Una nuova sezione dedicata al videoattivismo

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Italy indymedia apre una nuova sezione dedicata alle inchieste e al videoattivismo.

Nasce in seguito all'aumento di pubblicazioni originali registrate dalla riapertura del servizio sul sito nazionale, con l'auspicio di sollecitare un ulteriore incremento.

Con essa vogliamo offrire ai mediattivisti la possibilità di raggiungere la vasta platea di utenti che segue Indymedia e arricchire il sito di contenuti e approfondimenti.

Per accedere alla pubblicazione sarà necessario richiedere un account personale dell'autore inviando una richiesta alla lista di gestione del sito, pubblica, a cui se lo desidera può iscriversi.

Per pubblicare il materiale si dovrà:

- redigere una sinossi a corredo dell'opera. Potrà consistere in un breve riassunto del tema trattato o in un vero e proprio approfondimento con collegamenti multimediali.

- fornire un recapito dell'autore per facilitare il contatto e la richiesta di informazioni sull'opera.

- loggarsi. Una volta eseguito l'accesso basterà cliccare il tasto "Pubblica" e compilare il form raggiungibile dal link "Materiale".

- ricordatevi di inserire, se possibile, un'immagine emblematica dell'argomento trattato (qui le istruzioni).

- abbinare all'opera una tra le licenze creative commons attualmente disponibili. A breve verrà implementato il motore di ricerca del sito, includendo la possibilità di individuare contenuti di cui sia consentito il riutilizzo delle immagini (in toto o in parte) in altre opere.

I filmati non saranno direttamente ospitati sul server di Indymedia e sarà consentito il solo embedding. Consigliamo caldamente l'utilizzo di piattaforme come Archive o Arkiwi. La larghezza dell'embedding  non dovrà superare i 400 px.

Chi volesse pubblicare anonimamente può continuare ad utilizzare come sempre il newswire.

La policy applicata a questa sezione è la medesima del sito sebbene in casi limite la lista di discussione abbia la facoltà di rimuovere eventuali materiali pubblicati, giudicati inadeguati.

E' consultabile una piccola FAQ dedicata alla gestione delle Inchieste / materiali.

Verità per Federico ...verità per tutti noi!

ciao Federico

Le motivazioni della sentenza di appello del giugno 2011 con le quali si conferma la condanna per i quattro poliziotti (Paolo Forlani, Enzo Pontani, Monica Segatto e Luca Pollastri) responsabili della morte di Federico Aldrovandi, dipingono uno scenario inquietante nel quale si è consumata la violenza che ha ucciso Federico, così come i successivi tentativi di inquinamento delle prove e di manipolazione della verità messe in atto dalle forze dell'ordine e che hanno visto il coinvolgimento della stessa questura di Ferrara.

Nel comportamento degli agenti i giudici hanno evidenziato condotte di "estrema violenza" inflitte con intenzione "punitiva", una “violenza gratuita assolutamente vietata dalle regole” nei confronti del giovane che, invano, ha implorato i poliziotti, fino all'ultimo, di frenare il pestaggio.

Gli avvocati dei poliziotti ora confidano nella Cassazione, ma le motivazioni che accompagnano la sentenza di appello non lasciano alcun dubbio su come si siano svolti i fatti di quella notte del 25 settembre 2005, sulle responabilità e sul comportamento tenuto dagli agenti della famigerata pattuglia di polizia "alfa3".

Una cronologia degli eventi legati all'omicidio Aldrovandi, fino alla pubblicazione delle motivazioni della sentenza, la potete leggere qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Federico_Aldrovandi

Le motivazioni della sentenza (PDF) http://static.repubblica.it/kataweb/pdf/sentenza.pdf

il blog su federico http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/

Estratto da "è stato morto un ragazzo" testimonianza di Anne Marie Tsaengue, la sola tertimone oculare che racconta la verità.

http://www.youtube.com/watch?v=G-JxUvyWUV0&feature=related

London calling

Incendi riot

da www.finimondo.org

Quante volte è successo? Un giovane alle prese con agenti in divisa che vogliono arrestarlo o umiliarlo. Non ci sta. Ma la sua fuga o il suo atteggiamento orgoglioso vengono maldigeriti da chi è abituato ad essere temuto e riverito. E che per questo ristabilisce la propria autorità messa in discussione nell'unico modo che conosce, con la violenza. Uno, due colpi d'arma da fuoco e il giovane recalcitrante viene messo a posto. Sistemato. Liquidato. Un esempio per gli altri, per i suoi simili. Ma è un esempio che talvolta non funziona. Ottiene un risultato diametralmente opposto alle aspettative. Anziché suscitare la passiva obbedienza presso coloro a cui viene rivolto, scatena in loro una furiosa ribellione.

Dopo la Parigi del novembre 2005, dopo l'Atene del dicembre 2008, ed a poche settimane dalla San Francisco del luglio 2011, è la volta di Londra. Giovedì 4 agosto, nel quartiere di Tottenham, la polizia ha ucciso un uomo che stava scappando per sottrarsi all'arresto. Si chiamava Mark Duggan, aveva 29 anni, una compagna e quattro figli.

Hanno sparato ad altezza d'uomo per uccidere (aggiornato)

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L'Italia è uno dei pochi paesi europei  in cui la polizia non è dotata di numeri di riconoscimento sulla divisa o sul casco, utili per individuare le responsabilità dei singoli poliziotti di fronte ad eventuali abusi.

Protetti dall'anonimato delle loro divise, nei fatti al riparo da ogni procedimento giudiziario e disciplinare,  si trincerano dietro una fitta rete di reciproche coperture e protezioni, come è più volte emerso durante i processi che hanno visto coinvolti esponenti vari delle forze dell'ordine.

Genova ne è stato un esempio lampante come altrettanto lampante è l'esempio recentemente pubblicato anche su questo sito (http://www.youtube.com/watch?v=okrTnRL77O0&feature=youtu.be)

In Val Susa, durante lo svolgimento dell'iniziativa "no tav = no mafia", un poliziotto ha sparato a distanza ravvicinata un lacrimogeno in faccia ad un fotografo che stava documentando l'iniziativa. Il poliziotto, immaginiamo, godrà dell'immunità di branco propria delle forze dell'ordine in assetto antisommossa.

TENTATO OMICIDIO

A una settimana dallo sgombero del presidio NoTav per consentire l'apertura dei lavori preliminari del tunnel esplorativo, migliaia di persone assediano e riconquistano parzialmente gli stessi luoghi, dopo una battaglia durata ore di scontri.

Manifestazione nazionale NoTAV

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Prime corrispondenze audio: Ore 9:30 e ore 11:00

Steaming da Radio Blackout: Ogg Vorbis - MP3 (per chi ha connessioni lente o 3G) - MP3 (per connessioni via adsl)

Diretta disponibile anche sul nuovo sito di Indymedia in allestimento, con aggiornamenti twitter costanti.

Attacco al presidio della Maddalena (2)

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Nella mattina del 27 giugno al presidio no-tav della Maddalena si assite a scene da guerra civile. Le forze dell'ordine usano una quantità impressionante di lacrimogeni contro i manifestanti, costringendoli a precipitose fughe fra i monti e fermano un pacifista che si era diretto, con il suo solo corpo disarmato, contro la ruspa intenta a demolire il guard rail dell'autostrada e aprire la via ai militari.

 

REFERENDUM : l'oblio dell'impero della comunicazione.

referendum

Una cappa di silenzio mediatico attanaglia le nostre vite e minaccia le nostre esistenze, impedendoci una scelta libera e consapevole. Ormai in Italia ci siamo tristemente abituati: succede così per l'uso dei condom, per la procreazione assistita, per le scelte sessuali per non parlare poi dei servizi come sanità e scuola in primis picconati, nel buio della stanza dei bottoni, a suon di tagli. 

Indymedia non è morta

indysnotdead

In questi giorni molti nodi Indymedia di lingua italiana non sono stati visibili per motivi tecnici. Sempre per questioni tecniche sono stati persi gli ultimi post, questo non per una scelta dei vari nodi locali ma, semplicemente, per via di un disguido. Stiamo lavorando al ripristino dei dati persi, e soprattutto per migliorare lo strumento di Indymedia che, per crescere, ha bisogno anche di te! Collabora al progetto iscrivendoti alle mailing list, pubblicando, leggendo e diffondendo Indymedia. Indymedia vive, viva Indymedia.

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