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calabria / ambiente e territorio - Saturday 14 April 2012 - 16:03

 

Ormai possiamo parlare di un processo infinito quando parliamo del processo per il caso della Marlane. Da tempo, ormai si assite alla tragica pantomima del rinvio, per cavilli burocratici, del processo che si dovrebbe tenere a Paola in merito alla fabbrica della Marlane di Praia. Questa fabbrica, uno dei tanti incubi industriali del meridione, ha determinato numerose malattie spesso tumori, che hanno portato alla morte quasi tutti i lavoratori della fabbria ma non solo, infatti il territorio circostante è stato pesantemente inquinato e devastato.

Pe capire che cosa è stata davvero questa fabbrica di morte è interessante leggere le parole dell'ambinetalista Francesco Cirillo coautore di un' libro reportage sulla vicenda . E', senza dubbio, scioccante leggere poi la testimonianza di un operaio di quell'inferno, malato di cancro. Interessante è,senza dubbio, l'inchiesta di rainews realizzata da Giulia Zanfino: Questa fabbrica voluta dal conte Rivetti giunto a sud solo per strappare denari alla Cassa del Mezzogiorno, all'epoca della sua nascita fu vista come un miracolo, oggi parlarne sembra quasi un tabù. Pochi però hanno il coraggio di schierarsi apertamente , accanto alle vittime e ai familiari della fabbrica. Lo scandalo dei rinvii però deve far levare ancora più forte un grido di allarme. Il processo nel novembre del 2010  sembrava dover partire ma ...ecco cosa è accaduto:

8 giugno: sit-in perchè il processo rimanga a PAOLA!

cosenza / ambiente e territorio - Friday 30 March 2012 - 20:40

Il ministro Clini, si proprio quel ministro che ha dichiarato di essere favorevole alla TAV al ponte  sullo stretto, agli ogm, al nucleare, quello che non fa proprio niente  per ripubblicizzare l'acqua (alla faccia degli ultimi referendum) è stato contestato  a Cosenza  da una cinquantina di attivisti della RDT.

Clini assieme alla Brambilla, è giunto a Cosenza   per la riapertura di  un canile...si è trovato invece le bandiere della notav e del no ponte ..bella sorpresa ! Cosenza ha dimostrato si di essere all'avanguardia ma non certo per le operazioni del sindaco UDC Mario Occhiuto.

La protesta a Clini si è spostata anche al comune,  dove si è tenuto un  blindatissimo incontro di circostanza. Alla faccia dela democrazia e della partecipazione.


Questo ministro e tutto l'esecutivo di cui fa parte stanno compiendo  stragi sociali in ogni settore, in nome di una crisi di sistema. E'  giusto quindi sostenere, a gran voce: mo basta! Delle nostre vite  decidiamo noi!

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italia / repressione - Thursday 09 February 2012 - 23:08

AGGIORNAMENTI: PROCESSO RIMANDATO A DATA DA DESTINARE!

Il prossimo 23 febbraio si terrà, a Roma, l'ultima tappa del tortuoso e lungo processo ai tredici attivisti della rete del sud ribelle, rimasti coinvolti in un fantasioso teorema a seguito del fatti del G8 di Genova del 2001. Ormai persa nella notte dei tempi, questa vicenda è diventata se non ridicola, poichè ha coinvolto e coinvolge le esistenze i numerosi compagni e compagne, sicuramente grottesca.


L'accanimento  dimostrato dall'accusa nel condurre fino in cassazione, la vicennda del sud ribelle, fa riflettere su quello che è stato ed è esattamente tutto questo processo: una autentica persecuzione che sfiora attegiamenti maniacali.

Assolti per non aver commesso il reato, questo si può leggere nelle motivazioni che hanno determinato la completa liberazione dei compagni nei precedenti processi di Cosenza e Catanzaro, invece no...occorre perseguitare non solo alcuni nomi, alcune persone, bensì processare e perseguitare tutto un intero movimento. Come detto in tantissime occasioni è necessario rifuggire l'idea di suddividere i manifestanti fra buoni e cattivi.


Questo tentativo da parte del  potere, di creare questa dvisione è oggi più che mai lampante anche per i fatti della val di susa, soprattutto in relazione agli ultimi arresti.


Il movimento oggi non può più accettare l'idea che a Genova ci furono buoni e cattivi...oggi il movimento si presenta nella sua unitarietà, innanzi a questo ennesimo atto di intimidazione. Per questo motivo è indetto il 23 febbraio prossimo un sit-in a Roma  in occasione dell'inizio del processo di cassazione mentre si rimanda alla manifestazione del 25 febbraio in val di susa, un continuum necessario a ribadire il concetto che : il movimento non si processa.

ASCOLTA il podcast dello speciale di indyradio realizzato per transizionedifase in occasione dell'assemblea al CPOA Rialzo di Cosenza dedicata al processo al sud ribelle.

italia / repressione - Saturday 28 January 2012 - 23:55

Il movimento italiano con gli arresti, i fermi e le perquisizioni dello scorso ventisei gennaio è stato colpito ancora una volta da un sistema repressivo che mira a dividere chi manifesta il proprio dissenso , la propria rabbia ed indignazione, in due tronconi: i buoni e pacifici da un lato i cattivi professionisti del riot dall'altra. La Val di Susa non è mai caduta in questa vecchia trappola usata ormai da molto tempo : dividere e comandare ...ma la valle ha sempre detto no! In Val di Susa ci sono tutti, con le proprie specificità, a manifestare...il movimento non si spacca: sempre e comunque solidarietà a chi di volta in volta è colpito dalla repressione.

Oggi anche il movimento italiano colpito alla rinfusa da queste azioni repressive,  mostra di aderire a questa idea : non ci sono buoni e cattivi, malgrado il manistream continui a  spingere l'idea degli infiltrati anarco insurrezionalisti , vecchi terroristi anni settanta esponenti dei centri sociali rei a loro dire di inquinare con la  loro attitudine alla rivolta come professione , una lotta particolare e quasi privata come quella della val di susa (ovviamente a loro dire).


Anche in Calabria si è registrato un pesante attacco al movimento con il fermo di un dirigente Della Filctem e della Cgil  CalabriaImmedita è stata la solidarietà del movimento calabrese ... in quei boschi c'è tutta l'Italia che manifesta per la ripubblicizzazione delle acque , contro i termovalorizzatori, le centrali a turbo gas,  le infrastrutture inutili come il ponte sullo stretto. L'Italia resistente è tutta li in quella valle arrestare e fermare uno di noi significa arrestare tutti noi.

Solidarietà a tutti i fermati, liberi tutti!

calabria / repressione - Tuesday 10 January 2012 - 22:10

Da un articolo di F. Cirillo

Il 23 febbraio  del 2012 si terrà a Roma l’udienza in Corte di Cassazione che metterà fine  al processo no global. Pochi giorni prima  dalla diffusione di questa notizia , un'altra notizia aveva tenuto banco a livello regionale e nazionale. Il ritrovamento negli uffici postali centrali di Lamezia Terme  di diverse buste contenenti proiettili ed indirizzate a capi di partito , dello Stato e del governo. Il ritrovamento ha suscitato grande allarme tanto da uscire su tutta la stampa non solo regionale ma anche nazionale. Subito qualcuno, ha gridato al terrorismo nascente , agli anni 70 in arrivo,alla galassia estremista calabrese fatta di centri sociali, soggetti rivoluzionari, vecchie conoscenze agli archivi della Digos. Un film già visto il 15 dicembre del 2002. Protagonisti di quel film , furono inconsapevolmente una trentina di militanti del Sud Ribelle, dei quali 18 vennero arrestati e processati. Un arresto durato solo 18 giorni grazie al Tribunale del Riesame di Catanzaro che ritenne , sin da subito, infondate tutte le accuse. 

Il processo a 13 militanti no global,  invece si fece. Voluto dalla Procura Generale di Cosenza e sostenuto da vari magistrati nelle varie funzioni di GIP e PM. In prima fila il Pm Domenico Fiordalisi. Il processo durò due anni circa e finì dopo una sessantina di udienze tenutesi nel Tribunale di Cosenza. Tutti gli imputati vennero assolti  con formula piena. Lo stesso avvenne  a Catanzaro nell’appello voluto dalla Procura di Cosenza. Registi di questa follia giudiziaria furono la Digos di Cosenza governata dall’allora ben noto Cantafora ora trasferito a Roma, da tutta la Procura di Cosenza, in prima fila il magistrato Fiordalisi , anch’egli trasferito e promosso Procuratore del Tribunale di Lanusei in Sardegna, dopo la riabilitazione nel Tribunale di Paola da dove era stato allontanato negli anni 80 per  incompatibilità ambientale. Su tutti i ROS del generale Ganzer, ancora oggi condannato in primo grado a 14 anni di carcere per traffico di droga.

 I Ros erano quelli che avevano preparato un voluminoso dossier sul SUD Ribelle, accusato di essere l’organizzatore degli scontri a Napoli durante il Global forum  ed a Genova durante il G8 del 2001. Scontri pianificati in Calabria ed a Napoli. Scontri organizzati a vario titolo dai militanti no global. Questo film iniziò con un misterioso attentato avvenuto, secondi gli inquirenti a Roma ad opera di un fantomatico, quanto inesistente gruppo armato denominato NIPR ( Nucleo internazionalista proletario rivoluzionario). Questo gruppo inviò buste con le farneticanti rivendicazioni in tutte Italia, a sedi di partito, redazioni di giornali, fabbriche. Fra le sedi prescelte la Zanussi di Rende. Poi si scoprì che la Zanussi di Rende non era una fabbrica con operai come si voleva far credere,  ma un semplice magazzino di ricambi con un solo impiegato che vi lavorava.  Nessun gruppo vero avrebbe commesso un simile errore. Ma quella busta, quel fantomatico attentato, servirono per far partire intercettazioni telefoniche, perquisizioni, pedinamenti, installazioni di cimici in auto ed abitazioni. Una gigantesca operazione che portò all’arresto dei 18 militanti. Insomma fu una chiara montatura che aveva l’unico scopo di intimidire i giovani partecipanti al movimento, reprimere e condannare quelle persone che erano più attive,in Calabria, Puglia e Campania,  e che agivano alla luce del sole, nelle associazioni sindacali, ambientali, di comitati di lotta. Queste buste , ora fatte ritrovare, volutamente a Lamezia terme fanno parte di questo stesso film.

La firma di questo Movimento Armato Proletario, ricorda quella dei NIPR. Qualcuno forse vorrebbe in vista della Cassazione del 13 febbraio , continuare quel film precedente, lasciato a metà . C’è puzza in tutto questo. Se non del solito mitomane incazzato con le misure del governo, dei soliti registi, che ancora non si sono rassegnati della sconfitta subita nei due gradi del processo e che sperano in una rivincita nella Cassazione. Vorrebbero, questi registi, che la Cassazione annullasse  tutti per inesistenti difetti costituzionali e che si ricominciasse daccapo .

italia / diritti e libertà - Saturday 31 December 2011 - 20:05

Violenza di uno squilibrato? No violenza della società maschilista che, come al solito, per disciplinare le menti e i corpi femminili usa violenza, ora verbale ora fisica...qui la morte. Si la morte ha colpito una compagna, una giovane studentessa, una militante, una femminista: Stefania Noce.

Il carnefice, un mostro chiamato Loris Gagliano ha deciso di porre fine alla sua vita perchè non accettava la fine della loro relazione. Ora il mostro è stato arrestato, era in stato confusionale quando è stato fermato dalle forze dell'ordine...certo ora niente di più semplice che fingersi pazzo ma no, non è pazzo è anch'egli vittima di una società che pone il maschio su un piedistallo, il maschio dominatore che non non potendo dominare altro nella sua viscida vita domina le donne, le vuole schiave e sottomesse.

L'omicidio di Stefania, di suo nonno che ha invano tentato di difendere la nipote dal cieco assassino, il ferimento di sua nonna, salva solo perchè datasi alla fuga, sono frutto di una società malata di maschilismo. Sono frutto di storture che alcuni credono ormai sorpassate: attenzione non facciamoci fregare! I mostri sono fra noi! Nostro compito è individuarli e isolarli.

Chi è violento contro le donne è violento contro la società
. occorre isolare in tempo simili mostri, occorre riqualificare le educazioni dei giovanissimi, occorre che ci sia davvero un femminismo rinnovato e militante. Auguriamo a Loris, dal più profondo del nostro cuore, tutte le avversità e i dolori di questo mondo.
Concludiamo con uno scritto di Stefania.

calabria / ambiente e territorio - Sunday 06 November 2011 - 15:59

Il 12 novembre a Crotone, città simbolo delle emergenze calabresi, manifestazione regionale, indetta dalla rete difesa del territorio "F. Nisticò" per rivendicare con forza e chiarezza la Fine del Commissariamento all’Emergenza Rifiuti in Calabria.

Radio transizionedifase e indymedia calabria seguiranno l'evento con diretta audio e aggiornamenti in tempo reale.

Se anche tu sei appassionato di mediattivismo o, più semplicemente, vuoi dire la tua contattaci indymedia calabria oppure info@transizionedifase.org e partecipa anche tu al mediacenter.

calabria / ambiente e territorio - Wednesday 02 November 2011 - 16:45

Crotone, la città costruita sui rifiuti tossici, la città che è forse impossibile bonificare per intero, la città simbolo di tutti i disastri ambientali e sono tanti dall'Aspromonte al Tirreno Cosentino della Calabria.

Crotone è stata scelta dalla Rete difesa del Territorio "F. Nisticò" per ospitare il 12 novembre prossimo, la manifestazione a carattere regionale per dire basta al commissariamento per l'emergenza rifiuti della regione. Il commissario, questa figura che scavalca i poteri dei sindaci in materia di rifiuti avrebbe dovuto soprattutto favorire la diffusione della differenziata e invece, dopo tanti anni, la raccolta differenziata in Calabria è praticamente un miraggio, tranne rarissimi esempi virtuosi.

Ciclicamente si assiste all'acutizzarsi dell'emergenza rifiuti  in varie città calabresi e così si riprende a parlare deal necessità di creare nuove discariche, e di costruire inutili e nocivi termovalorizzatori che attribuiscono valore solo alle tasche di chi andrà a gestirli e non certo ad un territorio già ambientalmente provato, saccheggiato ed ammalato. Si amplinano le varie discariche indifferenziate (un esempio è quella di Castrolibero) ma tutto questo non accade nel silenzio...i cittadini non ci stanno, ed è per questo che molti calabresi si chiedono a cosa serve continuare a distruggere i territori e le vite di chi vi abita.

E' evidente che la presenza di questo commissario non è servita a nulla...è necessario effettuare un decisivo cambio di rotta se si vuole realmente superare il problema rifiuti, si dovrebbe cominciare a parlare di rifiuti zero, ancor prima di lanciare una campagna sulla differenziata ma forse questo potrebbe minare i vari interessi politico-mafiosi che gestiscono la ricchezza della monnezza.

Guarda i video della conferenza stampa (1), (2), (3).

Ascolta lo spot audio per la manifestazione

Maggiori informazioni su difendiamolacalabria.org

italia / diritti e libertà - Saturday 22 October 2011 - 03:57

Il 15 ottobre 2011 sarà ricordato come uno dei primi momenti di contestazione globale. in numerose città , più di novecento, si è scesi in piazza  per manifestare la propria indignazione rispetto ad una crisi economica che fagocita le esistenze. In ogni paese  si sono registrate istanze , desiderimodalità diverse, ma la rabbia che ha mosso le proteste è una sola: la rabbia per una vita della quale non ci sentiamo più padroni, perchè assoggettata alle logiche della crisi del capitale.

Una rabbia globale quindi che la piazza Romana ha declinato in diversi modi. Non si arriva da nessuna parte, anzi probabilmente si fa il gioco del potere, se ci si continua a macinare il cervello su quelle sterili distinzioni fra manifestanti buoni e cattivi, fra pacifisti e violenti. Tutti  erano a Roma, in quelle strade, accomunati da un solo sentimento: rabbia. occorre quindi non tanto pensare a chi era avvolto nella bandiera iridata e chi, invece, vestiva il nero integrale, è necessario ripartire da quella rabbia, se davvero si vogliono fare dei passi avanti senza cadere nelle novelle sensazionalistiche dei giornalettini italiani.

Ad ogni modo, dopo questa data si registrano le numerose reazioni a partire dalle perquisizioni  in tutta Italia scattate all'alba del 17 ottobre per giungere poi all'invocazione di leggi speciali che minano i diritti e le libertà ostituzonali non solo degli 'indignati' ma di tutti gli italiani. in questo clima da caccia alle streghe non poteva mancare il contributo cosentino, infatti coinvolti nelle perquisizioni sono stati anche molti compagni della provincia di Cosenza. Alcuni di essi ormai lontani dalle pratiche attive del movimento e all'oggi, senza nemmeno essere stati a Roma, hanno ricevuto le visite delle forze dell'ordine che cercavano armi e chissà cosa. Il risultato di queste perquisizioni è stato quello che doveva essere cioè nulla di fatto.

Nel frattempo, sempre in Calabria, si registrano le buffonate dei fascisti di CasaPound i quali poveri angioletti, carichi di denunce per violenza negli stadi, prima aggrediscono i compagni e poi li chiamano violenti nonostante le critiche agli organizzatori della manifestazione del 15 ottobre, in precedenza avevano provato a strumentalizzarla organizzando un corteo lo stesso giorno a Lamezia Terme e spacciandolo per un'iniziativa legata alla mobilitazione internazionale.

Forte in questo caso è stata la presa di posizione dei movimenti lametini e degli studenti antifascisti che hanno contribuito alla non riuscita della manifestazione, rinviata poi per "maltempo" e ci auguriamo che questo maltempo possa splendere per sempre sulle loro teste.

- lamezia terme / altro - Monday 26 September 2011 - 14:06

Domenica 9 ottobre, a Lamezia Terme, arriverà il Papa. Proprio lui, quel Ratzinger che si è scagliato, più volte, con violenza (verbale) contro gli omosessuali, i contraccettivi (lasciando di stucco anche molti cattolici stessi) , l'aborto, quello che voleva far chiudere indymedia per un fotomontaggio satirico  e che ha ricevuto una denuncia da due avvocati tedeschi per crimini contro l'umanità.

Lo stesso Ratzinger che fece parte della gioventù hitleriana e nella fanteria tedesca nel secondo conflitto mondiale , quello che ha cercato in tutti i modi di dividere le religioni e soprattutto le persone, ad esempio con il suo sproloquio di Ratisbona, lo stesso che ha sempre appoggiato, in maniera incondizionata, le politiche repressive, omofobe e razziste del governo Berlusconi, quel Papa che ha coperto la pedofilia di molti membri della Chiesa dagli Stati Uniti (1) all'Irlanda (1),lo stesso che continua a disinteressarsi, almeno in pubblico, degli affari dello IOR, la banca vaticana.

Con questo curriculum, il Papa approda in Calabria, in una città governata da SEL che in altre città si è resa protagonista di calorose accoglienze al papa Ratzinger. Ad ogni modo l'ex area SIR a Lamezia si prepara a ospitare il pastore tedesco  e tutta la città è in fibrillazione, si spendono e si spandono denari per dare il benvenuto a un capo religioso...ma non è questo uno schiaffo a quella idea di carità che molti cattolici invocano?

 

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