Barack Hussein Obama II (pron. [bəˈrɑːk hʊˈseɪn oʊˈbɑːmə]; Honolulu, 4 agosto 1961) è un politico statunitense, 44º e attuale Presidente degli Stati Uniti d'America.
Primo afroamericano a ricoprire la carica, Obama è stato senatore junior per lo Stato dell'Illinois dal gennaio 2005 al novembre 2008, quando si è dimesso dopo la vittoria delle elezioni presidenziali statunitensi del 4 novembre 2008.
Si è laureato alla Columbia University e alla Harvard Law School, dove è stato il primo afroamericano presidente della Harvard Law Review. Organizzatore e attivista politico nella sua comunità di Chicago prima di ottenere la laurea in giurisprudenza, ha lavorato come avvocato nella difesa dei diritti civili e ha insegnato diritto costituzionale alla Law School dell'Università di Chicago dal 1992 al 2004.
Obama è stato eletto al Senato dell'Illinois per tre mandati, dal 1997 al 2004. In seguito alla mancata elezione alla Camera dei Rappresentanti nel 2000, si è candidato al Senato federale nel 2004, dopo la vittoria a sorpresa alle primarie democratiche nazionali del marzo 2004 (su un folto gruppo di contendenti). Il successo alle primarie ha accresciuto la sua visibilità, e il suo discorso introduttivo (keynote address) alla convention democratica di luglio lo ha reso una delle figure emergenti del Partito Democratico. È stato quindi eletto senatore degli Stati Uniti nel novembre 2004, con il più ampio margine nella storia dell'Illinois.
Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la propria candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[1] Dopo un duro testa a testa ha battuto l'ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary Clinton (favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico. Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, divenendo così il primo candidato afroamericano a correre per la Casa Bianca per uno dei due maggiori partiti.
Ha ottenuto l'investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28 agosto 2008.
Ha vinto le elezioni presidenziali del 4 novembre 2008, superando il senatore repubblicano dell'Arizona John McCain, e si è insediato ufficialmente alla presidenza il 20 gennaio 2009.
Il settimanale statunitense TIME lo ha eletto Persona dell'anno 2008.[2] La sua foto ufficiale è stata scattata per la prima volta con una fotocamera digitale ed è stata rilasciata sotto una licenza Creative Commons.[3]
È stato insignito del Premio Nobel per la Pace 2009 «per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».[4]
Lo stipendio di Obama come Presidente degli Stati Uniti è di circa 33mila dollari (24mila euro nel 2012) al mese.[5]
Barack Obama nasce il 4 agosto 1961 al Kapi'olani Medical Center for Women & Children di Honolulu, nelle Hawaii, da madre statunitense, Stanley Ann Dunham (1942–1995), nata a Wichita (Kansas), da una famiglia di origini inglesi e tedesche, e da padre keniota di etnia Luo, Barack Obama Sr. (1936-1982), nato a Nyang'oma Kogelo, nella Provincia di Nyanza. Al momento della nascita di Barack Jr. entrambi i genitori erano giovani studenti universitari.[6] Nel 1963 i genitori si separarono e successivamente divorziarono; il padre andò all'Università Harvard per conseguire un dottorato, e infine tornò in Kenya,[7] dove morì in un incidente stradale nel Novembre 1982:[8] rivide il figlio solo in un'occasione. La madre invece si risposò con Lolo Soetoro (1936 – 1987), un altro suo ex collega universitario, da cui ebbe una figlia. Soetoro proveniva dall'Indonesia, si laureò in geografia nel 1962. Obama si trasferì quindi con la famiglia a Giacarta, dove nacque la sua sorellastra, Maya Soetoro-Ng, e dove lui frequentò le scuole elementari da 6 a 10 anni.[9]
A dieci anni, nel 1971, Obama ritornò a Honolulu per ricevere un'istruzione migliore. Fu cresciuto prima dai nonni materni, Stanley Dunham (1918 – 1992) e Madelyn Payne Dunham (1922 – 2008), poi dalla madre. Si iscrisse alla scuola privata più importante e prestigiosa dell'isola, la Punahou High School, dove si diplomò con ottimi voti nel 1979.[10][11] La madre di Obama morì di cancro nel Novembre 1995, pochi mesi dopo la pubblicazione dell'autobiografia di Barack Obama, Dreams from My Father.[12]
Nel suo libro I sogni di mio padre (Dreams from My Father) Obama descrive la sua esperienza di crescere con la famiglia di sua madre; una famiglia di ceto medio e, ovviamente, bianca. Incontrerà il padre una volta sola, a dieci anni, durante le vacanze natalizie del 1971. La conoscenza del padre nero assente derivò principalmente dalle storie della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: "Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me — che era nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte — me ne ricordo a malapena."[13] Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multirazziale. Obama scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per "spingere le domande su chi ero fuori dalla mia testa."[14] Al forum civile per la candidatura presidenziale nel 2008, Obama identifica il suo uso di droghe come "il suo più grosso fallimento morale" Hornick, Ed (August 17, 2008).[15][16] Dopo il liceo, Obama studiò per un paio d'anni all'Occidental College, prima di spostarsi al Columbia College della Columbia University. Là si laureò in scienze politiche, con una specializzazione in relazioni internazionali.[17][18] Dopo la laurea, lavorò per un anno alla Business International Corporation (ora parte del The Economist Group), una società che forniva notizie economiche di carattere internazionale alle aziende clienti.[19] Si trasferì poi a Chicago, per dirigere un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell'organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side.[20][21]
Nel 1988, Obama lasciò Chicago per tre anni per studiare giurisprudenza ad Harvard. Nel febbraio 1990 diventò il primo presidente afroamericano della celebre rivista Harvard Law Review.[22] Nel 1989, durante uno stage estivo presso lo studio legale specializzato in diritto societario Sidley Austin di Chicago conobbe Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio. Si laureò magna cum laude nel 1991. Il 3 ottobre 1992 sposò Michelle Robinson nella Trinity United Church of Christ di Chicago.
Tornato a Chicago, Obama diresse un movimento per far registrare al voto quanti più elettori possibili (voter registration drive), poi come avvocato associato lavorò per difendere organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto di voto presso lo studio legale Miner, Barnhill & Galland, e insegnò diritto costituzionale presso la facoltà di legge dell'Università di Chicago, dal 1993 fino alla sua elezione al Senato federale nel 2004.[21]
[modifica] L'impegno politico
L'impegno politico di Obama cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il presidente Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 100.000 voti. Personaggio abbastanza conosciuto a Chicago dove, lavorando in uno studio legale, si era occupato di diritti civili, nel 1993 favorì l'elezione al Senato di Carol Moseley Braun, prima donna afro-americana a diventare senatrice.[senza fonte]
[modifica] Senatore dell'Illinois
Nel 1996, Obama fu eletto al senato dell'Illinois dal 13º distretto nel quartiere Hyde Park, nella parte meridionale di Chicago. Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato.[23] Tra le sue iniziative legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito per favorire le famiglie a basso reddito, lavorò su una legge che aiutava i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria, e aiutò a promuovere leggi per aumentare la prevenzione dell'AIDS e programmi di assistenza.[24]
Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico che avrebbero dovuto scegliere il rappresentante congressuale per l'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush. Rush, già membro delle Pantere Nere e un attivista nella comunità, affermò che Obama non "aveva vissuto nel primo distretto congressuale abbastanza per sapere realmente cosa stava succedendo."[25] Rush vince le primarie con il 61% dei voti, contro il 30% di Obama.[26] Dopo la sconfitta, Obama si concentrò sul Senato statale, creando una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori nei confronti di criminali punibili con la pena di morte[27] e favorendo una legge che richiede alle assicurazioni di coprire le mammografie di routine.[28][29] Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali.[30]
Analizzando la carriera di Obama nel Senato dell'Illinois, un articolo del Washington Post, pubblicato nel febbraio del 2007, ha notato la sua abilità nel lavorare con efficacia sia con i democratici che con i repubblicani, e la capacità di costruire coalizioni bipartisan.[31] Nella sua campagna elettorale seguente, per il Senato federale, Obama ha ottenuto l'appoggio del Fraternal Order of Police, il più grande sindacato di polizia statunitense. Gli agenti hanno lodato il suo "duraturo appoggio ad un controllo sulle armi da fuoco e la sua volontà di raggiungere compromessi", nonostante alcune leggi su cui il sindacato di polizia si era opposto.[32]
[modifica] Elezione al Senato federale
Nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo stato al congresso degli Stati Uniti; il senatore in carica era il repubblicano Peter Fitzgerald, il quale però aveva già annunciato di non volersi ricandidare. Obama presentò la sua candidatura alle primarie democratiche. Nei primi sondaggi Obama inseguiva il ricchissimo uomo d'affari Blair Hull e il supervisore statale Dan Hynes. Le possibilità per Hull precipitarono, però, dopo le accuse di violenza domestica.[33]
La candidatura di Obama divenne vincente grazie ad una campagna pubblicitaria che proponeva immagini di Harold Washington, il sindaco deceduto di Chicago, e dello scomparso senatore federale Paul Simon. Fu inoltre sostenuto dalla figlia di Simon, dal Chicago Tribune e dal Chicago Sun-Times.[34][35] Quindi affrontò Jack Ryan, il vincitore delle primarie per il Partito Repubblicano. Nei sondaggi iniziali Ryan inseguiva Obama, il quale però lo distanziò di venti punti dopo che i media resero noto che Ryan aveva incaricato un assistente di seguire le apparizioni pubbliche di Obama. Con il progredire della campagna, una causa intentata dal Chicago Tribune e dal canale WLS-TV di proprietà della ABC, portarono un tribunale della California ad aprire dei dossier sull'affidamento che datavano dal divorzio di Ryan dalla moglie, l'attrice Jeri Ryan. Nei dossier, la donna sosteneva che il marito l'avesse condotta in alcuni sex club di svariate città con l'intenzione di avere rapporti sessuali in pubblico. Benché la natura sensazionale delle accuse ne facesse materiale per giornali scandalistici e programmi televisivi specializzati nell'argomento, i dossier avevano comunque rilevanza giornalistica in quanto Ryan aveva insistito con i leader repubblicani che essi non contenevano niente che potesse danneggiarlo. Di conseguenza molti repubblicani misero in dubbio l'integrità morale di Ryan, che abbandonò la campagna elettorale il 25 giugno 2004, lasciando Obama senza rivali.[36]
Risultò difficile per il Partito Repubblicano dell'Illinois trovare un sostituto al posto di Ryan, perché molti dei potenziali candidati, fra i quali Mike Ditka, ex allenatore degli Chicago Bears, rifiutarono la candidatura. La presidente del Partito Repubblicano dell'Illinois, Judy Baar Topinka, alla fine indicò due possibili candidati, entrambi afroamericani: Alan Keys, un ex funzionario del Dipartimento di Stato e commentatore radiofonico dal Maryland, e Andrea Barthwell, un ex funzionario dell'Agenzia Antidroga federale. Nell'agosto del 2004, a meno di tre mesi dal giorno delle elezioni, Alan Keyes accettò la nomina di candidato repubblicano, per sostituire Ryan.[37] Keyes, un residente del Maryland di lunga data, cambiò la sua residenza legale nell'Illinois dopo la candidatura.[38]
Obama e Keyes esprimevano punti di vista opposti riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, sull'aborto, sul controllo sulle armi da fuoco, sui tagli alle tasse e sui buoni scuola.[39] Il 2 novembre 2004, Obama trionfò contro Keyes con il 70% dei voti, contro il 27% dell'avversario.[40]
[modifica] L'attività a Washington
Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005.[41] Scelse, come direttore del personale, il direttore del personale dell'ex coordinatore dei Democratici al Senato Tom Daschle, e Karen Kornbluh, un'economista che era stata vice capo di gabinetto di Robert Rubin, l'ex segretario del Tesoro, come consulente politica.[42] Nel luglio 2005, Samantha Power, vincitrice del premio Pulitzer per un libro sui diritti umani e il genocidio, entrò nella squadra di Obama.[43] A quattro mesi dal suo arrivo al senato, il TIME lo dichiarò uno dei 100 personaggi più influenti del mondo, definendolo "uno dei più ammirati politici in America".[44] Un articolo dell'ottobre 2005 della rivista britannica New Statesman ha nominato Obama uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo".[45] Nel corso degli anni in Senato, Obama ha ricevuto vari dottorati ad honorem in legge da varie istituzioni universitarie tra i quali il Knox College,[46] la University of Massachusetts Boston,[47] l'Università di Northwestern,[48] e la Xavier University of Louisiana.[49] Era membro delle seguenti commissioni al Senato:[50]
- relazioni internazionali
- salute, educazione, lavoro e pensioni
- sicurezza nazionale e affari di governo
- veterani
[modifica] Attività legislativa
[modifica] 109ª legislatura
L'ex-Presidente Bush firma la legge sulla responsabilità e trasparenza dei fondi federali, mentre gli artefici
Tom Coburn (
R-
OK) e Obama osservano.
[51]
Obama ha prodotto 152 disegni di legge e risoluzioni presso il 109º Congresso nel 2005 e nel 2006, e ne ha appoggiate altre 427.[52][53] Il suo primo disegno di legge è stata la "Legge per l'aumento delle borse di studio universitarie Pell."[54] Mantenendo una promessa elettorale, il disegno proponeva di aumentare l'ammontare massimo di borse di studio "Pell Grant" per aiutare studenti di famiglie a basso reddito a pagare le rette universitarie.[55] Il disegno di legge non superò l'esame della commissione e non fu mai votato dal Senato.
Obama svolse un ruolo attivo nello sforzo del Senato per migliorare la sicurezza dei confini e le riforme sull'immigrazione. A partire dal 2005, ha appoggiato la "Legge sull'America sicura e sull'Immigrazione controllata", introdotta dal senatore John McCain (R-AZ).[56] Obama successivamente aggiunse tre emendamenti alla legge 2611, la "Riforma tollerante sull'Immigrazione," voluta dal senatore Arlen Specter (R-PA).[57][58] La S. 2611 passò l'esame del Senato nel maggio 2006, ma non fu approvata dalla maggioranza della Camera.[59] Nel settembre 2006, Obama appoggiò un disegno di legge collegato, la "Legge per la barriera sicura", che autorizza la costruzione di un muro e altri rafforzamenti delle misure tese ad impedire l'immigrazione clandestina proveniente dal Messico.[60] Il Presidente Bush approvò il disegno di legge nell'ottobre 2006, definendolo "un passo importante verso la riforma dell'immigrazione".[61]
Congiuntamente, prima, al senatore Richard Lugar (R-IN), e poi al senatore Tom Coburn (R-OK), Obama ha introdotto con successo due iniziative che portavano il suo nome. La "Lugar-Obama" amplia la "Nunn-Lugar" sulla riduzione delle armi di distruzione di massa, anche alle armi convenzionali, tra cui i missili a spalla e le mine anti-uomo.[62][63]
La "Legge sulla trasparenza dei fondi federali Coburn-Obama" prevede la pubblicazione di un sito web, gestito dall'Agenzia della Gestione e del Bilancio, che annota tutte le organizzazioni che ricevono fondi federali dal 2007 in avanti. Per ogni organizzazione si dichiara quale agenzia destina i fondi, la quantità di denaro fornito, e il motivo del finanziamento o contratto.[64][65] Il 22 dicembre 2006, il presidente Bush firmò la "Legge per gli aiuti, sicurezza e promozione della democrazia della Repubblica Democratica del Congo;" questa è stata la prima legge federale con Obama primo firmatario.[66]
[modifica] 110ª legislatura
Nei primi giorni della 110ª legislatura, in un editoriale pubblicato sul Washington Post, Obama ha invocato la fine di "ogni pratica che faccia pensare ad un cittadino ragionevole che un politico deve qualcosa ad un lobbista".[67] Si è unito al senatore Russ Feingold (D-WI) per fare pressione sulla dirigenza dei Democratici al fine di ottenere restrizioni più severe nella S.1, la legge del 2007 sulla trasparenza e la responsabilità dei legislatori, che è passata al Senato con 96 voti favorevoli e solo due contrari.[68][69] Obama si è unito a Charles Schumer (D-NY) nell'appoggiare la S. 453, un disegno di legge che intende criminalizzare pratiche scorrette nelle elezioni federali, tra cui volantini fraudolenti e telefonate automatiche, come è avvenuto nelle elezioni di medio termine 2006.[70][71]
Le iniziative di Obama riguardo all'energia hanno riscosso plausi e critiche da parte degli ambientalisti, che hanno gradito la sua proposta di legge sul riscaldamento globale, presentata con il senatore John McCain (R-AZ), che permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra di due terzi, entro il 2050, ma si sono mostrati più scettici nei confronti dell'appoggio di Obama nei confronti di una legge che promuove la produzione di carbone liquefatto.[72][73] Sempre nei primi mesi della 110ª Legislatura, Obama ha presentato il "disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq," una proposta che prevedeva la graduale riduzione del numero di militari presenti sul suolo iracheno a partire dal 1º maggio 2007 e il totale rientro di tutti i militari dall'Iraq entro il 31 marzo 2008.[74][75]
[modifica] Visite ufficiali
Il Presidente della Commissione del Senato sui Rapporti con l'Estero
Richard Lugar
Nella pausa parlamentare dell'agosto 2005, Obama viaggiò con il senatore Richard Lugar, Presidente della Commissioni del Senato sui Rapporti con l'Estero, in Russia, Ucraina e Azerbaijan. Il viaggio era focalizzato su strategie per controllare l'offerta mondiale di armi convenzionali, armi biologiche e le armi di distruzioni di massa, come una prima difesa strategica dalla minaccia di futuri attacchi terroristici.[76] Lugar e Obama hanno ispezionato una struttura per la distruzione di testate nucleari a Saratov, nel sud della Russia europea.[77]
Nel gennaio 2006, Obama ha partecipato ad una delegazione del Congresso che ha incontrato i militari statunitensi in Kuwait e in Iraq. Dopo le visite, Obama si è recato in Giordania, Israele e in Palestina. Mentre era in Israele, Obama ha incontrato il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom.[78] Obama ha anche incontrato un gruppo di studenti palestinesi due settimane prima che Hamas vincesse le elezioni. ABC News 7 (Chicago) ha riportato che Obama ha riferito agli studenti che "gli Stati Uniti non riconosceranno mai la vittoria di Hamas, se questo non rinuncia alla sua principale missione di distruggere Israele" e poi dichiarò lo stesso nel suo incontro con il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmud Abbas.[79]
Il terzo viaggio ufficiale di Obama fu nell'agosto del 2006, in Sudafrica, Kenya, Gibuti, Etiopia e Ciad. Obama fu raggiunto dalla moglie e dalle due figlie nella visita al luogo di nascita di suo padre, un villaggio vicino a Kisumu, in una regione occidentale e rurale.[80] Obama fu accolto da folle entusiaste nelle sue uscite pubbliche.[81] Per incoraggiare le popolazioni locali ad effettuare il test HIV in maniera volontaria, Obama e sua moglie si sottoposero pubblicamente ad un test in una clinica keniota.[82] In un discorso ripreso dalla televisione keniota, tenuto presso l'Università di Nairobi, Obama criticò fortemente l'influenza delle rivalità etniche sulla politica keniota.[83] Il discorso generò un pubblico dibattito tra i diversi dirigenti politici, alcuni dei quali bollarono formalmente le parole di Obama come ingiuste e inappropriate mentre altri condivisero le sue posizioni.[84][85]
Molti commentatori hanno segnalato l'interesse internazionale per Obama come uno dei fattori determinanti nella costruzione della sua immagine pubblica.[86] Se da un lato la sua candidatura è stata premiata da sondaggi svolti a livello globale,[87] è d'altra parte significativa la scelta di stabilire relazioni con importanti politici stranieri già prima della sua corsa presidenziale, in particolare con l'allora Primo ministro britannico Tony Blair, che incontrò a Londra nel 2005,[88] con il segretario del Partito Democratico italiano, e allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, che visitò l'ufficio di Obama al Senato di Washington nel 2005,[89] e con il Presidente francese Nicolas Sarkozy, che lo incontrò a Washington nel 2006.[90]
Ha lasciato il Senato 16 novembre 2008 per concentrarsi sulla presidenza incipiente, con molto anticipo rispetto l'insediamento del 20 gennaio a differenza della maggior parte dei precedenti presidenti americani senatori, che lasciarono il Senato pochi giorni prima del giuramento.
[modifica] Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti
(EN)
« Yes, we can! »
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(IT)
« Sì, noi possiamo! »
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(Motto della campagna presidenziale di Obama pronunciato durante le primarie)
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[modifica] Voci su una possibile candidatura
Obama parla agli universitari, uno dei suoi punti di forza elettorali
Voci su una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua vittoria al Senato Federale nel novembre 2004. Subito dopo la sua vittoria, Obama aveva dichiarato ai giornalisti: "Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro anni".[91] La stessa domanda gli viene posta nel gennaio 2006 durante la trasmissione televisiva Meet the Press; anche questa volta Obama ha ripetuto la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scade nel 2010.[92] L'altro senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin, ha più volte invitato Obama a pensare di candidarsi.[93] Un articolo del dicembre 2005 sulla rivista The New Republic osservava che il 2008 sarebbe il momento in cui Obama avrebbe le maggiori possibilità di vittoria; in quanto non ci sarà un presidente che si ricandiderà o un vicepresidente che si candiderà, come accade invece nella maggior parte dei casi.[94]
Nel settembre 2006, Daniel Hynes, l'avversario di Obama alle primarie senatoriali del 2004, aveva scritto una lettera aperta al Chicago Sun-Times, in cui invitava i Democratici a pensare seriamente alla candidatura di Obama.[95] Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine ha pubblicato un articolo in cui Obama dichiarava "Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò sapere".[96] Anche la rivista Time ha pubblicato un articolo con nuove voci su una sua possibile candidatura nel 2008;[97] la prestigiosa rivista ha anche pubblicato la sua foto in prima pagina, con un titolo che diceva "Le ragioni per cui Barack Obama potrebbe essere il prossimo presidente".
Il 18 ottobre 2006, Obama ha partecipato al famoso programma The Oprah Winfrey Show e ha detto alla Winfrey che, se mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza, lo avrebbe annunciato in quel programma.[98] Precedentemente Oprah aveva dichiarato in proposito: "So che non sto parlando solo per me. Ci sono molte persone che vogliono che tu ti candidi alla presidenza degli Stati Uniti."[98]
Il 22 ottobre 2006, Obama ha di nuovo partecipato alla trasmissione Meet the Press ammettendo di pensare ad una candidatura.[99] Ha dichiarato: "Non voglio essere schivo al riguardo: date le reazioni che ho ricevuto negli scorsi mesi, ho pensato a questa possibilità ma non ci ho ancora pensato con la serietà e la profondità che credo siano necessarie. [...] Dopo il 7 novembre,[100] mi fermerò, mi siederò e considererò la questione, e se ad un certo punto cambio idea, farò un annuncio pubblico e tutti saranno in grado di darmi addosso"[101] ha promesso Obama.
Il 10 febbraio 2007 Obama ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[1]
[modifica] La sfida per la nomination democratica
Il procedimento per la scelta del candidato democratico iniziò il 3 gennaio 2008, quando si tennero i caucus dell'Iowa. Barack Obama vinse con quasi il 38% dei voti, davanti a John Edwards (con circa il 30%) e Hillary Clinton (29%). Sebbene i sondaggi prevedessero una sua netta vittoria anche nelle primarie del New Hampshire dell'8 gennaio 2008, in quell'occasione Obama ha ottenuto solo il 37% dei voti, contro il 39% della senatrice Clinton (John Edwards è arrivato terzo col 17%).
Il 26 gennaio 2008 ha nuovamente vinto un'importante primaria statale, questa volta in Carolina del Sud, dove, monopolizzando il voto nero ed aprendosi larghi varchi in quello bianco, ha conquistato il 55% dei voti contro il 27% della Clinton ed il 18% di Edwards.
Il 19 febbraio dello stesso anno ha vinto le primarie in Wisconsin con il 58% di voti circa, superando la senatrice Clinton che ha ottenuto solo il 41%, e nelle Hawaii dove ha ottenuto il 76% delle preferenze contro il 24% della Clinton.
Il 3 giugno 2008, con la vittoria in Montana, Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination alla convention democratica di Denver.
Il 7 giugno, dopo una pioggia di appoggi da parte di moltissimi superdelegati, anche la sua diretta rivale alla nomination democratica, Hillary Clinton riconosce la vittoria del senatore dell'Illinois, dando il suo endorsement e ritirandosi di fatto dalla corsa. Barack Obama diventa così, ormai ufficialmente, il primo afro-americano in corsa per la Casa Bianca.
Il 23 agosto, Obama sceglie per il ruolo di candidato alla Vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore democratico Joe Biden.
Il 4 novembre, Obama vince le elezioni sconfiggendo il repubblicano John McCain[102].
Il 9 ottobre 2009 il comitato di Oslo gli conferisce il Premio Nobel per la Pace
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« per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli »
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La motivazione fa riferimento al suo incessante tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un dialogo distensivo e costruttivo col Medio Oriente. Il riconoscimento, consistente in una medaglia, un diploma e un assegno da 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro) è consegnato a Oslo il 10 dicembre. «Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».[103]
Nonostante le motivazioni fornite dal comitato di Oslo, l'attribuzione del Nobel ad un presidente eletto da così poco tempo ha suscitato alcune polemiche. Secondo un sondaggio informale pubblicato dalla MSNBC il 62% degli intervistati pensa sia immeritato, mentre numerose critiche sono state sollevate dai repubblicani e dalla stampa.[104][105][106] Lo stesso diretto interessato non ha mancato di far notare come, secondo la sua posizione, altri avrebbero maggiormente meritato il premio.[107]
[modifica] Famiglia e religione
Obama è raggiunto dalla moglie e dalle due figlie, prima dell'annuncio della sua candidatura alle presidenziali, presso Springfield, Illinois, il
10 febbraio 2007.
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Mentre lavorava presso la società di consulenze legali Sidley Austin di Chicago nell'estate del 1989, Obama incontrò Michelle Robinson, un avvocato associato della società.[109] Michelle e Barack Obama si sposarono nel 1992 presso la Trinity United Church of Christ di Chicago; la cerimonia fu svolta dal reverendo Jeremiah Wright.[110] Hanno due figlie, Malia, nata nel 1998, e Sasha, del 2001.[109] Un passaggio del discorso chiave di Obama presso la Convention democratica del 2004, nonché il titolo del suo libro del 2006, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), gli sono state ispirate dai sermoni del reverendo Wright.[111] Nel libro Obama descrive così la sua crescita in un ambiente non-religioso:
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« Non sono cresciuto in una famiglia religiosa. I miei nonni materni, che erano del Kansas, erano cresciuti in famiglie battiste e metodiste, ma la fede non ha mai veramente messo radici nei loro cuori. Le stesse esperienze di mia madre, una bambina sensibile e immersa nei libri cresciuta in piccole città del Kansas, Oklahoma e Texas, non fecero altro che rinforzare questo scetticismo ereditato. [...] Mio padre è stato quasi totalmente assente dalla mia infanzia, siccome i miei genitori divorziarono quando avevo due anni; ad ogni modo, nonostante mio padre fosse stato educato da musulmano, quando incontrò mia madre era ormai un ateo convinto e riteneva che la religione fosse solo superstizione. »
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Obama scrive che le sue convinzioni religiose nacquero intorno ai vent'anni, quando collaborava con alcune chiese locali, organizzando la comunità. Fu qui che capì "il potere della tradizione religiosa afro-americana nello spronare cambiamenti sociali";
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« Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l'impegno religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a scoprire la Sua verità. [112] »
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Si è attirato le critiche di progressisti come il giornalista David Sirota quando ha votato per confermare Condoleezza Rice come Segretario di Stato, quando ha votato a favore di una legge di azione collettiva "scritta dalle multinazionali", e per "essersi rifiutato di criticare apertamente" la guerra in Iraq, nonostante si presenti come un candidato contro la guerra.[113] Anche il professore afro-americano Cornel West, dell'Università di Princeton, ha sollevato forti dubbi, in particolare riferiti alla scarsa trasparenza sulla provenienza dei finanziamenti per la campagna elettorale.[114] Tra i critici più radicali si pone lo storico Webster Tarpley, già noto come critico spietato dei neoconservatori e autore di due libri polemici su Obama usciti nel 2008, fra cui una biografia non autorizzata.[115] Obama si è inoltre attirato le critiche della Santa Sede e del mondo cattolico con la sua svolta sull'aborto,[116], in particolare con la possibilità di finanziare il cd. aborto "a nascita parziale" (cioè anche al nono mese di gravidanza).[117][118][119]
A un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca, si moltiplicano gli articoli critici nei confronti del suo operato. Obama in campagna elettorale aveva inserito nel suo programma la fine della guerra in Iraq e la riduzione delle truppe in Afghanistan, nonché una nuova politica di apertura e pace nei confronti dell'Iran. L'aumento delle truppe in Afghanistan, l'assenza di una exit strategy dall'Iraq, il mantenimento di certe leggi controverse, come il patriot act di Bush, sono tra gli elementi a sostegno delle tesi critiche[120].
Manifestanti di
Occupy Wall Street chiedono ad Obama di non essere un pupazzo dei banchieri
Obama ha pubblicato l'autobiografia, I sogni di mio padre (Dreams from My Father) nel 1995 e ha pubblicato una nuova versione, con qualche modifica, nel 2004. In Italia è stata pubblicata dalla casa editrice Nutrimenti nel 2007. La versione in audiolibro è stata premiata nel 2006 con un Grammy award for Best Spoken Word Album.[121]
Nel dicembre 2004, Obama ha stretto un accordo da 1,9 milioni di dollari per scrivere tre libri.[122] Il primo, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), è uscito il 17 ottobre 2006, e delinea le sue convinzioni politiche. [123][124] Il secondo è un libro per bambini scritto in stretta collaborazione con la moglie Michelle e le loro due figlie, i cui profitti saranno devoluti in beneficenza. L'argomento del terzo libro non è stato annunciato.
[modifica] Risultati elettorali
- 2008 Elezione Presidenza degli Stati Uniti
- Barack Obama (D), 365 grandi elettori (53% di voti)[125]
- John McCain (R), 173 grandi elettori (46% di voti)[125]
- 2004 Elezione al Senato Federale
- 2000 Elezione alla Camera dei Rappresentanti - 1º distretto (Primarie dei Democratici)
Il Weekly Address è il comunicato multimediale settimanale del 44º Presidente degli Stati Uniti d'America; Barack Obama ha sempre dato molta importanza alla comunicazione mediatica e ad internet, questo gli consente di mantenere uno stretto legame con il popolo americano che lo ha eletto; ogni sabato infatti, appare sul sito della Casa Bianca Weekly Adress il suo comunicato settimanale, in cui illustra e spiega ciò di cui la sua amministrazione si sta occupando. Lo si può scaricare come podcast su iTunes o inserire nella propria pagina nei social network Facebook, Twitter, Myspace ecc.
[modifica] L'apertura sui matrimoni gay
Nel maggio 2012 Obama afferma che le coppie dello stesso sesso debbono avere la possibilità di contrarre il matrimonio[126].
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[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
- Siti Ufficiali
- Altri
Vincitori del Premio Nobel per la pace |
Vincitori per paese • in ordine alfabetico • in ordine cronologico |
1901 - 1925 |
Jean Henri Dunant, Frédéric Passy (1901) • Élie Ducommun, Charles Albert Gobat (1902) • William Randal Cremer (1903) • Institut de droit international (1904) • Bertha von Suttner (1905) • Theodore Roosevelt (1906) • Ernesto Teodoro Moneta, Louis Renault (1907) • Klas Pontus Arnoldson, Fredrik Bajer (1908) • Paul-Henri-Benjamin d'Estournelles de Constant, Auguste Beernaert (1909) • Bureau international permanent de la paix (1910) • Tobias Michael Carel Asser, Alfred Hermann Fried (1911) • Elihu Root (1912) • Henri La Fontaine (1913) • Comitato Internazionale della Croce Rossa (1917) • Thomas Woodrow Wilson (1919) • Léon Bourgeois (1920) • Hjalmar Branting, Christian Lous Lange (1921) • Fridtjof Nansen (1922) • Austen Chamberlain, Charles G. Dawes (1925) |
1926 - 1950 |
Aristide Briand, Gustav Stresemann (1926) • Ferdinand Buisson, Ludwig Quidde (1927) • Frank Kellogg (1929) • Nathan Söderblom (1930) • Jane Addams, Nicholas Murray Butler (1931) • Norman Angell (1933) • Arthur Henderson (1934) • Carl von Ossietzky (1935) • Carlos Saavedra Lamas (1936) • Robert Cecil (1937) • Ufficio internazionale Nansen per i rifugiati (1938) • Comitato Internazionale della Croce Rossa (1944) • Cordell Hull (1945) • Emily Greene Balch, John Mott (1946) • Friends Service Council, American Friends Service Committee (1947) • John Boyd Orr (1949) • Ralph Bunche (1950) |
1951 - 1975 |
Léon Jouhaux (1951) • Albert Schweitzer (1952) • George Marshall (1953) • Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (1954) • Lester Pearson (1957) • Georges Pire (1958) • Philip Noel-Baker (1959) • Albert John Lutuli (1960) • Dag Hammarskjöld (1961) • Linus Pauling (1962) • Comitato Internazionale della Croce Rossa, Lega delle società della Croce Rossa (1963) • Martin Luther King (1964) • Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (1965) • René Cassin (1968) • Organizzazione Internazionale del Lavoro (1969) • Norman Borlaug (1970) • Willy Brandt (1971) • Henry Kissinger, Lê Đức Thọ (premio rifiutato) (1973) • Seán MacBride, Eisaku Sato (1974) • Andrej Dmitrievič Sacharov (1975) |
1976 - 2000 |
Betty Williams, Mairead Corrigan (1976) • Amnesty International (1977) • Anwar al-Sadat, Menachem Begin (1978) • Madre Teresa di Calcutta (1979) • Adolfo Pérez Esquivel (1980) • Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (1981) • Alva Myrdal, Alfonso García Robles (1982) • Lech Wałęsa (1983) • Desmond Tutu (1984) • International Physicians for the Prevention of Nuclear War (1985) • Elie Wiesel (1986) • Óscar Arias (1987) • Forza di protezione delle Nazioni Unite (1988) • Tenzin Gyatso (1989) • Michail Gorbačëv (1990) • Aung San Suu Kyi (1991) • Rigoberta Menchú Tum (1992) • Nelson Mandela, Frederik Willem de Klerk (1993) • Yasser Arafat, Shimon Peres, Yitzhak Rabin (1994) • Józef Rotblat, Pugwash Conferences on Science and World Affairs (1995) • Carlos Filipe Ximenes Belo, José Ramos-Horta (1996) • Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo, Jody Williams (1997) • John Hume, David Trimble (1998) • Medici Senza Frontiere (1999) • Kim Dae-Jung (2000) |
2001 - oggi |
Organizzazione delle Nazioni Unite, Kofi Annan (2001) • Jimmy Carter (2002) • Shirin Ebadi (2003) • Wangari Maathai (2004) • Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, Muhammad al-Barade'i (2005) • Muhammad Yunus, Grameen Bank (2006) • Intergovernmental Panel on Climate Change, Al Gore (2007) • Martti Ahtisaari (2008) • Barack Obama (2009) • Liu Xiaobo (2010) • Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee, Tawakkul Karman (2011) • Unione Europea (2012) |
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