Un piccolo resoconto dei fatti: alle ore 14 un gruppo di una decina di fascisti si è presentato davanti ai magazzini popolari di casalbertone armato di caschi e bastoni, aggredendo i due presenti. L’aggressione è stata fortunatamente contenuta dallo spirito antifascista del quartiere che dai balconi ha iniziato a lanciare vasi contro i fascisti. I carabinieri, presenti sul luogo, si sono limitati ad osservare e lasciare andare via liberamente gli aggressori identificando invece i compagni aggrediti. Al solito, la polizia si dimostra il loro migliore alleato.
A tal proposito Casapound, e molti media, riportano la fantasiosa notizia di un’intimidazione ai danni della madre di un fascista; episodio di cui non si capiscono circostanze, testimoni, motivazioni.
La risposta del quartiere e della Roma antifascista non si è fatta attendere, con un corteo spontaneo per le vie del quartiere. Anche qui, i fascisti non hanno perso tempo per aggredire, dopo essere cresciuti di numero in modo sospettosamente rapido. E’ da notare come durante l’aggressione sono state usate mazze, bastoni, accette e picconi, e che le loro aggressioni sono state attivamente supportate dalla polizia tramite il lancio di lacrimogeni contro gli antifascisti. Addirittura hanno usato un furgone in cui depositare le armi, con un “adddetto” al rifornimento di oggetti contundenti. (il video mostra bene quanto detto, e in quest’altro si vede bene il massiccio uso di armi).
CasaPound continua a barcamenarsi tra una facciata “culturale” e impegnata nel sociale, e una pratica reale di aggressioni e intimidazioni. Guardacaso, una settimana esatta dopo la loro candidatura per le comunali romane, si rendono protagonisti di un’aggressione ad Ostia.
Il loro arrivo a casalbertone, del resto, è stato immediatamente seguito da aggressioni nel quartiere che i fascisti hanno tentato di nascondere dietro a un “circolo romanista”. Casalbertone del resto è stato chiarissimo: casapound se ne deve andare.