Noi non dimentichiamo…

Non abbiamo dimenticato il periodo della “gestione Bertolaso” qui a L’Aquila, nell’immediato post-terremoto.

Il periodo del “miracolo”, del divieto di assemblea e volantinaggio, dei pass per andare a trovare un tuo amico in un’altra tendopoli, del divieto di cioccolata e caffè (sembra uno scherzo!) a Piazza d’armi, del divieto d’ingresso per i giornalisti e le telecamere, degli striscioni proibiti o strappati, della presa in giro del “dalle tende alle case” finita con migliaia di persone spostate negli alberghi lontano da L’Aquila, nascondendo il proprio fallimento con le minacce (“smontiamo i bagni e le mense”), l’ipocrisia (gli irriducibili) e la violenza (Piazza d’armi).
Non dimentichiamo gli sprechi immani di un assistenzialismo che ci ha ospedalizzato, ostacolando ogni forma di autorganizzazione che invece andava incoraggiata per spingere tutti a rimboccarsi le maniche per il proprio futuro.
Non dimentichiamo i 200 milioni di euro spesi per un G8 che sul nostro territorio non ha lasciato nulla se non tanta rabbia, e ha fatto guadagnare le solite cricche di amici.
Non dimentichiamo le first ladies a passeggio in un centro storico interdetto invece ai cittadini ed ancora presidiato dai militari.
Non dimentichiamo la speculazione dei 2.800 euro a metro quadro del piano C.A.S.E. (su cui oggi indaga la magistratura), mentre la ricostruzione in tutto il cratere è ancora ferma, ed appare sempre più chiaro che se mai si ricostruirà lo si farà senza adeguamento sismico, in barba ai proclami ed alle promesse (“in 5 anni sarà completata la ricostruzione” disse Bertolaso al primo consiglio comunale post-sisma).
Soprattutto non possiamo dimenticare che prima del terremoto siamo stati rassicurati, da chi ci ha detto di “bere un bicchiere di montepulciano”, ed ha imposto poi con il DICOMAC (dipartimento di comando e controllo) un sistema di propaganda e oscuramento del dissenso teso a favorire la speculazione di cricche che la notte del terremoto ridevano e che continuano a fare affari indisturbati, mentre chi doveva vigilare sulle infiltrazioni della criminalità organizzata era più occupato a vietare le assemblee, reprimere le proteste e sequestrare carriole. Oggi scopriamo che le infiltrazioni della criminalità organizzata ci sono state eccome e chi non ha vigilato è a capo della Protezione Civile.
C’è una cosa che vogliamo dirvi: nonostante il vostro enorme apparato, le vostre bugie, le vostre denunce, noi siamo ancora qui! Non ci avete piegato! E i germogli di ribellione che avete provato a schiacciare in ogni modo nel Parco Unicef, nelle carriole, nelle associazioni e nei comitati, sono cresciuti nelle CaseMatte, nell’asilo e in tanti altri percorsi intrecciati, e rappresentano oggi una delle poche vere speranze di rinascita per chi dal 6 aprile senza mai chiedere niente si è battuto per questo territorio.

3 Commenti a “Noi non dimentichiamo…”

  • peter punk:

    e ancora vengono in città a fare chè? passerella? bertolaso te puzzi murì tu e quella bastarda di tua moglie.
    L’AQUILA NON DIMENTICA

  • peter punk:

    last lady fuck you
    i wanna riot girrrlllllllll…….atro che cazzì frà

  • Credo che abbiano vinto. Guardatevi intorno, nelle smisurate new town. La “politica” la lotta non è un pranzo di gala

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