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Apriamo le crepe in questo sistema. Chiudiamo le crepe in una casa occupata

[Diario di bordo: 29 ottobre | 31 ottobre | diavoli del fango | benefit per Massimo]

Ogni giovedì, ore 17.30, assemblea pubblica | Tutti i giorni dalle 15.30 è aperto il bar e lo spazio comune | Porta ciò che pensi potrebbe servire | Sono tutti invitati, nel rispetto per gli occupanti e per il quartiere

Per essere aggiunto alla mailing list di informazione collettiva scrivere a giustiniani19[at]canaglie.org con una breve presentazione

☆ Martedì 6 dicembre ore 21 @giustiniani19occupata, Remember, remember the 6th of december!, prima apertura del libero cinema dei giustiniani | Da domenica 27 novembre a domenica 4 dicembre, Un mese d'occupazione, un'altra settimana di organizzazione e riapprorpiazione Occupy America!, Aperitivo e concerto con Vito&le Orchestrine, Dibattito sul processo 10 giugno '09 e cena benefit | Domenica 20 novembre ore 16 @giustiniani19occupata, Spettacolo di burattini, ore 20.30, cena d'autofinanziamento | Sabato 19 novembre ore 15 dalla casa occupata giustiniani19, Deriva gioiosa in centro storico, ore 21, serata musicale | Venerdì 18 novembre ore 18 @giustiniani19occupata, Presentazione dell'esperienza torinese degli Orti Urbani , + cena | Mercoledì 9 novembre ore 18 @giustiniani19occupata, Storia del movimento di liberazione curdo

Viviamo nel mondo dell’assoluta separazione. Da una parte si lasciano marcire i frutti sugli alberi, si mandano i libri al macero e si produce, produce, produce spazzatura e merci in sovrappiù. D’altra parte, in questo stesso mondo alla deriva vengono promosse costose e devastanti grandi-opere, vengono finanziate guerre umanitarie, e salvate banche speculatrici. Da tre anni a questa parte poi lo spettro del nuovo stato d’emergenza prende il nome e crea l’eccezione nel termine Crisi, e ogni giorno di più vorrebbero far stringere la cinghia ad una sempre più grossa fetta di popolazione. Nuove austere misure “lacrime e sangue” piovono sugli esclusi dal banchetto dei padroni: da una parte, salari tra i più bassi d'Europa, licenziamenti facili, disoccupazione, sfratti, precarietà generalizzata; dall’altra, aumento delle tasse, dell’età pensionabile, dei prezzi di trasporti – affitti – sanità; come coronamento continua la svendita di tutto ciò che rimane del patrimonio comune.

Incazzados!

Una ferita di luce emerge da una coltre di nebbia. È il bagliore sconvolgente di una camionetta delle forze dell’ordine in fiamme. Roma, 15 ottobre del quarto autunno nel tempo della crisi. È stato il fuoco a farsi primo attore, rinnovatosi come pratica politica elementare. Gli arrabbiati infine hanno deciso di attaccare gli argini che per troppo tempo li hanno costretti in questa fogna metropolitana. Come già nei sobborghi londinesi e nelle banlieues parigine, fino ad arrivare nelle strade genovesi di dieci anni fa, l’intrattabile teppa è riuscita a rompere quella normalità per troppo tempo sofferta, a fermare il tempo delle vite e modificare lo spazio urbano a proprio piacimento. Eppure non è bastata a stravolgere l’andamento dei tempi, semmai accelerarlo: l’impeto nichilista di molti ha prodotto per il momento, come altri già notano, la delazione di massa e la repressione autogestita fra alcuni manifestanti; per non parlare degli altisonanti proclami giustizialisti che per il momento rimangono nel virtuale.

Movida

Una questione di rispetto intorno alla vita notturna genovese

Anche stanotte addormentarsi è stato un problema. Un gran vociare di ragazzi, qualche schiamazzo a sovrastare il brusio del gregge, cori ed ebbrezza che per il quartiere diventano prevaricazione. Col tempo ci si prova a fare il callo, abitando nel labirinto popolare del vicolame genovese. Il fine settimana chi può non torna a casa, oppure fa l’alba. D’estate staziona molta meno gente in giro, ma ogni sera, fino a tarda notte. Poi la nettezza urbana scarica sui propri mezzi la gran quantità di plastica e vetro riversa nelle strade.

Si lamentano gli artigiani che ritrovano la mattina le serrande piegate, l’arredo urbano divelto. Si lamentano i lavoratori che hanno la sveglia regolata presto all’indomani. Ma si lamentano anche, dopo un gavettone in testa, quei pazzi ragazzi d'ogni estrazione che non hanno altro luogo di ritrovo se non la strada, che sentono stretti i decorosi limiti del solito plastificato locale alla moda, che si ubriacano, fumano, perdono le inibizioni e si auto-affermano in un grido.

London's Burning!

Questa ftr è una traduzione in progress da Indymedia Londra.

Aggiornamenti: Terzo giorno di Riots ||

Dopo la notte di riots a Tottenham (6 agosto 2011), in seguito all'omicidio da parte della polizia del tassista nero Mark Duggan, la rivolta londinese non si arresta, anzi si sta espandendo ad altri quartieri della capitale inglese.
Intorno alle 19 del 7 agosto si diffonde la voce di nuovi scontri a Enfield, nel nord di Londra, riprendendo quanto iniziato la notte precedente a Tottenham. Sono state sfondate vetrine e distrutta una macchina della polizia, diversi negozi, tra cui un supermercato Tesco, sono stati saccheggiati.
Intorno a mezzanotte, al termine di Brixton Splash, si sono verificati scontri nel quartiere di Brixton, dove diversi negozi sono stati saccheggiati e devastati [foto] e un negozio di Footlocker vicino alla stazione della metro ha preso fuoco [video, 2].
Intorno alle 2 di notte la polizia pare aver perso il controllo della situazione a Brixton, quando Currys viene saccheggiato. Scontri anche nei quartieri di Wood Green, Dalston e Holloway (timeline di Islington).

Genova2001 - ValSusa2011: Chi sono i veri violenti

Aggiornamenti:
15-30 Luglio 2011 Campeggio NOTAV a Chiomonte

L'appello a Genova dei NOTAV | La risposta dei comitati di Genova, 2, 3
Scarcerati i 4 arrestati del 3 luglio

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Racconti e analisi dalla Valle, 3 luglio 2011:
La battaglia della Maddalena | Testimonianza dalla Val Susa | Indyani e Tav | Lacrime agli occhi

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Oggi come dieci anni fa, gli strumenti che lo Stato adopera per reprimere il dissenso sono i medesimi: gas CS, manganellate, violenza, militarizzazione degli spazi, abusi.
Dal 2001 nulla è cambiato: lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena come l'irruzione nella Diaz, le centinaia di lacrimogeni tra i boschi di Chiomonte come quelle lanciate il 20 e 21 luglio a Genova, le violenze nella caserma di Bolzaneto come le botte ai manifestanti in Val Susa.

Le analogie negative sono molte, troppe; ma forse, a ben vedere, ve ne è una positiva, cioè la ripresa di un conflitto sociale vero e radicale.

Genova 2001 - Roma 2010 - Val Susa 2011 - Genova 2011?

Genova2001: G8 2001 violazione dei diritti umani e gas CS | La sindrome di Genova, parte 1, parte 2, parte 3 | Testimonianze delle torture nella caserma di Bolzaneto | Testimonianza di Mark Covell, parte 1, parte 2 | Irruzione alla Diaz, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5
Val Susa2011: Sgombero della Libera Repubblica della Maddalena, 1, 2, 3 | Distrutte le tende dei NO TAV | Lacrimogeni e pietre lanciati sui manifestanti NO TAV, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 | Violenze sui manifestanti NO TAV, 2

[Genova 2001-2011] Che il vento della libertà soffi ancora sulla città

Questa vuole essere una Ftr in continuo aggiornamento sul materiale contro-informativo in vista del decennale del g8 genovese. (((State agitati)))
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[Aggiornamenti: 22/7/11 Blindati e cinquecento uomini Genova torna militarizzata | 22/7/11 G8: la "festa" di "pacificazione" che aiuta lorsignori a riscrivere la Storia | 17/7/11 Scontri a Berlino al corteo per Carlo e Genova 2001 | 15/7/11 Casarini:«Violenza, il movimento è capace di scegliere» | 15/7/11 G8 2011, allerta black bloc e proteste dei sindacati | 15/7/11 Attacchi incendiari alla polizia e corteo a Berlino per Carlo e per il 20 luglio | 10/7/11 Decennale del G8, ecco le minacce di morte alla polizia | 8/7/11 Giacomo Toccafondi premiato per il buon lavoro svolto | 5/7/11 "G8, niente vendette nel corteo" Il Forum 2011 isola i violenti | 1/7/11 G8, Coisp: “Il 20 luglio saremo in piazza Alimonda” | 29/6/11 Allarme G8, dopo gli scontri per la Tav | 27/6/11 [Ge] Striscione in solidarietà ai valsusini in lotta | 25/6/11 [Ge] Un murale per Carlo Giuliani]
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Venerdì 1 luglio 2011 dalle 17 a Balbi4, presentazione e proiezione di Detour [opuscolo | video], dibattito pubblico per una mobilitazione in vista del decennale del G8 genovese, cena vegan con buffet musicale, concerto di autofinanziamento ingresso 2 euro: REBELSOUNDARMY, PEGGIOKLASSE, SERPEINSENO, STONEDBASSCONSPIRACY. maggiori info.

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[Contributi: Su una manifestazione a Berlino in ricordo della rivolta genovese | Noi non dimentichiamo Combat | Genova 2001 - Il giorno più bello della mia vita | Un racconto su Genova 2001 | G8 Genova 10 anni dopo Usi Arti e Mestieri-AIT | G8: ieri, oggi, domani! Autonomia Spezzina | Genova per noi Proletari Comunisti | Uniti contro la crisi, uniti per l'alternativa UnitiControLaCrisi | All’Assemblea permanente No Tav Il Coordinamento genovese Verso Genova2011 | Per legare Genova alla Val Susa I Firmatari della Fiaccolata No Tav Bene Comune di Torino | Ai senza sponda Combat | Ripartire dalla politica dichiarazioni di Marina e Vincenzo | I morti siete voi | E' troppo tardi per restare calmi C.A.O.S antifa Genova | Verso una 3 giorni di lotta autorganizzata RedBlock Palermo | Lettera aperta ad Haidi Giuliani Morchia | Agli insofferenti | Manuale di autodifesa urbana]

Verso lo sciopero umano

[Analisi] Il fantasma della rivolta [Aggiornamenti: comunicati delle assemblee a Lettere e Filosofia tenutesi il 12/05/11 e il 6/05/11 in seguito agli scontri] Venerdì 6 Maggio 2011, concentramento universitari ore 9, via Balbi

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Negli ultimi vent’anni i governi dell’alternanza hanno imbandito un tavolo ghiotto per i padroni: dalle manovre per erodere ogni garanzia conquistata grazie alle lotte proletarie, alla disintegrazione progressiva della previdenza sociale, coloro che pensavano che col lavoro interinale si fosse toccato il fondo hanno visto sorgere le cooperative per il lavoro in affitto, coloro che vedevano nei co.co.co. il ritorno del lavoro a cottimo hanno scoperto che c’è qualcosa di peggio: i contratti a progetto. L’elenco del disastro sociale sarebbe interminabile ed è inutile dilungarsi: per il domani ci si prospetta un ulteriore peggioramento della nostra già precaria sopravvivenza ed è assolutamente chiaro che le risorse non verranno investite per attenuare i problemi dei poveri (casa, affitto, mutuo, sanità, reddito, istruzione). Le “crisi” sono precisamente i momenti in cui chi detiene potere e ricchezza si organizza per arricchirsi ulteriormente sulla nostra pelle e la concorrenza e le contraddizioni di questo sistema non permettono alcun miglioramento per i poveri.
I soldi non ci sono per tutti e non esiste alcuna possibilità di ridistribuire la ricchezza. Abbiamo di fronte un futuro certamente non roseo e lo sappiamo bene. Più precisamente, lo diciamo da mesi, per noi non c’è più alcun futuro al di fuori di quello che riusciremo a strappare.
Che fare quindi? Innanzi tutto, dobbiamo pretendere tutto quello che ci rubano; e visto che mai ce lo restituiranno, dobbiamo cominciare a riprendercelo.

Due giorni contro le frontiere

CONTRO LE FRONTIERE, CON CHI LE SUBISCE E REAGISCE

Vecchie frontiere ricompaiono, nuove si stagliano all'orizzonte, ciò che le unisce è l'arbitrarietà e la volontà di chi di detiene il potere nella Fortezza Europa.
La vita di migliaia di individui la sta mettendo in discussione, decidendo di solcarla non rispettando le leggi e i divieti imposti.
Centinaia di tunisini cercano di passare in Francia, una Francia che non li vuole, che militarizza le frontiere e li respinge terrorizzandoli con la violenza poliziesca.
Per chi pensa che le frontiere e chi le controlla siano ostacoli e nemici alla costruzione di rapporti umani liberi sorge spontaneo il desiderio di un’azione di solidarietà e complicità, che vuole adesso trasformarsi in una volontà e in una lotta comune per un mondo senza frontiere, senza oppressione e rispettosa della terra in cui abitiamo tutti.
A Ventimiglia la maggior parte degli immigrati vaga da un centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa e una piazza della stazione ipermilitarizzata in una città razzista e indifferente.
Lo stesso accade in tutte le città europee a dimostrazione del fatto che le frontiere non sono semplici luoghi fisici ma anche muri e barriere all'interno delle città: Centri di Identificazione ed Espulsione, sistema carcerario, aeroporti e porti dai quali la gente viene espulsa.
Le rivolte del nord africa hanno sfidato i regimi di controllo e aperto le frontiere verso l'Europa. Ora stanno portando avanti le lotte dentro ai CIE. E' ora di portarle fuori. Per farlo è necessario organizzarsi al di là del luogo di nascita, riconoscere gli obiettivi comuni e colpirli.
Lo stesso sistema contro il quale ci si rivolta in Tunisia o in Egitto ha le sue basi e i suoi centri operativi, qua, in europa ed è quello che decide della nostra vita, decide i nostri consumi, ci costringere a vivere in un mondo nocivo e carcerario. Gli stessi soldi, lo stesso petrolio.

Reclaim the streets! via delle Fontane

Venerdì 29 aprile 2011 BLOCK PARTY ANTIFA writers & mc's against casapound @ via delle Fontane dalle ore 16 ::: Video della giornata
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Da una parte sola della barricata...

Uno degli ultimi patetici tentativi di appropriazione di controculture messi in atto da Casapound, ha come obbiettivo quello di mettere le mani su fenomeni come il writing e la street art. Se da un lato tutto questo può sembrare oggettivamente grottesco, da un altro non dobbiamo però sottovalutare tutti i vari aspetti, compresi quelli più paradossali, che un’operazione del genere comporta. Come writer e street artists abbiamo sentito immediatamente il bisogno di prendere una posizione netta, a prescindere dal fatto di essere compagni e compagne appartenenti a realtà autorganizzate. Ci è sembrato importante attivarci per far si che, anche all’interno della variegata scena italiana si iniziasse a ragionare su quello che facciamo quotidianamente da anni.

Il writing come fenomeno di libera espressione nasce alla fine degli anni ’60 all’interno delle maggiori metropoli statunitensi. Praticato soprattutto dalle comunità chicane e nere, si propaga come un incendio ed evolve in una babele di forme lettere e colori, diventando in breve tempo un linguaggio diffuso. La sua prima finalità è quella di rompere le diverse dinamiche di esclusione sociale a cui erano soggetti i ragazzi delle grandi periferie e trova le sue fondamenta in una pratica di riappropriazione illegale degli spazi urbani. E così, nel vuoto delle politiche culturali riservato ai tanti soggetti marginali che vivono le grandi metropoli americane, nasce spontaneamente una nuova forma di espressione artistica che nel corso di alcuni decenni metterà radici in tutti e 5 i continenti. Si tratta di un linguaggio che vuole innanzitutto essere un grido per uscire dall’anonimato e dalla noia, che resta indissolubilmente legato al concetto di autoaffermazione e che nel corso degli anni costruirà intorno alle sue diverse pratiche una vera e propria filosofia.

Sul fronte interno: ancora "interventi umanitari"?

Giovedì 14 aprile: presidio itinerante a Genova, ore 17 Piazza Cavour.
sabato 16 aprile: corteo a Bologna, ore 15 piazza XX settembre.
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Le rivolte in nord-Africa - e la caduta temporanea di governi compiacenti con le politiche di contenimento dell'immigrazione - hanno prodotto, com'era prevedibile, l'aumento esponenziale dei flussi migratori. L'ammassamento a Lampedusa di folle di disperati, in assenza di burocrati e frontiere, poteva facilmente essere evitato, ma è tornato evidentemente utile a chi non aspettava altro per creare un ennesimo stato d'emergenza.
Intanto il mediterraneo è diventato un cimitero a cielo aperto. Barconi straripanti di profughi continuano ad affondare, mentre le istituzioni minacciano di ricorrere ai respingimenti. Chi riesce ad attraversare il Mediterraneo, dopo una deriva fatta di stenti e sofferenze, si ritrova imprigionato in un limbo di fame e di controllo.
Mentre le mura dei moderni lager (C.I.E.) - all'interno dei quali da tempo ormai scoppiano rivolte - non riescono più a contenere i deportati, nuovi centri di accoglienza nascono in tutto il territorio. Oggi sono tendopoli, domani chissà: veementi amministratori locali propongono forti ed ex caserme.
A Manduria, nelle campagne pugliesi, ronde razziste pattugliano il territorio. Lì come a Lampedusa la propaganda istituzionale che alimenta l'atmosfera di intolleranza, l'odio xenofobo e la guerra fra poveri, per distogliere l'attenzione dai veri colpevoli del disagio, dal vero problema: lo Stato e l'idea di nazione.

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