altro inedito di Springsteen dal titolo Fire. Negli stessi anni, Bruce recitò anche un monologo incluso nella famosa canzone di Lou Reed Street Hassle, ma il suo nome non comparve nei credits per sua stessa richiesta.
Del 1979 è l'adesione di Springsteen e della E Street Band al collettivo antinucleare che ebbe grande visibilità mediatica con il concerto No Nukes tenutosi al Madison Square Garden, di cui rimane testimonianza registrata su disco e filmata. In quella occasione il gruppo presentò in anteprima due brani dell'album doppio che sarebbe uscito l'anno successivo, The River. Pubblicato contro il parere negativo della casa discografica che temeva la difficile commerciabilità di un LP doppio, The River fu invece il primo album di Springsteen ad arrivare al numero uno nella classifica statunitense.[9] Prodotto da Springsteen, Landau e Van Zandt, vendette più di due milioni di copie. Le 20 canzoni che lo compongono, alcune delle quali erano rimaste escluse dalle scalette degli album precedenti, hanno strutture e sonorità più orientate al pop-rock. Hungry Heart, estratto dall'album, fu il primo singolo di Springsteen a entrare nella top ten statunitense.[12]
[modifica] Gli anni ottanta
Bruce Springsteen nel 1981
Nel 1981 Springsteen si rinchiuse in casa e, in una stanza appositamente adibita a studio di registrazione con un rudimentale apparecchio a quattro piste ed un mixer, cominciò a incidere una serie di demo su audiocassette. I pezzi, destinati al nuovo lavoro, furono poi rielaborati nell'arrangiamento e reincisi con la E Street Band ma, dopo un riascolto finale, Springsteen insieme a Landau prese la decisione di buttarli via e di pubblicare le demo così come erano state registrate nello studio domestico. Nebraska fu pertanto il primo album pubblicato senza il supporto dell'allora immancabile E Street Band: se negli altri album si alternavano pezzi lenti e rock, in questo album, quasi completamente acustico, le canzoni costituiscono una collezione monocorde di ritratti amari e pessimisti di personaggi americani della vita di tutti i giorni. In questo album trova posto anche un significativo ricordo del batterista dei Castiles, vittima della guerra del Vietnam. Nebraska spezzava completamente la discografia fino ad allora proposta. I critici gridarono al capolavoro, ma le vendite furono deludenti e John Meldau, messo sotto pressione, divenne il capro espiatorio della Columbia.[9]
Secondo Dave Marsh, critico musicale e autore della vendutissima biografia di Springsteen Two Hearts: The Definitive Biography, questo album fu scritto in un periodo di depressione.
Proprio da un pezzo scartato da Nebraska, intitolato Born in the U.S.A. e pensato inizialmente per un film di Paul Schrader che poi non fu realizzato, prese le mosse l'album successivo. Dopo un lavoro deliberatamente anticommerciale, realizzato più per sé stesso che per gli altri, Bruce volle nuovamente lanciare un messaggio ad un pubblico ampio e con l'album Born in the U.S.A. ripeté il successo di Born to Run. Pubblicato il 4 giugno 1984, l'album rimase primo in classifica per ben 85 settimane. Tutti i singoli estratti entrarono nella top ten: Dancing in the Dark (numero 2), Cover Me (numero 7), Born in the U.S.A. (numero 9), I'm on Fire (numero 6), Glory Days (numero 5), I'm Goin' Down (numero 9) e My Hometown (numero 6).[12] Il successo superò i confini degli Stati Uniti, e il tour che fece seguito all'album toccò 20 paesi oltre gli Stati Uniti. Gli introiti generati permisero a Springsteen il lusso di ingaggiare il regista Brian De Palma per filmare il videoclip di Dancin' in the Dark in cui Springsteen si esibiva dal vivo in uno stadio: la ragazza presa dal pubblico per ballare con lui sul palco è l'allora adolescente Courteney Cox Arquette, poi attrice di successo per la sua partecipazione alla sit-com Friends e ad altri film.
La copertina del disco, che riporta un'immagine dell'artista ripreso di schiena sullo sfondo a stelle e strisce, è rimasta tra le più celebri degli anni ottanta. Il berretto rosso infilato nella tasca posteriore dei jeans apparteneva al padre di uno dei musicisti della E Street Band: Bruce volle fare omaggio a questo umile blue collar, scomparso poche settimane prima della realizzazione del disco.[9]
Sebbene anche Born in the U.S.A. sia una esplorazione del lato oscuro del sogno americano, la gran parte del pubblico lo percepì come un vigoroso inno patriottico. Ronald Reagan stesso, durante la sua campagna presidenziale del 1984, tentò di coinvolgere Springsteen nella sua propaganda elettorale. Springsteen reagì evitando apparizioni televisive e servizi fotografici, e pubblicizzando in tutti i suoi concerti la sua collaborazione con organizzazioni impegnate nella protezione dell'ambiente e nella difesa dei diritti civili.[13]
Nei testi incominciavano ad inserirsi riferimenti religiosi più evidenti: con la stampa Springsteen si è spesso dichiarato in conflitto con la religione cattolica insegnatagli da adolescente, o più semplicemente si è dichiarato ateo.[10] In molti album di questo periodo però si trovano i temi della redenzione cristiana paragonata spesso al riscatto sociale, la ricerca della Terra Promessa in una America deludente, citando personaggi biblici come metafore: Adam raised a Cain, The Promised Land, Reason to Believe sono alcuni dei brani con più riferimenti religiosi.
I personaggi maschili narrati diventavano più facilmente riconoscibili: poliziotti, soldati, fratelli, padri sono spesso citati in ogni album. I testi risultano molto più liberi, spaziando in molti più argomenti, anche se gli elementi distintivi degli anni passati si ritrovano per tutto il periodo.
Il 28 gennaio 1985, Bruce partecipò al progetto Usa for Africa registrando, insieme a numerose star della musica americana, il celebre We Are the World. A maggio, con una cerimonia segreta, sposò l'attrice-modella Julianne Phillips, ma il matrimonio ebbe breve durata. Proprio alle difficoltà del matrimonio sono dedicate alcune canzoni del successivo album Tunnel of Love, pubblicato nel 1987: i temi ricorrenti sono il fallimento e le difficoltà di coppia nella vita quotidiana.
Questo disco, suonato per la maggior parte dallo stesso Springsteen con l'apporto occasionale dei membri della E Street Band, era molto più ricercato e con alcune sonorità elettriche meno rock ereditate della musica degli anni ottanta; si rivelò meno apprezzato dei precedenti sulla base delle vendite mondiali.
Proprio dall'Italia rimbalzò negli Stati Uniti la notizia del nuovo legame con Patti Scialfa: In occasione del concerto di Torino dell'11 giugno 1988 un giornalista de La Stampa, vedendo i due nei camerini dello Stadio Comunale, intitolò il suo articolo il giorno dopo Bruce e Patty nel tunnel dell'amore basandosi sul titolo del disco e la notizia viene in breve ripresa dai tabloid americani[14].
Alla fine degli anni ottanta, Springsteen decise di sciogliere la E Street Band, liquidandola con un assegno da 2 milioni di dollari[9], e di trasferirsi con Patti Scialfa e con il bambino appena avuto da lei in una tenuta in California.
[modifica] Gli anni novanta
Questo decennio è stato per Springsteen il periodo musicale più sterile e con meno successi di vendite. Nel 1992 Springsteen pubblica 2 album quasi in contemporanea, Human Touch e Lucky Town, registrati avvalendosi di musicisti turnisti. Il risultato, sia in fatto di vendite che di apprezzamento da parte dei fan è deludente rispetto agli album precedenti. Questi lavori, per quanto gradevoli, vengono bollati come album poco interessanti, principalmente a causa dell'assenza della E Street Band.
Paradossalmente, però, proprio l'esperienza di Human Touch e Lucky Town portano Springsteen a sperimentare nuove sonorità e nuovi modi di comporre. Nasce così nel 1993 "Streets of Philadelphia" (premio Oscar quale migliore canzone per il film di Jonathan Demme, "Philadelphia") e nel 1995 "Missing" per il film di Sean Penn “The Crossing Guard” ("Tre Giorni per la Verità").
Così come era già accaduto in passato (il binomio The River - Nebraska e Born in the U.S.A. - Tunnel of Love) e come accadrà in futuro (The Rising, Devils & Dust) ad un album di grande esposizione mediatica segue un lavoro più intimista, una sorta di ripiegamento su sé stesso. Nel 1995 esce così The Ghost of Tom Joad, album semi-acustico, omaggio alla scrittura di John Steinbeck in Grapes of Wrath (Furore in italiano) e all'omonima riproposizione cinematografica di John Ford: le canzoni, quasi tutte ambientate sul confine con il Messico, parlano dei problemi degli immigrati messicani negli Stati Uniti, o della seconda guerra mondiale vista dalla gente comune.
Alla fine degli anni novanta, Springsteen riparte con un tour mondiale insieme alla ritrovata E Street Band, chiamato Reunion Tour: critica e fan hanno plaudito la scelta.
Gran parte dell'album
The Rising è ispirato ai tragici eventi dell'
11 settembre 2001, raccontando storie di pompieri (
Into the Fire) e delle reazioni della gente comune.
[modifica] La rinascita e il successo dopo il 2000
All'indomani della strage dell'11 settembre 2001, un ragazzo gli gridò dal finestrino dell'auto: «Abbiamo bisogno di te!».[9] La risposta di Bruce a questo appello fu The Rising, album realizzato in collaborazione con la E Street Band e prodotto da Brendan O'Brien. Il tema trainante è ovviamente la risollevazione dell'orgoglio nazionale ferito dall'attacco, senza cadere in tematiche patriottiche: tutto l'album infatti è composto da vari generi musicali (rock, ethno, gospel) e il tema della religione è toccato in maniera globale con riferimenti continui ed espliciti al Cristianesimo, oltre ad accenni al Buddhismo e all'Islamismo.
Durante la presidenza di George W. Bush, Springsteen si schierò apertamente e duramente contro l'amministrazione americana, in particolar modo per la politica estera riferita ai conflitti in Iraq nel 2003: dopo 2 anni, nel 2005 viene pubblicata la canzone Devils & Dust per narrare le sensazioni di un soldato statunitense in guerra, contenuta nell'omonimo album, che include alcune canzoni scartate dall'album The Ghost of Tom Joad, e come già quest'ultimo e Nebraska dalle sonorità prevalentemente acustiche.
L'album Devils & Dust fu il primo disco di Springsteen ad essere sottoposto alla censura e al bollino di avvertimento a causa della canzone Reno, un pezzo che narra in dettaglio di un rapporto sessuale tra un uomo disperato e una prostituta. La catena di caffetterie statunitensi Starbucks si rifiutò per questo motivo di commercializzare l'album.[15] Nel 2006 è uscito We Shall Overcome: The Seeger Sessions: album anomalo rispetto alla produzione springsteeniana in quanto tutte le canzoni sono delle reinterpretazioni di brani della tradizione americana con il denominatore comune di essere stati tutti reinterpretati da Pete Seeger, cantante bluegrass e folk americano. Il 2 ottobre 2007 è uscito negli USA un nuovo album con la E Street Band intitolato Magic. Nella prima settimana di uscita l'album ha venduto 335 000 copie, balzando al primo posto della classifica USA.
Il 27 gennaio 2009 è stato pubblicato Working on a Dream, anch'esso registrato insieme alla fedele E Street Band. Con questo lavoro, Springsteen è divenuto l'artista straniero giunto più volte, dieci, al primo posto della classifica italiana degli album.
Una speciale riedizione di Darkness on the Edge of Town è stata distribuita nei negozi a partire dal 16 novembre 2010. Inizialmente prevista nel 2008 per festeggiare il trentennale della sua prima uscita, la confezione comprende tre CD (due di inediti con brani registrati prevalentemente nel 1978, dal titolo The Promise, e la rimasterizzazione ad alta qualità dell'originale Darkness on the Edge of Town) e tre DVD (il documentario realizzato con materiale video d'epoca sul making of dell'album; un concerto dal vivo appositamente pensato per quest'edizione, registrato nel 2009 al Paramount Theatre di Asbury Park e riproducente l'esatta scaletta dell'album, insieme a materiale live del periodo 1976-1978; il bootleg di un intero show del 1978 tenutosi a Houston).
Il documentario presente nella raccolta e intitolato The Promise: the Making of Darkness on the Edge of Town è stato proiettato in anteprima in occasione del Toronto Film Festival e della quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma rispettivamente nell'ottobre e nel novembre 2010.
Nel gennaio 2012 viene annunciato il nuovo disco di Springsteen, supportato dal tour mondiale annunciato nel novembre 2011[senza fonte]. Il 19 gennaio 2012 esce il singolo We Take Care of Our Own, il 6 marzo 2012 nei negozi di tutto il mondo arriva Wrecking Ball. Il disco è subito un successo mondiale, al primo posto in classifica negli States, in Italia e in molti paesi europei.[senza fonte] L'album, che si discosta dal classico rock springsteeniano, risente di forti influenze dalla musica folk; un modo, come Bruce stesso ha spiegato, per raccontare l'America dilaniata dalla crisi attraverso il recupero di quella musica popolare che ne rappresenta la storia.
[modifica] La musica di Bruce Springsteen
Bruce Springsteen durante un concerto nel 2005
Musicalmente nella produzione springsteeniana dominano rock e r'n'b - con fortissime influenze e commistioni con i più diversi generi e con sempre più frequenti incursioni nel folk - e ritroviamo un fil rouge che parte da Rosalita, e via via passa per 10th Avenue Freeze-out, Prove it all night, Darkness on The Edge of Town, Hungry Heart, I'm going down, Glory Days. Le radici Folk dell'artista, vanno ricercate nella musica (e nei testi) di Woody Guthrie, dello stesso Dylan e nella musica popolare statunitense in genere.
In realtà Bruce Springsteen è soprattutto un rappresentante della musica popolare statunitense. Per mezzo di lui sono tramandate canzoni e personaggi che altrimenti si sarebbero potute perdere nel periodo della musica anni ottanta. Riscosse successo in quel periodo anche grazie alla netta contrapposizione tra il suo modo di proporsi e la moda androgina tipica del periodo. I testi dei primi lavori parlano generalmente di una gioventù statunitense illusa, e sin dai primi anni la stampa definì Springsteen Working Class Hero, l'eroe della classe operaia. Il tema del fallimento del sogno americano è comunque molto ricorrente nelle sue opere: i suoi personaggi sono spesso dei perdenti, gente comune dell'immensa periferia statunitense che lotta per sopravvivere.
Alcune sue canzoni possono essere considerate delle poesie musicate o delle brevi storie: nel 1991 l'attore e regista Sean Penn produsse il film The Indian Runner (Lupo Solitario in italiano), pellicola completamente ispirata ad una sola canzone di Springsteen, Highway Patrolman.
[modifica] Prolificità nel comporre canzoni
Springsteen stupisce spesso la critica musicale e i propri fan per la facilità nello scrivere canzoni. Anche se ci sono stati parecchi anni di inattività tra alcune opere ed altre, Springsteen è riuscito a scrivere una quantità notevole di brani.
Ha incominciato nel 1973 con Greetings from Asbury Park, N.J. e sempre nello stesso anno con The Wild, the Innocent, and the E Street Shuffle. Nel 1992 pubblicò a pochi giorni di distanza 2 album di canzoni completamente inedite: Human Touch e Lucky Town. Nel 1998 è stato pubblicato un cofanetto quadruplo Tracks di soli inediti per un totale di 66 canzoni mai pubblicate prima. Altri inediti non sono ancora stati pubblicati: parecchie sue composizioni, scartate dallo stesso Springsteen sono diventate il maggior successo per altri cantanti. Because the Night cantata da Patti Smith (che ne cambiò alcune parole), o Fire (che fu scritta per Elvis Presley) cantata dalle The Pointer Sisters sono solo un esempio della prolificità di Springsteen.
Alcuni titoli: The Promise, Sugarland, Little Girl, Waitin' for the End of the World, If I was a Priest.
[modifica] La sua musica come strumento di denuncia sociale
Molte canzoni di Springsteen sono ambientate sulla costa del
New Jersey:questa meta turistica ebbe profonda crisi già alla fine degli anni settanta. Il turismo legato a Springsteen ha permesso di recuperare gran parte delle strutture da lui citate. Nella foto, un chiosco di una lettrice di carte
[16] reso famoso da
4th of July, Asbury Park (Sandy).
La sua visione della caducità della società statunitense ha portato a Bruce Springsteen parecchie polemiche: per la canzone American Skin (41 Shots) dedicata alla morte del ragazzo di colore Amadou Diallo ucciso dalla polizia con 41 colpi di pistola per aver estratto il portafoglio dai pantaloni, Springsteen fu boicottato ferocemente dalla polizia e da manifestanti simpatizzanti.
Poco prima delle Elezioni Presidenziali degli Stati Uniti del 2004, ha partecipato al Vote for Change Tour, una tournée erroneamente considerata a favore del candidato democratico John Kerry (di fatto contro la politica di George W. Bush) in collaborazione con cantanti famosi come John Mellencamp, John Fogerty, R.E.M., Dixie Chicks, Pearl Jam, James Taylor, Ben Harper, Tracy Chapman, Dave Matthews Band, Jackson Browne e molti altri. Non fu la prima volta in cui Springsteen prese una posizione politica netta contro la politica repubblicana statunitense: Ronald Reagan in passato tentò di utilizzare la sua più famosa canzone, Born in the U.S.A. come inno per una campagna elettorale più per orecchiabilità che per i testi: infatti questa canzone è forse uno dei massimi attacchi al sistema americano perché parla dei veterani della Guerra del Vietnam, entrando poi in polemica con lo stesso Presidente.
Nel 1979 aderì a parecchi concerti No Nuke indetti dal Muse (Musicians United for Safe Energy), per contestare l'uso di energia nucleare dopo l'incidente incorso alla centrale nucleare statunitense di Three Mile Island. Inoltre partecipò nel 1988 con eventi e concerti a Human Rights Now!, campagna per i diritti umani promossa da Amnesty International, e collaborò come presenza alla canzone composta per beneficenza We Are the World, cantata con i più grandi esponenti della musica pop-rock degli anni ottanta, dove si esibisce in un duetto con il cantante Stevie Wonder, mostrando un timbro molto più aggressivo rispetto alla norma.
Durante i mesi della campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti 2008, proseguendo il suo impegno a favore del Partito Democratico, ha sostenuto il candidato Barack Obama nella corsa alla Casa Bianca. La canzone The Rising è stata scelta come colonna sonora per i comizi del candidato (assieme a City of Blinding Lights degli U2) e lo stesso Springsteen ha deciso di scendere in campo in prima persona, suonando in acustico a Cleveland (Ohio) il 2 novembre 2008, durante uno degli ultimi discorsi del futuro Presidente degli Stati Uniti.
Nel dicembre 2009, dopo il conferimento del "Kennedy Center Honor" si schiera a favore del matrimonio tra persone omosessuali[17] (tema, quello dell'omosessualità, già trattato in sue canzoni come Streets of Philadelphia).
La musica di Springsteen è infine soprattutto passione: celebri sono i suoi concerti che percorrono quasi sempre tutta la sua discografia. Spesso intermezza le sue canzoni con lunghi discorsi, dialogando con i fan su tematiche disparate e introducendo i brani, spesso raccontando aneddoti sui motivi che hanno portato alla composizione. Springsteen, nel corso della sua carriera, si è esibito nei posti più diversi: teatri per le sue performance acustiche, palazzetti medi e grandi (tra cui il Madison Square Garden) e stadi all'aperto (come San Siro di Milano, dove il 21 giugno 1985 tenne il suo primo concerto italiano, o il Wembley Arena di Londra). Memorabile la sua esibizione del 28 giugno 2003 allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano, come da lui rivelato in un'intervista concessa al periodico italiano "Vanity Fair" del 9 giugno 2009:
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« ...Dopo un paio di canzoni è venuto giù uno dei diluvi più incredibili che abbia mai visto. Eravamo sul punto di smettere, anche perché eravamo preoccupati che un fulmine centrasse l'impianto elettrico. Ma non uno di voi sessantamila pazzi italiani s'è mosso di un centimetro, e così abbiamo continuato e ne è venuto fuori quello che io considero uno dei migliori cinque concerti della mia vita. Davvero, è sempre un piacere infinito tornare in Italia. C’è qualcosa di magico nei concerti che faccio nel vostro Paese, e ogni volta non vedo l’ora di venire a suonare a casa vostra. »
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(Bruce Springsteen)
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Dato che è molto seguito dai fan, a volte è stato necessario fare più di 10 concerti consecutivi nello stesso posto, e spesso la scaletta dei brani è decisa solo poche ore prima e subisce sostanziali variazioni con i precedenti concerti anche nello stesso tour. Alcune canzoni vengono proposte solo dal vivo e mai incise: un esempio è la canzone Land of Hope and Dreams, scritta nel 1997 ed utilizzata spesso a chiusura di uno show prima della sua incisione in studio ne "Wrecking Ball": inoltre non è raro che altri cantanti famosi partecipino come ospiti anche solo per l'esecuzione di un brano dal vivo. Memorabile anche il tour in Italia legato al disco We Shall Overcome: The Seeger Sessions con 7 date tra il 1º ottobre e il 10 ottobre 2006 (Bologna, Torino, Udine, Verona, Perugia, Caserta, Roma). L'anno seguente (2007), Bruce è tornato con i fedeli amici e compagni della E Street Band e, in occasione del tour mondiale cominciato il 2 ottobre in concomitanza con l'uscita del nuovo disco "Magic", sono stati al DatchForum il 28 novembre per l'unica data italiana del tour autunnale. Bruce e la Band, che il 17 aprile 2008 ha perso uno dei membri fondatori, l'organista/tastierista Danny Federici portato via da un melanoma che combatteva da tre anni e che gli aveva impedito di seguire il tour europeo di fine 2007, sono tornati in Italia il 25 giugno 2008 con un concerto allo stadio Meazza di Milano. Danny era stato sostituito dopo il suo ultimo concerto (Boston, 19 novembre 2007 - più una toccante apparizione ad Indianapolis il 20 marzo 2008, l'ultima in assoluto sul palco) dal musicista Charles Giordano che aveva già collaborato con Springsteen nel precedente progetto della Seeger Session. Un altro lutto, sfortunatamente, colpisce la E-street Band il 18 giugno del 2011 portandosi via il suo fido sassofonista Clarence Clemons. Big man, già reduce di problemi fisici legati alla sua stazza, viene colpito da un ictus pochi giorni prima del suo decesso. Springsteen si dirà, nell'occasione, distrutto dal dolore.
Le radici R&B di Springsteen sono legate inscindibilmente all'apporto della E Street Band, costituita da persone legate da rapporti di amicizia di lunga data. Non si può parlare di un gruppo di virtuosisti ma di bravi musicisti che riescono, insieme, ad esprimere uno stile musicale inconfondibile che ha reso la E Street Band una macchina da Rock'n'Roll, un autentico rullo compressore da palcoscenico. Anche il nomignolo spesso citato dalla stampa e da alcuni fan, The Boss, è stato coniato proprio sul connubio con questa band: Springsteen era il capo, quello che pagava i componenti della E Street Band al termine delle apparizioni in locali come The Stone Pony o il Bottom Line, locali rock del New Jersey e di New York in cui si esibivano agli albori della carriera. Springsteen ha più volte dichiarato di non apprezzare questo soprannome.
[modifica] Album registrati in studio
[modifica] Discografia non ufficiale
Springsteen può vantare un numero impressionante di bootleg, registrazioni di suoi concerti ad opera dei fan e scambiati in circuiti non ufficiali. Avendo fan di tre generazioni, si possono trovare nei mercatini dell'usato e su Web o P2P parecchi vinili, musicassette, DVD o filmati di qualsiasi concerto da lui sostenuto. Negli anni settanta e ottanta alcune case discografiche indipendenti (un esempio su tutti la Crystal Cat) ebbero successi di vendita inaspettati pubblicando vinili pirata, seguendo di tappa in tappa i vari tour mondiali: Springsteen non fece mai troppa polemica su questo tipo di pirateria. In un famoso concerto del 1978, tenutosi al Roxy Club di Los Angeles e trasmesso per radio, quindi verosimilmente destinato a finire su molte registrazioni pirata, Springsteen iniziò il secondo set urlando una frase poi divenuta celebre, ma all'epoca foriera di non poche polemiche: infatti attaccò "Paradise by the C" urlando "Well, bootleggers out there in radioland, roll your tapes!", (fabbricanti di bootleg là fuori alla radio, fate ripartire i vostri nastri!). La canzone venne inclusa, diversi anni dopo, e proprio nella versione suonata quella sera, nel quintuplo album live 'Live 1975-85', ma la frase introduttiva fu ovviamente editata e sostituita con parole incomprensibili.
[modifica] Premi e riconoscimenti
- Emmy Award
- Grammy Award
- 1984 - Grammy Award per la canzone Dancing in the Dark, categoria maschile
- 1987 - Grammy Award per la canzone Tunnel of Love, categoria solisti
- 1994 - Grammy Award la canzone Streets of Philadelphia, categoria miglior canzone per film
- 1994 - Grammy Award per la canzone Streets of Philadelphia, categoria miglior canzone rock
- 1994 - Grammy Award per la canzone Streets of Philadelphia, categoria miglior performance maschile
- 1994 - Grammy Award per la canzone Streets of Philadelphia, categoria miglior canzone dell'anno
- 1996 - Grammy Award per l'album The Ghost of Tom Joad, categoria miglior album folk
- 2002 - Grammy Award per l'album The Rising, categoria miglior album rock
- 2002 - Grammy Award per la canzone The Rising, categoria miglior canzone rock
- 2002 - Grammy Award per la canzone The Rising, categoria miglior performance maschile
- 2003 - Grammy Award per la canzone Disorder in the House, categoria miglior performance in duo o gruppo con Warren Zevon
- 2004 - Grammy Award per la canzone Code of Silence, categoria miglior performance maschile solisti
- 2005 - Grammy Award per la canzone Devils & Dust, categoria miglior performance maschile solisti
- 2006 - Grammy Award per l'album We Shall Overcome - The Seeger Sessions, categoria miglior album folk tradizionale
- 2006 - Grammy Award per Long Form Music Video: Wings for Wheels: The Making of Born to Run
- 2007 - Grammy Award per la canzone "Radio Nowhere", categoria miglior canzone rock
- 2007 - Grammy Award per la canzone "Radio Nowhere", categoria miglior performance rock maschile solista
- 2007 - Grammy Award per la canzone "Once Upon A Time In The West", categoria miglior performance rock strumentale
- Premi Oscar
- Altri riconoscimenti
[modifica] La musica di Springsteen nella cinematografia mondiale
Molte canzoni di Springsteen sono state incluse nelle colonne sonore di molti film di cui alcune scritte appositamente. Prevalentemente vengono scelte perché il film è spesso ambientato nel New Jersey o in altre locazioni citate da Springsteen. Il rapporto tra Springsteen ed il cinema è un legame molto proficuo. Infatti, oltre alle unioni tra la musica di Springsteen e il cinema nelle connessioni più evidenti e già citate come in Lupo Solitario e Philadelphia, altri film si sono avvalsi della sua musica come colonna sonora, in particolare tra i più famosi:
- ^ a b c d William Ruhlmann. (EN) Bruce Springsteen. Allmusic.com. URL consultato in data 8 luglio 2010.
- ^ Rachel Sklar. (EN) Your request is being processed... The Boss Picks A Boss: Bruce Springsteen Endorses Obama. Huffingtonpost.com, 16 aprile 2008. URL consultato in data 16 luglio 2010.
- ^ (EN) Bruce Springsteen - The Rising. Musicbox-online.com. URL consultato in data 16 luglio 2010.
- ^ (EN) 23 Bruce Springsteen. URL consultato in data 5 maggio 2011.
- ^ (EN) 36 Bruce Springsteen. URL consultato in data 5 maggio 2011.
- ^ (EN) 500 greatest albums of all time. URL consultato in data 5 maggio 2011.
- ^ (EN) The RS 500 Greatest Songs of All Time. URL consultato in data 5 maggio 2011.
- ^ (EN) Top Selling Artists. RIAA.com. URL consultato in data 16 luglio 2010.
- ^ a b c d e f g h i Tutto su Bruce Springsteen, documentario in onda su Sky Uno nel novembre 2010
- ^ a b c d Biografia di Bruce Springsteen dal 1949 al 1963. killerinthesun.com. URL consultato in data 27 luglio 2010.
- ^ a b c d Biografia di Bruce Springsteen dal 1964 al 1968. killerinthesun.com. URL consultato in data 27 luglio 2010.
- ^ a b (EN) Bruce Springsteen Chart History on the Billboard Singles. Allmusic. URL consultato in data 13 febbraio 2011.
- ^ Articolo di Rolling Stone
- ^ Gabriele Ferraris, Quando Bruce stava con Patty, pubblicato su La Stampa di sabato 18 luglio 2009, pag. 47 e 67
- ^ Usa, Springsteen troppo hard per il "tempio" del caffè. Repubblica.it, 5 maggio 2005. URL consultato in data 8 luglio 2010.
- ^ William Vitka. (EN) Madame Marie Is Back. Cbsnews.com, 17 giugno 2004. URL consultato in data 8 luglio 2010.
- ^ Bruce Springsteen a favore dei matrimoni tra persone omosessuali, Musiclink.it. URL consultato in data 9 luglio 2010.
- Riccardo Bertoncelli, Enciclopedia rock anni '80, Arcana, 1989, pp. 842. ISBN 88-8585-934-8
- Colin Larkin, The Guinness Encyclopedia of Popular Music (in inglese), Guinness, 1992, pp. 3295. ISBN 0-851-12939-0
- Cesare Rizzi, Enciclopedia della Musica Rock. 1970-1979, Firenze, Giunti editore, 1996. ISBN 978-88-092-1523-8
- Martin C. Strong, The great rock discography, Giunti Editore, 1998, pp. 1120. ISBN 88-0921-522-2
- Riccardo Bertoncelli, Storia leggendaria della musica rock, Firenze, Giunti Editore, 1999, pp. 216. ISBN 978-88-090-1407-7
- Cesare Rizzi, Enciclopedia della musica rock. 3. 1980 - 1989, Volume 3, Giunti Editore, 2000, pp. 634. ISBN 978-88-090-1796-2
- E. Cilia; F. Guglielmi, Rock. I 500 dischi fondamentali, Firenze, Giunti Editore, 2002, pp. 226. ISBN 978-88-090-2750-3
- Federico Guglielmi; Cesare Rizzi, Grande Enciclopedia Rock, Firenze, Giunti editore, 2002. ISBN 88-09-02852-X
- Peter Buckley; Jonathan Buckley, The Rough Guide to Rock (in inglese), Rough Guides, 2002, 2003, pp. 1225. ISBN 1-84353-105-4
- Alessandro Bonini; Emanuele Tamagnini, I Classici del Rock: i Protagonisti Che Hanno Contribuito a Rendere Immortale il Rock, Roma, Gremese editore, 2005. ISBN 978-88-844-0363-6
[modifica] Testi monografici
- F. Coli, Bruce Springsteen. Interviste, testi inediti, discografia completa, Arcana, 1984, pp. 208. ISBN 88-8500-866-6
- Dave Marsh, Glory days Bruce Springsteen (in inglese), Sperling & Kupfer, 1988, pp. 427. ISBN 88-2000-770-3
- Massimo Cotto; Ermanno Labianca, Bruce Springsteen. Dizionario rock, Arcana, 1990, pp. 168. ISBN 88-8585-950-X
- Bruce Springsteen; Guido Harari, Bruce Springsteen. Tutti i testi con traduzione a fronte, Arcana, 1992, pp. 247. ISBN 88-8500-837-2
- Bruce Springsteen; John Duffy, Marzia Mazzini, The boss. Bruce Springsteen si racconta, Kaos, 1996, pp. 168. ISBN 88-7953-055-0
- Eddy Cilia, Bruce Springsteen, Giunti, 1998, pp. 126. ISBN 88-0921-359-9
- Paolo Vites, Bruce Springsteen. Il fiume e altre storie, Arcana, 1998, pp. 126. ISBN 88-0921-359-9
- Bruce Springsteen, Songs, tradotto da Arianna Dagnino, Mondadori, 1999, pp. 305. ISBN 88-0446-944-7
- Stefano Barco; Alberto Neri, Bruce Springsteen anthology: tutti i dischi, tutte le canzoni, Arcana, 1999, pp. 254. ISBN 88-7966-196-5
- Ermanno Labianca, American skin. Vita e musica di Bruce Springsteen, Giunti, 2000, pp. 264. ISBN 88-0901-804-4
- Antonella D'Amore, Mia città di rovine: l'America di Bruce Springsteen, Manifestolibri, 2002, pp. 259. ISBN 88-7285-289-7
- Stefano Barcoveglio; Andrea Marasso, Bruce Springsteen, Editori Riuniti, 2002, pp. 118. ISBN 88-3595-255-7
- Christopher Sandford, Springsteen: "Il futuro del rock'n'roll": la biografia definitiva, tradotto da Stefania Cherchi, Arcana libri, 2003, pp. 500. ISBN 88-7966-220-1
- Ermanno Labianca; Giovanni Canitano, Real World. Sulle strade di Bruce Springsteen, Arcana, 2005, pp. 303. ISBN 88-7966-396-8
- Leonardo Colombati, Bruce Springsteen: come un killer sotto il sole: il grande romanzo americano (1972-2007, Alpha Test, 2007, pp. 623. ISBN 88-7966-396-8
- Ermanno Labianca, Springsteen. Talk about a dream. Testi commentati (1973-1988), Arcana, 2008, pp. 398. ISBN 978-88-623-1025-3
- Ermanno Labianca, Bruce Springsteen. Long walk home. Testi commentati. 1992-2009, Arcana, 2009, pp. 413. ISBN 978-88-623-1026-0
- Clarence Clemons; Don Reo, Big Man. Storie vere & racconti incredibili, tradotto da G. Marano, Arcana, 2010, pp. 345. ISBN 978-88-623-1097-0
- Stefano Pecoraio (con prefazione di Antonio "Rigo" Righetti) Bruce Springsteen. Welcome to Asbury Park, Aliberti editore, 2010.
- Frank Stefanko, Giorni di sogni e speranza. Un ritratto intimo di Bruce Springsteen (Fotografico, Prefazione di Bruce Springsteen), Arcana, 2011. ISBN 9788862312523
- Ermanno Labianca, Springsteen. Spare Parts. Testi commentati (1973-2012), Arcana, 2012, pp. 398. ISBN 9788862312301
- Daniele Benvenuti, All the Way Home - Bruce Springsteen in the Italian Land 1985-2012, Luglio, 2012, pp. 282. ISBN 978-8896940761
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