usipr

Pomigliano e dintorni

cisco | 06 Luglio, 2010 21:50

Si è, provvisoriamente, chiusa la vertenza alla Fiat di Pomigliano. L’ipotesi d’accordo, partorita da Marchionne, ha visto favorevoli Fim-Cisl e Uilm, contraria la Fiom, anche se Epifani premeva per l’accettazione. Il risultato del referendum tra i lavoratori ha visto un contenuto prevalere dei sì, contro un significativo e importante 36% di no di lavoratori che non hanno ceduto al ricatto.
Conosciamo ormai tutti i contenuti di questo accordo infame: Orari, turni, pause, ritmi, diritto di sciopero sono pesantemente attaccati, in totale deroga al contratto nazionale. C’è però da rimarcare la continuità dell’attacco padronale con i più recenti
provvedimenti legislativi e/o accordi fra “parti sociali” e che costituisce la chiave di lettura di questa vicenda. Si parte dall’accordo sul nuovo modello contrattuale del gennaio 2009 che smantellava in gran parte la contrattazione nazionale, prevedendo in sede locale e aziendale deroghe peggiorative al contratto nazionale di categoria, si passa per i provvedimenti antisciopero voluti da Sacconi (per adesso ristretti a settori del pubblico impiego, domani chissà…) e per il recente Collegato lavoro alla finanziaria 2009 che indebolisce ancora le facoltà contrattuali dei lavoratori e si arriva all’oggi, col terreno spianato dal governo, all’attacco finale, allo svuotamento
totale dell’istituto della contrattazione nazionale di categoria. Perché quello che fa la Fiat diventa modello ed esempio da seguire per tutti. Quale sarà l’azienda che non profitterà per imporre accordi vessatori e in deroga ai contratti? Che senso avrà parlare ancora di contratti?
Ma detto questo, possiamo anche sbilanciarci a prevedere i prossimi passi del fronte anti-lavoratori. Come non pensare che il prossimo obiettivo sia la stessa contrattazione collettiva di secondo livello? Le avvisaglie ci sono già da un pezzo, le leggi sulla precarietà e la flessibilità sono lì belle e pronte, le prove generali per i nuovi assunti sono già state fatte (vedi Collegato lavoro). A quando la semplice fine della contrattazione collettiva ad ogni livello? A quando ogni lavoratore solo di fronte al padrone?
Sicuramente precorriamo i tempi e pecchiamo di un po’ di catastrofismo, ma con quelli che oggi si propongono a difesa dei lavoratori (partiti di sinistra e sindacati confederali) c’è poco da stare allegri. Dei sindacati istituzionali si è già detto, in questa come in altre occasioni, Cisl e Uil (e la loro consorella Ugl) non hanno remore a firmare qualunque cosa gli si proponga, anzi lo fanno
con entusiasmo. Non sostanzialmente diverso il discorso per la Cgil che, dietro un atteggiamento di tiepida opposizione, non si
nega ad una stretta concertazione con le altre parti sociali (lo stesso recente sciopero generale del 25 giugno appariva, nelle intenzioni, come un’operazione di mera facciata). Parzialmente diverso l’atteggiamento della Fiom che comunque non sembra voler spingere la sua intransigenza fino alla rottura organizzativa con il resto della confederazione. Sul lato politico il PD, con il suo
codazzo di alleati, non fa mancare appoggio e sostegno alle richieste confindustriali; il resto dell’opposizione, quella “radicale”, è pulviscolo e nulla più.
Rimarrebbero, a tentar di catalizzare e organizzare l’opposizione dei lavoratori ai pesanti attacchi che quotidianamente subiscono, i sindacati alternativi, ricchi di buone intenzioni, ma penalizzati dalla loro frammentazione e da distinguo reciproci che spesso nemmeno i loro stessi iscritti comprendono. Può bastare? Evidentemente no, anche se lo sciopero generale del 25 proclamato da noi, Cub e SI Cobas ha avuto un buon riscontro tra i lavoratori e così le manifestazioni di piazza che ci sono state.
Non ci sono soluzioni semplici, né a portata di mano. A Pomigliano, come nel resto del paese, nelle mille situazioni di crisi e di attacco a salario e diritti, i lavoratori sono di fronte ad un aut-aut: o riprendere consapevolezza del proprio essere classe in contrapposizione inconciliabile al capitale, ai suoi apparati e ai suoi amici, o rimanere ancorati ad una difesa frammentata (e dunque debole, seppur necessaria) solamente dei propri interessi immediati.
Non ci sono scorciatoie, è necessaria una battaglia culturale - lunga e difficile - che riproponga come inalienabili i valori dell’unità, della solidarietà e dell’autonomia di classe. Una battaglia di idee e di fatti e realizzazioni. Una battaglia nella quale noi saremo, come siamo sempre stati, dalla parte degli sfruttati.

 

Segreteria nazionale USI-AIT

Comunicato stampa contro la Proges

cisco | 29 Giugno, 2010 17:45

L’anno scorso segnalammo l’anomalia dell’affidamento alla coop. Proges del servizio Gruppi appartamento per Disabili da parte del Comune (4 cooperative in 5 anni), a seguito di logiche che avevano poco di attinente con la qualità del servizio stesso.

Oggi, purtroppo, siamo ad evidenziare come i nostri dubbi di allora siano stati confermati. Lasciando ad un altro momento la valutazione sulla discutibile gestione del servizio, intendiamo soffermarci su due aspetti che di fatto stanno colpendo pesantemente i lavoratori del servizio: mensilizzazione e indennità trasferta.

Per quanto riguarda la mensilizzazione, s’intende quella decisione arbitraria ed unilaterale in base alla quale non vengono  elargite le indennità previste dal CCNL per quanto riguarda supplementare e straordinario, e le ore svolte in più trasferite in una “banca ore” ed elargite (se non fatte recuperare obbligatoriamente) due volte all’anno.

A questa scelta, mai spiegata pubblicamente a nessun lavoratore, Proges è arrivata evitando d’incontrare USI, com’è obbligatorio in quanto RSA, ma accordandosi solo con CGIL e CISL (…). Con questa decisione Proges, oltre ad intascarsi migliaia di euro d’interessi bancari, gode di una flessibilità estrema: quando ne ha bisogno (e ne ha..) fa lavorare di più i lavoratori, non riconosce la relativa indennità, e può poi scalare le ore svolte in più nei momenti di minor impiego. Ma il vero danno è che molti lavoratori, soprattutto i part-time, vedono ridursi drasticamente gli stipendi, con impossibilità reale di aprire mutui o di arrivare alla fine del mese, difficoltà evidentemente ignote ai vertici Coop. Ogni tentativo di mediazione sindacale si è finora scontrato con un muro opposto dai vertici del colosso industriale Proges.

Per quanto riguarda l’indennità trasferte (soggiorni con ragazzi disabili, senza staccare mai, 24 ore su 24, e certo non è facile..), USI negli anni scorsi aveva stipulato con Coop. Dolce e Coop. Codess un accordo di fatto ben più vantaggioso di quanto Proges sta ora riconoscendo: si parla di circa 20/25 euro al giorno di differenza.

La motivazione addotta da Proges è che c’è un accordo firmato con CGIL-CISL-UIL (tanto per cambiare..) del 2002 e di fatto rinnovato, che regola la materia. Le domande sono molte: di chi fanno gli interessi questi sindacati nelle cooperative sociali? È possibile che un accordo così vecchio sia ancor oggi il riferimento? È coerente che oggi un operatore dei gruppi appartamento (ma per noi l’indennità più alta sarebbe da applicare a tutti) vada in soggiorno oggi a meno di quattro anni fa? Il Comune può disinteressarsi così del trattamento di lavoratori che per sua responsabilità hanno cambiato così tante cooperative, visto che, in teoria, dovrebbe fare l’interesse “pubblico”, senza strane commistioni?

Per questo motivo, USI, che ha la totalità delle deleghe nel servizio, forte anche del consenso dei famigliari di alcuni degli utenti coinvolti, ha deciso che da settembre bloccherà ogni trasferta, fino a quando non venga rinnovato l’accordo. La decisione è sofferta, perché chi lavora nel sociale sa quanto sia importante per questa utenza uscire dalla quotidianità, ma abbiamo la consapevolezza che la lotta è anche per loro, per la qualità della loro vita.

La dignità non è in svendita.

 

USI/AIT PARMA- settore Coop. Sociali

25/06 SCIOPERO GENERALE DI 24 h

cisco | 14 Giugno, 2010 17:01


La scrivente Organizzazione Sindacale Unione Sindacale Italiana – Sezione d’Italia dell’AIT, unitamente ai propri sindacati di settore USI-IUR, USI-Sanità, USI-Postel, USI-LEL, USI-Cooperative Sociali, USI-Arti e Mestieri, proclama lo SCIOPERO GENERALE di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 25 giugno

2010:

 

Vista la crisi economica in aggravamento, pretendiamo che il Governo

garantisca a tutti reddito e servizi per continuare a vivere dignitosamente,recuperando risorse dall’evasione fiscale e dai redditi maggiori, ripartendo il lavoro disponibile, ampliando gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori in modo

continuativo.

Lo sciopero generale, in particolare, è indetto:

contro la manovra Tremonti e contro tutti i provvedimenti legislativi, presenti e passati, tesi a colpire il reddito e le condizioni dei lavoratori;

contro tutti i provvedimenti legislativi e accordi fra parti sociali, presenti e passati, tesi a limitare le libertà di sciopero, contrattazione e rappresentanza;

  contro qualsiasi tentativo di far pagare i costi della crisi solo ai lavoratori con l’aumento dell’età pensionabile e il blocco dei salari rispetto all’inflazione;

  per forti aumenti salariali, slegati dalla produttività aziendale, e pensionistici e

la garanzia a tutti di reddito e servizi adeguati, recuperando risorse

dall’evasione fiscale e dai profitti, ampliando gli ammortizzatori sociali a tutti i

lavoratori in modo continuativo;

  per l’eliminazione delle spese militari e contro le logiche belliciste e securitarie; i

risparmi derivanti dal taglio di queste inutili spese potranno essere utilizzati per creare nuova occupazione;

  per l’eliminazione di ogni forma di precarietà lavorativa e l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari e in nero, perché il lavoro sia oggetto di forti investimenti nell’ambito della sicurezza;

  per l’abolizione del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, ritiro del pacchetto sicurezza e la chiusura dei CIE (ex CPT)

MACELLERIA SOCIALE?

cisco | 06 Giugno, 2010 16:00

In un commento alla manovra finanziaria, Berlusconi ha recentemente dichiarato “non sarà una macelleria sociale”, a sottintendere una sostanziale “equità” e “levità” dei provvedimenti che vi saranno contenuti. Pronte le precisazioni di Tremonti, dopo aver minacciato le dimissioni se non passavano i tagli previsti, ha detto: “Questa non è una finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme". In ultimo la puntualizzazione di Gianni Letta che non nasconde si tratti di un
intervento ''duro, con sacrifici pesanti''.
Non manca un cenno di compiacimento da parte degli industriali, infatti per la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, "se la manovra va nella direzione del taglio della spesa pubblica e se comincia anche a dare risposte sulla produttività si tratta di una manovra positiva per il Paese… Questa manovra è necessaria perché si sono acuiti due problemi: la crisi greca e l'attacco all'euro" avrebbe detto ancora il presidente di Confindustria ricordando che in questi anni "costo del lavoro per unità di prodotto e spesa pubblica sono cresciuti troppo".
Infine la posizione dei sindacati confederali, discretamente compiaciuta (pur con distinguo) quella di CISL e UIL, di opposizione di facciata quella della CGIL dove Epifani dice che i sacrifici sono accettabili se “equamente” distribuiti, sorvolando sul banale fatto che i tagli “equi” per i poveri sono ben più pesanti dei tagli “equi” per i benestanti.
Il coro è comunque abbastanza unanime: sacrifici in nome dell’unità del paese contro una crisi che si manifesta sempre più devastante. Poiché, ora come sempre, assumiamo come unico punto di vista le condizioni dei lavoratori e le loro necessità, non ci interessa analizzare se le alchimie di Tremonti avranno successo sul rischio Grecia. Forse sì, almeno nell’immediato, perché i nostri prestigiatori (siano politici, banchieri, speculatori) sono abili nel maneggiare “scatole vuote”, siano capitali fittizi, titoli fondati sul debito o altro.
Quello che ci interessa è altro: l’attacco alle condizioni dei lavoratori e, in questo senso dobbiamo dire che per una volta siamo d’accordo con Berlusconi. Questa finanziaria non è l’inizio di una “macelleria sociale”, è semplicemente (per ora) l’ultima tappa di un percorso di massacro sociale che dura da anni.
Un percorso che si è articolato nei tanti decreti dei vari proconsoli di Berlusconi (Brunetta, Tremonti, Gelmini, Sacconi, ecc.), nelle varie finanziarie e nei loro collegati, negli accordi e nei protocolli d’intesa fra le parti sociali e via elencando.
Un percorso che ha colpito pesantemente i lavoratori nei salari, nelle condizioni di lavoro, nelle pensioni e nella possibilità di pensionamento, nei diritti individuali e sindacali, nell’erogazione di servizi sociali, ecc. Anche qui l’elenco è lungo.
La nuova manovra, tra l’altro, prevede:
Tagli alla sanità, blocco dei salari dei dipendenti pubblici per il 2010-2011-2012-2013, riduzione delle finestre di uscita pensionistiche, rateizzazione del TFR, tagli agli enti locali con conseguente
peggioramento dei servizi, blocco del turn-over con conseguente disoccupazione crescente.
Niente di nuovo, solo l’ennesima manifestazione d’arroganza e un chiaro messaggio che dice: “i sacrifici continuerete a farli voi, come sempre, serviranno a mantenere i nostri profitti d’azienda, le nostre rendite di posizione, i nostri privilegi di casta”.

Questo è quello che sta dietro alle ipocrite dichiarazioni su “l’unità nazionale di fronte alla crisi” e sui “sacrifici distribuiti equamente su tutti gli strati sociali”. Questo e non altro.
Prenderne atto è il primo passo. Rispondere con forza e intransigenza agli attacchi è il secondo.
Ricostruire l’unità e la solidarietà di tutti i lavoratori, di tutti gli sfruttati, è il terzo. Cominciare a
pensare ad una società completamente diversa dall’esistente è il passo successivo.

HASTA SIEMPRE BAGNA

cisco | 06 Giugno, 2010 15:51

 

SOLIDARIETA' CON I LAVORATORI GRECI

cisco | 06 Maggio, 2010 23:10

 

 

La Grecia, travolta da una pesantissima crisi economica, innescata dal tracollo finanziario dello Stato e dalla speculazione internazionale, sta vivendo una drammatica crisi sociale. I lavoratori greci, scesi in sciopero generale, contrastano duramente sulle piazze ad Atene, come a Salonicco e a Patrasso, il tentativo di far pagare a loro tutti i costi della crisi, con gravissimi tagli salariali e occupazionali, con tutto l’armamentario che governi e padroni mettono in campo per uscire dal baratro che loro stessi hanno scavato.
Siamo vicini ai lavoratori greci in lotta e respingiamo ogni tentativo di criminalizzarli. Alla violenza dell’attacco economico-sociale che stanno subendo non ci può essere altra risposta che una lotta dura e intransigente come quella che si sta sviluppando.
Pieno appoggio dunque ai lavoratori greci e alle loro lotte nel nome dei valori dell’internazionalismo proletario.
In Grecia come in Italia e dappertutto, contrapponiamo alla favola dell’unità della nazione (che vuol semplicemente dire scaricare sugli sfruttati le malefatte degli sfruttatori) l’unità e la solidarietà di classe tra i lavoratori, gli unici valori che riconosciamo.
La segreteria nazionale dell’USI-AIT

LETTERA APERTA AGLI OPERATORI DEI SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI PARMA

cisco | 19 Marzo, 2010 12:31

Ci rivolgiamo a voi con rispetto in quanto siete lavoratori, ma vi chiediamo altrettanta attenzione e rispetto per quanto segue.

La crisi che avanza sta aumentando a dismisura le situazioni di indigenza:

Gli sfratti, le esecuzioni immobiliari, i licenziamenti e la cassa integrazione, le insolvenze, non sono più eccezioni in un quadro di quasi piena occupazione in cui il sistema del welfare sviluppato in emilia romagna poteva intervenire garantendo bene o male una certa copertura sociale.

Oggi quel sistema non è più adeguato ad affrontare l’aumento dei casi di indigenza o emarginazione sociale che necessitano di interventi pubblici affinché siano garantiti i diritti fondamentali di ogni essere umano.

L’aumento della pressione agli sportelli, che voi avrete sicuramente rilevato e che vi comporta ulteriori aumenti di carichi di lavoro, deve trovare delle risposte adeguate: non è possibile affrontare questa situazione di grave emergenza, che in prospettiva continuerà ad aggravarsi, con i pochi strumenti di cui la politica a livello locale e nazionale vi dota.

Per questo c’è una spinta politica proveniente dal basso, da chi vive i problemi e da chi lotta contro le discriminazioni e le disuguaglianze, che anche a Parma sta sviluppando diverse forme di lotta per far sì che la risposta pubblica ai crescenti bisogni sociali sia per lo meno adeguata.

Tra le varie forme di lotta abbiamo deciso di adottare anche quella della pressione presso le sedi  decentrate dei servizi sociali, non per contestare chi vi lavora ma per far sì che chi è preposto alle decisioni politiche trovi e vi fornisca strumenti di intervento sociale per affrontare in modo strutturale ed adeguato l’emergenza.

Nei nostri rapporti con le gli uomini e le donne sia italiani che migranti che abbiamo incontrato nel percorso di lotta per la casa intrapreso ormai da diversi anni abbiamo però in alcuni casi raccolto denunce di comportamenti anche gravemente scorretti da parte di alcuni operatori del sociale.

Gli inviti pressanti ad accettare le soluzioni proposte dal Comune (inadeguate in molti casi) con la minaccia di sottrarre altrimenti la tutela dei figli, gli inviti a tornarsene nel paese d’origine nel caso degli stranieri che hanno spesso figli nati e cresciuti in Italia, la scarsa tutela della privacy, l’arroganza e la superficialità, non sono atteggiamenti che possono trovare una scusante nel pur rilevante peggioramento delle vostre condizioni di lavoro.

Così facendo l’operatore si trova ad essere l’esecutore materiale finale di un sistema di repressione e inferiorizzazione che colpisce proprio i più deboli e bisognosi di aiuto, contribuendo a legittimare l’ineguaglianza sociale, a frustrare e umiliare gli ultimi.

Premesso che siamo pronti a segnalare agli ordini preposti le situazioni di grave violazione dei codici deontologici professionali, vi invitiamo a non essere complici di chi, nei posti di potere, è il vero responsabile delle emergenze sociali diffuse ormai in modo massiccio anche nella nostra città.

Cercate di capire fino in fondo le esigenze di chi protesta e vedrete che troverete in questi degli alleati e non degli scocciatori.

   

Sru

Rete diritti in casa.

la mensilizzazione colpisce gli operatori e le operatrici

cisco | 26 Febbraio, 2010 11:43

L’Unione Sindacale Italiana- sezione di Parma segnala di non essere stata informata riguardo alla cosiddetta mensilizzazione delle buste paga degli operatori, provvedimento che quindi non ha firmato, a differenza di CGIL e CISL, che, però, non hanno ritenuto di chiedere il consenso dei lavoratori (come al solito). Questa mensilizzazione di fatto sta mettendo in seria difficoltà, oltretutto in un periodo di crisi economica generalizzato, le possibilità economiche degli operatori e delle operatrici, che, oltretutto, non erano stati informati preventivamente. Forse coloro che hanno deciso questo provvedimento (vertici aziendali e sindacati istituzionali) non si rendono conto delle difficoltà di arrivare a fine mese per chi ha un mutuo o un affitto, da pagarsi tutti i mesi e non solo due volte all’anno, o comunque una famiglia da mantenere. Al momento restano ancora poco chiari molti elementi concreti di questa operazione (le maggiorazioni festive, supplementari, straordinarie, come saranno pagate?), che, di fatto, i singolo operatori (per la complessità) non riusciranno più a controllare direttamente, affidandosi fideisticamente solo agli uffici coop o a sindacalisti di mestiere. USI ritiene che questa operazione, così com’è adesso, sia contraria agli interessi dei lavoratori.

COMUNICATO STAMPA SINDACALE SU NEOFASCISTI CASA POUND ITALIA.

cisco | 03 Febbraio, 2010 18:24

Esprimiamo la nostra più completa solidarietà alla lotta politica e culturale che il Comitato Antifascista Montanara sta portando avanti da mesi contro l'associazione neofascista Casa Pound-Italia. Come sindacati di base non possiamo tollerare la presenza in una città, Medaglia d'Oro per la lotta di Liberazione, di una formazione che si richiama a ideali e disvalori tipici di un periodo storico così nefasto per la storia italiana. Da tempo gruppi neofascisti sono protagonisti in tutta Italia di gravi attacchi a immigrati, omosessuali, trans e giovani antifascisti, a partire dagli omicidi di Davide Cesare, a Milano nel 2003 e quello di Renato Biagetti a Focene (Roma), nell'agosto 2006. Da ultimo l'omicidio di Nicola Tommasoli, nel maggio 2008 a Verona, soltanto perché portava i capelli lunghi, con un'escalation pericolosa che ha fatto registrare tra gennaio 2005 e dicembre 2008 almeno 329 aggressioni, 161 atti vandalici e danneggiamenti inneggianti al nazifascismo. Queste formazioni, di cui Casa Pound è solo una delle più in vista, raccolgono il malcontento di anni di politica istituzionale fondata su misure economiche che hanno profondamente colpito la classe lavoratrice con liberalizzazioni, privatizzazioni e riduzioni di diritti e garanzie portati avanti da tutti i governi, e spesso avallate dai sindacati concertativi, culminati in un precariato divenuto regola, portando a una situazione di conflitto sociale permanente e una guerra tra poveri che impoverisce non solo dal punto di vista materiale.

Il vero problema è la natura stessa di un sistema economico basato sull'arricchimento dei soliti pochi e di miseria economica e culturale per molti, un terreno di coltura ideale per formazioni xenofobe e fasciste che approfittano della situazione di smarrimento dei lavoratori per versare odio e per identificare nel diverso il problema di chi per primo sente la precarietà dell'esistente sulle proprie spalle.Parma, forte di una presenza antifascista attiva e fortemente radicata sul territorio, sta facendo barriera contro queste derive, promuovendo eventi culturali e attraverso una mobilitazione che ci vedrà protagonisti attivi al fianco del Comitato Antifascista Montanara e di altre associazioni per contrastare il fascismo in tutte le sue forme, quelle di ieri e quelle di oggi.

  Assemblea permanente dei sindacati di Base (Usi/Ait, Rdb, Cub)

 

COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ ALLA LOTTA PER LA CASA

cisco | 29 Gennaio, 2010 22:32

 

L’Assemblea Permanente dei sindacati di base di Parma (Usi/Ait, Rdb e Cub) intende esprimere solidarietà ed appoggio allo lotta per il diritto alla casa portata avanti dalla Rete Diritti in Casa e dalla Sru (Società di Riappropriazione Urbana) delineatasi recentemente venerdì scorso nell’occupazione pacifica del Duc allo scopo di chiedere una soluzione accettabile per la famiglia ivoriana composta da Clara Badia, suo marito, i due figli e il padre malato, il cui sfratto esecutivo era stato bloccato dagli attivisti pochi giorni prima. Il silenzio delle istituzioni e degli organi competenti, che hanno proposto soluzioni provvisorie solo per alcuni componenti con la conseguenza della divisione della famiglia è stato inaccettabile: Clara, la sua famiglia e gli attivisti hanno intrapreso un percorso di denuncia pubblica tramite gli organi di informazione e a stretto contatto con i cittadini, con la maggiore comunicatività possibile, richiedendo il blocco degli sfratti e una presa di posizione netta dell’Amministrazione Comunale.

Sempre più famiglie, italiane e straniere, sono sottoposte a provvedimenti di sfratto esecutivo per morosità, perché non riescono più a pagare l’affitto, in seguito spesso alla perdita del posto di lavoro. La lotta per il diritto alla casa è la lotta per il diritto al lavoro e dei lavoratori.  Il Comune di Parma, mentre esalta le proprie politiche abitative per le famiglie disagiate presentandole come un’eccellenza, non accetta il confronto con le persone reali in condizioni precarie e con un gruppo di cittadini che lavora per far conoscere queste situazioni. Crea strumenti come CasaAdesso e  ParmAbitare che non fanno che arricchire i costruttori non offrendo una soluzione vera alle tantissime persone che hanno fatto richiesta di un alloggio popolare. Le numerosissime case lasciate appositamente sfitte allo scopo di far salire il prezzo delle abitazioni sono un insulto alle tante persone che dormono in strada nella nostra città, sempre più emarginate e messe in un angolo da chi dovrebbe aiutarle: solo la forza della lotta unitaria dei lavoratori italiani e stranieri può portare ad una soluzione vera e allo sviluppo di una lotta per i diritti fondamentali, la casa come il lavoro. La loro lotta è la nostra lotta. La solidarietà è il più grande strumento che abbiamo a disposizione.

 

Assemblea permanente dei sindacati di Base (Usi/Ait, Rdb, Cub)

 

cassaresistenzapr@inventati.org

IKEA: LA LOTTA PAGA

cisco | 27 Novembre, 2009 16:18

REINTEGRATO IL CARRELISTA LICENZIATO UN ANNO FA

 

Oggi il tribunale del lavoro di Brescia si è espresso a favore della riassunzione a tempo indeterminato presso Ikea Brescia del lavoratore Belmadani Azzedine, espulso dall'azienda nell'agosto 2008 assieme a tutto il comparto carrellisti, causa il cambio dell'appalto dell'impresa interinale che gestiva il servizio. La sentenza di oggi sancisce la vittoria della vertenza sindacale contro Ikea Brescia, durata più di tre mesi con presidi continui all'esterno del negozio ed altre iniziative di lotta. La battaglia sindacale, messa in campo dal collettivo di lavoratori autorganizzato "Senzatemponedenaro", federato all' Unione sindacale italiana di Brescia, ha dato i suoi frutti nella giornata di oggi 24 novembre.

Collettivo Senzatemponedenaro - USI COMMERCIO

COSA CI HA INSEGNATO LA LOTTA DEI LAVORATORI DELLA SPX DI SALA BAGANZA

cisco | 12 Novembre, 2009 20:42

Come sindacati di base attivi sul territorio parmense,intendiamo esprimere
alcune considerazioni sulla vicenda SPX Italia.

I lavoratori e le lavoratrici SPX di Sala Baganza (PR),dopo le prime avvisaglie
avute nel mese di giugno, a settembre si trovano materialmente di fronte alla
volontà da parte dell’azienda di licenziare (mettere in mobilità) 45
persone,attraverso un piano aziendale che vuole de localizzare in toto la parte
produttiva della sede locale in Francia e Germania,senza precise prospettive per
i reparti restanti. SPX (multinazionale statunitense),col suo stabilimento di
Sala Baganza ,non era in crisi; la delocalizzazione ed i licenziamenti
rappresentavano unicamente un riassetto organizzativo corrispondente alle
esigenze logistico-finanziarie della dirigenza internazionale.

I lavoratori e le lavoratrici SPX, che fino a quei giorni avevano lavorato in
una realtà “semifamigliare”, in un clima di “pace sociale”, senza conflitti e
con uno scarso livello di sindacalizzazione militante e partecipata, prendono
materialmente atto di essere unicamente pedine soggette ai voleri ed allo
sfruttamento padronali,cominciano a definirsi come tutti appartenenti ad una
classe(quella operaia) che ha interessi contrapposti rispetto alla classe padronale.
I lavoratori e le lavoratrici SPX decidono di confrontarsi con la loro
controparte attraverso la pratica del conflitto.
Passando sempre attraverso l’assemblea dei lavoratori: cominciano gli scioperi,
si attiva il presidio permanente davanti allo stabilimento,si vota
democraticamente l’estensione della delegazione trattante ad altri lavoratori
oltre le RSU, con la lotta e la fermezza delle proprie posizioni si conquista il
riconoscimento e l’ufficialità del “consiglio di fabbrica” al tavolo di
trattativa dell’unione industriali.

La lotta di questi lavoratori e lavoratrici per l’unità espressa,per la volontà
di portare avanti il conflitto, per la coscienza di classe che andava
maturando,ha rappresentato da subito un esempio per tutti.

Il presidio permanente alla SPX di Sala Baganza è diventato un punto di
riferimento per i dipendenti di altre aziende, la lotta e la determinazione per
conservare i posti di lavoro e riscrivere un piano industriale che rispettasse
la dignità di tutti hanno rappresentato un eccellente esempio di conflitto
operaio, dimostrando come né contractors, né guardie armate possano nulla contro
la determinazione della classe operaia, quando questa prende coscienza delle
continue umiliazioni che la classe padronale gli infligge.

I lavoratori SPX hanno saputo rispondere alle provocazioni e alla condotta
antisindacale dell’azienda,articolando diversamente le modalità di lotta e le
forme di sciopero, arrivando dopo diversi giorni di sciopero totale ad oltranza,
allo sciopero delegato dei reparti vitali, con il fine di colpire nel “cuore”
l’azienda razionalizzando le scarse risorse economiche disponibili tra i
lavoratori permettendo il proseguo ad oltranza della lotta.
La solidarietà materiale e politica di proletari,di singoli cittadini,di
comunisti e di libertari,di lavoratori tra i quali molti organizzati dai
sindacati di base,di giovani precari e di studenti antagonisti: è andata aumentando.

In alcuni casi il presidio alla SPX è diventato anche passerella per alcuni
volti politici locali e nazionali, pronti ad interpellanze e comunicazioni
parlamentari per dare risonanza alla lotta, a dichiararsi dalla parte dei
lavoratori;dimenticandosi molti di non corrispondere poi, con l’agire quotidiano
teorico-pratico, all’interesse della classe lavoratrice. Ne è un esempio Di
Pietro che con il suo partito (IDV) si proclama paladino dei deboli, ma che (per
esempio) nel parlamento europeo aderisce al gruppo dell’Alleanza dei democratici
e liberali per l’Europa,ovvero ad uno dei principali gruppi che promuovono
normative antioperaie e liberiste.

Oggi il segretario FIOM ricorda che sono passate 18.000 ore di sciopero e 56
giorni di presidio: un lungo periodo di lotta per i lavoratori.
Un lungo periodo di lotta anche per la FIOM,che nonostante sappia rappresentare
ed organizzare spesso bene il conflitto, alla fine deve comunque corrispondere
ed essere “compatibile” ad una realtà confederale concertativa e
collaborazionista come è la CGIL.
Allora diventa difficile rilanciare coi lavoratori provati dalla lunga
lotta,dalla propaganda padronale,dall’isolamento(nonostante la solidarietà di
molti proletari) che una lotta di fabbrica sperimenta nella società in cui
viviamo oggi.
Allora il terreno è fecondo per accompagnare la maggioranza dei lavoratori e
lavoratrici che tanto hanno saputo lottare, ad accettare un accordo definito
“positivo”.
Un accordo che non cambia i piani industriali della dirigenza SPX, che non
garantisce i livelli occupazionali né attuali, né futuri.
Un accordo che monetarizza l’espulsione di forza lavoro e che ascrive i
licenziamenti sotto la voce “mobilità volontaria”, con il ricatto occulto che
prevede la mobilità secondo i termini di legge nel caso in cui questi
“volontari” vengano a mancare alla data del 20/11.

I sindacati di base di Parma , che fin dall’inizio hanno messo a disposizione le
proprie risorse materiali e militanti per la battaglia dei lavoratori SPX,su
quel tenace esempio,invitano tutti i lavoratori ad organizzarsi
(indipendentemente dall’appartenenza sindacale) in comitati di lotta affinché le
vertenze conflittuali siano organizzate,gestite e dirette dai lavoratori in
prima persona senza deleghe e procure in bianco.

Per questa ragione i sindacati di base mettono a disposizione le proprie
agibilità per collegare i lavoratori delle diverse aziende,con l’obiettivo della
costruzione di un coordinamento operaio che sappia produrre iniziative e
piattaforme rivendicative proprie.

Come concreto contributo i sindacati di base hanno aperto una CASSA DI
RESISTENZA che verrà utilizzata per aiutare e sostenere le realtà di lotta che
continuano ad aprirsi sul nostro territorio.


I sindacati di base di Parma
CUB - RDB - USI/AIT
Parma, 12 novembre 2009

SCIOPERO GENERALE 23 OTTOBRE

cisco | 10 Ottobre, 2009 16:43

 

 Manifestazione USI

- CONTRO QUALSIASI TENTATIVO DI FAR PAGARE I COSTI DELLA CRISI SOLO AI LAVORATORI CON L’AUMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE E IL BLOCCO DEI SALARI RISPETTO ALL’INFLAZIONE. BLOCCO DEI LICENZIAMENTI  

 

 

- PER FORTI AUMENTI SALARIALI, SLEGATI DALLA PRODUTTIVITA’ AZIENDALE, PENSIONISTICI E LA GARANZIA A TUTTI DI REDDITO E SERVIZI ADEGUATI, RECUPERANDO RISORSE DALL’EVASIONE FISCALE E DAI PROFITTI, AMPLIANDO GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI A TUTTI I LAVORATORI IN MODO CONTINUATIVO;   

 

- PER L’ABROGRAZIONE DI TUTTE LE LEGGI BRUNETTA SUL PUBBLICO IMPIEGO,   

 

- NO ALLA RIFORMA GELMINI E ALLA SCUOLA “AZIENDA”  

 

- CONTRO TUTTI I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI E ACCORDI FRA PARTI SOCIALI, PRESENTI E PASSATI, TESI A LIMITARE LA LIBERTA’ DI SCIOPERO, CONTRATTAZIONE E RAPPRESENTANZA.

 - PER L’ELIMINAZIONE DELLE SPESE MILITARI E CONTRO LE LOGICHE BELLICISTICHE E SECURITARIE. I RISPARMI DERIVATI DA QUESTE SPESE POTRANNO ESSERE UTILIZZATI PER CREARE NUOVA OCCUPAZIONE  

 

 

- PER L’ELIMINAZIONE DI OGNI FORMA DI PRECARIETA’ LAVORATIVA E L’ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO DI TUTTI I LAVORATORI PRECARI E A NERO, PERCHE’ IL LAVORO SIA SOGGETTO DI FORTI INVESTIMENTI NELL’AMBITO DELLA SICUREZZA  

 

- ABOLIZIONE DEL LEGAME TRA PERMESSO DI SOGGIORNO E CONTRATTO DI LAVORO, RITIRO DEL PACCHETTO SICUREZZA E LA CHIUSURA DEI CIE. ABROGRAZIONE DELLA LEGGE BOSSI-FINI   

 

- PIANO STRAORDINARIO DI INVESTIMENTI PUBBLICI PER IL REPERIMENTO DI UN MILIONE DI ALLOGGI POPOLARI, TRAMITE UTILIZZO DI CASE SFITTE E MEDIANTE RECUPERO, RISTRUTTURAZIONE E REQUISIZIONI DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ESISTENTE, BLOCCO DEGLI SFRATTI, CANONE SOCIALE PER I BASSIREDDITI   

 

 

- PIANO DI MASSICCI INVESTIMENTI PER LA MESSA IN SICUREZZA DEI LUOGHI DI LAVORO E DELLE SCUOLE, SANZIONI PENALI PER GLI OMICIDI SUL LAVORO E GLI INFORTUNI GRAVI

-CASSA INTEGRAZIONE ALMENO AL 80% DEL SALARIO PER TUTTI I LAVORATORI/ICI, PRECARI COMPRESI, CONTINUITA' DEL REDDITO PER I LAVORATORI " ATIPICI"

-BOLOCCO DELLE PRIVATIZZAZIONI

-CONTRO UN RITORNO DEL NUCLEARE

 -BLOCCO DELLE GRANDI OPERE. MESSA IN SICUREZZA DI TUTTE LE ZONE A RISCHIO E MIGLIORAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE GIA’ ESISTENTI.

Presidio dalle 9.30 alla SPX di Sala Baganza in solidarietà ai lavoratori in lotta

Sez. di Parma dell’ Unione Sindacale Italiana/AIT                           

                                         

Comunicato di solidarietà ai lavoratori SPX-italia

cisco | 18 Settembre, 2009 15:42

I lavoratori della sezione di Parma dell’ USI/AIT vogliono esprimervi totale solidarietà. In una situazione così drammatica la scelta migliore è stata l’indizione dello sciopero ad oltranza, presidiando permanentemente la fabbrica. Nulla dovrà uscire dalla vostra fabbrica.Vediamo nella decisione scellerata della direzione di licenziare 45 lavoratori e spostare la produzione, solo il tentativo di speculare sui lavoratori a profitto dei propri interessi economici. In questo modo metterebbero in crisi molte famiglie. Ovviamente lo spostamento della produzione e dei magazzini è solo un primo passo, probabilmente ne presumerà altri.La crisi economica e finanziaria esplosa a livello mondiale, colpendo prima le borse poi successivamente come un domino tutto il sistema produttivo, ha smascherato il vero volto del sistema attuale e ha mostrato la natura dei vari dirigenti, imprenditori, finanzieri, manager…Vi vogliamo ricordare la dura lotta all’INNSE Presse di Milano dove i lavoratori hanno occupato la fabbrica e hanno continuato la produzione, contro la chiusura imposta dal proprietario, seguita da un lungo periodo di presidio. Non pensate che in questa situazione generale di crisi una scelta così importante possa essere un freno, anzi dovete guardare avanti. Proprio durante la crisi economica del 2001 in Argentina i lavoratori della Zanon Ceramiche (www.obrerosdezanon.com.ar) hanno preso in mano la produzione dello stabilimento e la stanno tuttora portando avanti con degli ottimi risultati; aumento della produzione e dei posti di lavoro, ricerca e ammodernamento, aumento della sicurezza, redistribuzione del fatturato, parte dei guadagni utilizzati nel sociale, le decisioni per la vita della propria fabbrica prese collegialmente. Questo è il loro “Piano Industriale”. I lavoratori stessi devono compiere lo sforzo per non cadere nel vortice della crisi, tenendo saldo il tessuto sociale prendendo delle decisioni drastiche. Perché l’azienda è vostra, ogni giorno vi siete impegnati a mandarla avanti nel miglior modo possibile, quindi spetta a voi continuare la produzione. Noi cercheremo con i nostri mezzi d’aiutarvi in qualsiasi modo, attivandoci se necessario a livello nazionale e anche internazionale. Il primo maggio siamo scesi in piazza con lo slogan:  LA CRISI SIETE VOI, LA SOLUZIONE SIAMO NOI!!   

 

Per solidarietà gli operai: gabs14@alice.it 

Per la cassa di solidarietà: Bonifico Bancario sul conto corrente intestato a Darecchio Stefania e Morini Antonio presso Banco Posta – Parma.
IBAN IT 23 Y 07601 12700 000098722317

Chiediamo a tutti come gesto di solidarietà, mandare questo comunicato di protesta alla sede europea:

Solidarietà ai lavoratori SPX Italia in lotta contro la minaccia di licenziamento per 45 lavoratori/lavoratrici

You caused the crisis and we are paiyng for it!!

alex.waser@spx.com (è il capo europeo) 

SPX Service Solutionsporschestrasse

4Hainburg Germany 63512

0049 6182 959 100 

 

 

 

FESTA DELLE BARRICATE ANTIFASCISTE

cisco | 13 Settembre, 2009 15:18

Barricate del 1922 contro l'orda fascista
 X Edizione
 
 Domenica 20 settembre – dalle ore 15:00, Piazzale Picelli – Parma 

Mostre fotografiche sulle barricate del 1922

Banchetti con libri e materiali di collettivi e associazioni del movimento antagonista

 

15:30

Laboratorio per bambini

 

16:30

Visita ai luoghi dell’antifascismo in Oltretorrente

 

17:30

Lettura animata – illustrazione - laboratorio finale (per bambini)

 

18:00

Dibattito pubblico: Per contrastare il nuovo “rispettabile” fascismo

 

19:30

Festa Popolare

 

21:30

Bicchierata antifascista

  
 
 In caso di pioggia la festa si terrà domenica 27 
 
 
 
 
                    A cura del “Comitato antifascista Agosto 1922”

9 SETTEMBRE; IO NON HO PAURA

cisco | 04 Settembre, 2009 14:09

La sezione di Parma dell'USI, ha aderito all'iniziativa dell' Assemblea "Io Non Ho Paura".

Qui sotto il comunicato:


Il re è nudo ma i sudditi sono disciplinati. Forse!



Di una cosa siamo certi, lo strumento dell’ordinanza estiva è una prassi frequente della nostra amministrazione.

I vacanzieri, quest’anno pochi a causa della crisi, torneranno dalle ferie con qualcosa che limita ulteriormente la propria libertà. Infatti il 23 luglio è entrato in vigore il decreto che vieta, con pesanti multe fino al ritiro della licenza, la somministrazione di alcolici dopo le ore 21 da parte di quei locali “non conformi” agli status identificati dall’assessore alla sicurezza Fecci.


Ciò che  ci sconvolge di questa delibera sono i chiari segnali politici che l’amministrazione ha deciso di dare. Sembra chiaro l’attacco agli esercizi commerciali gestiti da migranti, come le pizzerie al taglio e i negozi di kebab.

La nostra amministrazione, ormai spinta verso le posizioni razziste della Lega, accoglie un principio già sperimentato da altri comuni italiani: tentare a colpi di ordinanze di chiudere ogni luogo gestito o frequentato da migranti, in nome di uno strano concetto di decoro urbano. Questi decreti vengono spesso giustificati dal bisogno di limitare il consumo di alcolici da parte dei giovani e di tenere pulite le strade da coloro che urinano. Ma dov’è la connessione urina-venditori di kebab? E poi, in una città che si definisce europea, accogliente ed educata, dove sono i bagni pubblici?

Ricordiamo inoltre la somiglianza di questo decreto amministrativo con quello del 2005,
ovvero l’ordinanza sui servizi igienici che ha determinato la chiusura di molti phone center in via XX settembre.  La storia sembra ripetersi.



E’ preoccupante che con la crisi economica che attanaglia soprattutto le fasce più deboli della popolazione, l’amministrazione comunale si arroghi il diritto di scegliere dove possano o non possano consumare i propri cittadini. Infatti, con la mancanza di strutture sociali, come mense a prezzi contenuti e luoghi di aggregazione per i giovani, le pizzerie al taglio e i venditori di kebab
offrivano la possibilità di bere e mangiare a poco prezzo. Con questo decreto si spingono invece le persone con redditi bassi a rimanere chiuse in casa, impossibilitate a permettersi una spesa nei locali “conformi”. Inoltre i  locali oggetto di questo attacco sono nelle zone della città frequentate soprattutto da coloro che vivono gli spazi pubblici come luoghi di socialità. L’ordinanza farà in modo di svuotare ulteriormente le strade e le piazze, cosa che sta già avvenendo con l’enorme dispiegamento di forze dell’ordine e guardie private che allontanano i cittadini dagli spazi pubblici dopo l’una di notte.




Ma il re è nudo!

E’ chiaro a tutti infatti che con queste ordinanze (l’attacco ai phone center nel 2005, quello ai venditori di kebab e pizzerie di questa estate,  la guerra ai senza dimora,  sanzionati con multe di 500 €!!)  l’amministrazione sta mettendo in pratica la sua idea di riqualificazione urbana.
Un’idea che passa immancabilmente dallo svuotamento del centro storico, affinché possa diventare a tutti gli effetti il bacino di speculazione edilizia dei tanti costruttori ed imprenditori che aspettano di poter fare profitti sui progetti faraonici della nostra amministrazione (si pensi all’Ospedale vecchio, alla Ghiaia e all’area stazione). L’Oltretorrente ed il quartiere San Leonardo
sono i nuovi luoghi da disciplinare. Se questo avverrà per manu militari o per ordinanze ad hoc costruite per allontanare i soggetti non utili al nuovo progetto di città,  non deve interessare noi cittadini. In quanto sudditi abbiamo l’unico diritto di osservare, dall’esterno, la distruzione del luogo in cui viviamo.



Ma dobbiamo opporci a questo disegno. Un piano che vuole distruggere la città, che vuole renderla dominio di pochi e non patrimonio comune di tutti. Cominciamo a costruire la nuova città che stiamo sognando!




                APPUNTAMENTO PER TUTTE/I  MERCOLEDI 9 SETTEMBRE ALLE ORE 21

                                                             IN VIA D' AZEGLIO 
                                                 SOTTO LA STATUA DI CORRIDONI

APPELLO AGLI INSEGNANTI

cisco | 18 Agosto, 2009 19:49

Anche quest’anno il governo ha attuato significativi tagli ai posti di lavoro in ambito scolastico, 8000 sono i posti di ruolo in tutta Italia, di cui solo 68 a Parma. Con questi numeri la scuola parte in riserva, sempre più posti saranno coperti da nomine a tempo determinato, molti altri saranno semplicemente tagliati. Lo scorso anno molte scuole hanno attuato un ulteriore riduzione del personale cercando di assegnare più di 18 ore (una cattedra) ai supplenti annuali. Ogni insegnante può accettare un carico orario fino a 24 ore, ma ogni 3 insegnanti che si comportano così uno di meno viene assunto dalla scuola. Dobbiamo ricordare, molti infatti non lo sanno, che le ore supplementari non sono pagate al 100% ma a circa il 75% rispetto all’orario ordinario e su queste ore l’insegnante a fine anno deve pagare le tasse! Lo sappiamo bene noi supplenti che ogni anno, avendo 2 CUD (all’inizio dell’anno si lavora con una scuola/un contratto da settembre si riprende con un altro) siamo obbligati a fare la dichiarazione dei redditi e pagare tasse salatissime!   

 

 

NON ACCETTIAMO PIU' DI 18 ORE    

 

LAVORIAMO MENO MA LAVORIAMO TUTTI! 

Festa usi

cisco | 10 Agosto, 2009 18:42

3° FESTA U.S.I. 

4 – 5 – 6 SETTEMBRE 2009

loc. LA PINETINA RIOTORTO

PIOMBINO

P R O G R A M M A

Venerdì 4 settembre  

Ore 17.00 Conferenza dibattito Contro il razzismo: parlare di razze umane è fuorviante con Luciano Nicolini, antropologo.  

Ore 19.30 La costruzione di una società libertaria attraverso l'azione diretta e l'anarcosindacalismo : cosi la racconta Diego Camacho ( Abel Paz ) Relatore Mario Frisetti, intervento di Luigi Di Lembo e contributo scritto di Claudio Venza Durante il dibattito sarà proiettato il film DIEGO di Federic Goldbronn del 1999 in spagnolo con sottotitoli in francese traduzione simultanea di Mario Frisetti  

 

Ore 22 Musica autoprodotta Contrabbanda - Folk da strada Bacco Tabacco - maremman blues a seguire altre esibizioni di artisti e jam session blues Sabato 5 settembre    Sabato 5 settembre  

 

Ore 17.00 Conferenza dibattito Precariato come condizione umana. Da modello economico a modello culturale? Interventi sulla precarietà esistenziale: lavoro, condizione femminile, giovanile e dei cittadini stranieri, accesso allabitazione ed ai diritti. Risposte politico sindacali, organizzative e di lotta contro il precariato con: Emilia Arisi, insegnante precaria; Francesco Salton, operaio precario; Toni Iero, economista e Angelo Mulè, Segretario nazionale USI. Coordina Sergio Onesti.  Ore 22 Musica autoprodotta La Gare - rock prog anni '70 a seguire altre esibizioni di artisti e jam session blues  

 

domenica 6 settembre  

 

Ore 10.30 - “Contrattazione, crisi economica e legge antisciopero. Verso nuovi modelli contrattuali: quale valore dare al CCNL”. Interventi di Mario Verzegnassi, USI Trieste; Guido Barroero, Redazione Lotta di Classe, Cesare Copeta usiBrescia , Massimo Franzoni usi Parma . Coordina Angelo Mulè segretario usi.  

Ore 17 priezione del film " Libertarias " di Vicente Aranda a seguire dibattito  

Ore 22 Musica autoprodotta La Gare - rock prog anni '70

a seguire altre esibizioni di artisti e jam session blues

All'interno della festa sarà organizzato uno spazio autogestito per video e presentazione libri

Il ristorante sarà aperto a pranzo e a cena

Il bar sarà aperto dalla mattina fino alla fine dei concerti con degustazione vini regionali .

Campeggio RIOTORTO loc.Campo al Fico 15 telefono 0565 21008 Piombino Riotorto

Agriturismo VILLA BRANCATELLI loc. Casa Rossa telefono 0565 20655 Piombino Riotorto

Agriturismo BEATRICE via di Caduta 5 telefono 331 1131806 San Vincenzo ( anche se un po più distante il prezzo è più abbordabile

camere da 4 euro 50 circa a camera se la camera viene presa in due c'è anche la colazione compresa )

All'interno della festa per chi arriva in camper o roulotte e furgoni può sistemarsi nel posteggio

Per informazioni Sumo 320 0749911 Pina 331 1220756 
e-mail:
brsrrt52@libero.it

 

COMUNICATO STAMPA

cisco | 06 Luglio, 2009 18:32

 

 L'Unione Sindacale Italiana-sez. Parma, in merito al nuovo appalto dei gruppi appartamento per disabili, si sente di esprimere tutta la sua solidarietà militante agli utenti, agli operatori, alle famiglie coinvolte, per il grande disagio che stanno vivendo. Come purtroppo ipotizzato, di nuovo il Comune di Parma, secondo logiche a noi sconosciute, senz'altro, comunque, poco "sociali", ha deciso che, in poco più di quattro anni, una nuova cooperativa gestisse il servizio (dopo la cooperativa sociale "Domus", l'ATI tra Coop. Sociale "Società Dolce" di Bologna e "Codess" di Mestre, ora a gestire queste strutture toccherà ad una delle cooperative più potenti di Parma, la "Pro.Ges"), perpetuando così un regime di continua precarietà lavorativa e di vita per i soggetti coinvolti. Ancora una volta si dovrà ripartire da capo, senza alcuna garanzia di continuità progettuale. Il progetto vincente di cooperativa “Pro.Ges” verrà attentamente vagliato dalla nostra organizzazione sindacale e unica realmente presente nel servizio, pronti in qualsiasi momento a denunciarne eventuali anomalie. Detto questo, l’U.S.I., augura alla cooperativa Pro.ges di lavorare proficuamente attraverso un dialogo continuo, costruttivo e collaborativo con i suoi nuovi soci, così come avvenuto in questi ultimi quattro anni con Cooperativa Sociale “Società Dolce”.

Per Chi vive sulla propria pelle, ogni giorno, il significato della precarietà, sa quali logiche e burocrati dover ringraziare.

U.S.I. -Cooperative Sociali- Sez. di Parma

HASTA SIEMPRE BAGNA

cisco | 23 Giugno, 2009 19:28

     

 Sicurezza sul lavoro, autogestione/autoproduzione, antifascismo, antiproibizionismo, lotte sociali. E il mondo Ultras.
Provare a riunire tutte le persone che fanno parte di queste realtà è l'obiettivo di questa giornata di iniziative. Riunirle come avrebbe fatto il Bagna, con la sua naturale e spontanea capacità di tenere insieme mondi apparentemente molto distanti, consapevole dell'importanza e della necessità di questo lavoro faticoso ma necessario per raggiungere il suo, il nostro sogno: una Rivoluzione.
HASTA SIEMPRE BAGNA


LEMIGNANO DI COLLECCHIO - 27 GIUGNO 2009
(Campo da calcio a fianco della Chiesa)

Programma:


Ore 18.00 Assemblea Pubblica - Lavoro e Sicurezza

Interviene: Dante De Angelis (ferroviere, macchinista e responsabile della sicurezza licenziato da Trenitalia)

Ore 21.30 inizio concerti

Erezione Continua (Punk-rock - Parma)

Statuto (ska - Torino)

Dhap&Dunk (Freestyle/BeatBox - Parma)

MamaMarjas (Reggae)


Ematoras Family & DJ SkaWalker (Dancehall - Parma)

Dj Cristhal (Electro - Parma)

Attività collaterali
Cucina, bar, birre artigianali, infopoints, possibilità di campeggio.
Per il campeggio è necessario prenotarsi scrivendo numero di tende e di persone a parmantifascista@autistici.org Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
Evento garantito anche in caso di maltempo

InfoPoint:
Insurgent City (PR)
R.A.F. (PR)
Battaglia Comunista (PR)
USI-AIT Parma
No Tav - Val Susa
Antiproibizionisti
Libera (MO)
Progetto Ultrà/Mondiali Antirazzisti (BO)
Ass.ne Partilhar (Poxoreu - Mato Grosso BRA)
Senza Censura

 

Come arrivare

Per chi arriva da Parma
si segue via La Spezia in direzione Collecchio. A Lemignano, appena prima del q.re artigianale, si gira a destra in strada Lemignano e si prosegue per circa 1 km. Prima dell'incrocio con via Roma si gira a sinistra, fino a raggiungere il campo (sulla destra).

Per chi arriva dall'autostrada A1
si prende la Tangenziale Ovest in via Moletolo e si esce in prossimità di Vicofertile. Si gira a destra Via Martiri della liberazione e si prosegue fino a Vicofertile, dove si gira a sinistra in via Roma. Dopo il passaggio a livello si gira a sinistra in strada Lemignano, quindi a destra fino a raggiungere il campo (sulla destra)

Per chi arriva da Fornovo
si segue la SS62 in direzione Parma attraversando Ozzano Taro e passando a fianco di Collecchio). Dopo aver attraversato Stradella si gira a sinistra in strada Ponte Lupo. Dopo circa 800 metri si gira a destra in strada Lemignano e si prosegue fino al campo (sulla sinistra).

CONTRATTO NAZIONALE SANITA': AL PEGGIO NON C'E' FINE!

cisco | 23 Giugno, 2009 19:21

cgil-cisl-uil e autonomi hanno firmato il Contratto sanità battendo un nuovo record negativo: mai un rinnovo era stato così misero!!!
Per il 2008 un aumento medio tra i 6,42 € e gli 11,55 €uro lorde mensili (sic!), Per il 2009 tra i 51,39 e i 92,45 €uro lorde mensili.
Gli arretrati (1 anno e mezzo) ammonterànno a poche centinaia di €uro lorde.
alcuni esempi

Un infermiere D3:

dal 1/1/2008 9,53 € lorde al mese

dal 1/1/2009 76,25 € lorde al mese

Un amministrativo C1:
dal 1/1/2008 8,20 € lorde al mese

dal 1/1/2009 65,63 € lorde al mese

Un OSS Bs3
dal 1/1/2008 7,79 € lorde al me

dal 1/1/2009 62,35 € lorde al mese

Un ausiliario A4
dal 1/1/2008 6,99 € lorde al mese

dal 1/1/2009 55,98 € lorde al mese

Per quanto riguarda i tanto sbandierati 20 euro medi aggiuntivi a carico delle Regioni sono soldi che non andranno a tutti i lavoratori, bensi saranno distribuiti secondo il criterio di "premialità" tanto caro al boia Brunetta e saranno legati a progetti che aumenteranno i carichi di lavoro (art.10).

CONSIDERANDO L’INFLAZIONE DEI DUE ANNI CGIL-CISL UIL HANNO FIRMATO NON UN AUMENTO MA UNA FORTE DIMINUZIONE DEGLI STIPENDI!!!

Altre cose da sapere del nuovo contratto nazionale

-Passa da 10 a 25 km la distanza entro cui le aziende possono spostare i dipendenti (art. 3);

-Nessuna garanzia di rinnovo o proroga dei contratti a termine ma solo l’apertura di "confronti e verifiche" tra Regioni e "Sindacati" (art. 2);

-La qualità della mensa e la sua fruizione effettiva resta vincolata alle "risorse disponibili (art. 4);

-Non c’è nessuna risposta all’eterno problema dell’inquadramento e dello sviluppo dell’OSS.

COLLEGHI NON CONTINUIAMO A SUBIRE! ORGANIZZIAMO LA LOTTA!

Federazione Regionale U.S.I. Sanità Toscana

Proclamazione Sciopero Generale, 15 maggio

cisco | 05 Maggio, 2009 20:14

 

VISTA LA CRISI ECONOMICA IN AGGRAVAMENTO, PRETENDIAMO CHE IL GOVERNO GARANTISCA A TUTTI REDDITO E SERVIZI PER CONTINUARE A VIVERE DIGNITOSAMENTE, RECUPERANDO RISORSE DALL’EVASIONE FISCALE E DAI REDDITI MAGGIORI, RIPARTENDO IL LAVORO DISPONIBILE, AMPLIANDO GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI A TUTTI I LAVORATORI IN MODO CONTINUATIVO.   

 

 

LO SCIOPERO GENERALE E' INDETTO:

- CONTRO TUTTI I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI E ACCORDI FRA PARTI SOCIALI, PRESENTI E PASSATI, TESI A LIMITARE LE LIBERTÀ DI SCIOPERO, CONTRATTAZIONE E RAPPRESENTANZA;   - BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

- RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO A PARITA' DI SALARIO

- AUMENTI CONSISTENTI Di SALARI, SLEGATI DALLA PRODUTTIVITÀ AZIENDALE, E PENSIONI, INTRODUZIONE DI UN REDDITO MINIMO GARANTITO PER CHI NON HA LAVORO

- AGGANCIO DEI SALARI E PENSIONI AL REALE COSTO DELLA VITA

- CASSA INTEGRAZIONE ALMENO AL 80% DEL SALARIO PER TUTTI I LAVORATORI/ICI, PRECARI COMPRESI, CONTINUITA' DEL REDDITO PER I LAVORATORI " ATIPICI"

- ABOLIZIONE DEL LEGAME TRA PERMESSO DI SOGGIORNO E CONTRATTO DI LAVORO, RITIRO DEL PACCHETTO SICUREZZA E LA CHIUSURA DEI CIE (EX CPT);

- NUOVA OCCUPAZIONE MEDIANTE UN PIANO STRAORDINARIO PER LOSVILUPPO DI ENERGIE RINNOVABILI ED ECOCOMPATIBILI, PROMUOVENDO IL RISPARMIO ENERGETICO E IL RIASSETTOIDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO, RIFIUTANDO IL NUCLEARE E DIMINUENDO LE EMISSIONI DI C02 PER L’ELIMINAZIONE DI OGNI FORMA DI PRECARIETÀ LAVORATIVA E L’ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO DI TUTTI I LAVORATORI PRECARI E IN NERO, COME AD ESEMPIO AVVIENE IN SETTORI SOCIALI IMPORTANTI QUALI SANITÀ E SCUOLA; PERCHÉ IL LAVORO SIA OGGETTO DI FORTI INVESTIMENTI NELL’AMBITO DELLA SICUREZZA;

- PIANO DI MASSICCI INVESTIMENTI PER LA MESSA IN SICUREZZA DEI LUOGHI DI LAVORO E DELLE SCUOLE, SANZIONI PENALI PER GLI  OMICIDI SUL LAVORO E GLI INFORTUNI GRAVI

- ELIMINAZIONE DELLA PRECARIETA' LAVORATIVA ATTRAVERSO L'ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO DEI PRECARI E LA REINTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI

- PIANO STRAORDINARIO DI INVESTIMENTI PUBBLICI PER IL REPERIMENTO DI UN MILIONE DI ALLOGGI POPOLARI, TRAMITEUTILIZZO DI CASE SFITTE E MEDIANTE RECUPERO, RISTRUTTURAZIONE E REQUISIZIONI DEL PATRIMONIO IMMOBILIAREESISTENTE, BLOCCO DEGLI SFRATTI, CANONE SOCIALE PER I BASSIREDDITI

- DIRITTO DI USCITA IMMEDIATA PER GLI ISCRITTI/E Al FONDI - PENSIONE CHIUSI- DIFESA DEL DIRITTO Di SCIOPERO -NO ALLA PRETESA PADRONALE Di SCEGLIERE LE ORGANIZZAZIONI CONCUI TRATTARE

- PARI DIRITTI PER TUTTE LE ORGANIZZAZIONI DEILAVORATORI. PER L’ELIMINAZIONE DELLE SPESE MILITARI E CONTRO LE LOGICHE BELLICISTE E SECURITARIE; PER L’AUTODETERMINAZIONE DA PARTE DI TUTTI DELLE PROPRIE SCELTE DI VITA E CONTRO OGNI INGERENZA STATUALE E/O RELIGIOSA.   

 

DURANTE LO SCIOPERO GENERALE SARANNO GARANTITI I SERVIZI MINIMI ESSENZIALI. LE ARTICOLAZIONI Di CATEGORIA SARANNO  QUANTO PRIMA COMUNICATE A CURA DELLE STESSE

CUB,  USI-AIT, AL COBAS

1 MAGGIO DEL SINDACALISMO DI BASE

cisco | 20 Aprile, 2009 16:20

 LA CRISI SIETE VOI, LA SOLUZIONE SIAMO NOI

CORTEO:

ORE 10.30: IN BARRIERA SAFFI CONCENTRAMENTO E MANIFESTAZIONE PER IL QUARTIERE NAVIGLIO

COMIZIO IN PIAZZALE DELLA PACE

ORE 13.OO: IN PIAZZALE SALVO D'ACQUISTO PRANZO E FESTA POPOLARE CON MUSICHE, CIBI AUTOPRODOTTI, STANDS... 

Sarà l'unica manifestazione cittadina che dirà chiaramente NO allo smantellamento del contratto nazionale e agli accordi separati tra CISL, UIL, UGL, Confindustria e Governo. Dirà che la crisi non la devono pagare i lavoratori, che bisogna cancellare la precarietà, che bisogna redistribuire il reddito a favore dei salari, che bisogna consentire ai lavoratori di togliere il TFR dai Fondi pensione.

USI-AIT e RdB/CUB di Parma

Per scaricare il manifesto: http://www.parmantifascista.org/files/1mai2009.jpg

NON PAGARE LA CRISI

cisco | 31 Marzo, 2009 15:52

 

5 richieste dell’USI-AIT sez. di Parma al Comune  

 

La sez. di Parma dell’Unione Sindacale Italiana - AIT, in questa situazione di crisi economica e del lavoro, non ritiene commisurato alle necessità il piano “anticrisi” varato dal Comune di Parma. Come prima risposta l’USI ha formulato 5 richieste di cui il Comune dovrà farsi carico, con la creazione d’un “Fondo speciale contro la crisi” che vada a sovvenzionarle.

Il fondo dovrà essere costituito dal convergere di varie risorse, come i soldi destinati alla costruzione d’opere di scarsa utilità, vedi: la metropolitana; ponti; centri commerciali (a svantaggio dei piccoli artigiani e commercianti); ecc.

Dalla riorganizzazione del bilancio comunale con priorità per il fondo e la richiesta al governo d’un finanziamento speciale.

 

 

Per questo l’USI ha formulato 5 richieste:

-Costruzione di case popolari e strutture per l’infanzia. Obbligo degli appartamenti comunali e privati sfitti d’essere messi immediatamente a disposizione. Blocco totale degli sfratti per morosità  

-Biglietti TEP gratuiti per pensionati con meno di 1000 € mensili; nuclei famigliari con più di ISEE inferiore a 10.000 € ; single con ISEE inferiore a 8.000 €; studenti fuori sede con nucleo famigliare con più di due persone ISEE inferiore a 10.000 €.  

-Annullamento delle bollette Enìa ai pensionati con meno di 1000 € mensili; nuclei famigliari con più di due persone ISEE inferiore a 10.000 €; single con ISEE inferiore a 8.000 €. Dimezzate del 50% a nuclei famigliari con più di due persone ISEE inferiore a 13.000 € ; single con ISEE inferiore a 10.000 €; pensionati con meno di 1200 € mensili  

-Scuole di tutti i gradi gratuite e testi pagati dal Comune con nucleo famigliare con più di due persone ISEE inferiore a 10.000 €. Dimezzate del 50% ai nuclei famigliari con ISEE inferiore a 13.000 €  

-Spese sanitarie gratuite per pensionati con meno di 1000 € mensili; nuclei famigliari con più di due persone ISEE inferiore a 10.000 €; single con ISEE inferiore a 8.000 €

             

             AUTORGANIZZIAMOCI

 

No allo sfratto della sede dell'USI Milano

cisco | 17 Febbraio, 2009 19:59

 Manifestazione USI

Vi proponiamo l'articolo di Marco Philopat

Ciò che succede oggi in Italia e in particolare a Milano ci pone di fronte a difficili scelte, ma non solo, ci sbatte letteralmente al di fuori dei binari su cui precedentemente correva la nostra vita. Sono nella sede dell'Unione Sindacale Italiana, un grande salone con ampie vetrate, pavimento in legno, due stufe a gas accese, belle sedie accatastate. Danio Manfredini, il noto attore e drammaturgo teatrale, sta provando il suo nuovo spettacolo. Ci abbracciamo e mi dice. “Che città di merda... Ma come fanno a non capire che questi posti sono dei doni preziosi? Ogni mio lavoro è stato concepito in questo salone, dove avrei potuto farlo? Solo qui c'è tempo illimitato e il clima giusto. Non sanno nemmeno quanti artisti sono cresciuti qui.” “Programmatori, grafici, elettricisti, infermieri...” gli rispondo io. Ci stiamo riferendo agli sgomberi o le minacce contro i centri sociali, lo stesso imminente pericolo che incombe su questo luogo. Sono giorni cruciali per la difesa della sede dell’USI, che dista meno di un chilometro da Conchetta, in viale Bligny 22, sempre nel quartiere Ticinese. La vicenda di questo stabile è il simbolo della brutale accelerazione dei progetti speculativi che coinvolgono l’intera città in vista dell’Expo 2015.
Costituita da lavoratori fuoriusciti dalla CGL e sostenitori dell’azione diretta, l’USI nacque nel 1912, l’anno seguente contava già 150.000 iscritti. Nel ’22, dopo essere stata protagonista di grandi lotte, fu messa fuorilegge da Mussolini e i suoi militanti arrestati o costretti all’esilio, molti si unirono ai loro compagni spagnoli della CNT. Tre anni più tardi vennero confiscate le sedi sindacali di tutte le sigle. Nel dopoguerra le proprietà immobiliari dell’USI furono le uniche a non essere restituite, nemmeno la palazzina della camera del lavoro di Milano. Il vicesegretario dell’USI è Pino Petita, 55 anni e mille battaglie sulle spalle, parte proprio questa considerazione storica per spiegarci la vicenda del luogo. “Occupammo qui nel 1989 e la prima mossa fu quella di richiedere al comune di concederci lo spazio come risarcimento all’ingiustizia subita, ci dissero che non era possibile ma di fatto ci tollerarono. Siamo entrati qui dopo vent’anni di pellegrinaggio per il Ticinese, dapprima alcuni militanti frequentavano il Ponte della Ghisolfa in via Scaldasole in cui, soprattutto Pino Pinelli, s’era attivato per ricostituire il nostro sindacato tra i ferrovieri. Nella metà degli anni Settanta l’USI era un’organizzazione con molti iscritti e in quartiere ci fu l’esigenza di trovare un luogo per le nostre riunioni. Nel 1976, insieme a studenti e altri lavoratori occupammo uno spazio al numero 18 di via Conchetta, dove attualmente è situata la libreria Calusca. L’USI in seguito passò in via Torricelli per poi approdare qui al terzo piano di viale Bligny 22. Uno stabile di proprietà demaniale, edificato ai primi del Novecento, molto conosciuto nel panorama cittadino. Oltre a diversi nuclei abitativi, avevano qui sede moltissime organizzazioni di base e di partito. La Lega antivivisezione, gli esperantisti, il Naga, il centro di assistenza sanitaria per migranti, poi le associazioni “Il Dedalo” e “Milano Pulita”. Al piano terreno c’era la Stella Alpina, antica bocciofila e dopolavoro, la sede dei tifosi milanisti della Fossa dei Leoni, il PSDI e persino i boy scout. Il partito socialista era invece al secondo piano, ma durante tangentopoli abbandonò i locali che perciò furono presi da un centro sociale, lo Squott, il laboratorio della musica techno-Rave e della Body Art, poi distrutto da un incendio cinque anni fa. Nei primi anni novanta noi dell’USI fummo promotori di un ricorso collettivo al TAR per impedire la svendita dell’edificio all’adiacente università Bocconi e alle sue mire espansioniste che progettavano già allora di comprarsi l’intero isolato. Il ricorso si dilungò nel tempo anche a causa di una sorda amministrazione comunale che si spostava via via sempre più a destra schiacciata sui poteri forti della città. Prima del 2004 la Bocconi ce l’aveva quasi fatta ad acquisire tutto il suo prezioso quadrilatero urbano, i lavori per la costruzione del nuovo polo universitario sarebbero presto partiti, la colata di cemento poteva dilagare. Tuttavia c’era ancora un piccolo problema irrisolto, Viale Bligny 22, l’unico angolo dell’isolato rimasto fuori dalla svendita. Improvvisamente, proprio in quell’anno, venimmo a sapere che in una trattativa segreta il comune aveva venduto alla Bocconi tutto il nostro palazzo per una cifra irrisoria, considerato il fatto che era pieno di associazioni, affittuari e occupanti.” Pino mi porta fuori per farmi vedere le nuove costruzioni universitarie. Torri, palazzi, un auditorium di mille posti, fameliche architetture bianche e rosso mattone che sembrano pronte a mangiarsi pure il vecchio ballatoio su cui poggiamo i piedi. Un osservatorio paradigmatico di cosa sta succedendo a Milano in questi anni. “Con la Bocconi si avviò una trattativa con l'intermediazione del comune, le pressioni era tali per cui, piano piano, tutte le associazioni se ne sono andate, ora siamo rimasti noi, cinque nuclei abitativi di ex affittuari e tre di occupanti. Inaspettatamente era il padronato il più disposto a trovare una soluzione per l'USI, infatti ci fecero vedere una sede, un po' in periferia, ma degna, l'avremmo accettata se non fosse arrivata la valanga dell'Expo. La trattativa è saltata di colpo e sono arrivate le denunce per due occupanti, di cui uno sono io. Una ritorsione personale per risolvere il problema. La prima udienza è fissata per martedì 17 febbraio.” Siamo nella stanza dove si svolgevano le provvisorie riunioni del collettivo di Cox 18 prima di venerdì 14 febbraio, data del rientro, nel salone fianco invece, dove Danio continua le prove, ci sono state le riunioni cittadine di questi ultimi infuocati giorni. “Oltre agli sportelli e a tutte le altre attività sindacali e le iniziative di solidarietà con le popolazioni indigene del Chiapas, nel salone hanno da sempre provato molte compagnie teatrali,  Manfredini, ma anche Anima Nera, le Dionise, Gigi Gherzi e chissà quanti altri teatranti. Quando hanno bisogno gli diamo le chiavi e possono stare dentro finché ne hanno voglia. Inoltre abbiamo ospitato le iniziative delle associazioni, dai convegni sull'inquinamento alle feste dei boy scout, ci sono stati dei momenti che si dovevano fare prenotazioni e turni. Un posto pubblico vivace e prezioso come sono la gran parte degli spazi autogestiti, cosa che non si può dire per tutto il resto della città dove vige la logica del profitto. Questi sono anche luoghi che hanno funzionato, negli ultimi 15 anni, da camere del lavoro e di apprendistato per svariate professioni e poi sono laboratori di ricerca per la prevenzione dei costosi danni causati dall'ingiustizia sociale, qui si sperimentano forme di lotta per portare i conflitti su posizioni meno disperate e più incisive, non dimentichiamocelo mai. Qui per esempio c'era il Naga, pieno di medici a disposizione completamente gratuita per centinaia e centinaia di migranti clandestini, come nell'ambulatorio di Via dei Transiti, peraltro sotto la minaccia di sgombero pure quello. Insomma per la difesa di Conchetta, dei libri di Primo che sono la nostra memoria storica, dell'USI e tutti gli altri spazi liberati della città, abbiamo deciso di convocare una manifestazione nazionale per il 28 febbraio, ci auguriamo che siano tanti coloro che marceranno al nostro fianco.” Per oggi, martedì 17 febbraio è prevista la quarta udienza davanti al giudice di pace per il processo di occupazione abusiva dello stabile di viale Bligny 22. Il presidio è fissato per le ore 12 ai giardini della Guastalla di via Francesco Sforza.
Saluto Pino e scendo le scale, poi passo di fianco al palazzone di vetrocemento della nuova Bocconi, davanti all'entrata incontro un amico scenografo, mestiere che ha affinato nel giro dei centri sociali milanesi... “Evviva, ci siamo ripresi Conchetta!”, mi dice. “Che ci fai qua?” gli chiedo. “Una convenction per il lancio di un'automobile, lì dentro, nell'auditorium dela Bocconi appena inaugurato...” “Vabbè... Non è che avresti voglia di progettare un manifesto per il corteo di carnevale? Una volta ne facevi di bellissimi...” “Tu mi chiedi sempre di fare, di fare, che palle... Dai, ci vediamo stasera a ballare giù in Cox!”
Magari il manifesto non lo farà mai, ma certamente sarà in piazza quel giorno, incordonato nelle file dei suoi amici. 
Alla manifestazione del sabato grasso ambrosiamo vorremmo che oltre i centri sociali di mezza Europa, scendessero in piazza tutti quelli che li hanno frequentati e si sono resi conto della loro importanza, vorremmo vedere una moltitudine di maschere nere, il colore del lutto, un funerale annunciato di una città che sta morendo sopraffatta dalle sue barbarie.

100 EURO IN PIU’ PER I LAVORATORI DI COOP. DOLCE GRAZIE ALL' USI

cisco | 14 Febbraio, 2009 18:27

Nella primavera scorsa, mancando l’accordo provinciale per l’ERT 2005-2006, dopo lunga contrattazione, l’USI ottenne da Coop. Dolce 300 euro, come a Bologna. Pochi giorni dopo, CGIL-CISL-UIL “strapparono” a livello provinciale parmense invece 200 miseri euro dalle centrali cooperative, evidenziando una volta di più la connivenza tra sindacati e cooperative a Parma.

La crisi? C’è dappertutto. Le lamentele delle coop? Come da prassi. I sindacati? I soliti…

LA coop. Dolce, mancando ancora le firme sul nostro accordo, preferì adempiere a quanto gli vincolava provincialmente, cioè i 200 euro.

 MA L'USI NON MOLLA!  Dopo mesi di continue sollecitazioni, infatti, quelle 100 euro mancanti sono state finalmente ottenute, sotto forma di Elemento Retributivo Aziendale, che saranno corrisposte proporzionalmente al numero di ore lavorate nel periodo (c’è di meglio, come sempre sappiamo chi “ringraziare”…).Come dice il saggio, la morale è sempre quella: con l’autorganizzazione, fuori da logiche di poltrone, in modo orizzontale ed assembleare, è possibile ottenere risultati concreti e, allo stresso tempo, essere coerenti con le nostre idee.    

INSIEME SI PUO’, AUTORGANIZZIAMOCI!

NUOVO MODELLO CONTRATTUALE O NUOVO IMBROGLIO?

cisco | 05 Febbraio, 2009 17:52

Le "parti sociali"; i sindacati confederali tranne la CGIL (per ora) e Confindustria con il governo hanno siglato il nuovo modello contrattuale per "adeguare" le forme della contrattazione ai nuovi tempi.Vediamo, per sommi capi, qual è la riforma che si sta progettando, almeno nelle intenzioni di CISL-UIL-UGL 

1) Innanzitutto si legano strettamente questione salariale e crescita del profitto d'impresa. Se non c'è la seconda, la prima non può essere affrontata. Siamo ben al di là della logica della compatibilità tra le richieste salariali e la "salute" delle imprese: siamo alla completa subordinazione delle prime alla seconda.  

2) Apparentemente si definisce una centralità della contrattazione nazionale, in pratica "apre" alle "specificità" non solo settoriali e/o aziendali, ma anche a quelle territoriali, sia dal punto di vista salariale, che da quello normativo. In altre parole si apre un varco, neanche tanto piccolo, a "gabbie" salariali e soprattutto normative. 

 3) Per quanto riguarda specificamente il contratto nazionale, si introduce come riferimento “inflazione realisticamente prevedibile”. In che cosa questa si differenzi dalla vecchia inflazione "programmata" è un bel mistero, anche perché non sono definiti i parametri ufficiali di riferimento (l'ISTAT? la Sibilla cumana? le intuizioni di Tremonti?). Ma il punto fondamentale è che questa misteriosa inflazione (che sarà sicuramente inferiore a quella reale), concordata tra le parti sociali, sarà il tetto delle richieste salariali.   

4) Veniamo alle "grandi" conquiste: Apparentemente si ritorna alla situazione del 1975: un unico rinnovo contrattuale triennale superando la divisione tra rinnovo normativo e rinnovo economico. Di fatto la musica è completamente diversa: allora esisteva un meccanismo automatico di difesa rispetto all'aumento del costo della vita (la scala mobile) e i rinnovi economici potevano segnare un effettivo miglioramento della condizioni di vita dei lavoratori; oggi si contratta un parziale adeguamento alla perdita del potere d'acquisto dei salari e non è detto che lo si ottenga. Per di più la triennalizzazione del rinnovo allunga di un anno (come minimo) il blocco dei salari e, in clima prevedibile di inflazione crescente si capisce cosa ciò voglia dire.  

5) E in caso di ritardato o mancato rinnovo?  Si supererà il sistema delle Indennità di Vacanza Contrattuale, giudicato debole per dare certezza ai tempi del rinnovo. E che cosa in cambio, nel caso di inadempienza delle controparti imprenditoriali? Si "va a considerare" e si "può pensare" di metterci una pezza! Siamo dunque all'interno di possibilità e non di certezze. Persino l'ovvia considerazione che scaduto un contratto ne deve subentrare immediatamente un altro (con tutti gli effetti economici retroattivi in caso di ritardo) diventa una possibilità.  

6) Sulla contrattazione di secondo livello, da un lato si impone un vincolo sull'aumento salariale fissato del CCNL, dall'altro si mettono dei paletti di contenimento che si riassumono nella subordinazione agli utili d'impresa, al suo profitto. Ma questo non è tutto, infatti se da un lato la contrattazione di secondo livello è blindata dalle clausole che abbiamo visto, dall'altro è molto aperta rispetto ad esigenze specifiche e a particolarismi. Vediamo: non solo il salario variabile (premi di produttività, straordinari, incentivazioni varie) sarà trattato in maniera differenziata, ma anche la gestione della flessibilità (sugli orari, sulle assunzioni, sui licenziamenti, sull'uso del  lavoro precario, ecc.).   

7) C'è dunque da attendersi un rifiorire della vecchie gabbie salariali e, quello che forse è più grave, di gabbie normative tracciate sia a livello aziendale che territoriale. Si creeranno zone dove una certa redistribuzione degli utili sarà possibile e saranno quelle dove convergeranno peso rivendicativo dei lavoratori e superprofitti da parte delle aziende, altre dove la difesa salariale sarà mediocre e altre ancora dove sarà nulla.  

8) La parte fissa del salario è ormai pressoché priva di tutele, la parte variabile sottoposta al ricatto della produttività, del ritmo di lavoro e dell'allungamento, di fatto, delle giornata lavorativa. Allungamento che sarà favorito dalla recente detassazione degli straordinari, che invoglierà i lavoratori ad effettuarne il più possibile (anche le limitazioni d'oggi sul massimo monte ore straordinarie, potrebbero cadere in fase di contrattazione decentrata), non foss'altro per difendere un potere d'acquisto dei salari continuamente eroso. Insomma, il cerchio si chiude e il lavoratori sono sempre più ingabbiati.   

9) La finzione della concertazione tra le parti sociali è caduta. Non si finge nemmeno più di "concertare", nel senso di mediare tra interessi divergenti, un disegno generale che, pur avendo come priorità il sistema-impresa, tuteli minimamente le ragioni dei lavoratori. Si è passati ad un assetto corporativo dove la componente sindacale confederale recepisce semplicemente dei diktat e ne predispone l'attuazione.  

10) I sindacati confederali sono ormai apparati dello Stato, così come lo sono le amministrazioni, gli esecutivi, le forze armate, ecc., interessati solo a conservare il proprio status. Ma attenzione, non si tratta solo di uno status "posizionale" che garantisce "onori e prebende" allo staff dirigenziale (carriere politiche, cariche nell'alta amministrazione dello Stato e nei consigli d'amministrazione di aziende pubbliche) e via via a scendere nella gerarchia d'apparato, stipendi e distacchi a funzionari e sindacalisti di professione. Se così fosse sarebbe squallido, ma un "sindacalismo" non diverso da quello americano dove i boss delle Unions (alla Jimmy Hoffa per intenderci) si fanno gli sporchi affaracci loro ma, di riflesso, anche gli interessi dei lavoratori iscritti. C'è qualcosa di più e di più peggio. Siamo di fronte ad un complesso imprenditoriale ramificato, con interessi economici ben precisi e variegati, che spaziano dalla finanza, alle assicurazioni, alle proprietà immobiliari, al tessuto cooperativistico, alla previdenza privata e con funzioni di complementarietà rispetto all'apparato statale. I lavoratori sono mucche da mungere e nulla più; riusciranno, prima o poi, a riconoscere i loro peggiori nemici?  

L'unica difesa possibile è riprendere la lotta sulla difesa e la riqualificazione del salario fisso, contro ogni tentativo di farci lavorare sempre di più per guadagnare sempre di meno.  

BOICOTTA IKEA

cisco | 30 Gennaio, 2009 16:32

                                                   

Il 1 SETTEMBRE  A 7 LAVORATORI DELL'IKEA DI BRESCIA, NEL PASSAGGIO DA UNA SOCIETA' INTERINALE AD UN'ALTRA, NON E' STATO RINNOVATO IL CONTRATTO. LAVORATORI ADDETTI ALLA GESTIONE DEI SERVIZI E PRESENTI IN AZIENDA DA PIU’ ANNI E CHE SINO AL GIORNO PRIMA ERA STATO CONFERMATO IL RINNOVO DEL CONTRATTO. LAVORATORI CHE PER ANNI SONO STATI SFRUTTATI, CON BUSTE PAGA CON PIU' DI 200 ORE LAVORATIVE MENSILI PER 1000 EURO AL MESE E TUTTO CIO' CON IL BENEPLACIDO DI IKEA CHE TENUTA AL CONTROLLO DEL RISPETTO DELLE LEGGI SUL LAVORO HA SEMPRE PREFERITO, IN BASE ALLA LOGICA DEL PROFITTO A TUTTI I COSTI E SULLA PELLE DEI LAVORATORI, FAR FINTA DI NULLA. LAVORATORI COSTRETTI A LAVORARE SENZA NESSUN RISPETTO PER LE NORME ANTINFORTUNISTICHE (ECCLATANTE IL CASO DI UN LAVORATORE CHE SI E' DOVUTO COMPRARE A PROPRIE SPESE LE SCARPE ANTINFORTUNISTICHE) IN UN PARCHEGGIO COPERTO DI CENTINAIA DI POSTI E SENZA NESSUN ASPIRATORE. IKEA DI BRESCIA HA SCELTO DI RISOLVERE LA DIMINUZIONE DELLE VENDITE CON LA RIDUZIONE DI PERSONALE E CON IL PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO, TANTO CHE ORA IL PERSONALE DEL RISTORANTE E DEL BAR SI ALTERNANO ALLA RACCOLTA DEI CARRELLI NEL PARCHEGGIO. ORA I 7 LAVORATORI HANNO DECISO DI ESSERE PRESENTI DAVANTI ALL'IKEA DI BRESCIA TUTTI I SABATI E LE DOMENICA SINO ALLA LORO RIASSUNZIONE.  

 

SOSTENI LA LOTTA DEI LAVORATORI DELL' IKEA DI BRESCIA  E BOICOTTA IKEA CHE RIFIUTA D'ASSUMERSI OGNI RESPONSABILITA' 

BASTA PRECARIATO E SFRUTTAMENTO

Buone notizie per chi ha seguito il consiglio USI sul TFR

cisco | 30 Gennaio, 2009 16:19

Buone notizie per chi ha seguito il consiglio USI sul TFR! Come riporta anche il Corriere-economia (che non può essere certo accusato di simpatia per noi), il TFR lasciato com’era in un anno ha reso il 3,6%, i fondi hanno perso l’1,9% di media. Nello specifico, il fondo Cooperlavoro: fondo garantito: 3%;bilanciato obbl. -1,1%; bilanciato: -7,6%. Quando dicevamo che l’operazione era scandalosa, ci criticavano.Noi denunciavamo:-la scarsa e settaria informazione pro fondi fatta dai sindacati confederali, tra l’altro presenti anche nei CDA dei vari fondi- l’impossibilità, per chi aderiva, di tornare indietro, cosa invece possibile a chi non optava per i fondi- la truffa pensata da governo, padroni e sindacati di affidare il TFR (quindi SALARIO DEI LAVORATORI) a giochetti di borsa, incontrollabili ai più. 

IN RISPOSTA AL COMUNICATO DI CGIL-CISL-UIL (elezioni RSU alla Spumador)

cisco | 30 Gennaio, 2009 16:17

Per il Potere, e in questo caso parliamo dei sindacati confederali, la 7^ industria italiana per fatturato, è inammissibile che qualcuno possa sfidarli. Ma andiamo con ordine:Parlano di tempi: l’USI ha presentato ai lavoratori la propria richiesta di adesione il 12 luglio, ultimo giorno utile. Per eccesso di fiducia o inesperienza, mancavano alcune formalità: s’intendeva concretizzare il 14, non ci è stato permesso. Il 14, guarda caso, alcuni sindacati conf. presentavano la loro partecipazione, e per loro, tutto ok…Parlano di ignoranza di regolamenti: quale? Stiamo parlando della stessa Commissione Elettorale che ha detto di tutto e il contrario di tutto? Parlano di democrazia: forse i lavoratori non sanno che le RSU, nel settore privato, prevedono che 1/3 dei delegati, COMUNQUE VADANO LE ELEZIONI, per legge sia attribuito a CGIL-CISL-. UIL, tanto che in alcune realtà, loro, in minoranza di voti, hanno la maggioranza di delegati… E potremmo continuare: ricordate forse l’ultimo referendum sul welfare, dove solo la loro proposta del sì poteva essere presentata in assemblea (laddove le hanno svolte..)? Loro creano il giochino (le RSU, che hanno preso il posto dei ben più democratici Consigli di fabbrica, e che le poche volte che si muovono autonomamente, vengono ignorate o sconfessate dai vertici), dettano le regole, autonominano i garanti, ecc.Parlano di tutela dei lavoratori: che faccia tosta! Negli ultimi 15 anni, ricordiamo: abolizione scala mobile, approvazione maggiore flessibilità e precarietà; firma di tanti, troppi contratti-bidone; scippo del TFR in Fondi Pensione che si stanno rivelando una colossale truffa (ma loro sono in tanti CDA dei fondi…); accordo Welfare che aumenta età pensionabile; riduzione pensione; nuova contrattazione, che svuota i Contratti Nazionali…e altro ancora!Se non fosse per la reale disperazione dei nuovi indigenti (immigrati e anziani) i confederali avrebbero già chiuso bottega…L’USI, sindacato di classe nato nel 1912, fa parte di quel vasto panorama del sindacalismo di base che sempre più consensi sta riscuotendo. Sappiamo di non avere il Potere e la forza dei confederali: ma neanche la loro arroganza!

Solo dal basso, lavoratori tra lavoratori, senza burocrati stipendiati, otterremo qualcosa! 

  AUTORGANIZZIAMOCI!
 
Accessible and Valid XHTML 1.0 Strict and CSS
Powered by NoBlogs.org and A/I Collective.