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toscana / guerre e antimilitarismo mercoledì 20 ottobre, 2010 06:38
Il 23 ottobre ci sarà come ogni anno a Livorno la parata militare dei nostalgici di El Alamein con corredato il solito sfoggio di armi da guerra e strumenti di morte alla Rotonda d’Ardenza. Ci dicono che mancano i soldi, ma i soldi ci sono! In 3 anni infatti sono stati spesi 29 miliardi di euro per acquistare cacciabombardieri F-35 e altri aerei ed elicotteri da guerra. Intanto a Pisa è in progetto un mega hub militare che amplierà l'aeroporto militare facendone un hub in grado di movimentare fino a 30.000 militari al mese, perfettamente equipaggiati. In una tale situazione i poteri forti e le istituzioni hanno deciso di marciare insieme cercando di reprimere ogni dissenso, sia esso contro la guerra e le pazzesche spese militari che si porta dietro, sia esso contro il golpe di Cisl e Uil insieme a Federmeccanica sul contratto dei metalmeccanici. E ciò è ancora più accentuato in quelle realtà, come Livorno, dove la crisi picchia duro. Lo dimostrano le strumentalizzazioni portate avanti dopo i fischi della curva nord nei minuti di raccoglimento per i soldati morti in Afghanistan come il violento attacco subito dagli operai che hanno protestato con un lancio di uova davanti a Confindustria e alla Cisl. La risposta del sindaco in prima persona è stata chiara: condanna e scomunica politica per tutti coloro che non sono allineati a fronte di una rinnovata strategia comune con Folgore e soprattutto con Confindustria, come dimostra anche l’assecondamento agli interessi degli industriali con la discarica del Limoncino e il secondo rigassificatore di Rosignano.
toscana / repressione giovedì 14 ottobre, 2010 06:39
Il 5 novembre 2010 è stata fissata l’udienza d’appello in cui dovrà essere esaminato il ricorso che la difesa dei 13 imputati e condannati in primo grado a 7 anni di condanna per "resistenza pluriaggravata" ha presentato.
I fatti si riferiscono alle cariche della polizia che il 13 maggio del 1999 avvennero sotto il consolato USA a Firenze in occasione dello sciopero generale convocato dal sindacalismo di base contro la guerra nella ex-Jugoslavia. A quel corteo parteciparono in migliaia così come in migliaia hanno partecipato alle iniziative, assemblee e manifestazioni convocate nel periodo in cui venne emessa la sentenza di primo grado. La guerra e i bombardamenti contro la ex-Jugoslavia sancirono il momento in cui l’Italia diventò ufficialmente uno stato in guerra con tutto quello che ciò comporta sul fronte interno a livello repressivo. Questo aspetto fu immediatamente affermato dal risalto dato a quegli scontri nel tentativo, sin da subito, di criminalizzare quelle componenti che organizzarono quella giornata di mobilitazione. Il preludio di ciò che sarebbe accaduto a Napoli in occasione del Global Forum e poi al G8 di Genova del 2001. Se oggi, a distanza di più di dieci anni, ci guardiamo indietro, ci rendiamo conto di quanto il lavoro degli apparati repressivi abbiano legittimato, con pesanti campagne mediatiche, cristallizzato, con leggi e decreti, e messo in pratica la sempre maggiore chiusura e riduzione degli spazi di agibilità e di dissenso. I processi che hanno fatto aumentare il numero dei prigionieri e dei compagni rinchiusi in carcere, le decine e decine di inchieste aperte spesso tenute in piedi da veri e propri teoremi per tenere sotto controllo chi sceglie di lottare, i provvedimenti extragiudiziali come la daspo, gli avvisi orali o la sorveglianza speciale, i CIE e le espulsioni, sono esempi in grado di darci il polso della situazione che stiamo vivendo. In un periodo di così forte crisi sociale e d economica, in cui stanno emergendo sempre più contraddizioni e diversi segnali ci dicono che sono sempre di più gli immigrati, gli operai, i lavoratori e gli studenti che si stanno mettendo in gioco, è molto importante guardarsi indietro per capire come la repressione ha colpito e cercherà ancora di colpire chi vuole andare avanti e non abbassare la testa. Per questo motivo, l’udienza d’appello fissata per il 5 novembre deve essere un momento in cui continuare a praticare la solidarietà nei confronti dei compagni processati, ma può essere anche uno spunto e un momento di riflessione sulla repressione. 23 OTTOBRE 2010 Firenze. Giornata di solidarietà e controinformazione Comunicati: - A fianco dei 13 manifestanti contro la guerra condannati a 7 anni CPA Firenze Sud Vedi anche: - Condannati a 7 anni per aver manifestato contro la guerra
toscana / diritti e libertà giovedì 07 ottobre, 2010 22:21
Il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha deciso di aprire un CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) in tutte le regioni dove ancora non esiste tra cui anche la Toscana. I CIE sono strutture istituite con la Legge Turco-Napolitano del 1998 (governo Prodi) con il nome di CPT (Centri di Permanenza Temporanea) nelle quali vengono trattenuti i cittadini stranieri privi di documenti di soggiorno, perduti sempre più spesso insieme al posto di lavoro, o regolari, ma considerati pericolosi per la società. Questi moderni lager di stato, presentati come soluzione al “problema” immigrazione, sono solamente un ulteriore elemento di ricatto ed aggressione verso gli immigranti considerati mera forza lavoro da ridurre in semi schiavitù, un ulteriore tassello verso la militarizzazione delle città. Subito dopo le prime dichiarazioni di Maroni sull’argomento è stata lanciata la campagna ToscanaNoCIE che non vuole essere un nuovo soggetto politico, ma uno strumento che aiuti le realtà che si oppongono senza riserve al CIE a coordinarsi in modo più efficace: l’utilizzo del blog toscananocie.noblogs.org, lo sviluppo di un dibattito comune e le relazioni politiche che da esso trarranno forza saranno sicuramente un incentivo all’allargamento di una campagna che speriamo possa unire un fronte sempre più largo e variegato. Molte iniziative sono state fatte in questi mesi e particolare attenzione è stata posta sugli enti gestori di questi lager. E’ stata, infatti, denunciata con forza la complicità e la collaborazione nella gestione di queste strutture da parte di organizzazioni come Misericordia, Lega Coop o Croce Rossa Italiana che, con la scusa di “umanizzare” questi luoghi disumani, traggono profitto dalla repressione e forniscono, contemporaneamente, una facciata di “presentabilità” al progetto. Parallelamente, ritenendo che i CIE siano completamente inaccettabili, senza possibilità di essere riformati o migliorati, pensiamo sia importante opporsi al tentativo di legittimazione dei CIE da parte del governatore toscano Enrico Rossi . Rossi ha più volte dichiarato di voler optare per un CIE “più umano”, più piccolo e gestito da associazioni. Premesso che la competenza in materia rimane in mano al Ministero, riteniamo che non siano mai esistiti e che non possano esistere CIE “buoni”: sono e rimangono luoghi destinati all’espulsione di persone la cui unica colpa è cercare un futuro migliore, scappando dalla guerra, dalla fame, dalla miseria. Oltre alla legittimazione data al reato di clandestinità, parlare di CIE “umani” serve solamente a fare confusione e ad indebolire la posizione di chi si oppone con chiarezza ai Centri di Identificazione ed Espulsione. Le realtà che fino ad oggi hanno sostenuto e portato avanti la campagna ToscanaNoCIE hanno ritenuto importante sintetizzare del materiale informativo e le proprie posizioni nel dossier “Chi specula sulla paura”. Questo lavoro è stato, fino ad oggi, uno spunto di dibattito molto interessante e la sua presentazione, organizzata in luoghi e da realtà tra loro differenti, ha aiutato la campagna a crescere in numeri e partecipazione: pensiamo che questo approccio sia ancora valido e proponibile in altri territori e vi invitiamo a contattarci per organizzare iniziative simili dove non fossero ancora state svolte nell’ottica di continuare a far crescere questa campagna.
toscana / arti e media domenica 03 ottobre, 2010 17:11
AAAAAA Cercasi mediattivisti, astenersi fannulloni
Questo sito cerca persone che - in accordo con i principi fondanti del network Indymedia, che si possono leggere nei documenti linkati nella colonna di sinistra - vogliano farlo tornare ad essere qualcosa di più che una semplice raccolta di copia e incolla. Per partecipare basta iscriversi alla lista di gestione http://lists.indymedia.org/mailman/listinfo/cmi-toscana e dare un contributo per far ripartire la discussione ed il lavoro collettivo. Sarebbe davvero un po' triste dover arrivare alla chiusura. Alcuni dei gestori sopravvissuti
toscana / repressione venerdì 15 maggio, 2009 17:36
11 maggio, Firenze, la polizia carica un corteo di studenti: qualche link. La convocazione del presidio dell'11 maggio
Post sul newswire pubblicati durante la giornata
Comunicati presenti sul newswire
Corteo contro la repressione - 16 maggio
Altri link
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