A Roma la speculazione edilizia non passa mai di moda. Di più recente introduzione è la pratica degli sgomberi indiscriminati, messa in pratica anche nei confronti delle occupazioni a scopo abitativo (si pensi all‘ex deposito atac) nonostante la sostanziale emergenzialità in cui la città versa, anche a fronte dei numerosi sfratti attuati.
La Fazenda, spazio liberato il 30 Marzo in via Boccea, da e per chi il territorio lo vive, nonostante lo sgombero mostra la possibilità di vivere una città diversa, costruita sulle macerie degli speculatori attraverso quella socialità e vivibilità impossibili in numerosi territori romani.
In questo momento l’importante è far sì che una risorsa preziosa come gli stabili sgomberati il 12 marzo non tornino nelle mani della speculazione, che intimidazioni e denunce non arrestino la lotta, dimostrando che è possibile soddisfare esigenze collettive e bisogni individuali attraverso percorsi di partecipazione dal basso, dove tutti e tutte possiamo migliorare le proprie vite con soluzioni fuori dalla logica di profitto, speculazione e sfruttamento.
Non è un caso che questa operazione sia stata effettuata durante la settimana di mobilitazione nazionale a sostegno della lotta NOTAV contro l’esproprio dei terreni per lasciar spazio alla costruzione del tunnel per la linea ad alta velocità Torino-Lione.
Per ripartire dai territori, per riprendersi quello che dall’alto è stato rubato (case, socialità, pezzi di vita), le occupanti di via Boccea 506 rilanciano con un’ASSEMBLEA PUBBLICA SABATO 14 ORE 10 A PIAZZA ORMEA.
E nel pomeriggio appuntamento ad Albano alle ORE 15 in PIAZZA MAZZINI per rilanciare la lotta all’inceneritore ed opporsi ad un progetto che, ancora una volta, antepone il profitto dei pochi all’interesse e salvaguardia dei territori e di chi li vive.
Comunicato di solidarietà dal collettivo l’Officina di Ostia.