A Napoli qualcuno non dimentica. Assemblea della Rete Antifascista Nazionale

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La storia di questa città da qualcuno è stata dimenticata in fretta. Strano che Napoli, che s'è distinta per spirito di libertà e di accoglienza nel corso della sua storia, sia oggi teatro di rappresaglie da parte di gruppi dichiaratamente (neo)fascisti.
Il 3 febbraio l'ultima aggressione a due ragazzi a Materdei, quartiere che ha vissuto gli anni della resistenza in prima linea e che oggi si ritrova a dover respingere, ancora una volta, l'incursione fascista giunta finanche ad occupare l'ex convento di salita San Raffaele, a cui è seguita la risposta immediata della città. La mobilitazione della Rete antifascista napoletana ha portato poi all' occupazione dell'ex scuola Schipa, non molto distante dal convento.
Sono seguite, quindi, una serie di manifestazioni pubbliche per sensibilizzare la cittadinanza tutta sul tema, che ha partecipato in massa alle varie iniziative messe in campo dalla Rete, che hanno portato così allo sgombero dell'ex-convento.
La violenza dell'HMO s'è manifestata quindi attraverso una serie di atti intimidatori e aggressioni nei confronti di chi s'è schierato contro questo "fascismo del terzo millennio" e nei confronti del movimento Lgbt. Il tutto sentendosi forti dell'appoggio di esponenti delle istituzioni ( di destra ) e di alcuni organi di (dis)informazione.
In seguito a questi eventi ancora più amara ci sembra la scomparsa di Vincenzo Leone, uno dei testimoni più lucidi dell'antifascismo napoletano.
L'anniversario dei 40 anni dalla strage di Piazza Fontana, unito a un clima in Italia che si fa sempre più pesante, ha portato alla costruzione di una Rete Antifascista Nazionale che si riunirà, non a caso, a Napoli il 6 e 7 Febbraio.

Al centro del dibattito:

- Come rispondere alla campagna revisionista da anni in corso nel nostro paese
- Costruzione di una rete nazionale di coordinamento e solidarietà militante
- Costruzione di un dibattito nazionale che sia in grado di inquadrare in termini più ampi il fenomeno razzista e xenofobo


Napoli: sabato 6 febbraio ore 15.00 - domenica 7 febbraio ore 10.30
Presso il centro culturale "la città del sole", vico S.Giuseppe Maffei a S. Gregorio Armeno n. 18

Vedi anche:

http://www.12dicembre.net/

Le ftr:

- Verso le Quattro giornate di Napoli

- Piazza Fontana, la verità sotto il tappeto... Da quarant'anni

Il giorno del giudizio. Tutti assolti per l'autoriduzione all'Ipercoop

L'azione all'Ipercoop

**Ftr aggiornata il 14 gennaio**
Tutti assolti gli imputati per la riduzione all'Ipercoop

Il 12 gennaio c'è stata la sentenza di appello per i nove attivisti che parteciparono nel 2005 all’iniziativa di autoriduzione dei prezzi dei generi di prima necessità all’Ipercoop di Afragola in provincia di Napoli. In primo grado la sentenza fu di 3 anni e 4 mesi più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Alle nove sotto il Tribunale di Napoli si è svolto un presidio organizzato dai movimenti sociali napoletani e nel pomeriggio una carovana di solidarietà si dirigerà ad Afragola partendo da piazza Carlo III. La sentenza per tutti gli imputati è stata l'assoluzione perchè "il fatto non sussiste".

A Torino lo stesso giorno comincia invece il processo contro gli studenti dell’Onda arrestati nella scorsa estate in seguito alle mobilitazioni contro il G8 dell’Università tenutosi nel capoluogo piemontese nel maggio 2009, tra di loro c'è anche Egidio, un compagno napoletano. Gli studenti hanno lanciato una giornata di mobilitazione in occasione dell’avvio del processo.

Come se non bastasse il 12 gennaio è prevista l’udienza preliminare per Luca T. attivista italiano arrestato a Copenhagen ed in carcere dal 14 dicembre scorso insieme a diversi esponenti della rete CJA climate justice action che erano in Danimarca per protestare contro il Cop 15.

Vincenzo Leone ci ha lasciato. "Ci hai liberato con rabbia e amore, guerriero Leone ti rendiamo onore"

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Vincenzo Leone ci ha lasciato domenica 3 gennaio. Dopo oltre un mese di ricovero ospedaliero e qualche illusorio miglioramento. Una notizia che fa male.
Vincenzo è stato scugnizzo e partigiano nelle quattro giornate di Napoli. Poi militante e poeta. Scelte costruite tra le necessità della vita, come tutte le cose vere. Era con Erri de Luca e Sergio Piro nell'associazione amici di Officina99. Con l'editore Guida aveva pubblicato due raccolte in versi: "Mai un sorriso" e "Gioco D'amore", la prima anche un'autobiografia. Poesie vendute in strada, perchè era e si sentiva un uomo di strada.
Viveva in un basso a poche centinaia di metri da quella contrada Pagliarone carica di ricordi per lui e per la città. Sulle pareti di casa una specie di diario sentimentale. Vincenzo ha vissuto con semplicità, intensamente e fino in fondo. Senza concedere nulla al cinismo e alla rassegnazione. Pochi giorni prima di essere ricoverato in ospedale era a Materdei a intervenire alle proteste contro l'insediamento di un gruppo neofascista nel quartiere (la foto allegata è stata scattata in quella occasione) e subito dopo all'Università per un'iniziativa con Silvia Baraldini e Haidi Giuliani. Lo ricordiamo per le strade di quel Vomero di cui conosceva le storie migliori, nelle manifestazioni in piazza e nelle serate ai centri sociali. E' morto giovane Vincenzo e così lo ricorderemo! Ciao Vincè

Le antifasciste e gli antifascisti napoletani

Contro gli sgomberi e la repressione

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In risposta agli attacchi delle istituzioni e dei media contro tutte le realtà occupate ed autogestite, sabato 19 a Torino si terrà un corteo per dire basta a chi confonde la "sicurezza" con la "militarizzazione del territorio", democrazia e libertà con i Centri di Identificazione ed Espulsione; per ribadire alla giunta comunale che Torino non diventerà un luogo in cui sperimentare metodi repressivi e per difendere la libertà di esprimere dissenso.
Negli ultimi giorni si sono susseguite "prove di forza" da parte delle forze dell'ordine. Un passo avanti in vista della soluzione finale tanto desiderata dall’asse Chiamparino-Lega-Pdl. "Dobbiamo tornare in possesso degli spazi occupati, ma in modo graduale e progressivo, per non creare tensioni", dicono. C'è chi non è d'accordo. E si da appuntamento alle 14:00 a Porta Susa, respingendo al mittente la singolare procedura della questura che "prescrive" ai manifestanti un percorso diverso da quello comunicato, deviando il passaggio del corteo su un itinerario che si limita solo alla periferia di Torino e che non appartiene a nessuno dei ben 3 percorsi alternativi che gli organizzatori avevano proposto.

Piazza Fontana, la verità sotto il tappeto... Da quarant'anni

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Il 12 dicembre 1969 le bombe di Piazza Fontana a Milano inaugurano una stagione di stragi, attentati e provocazioni che passerà alla storia come “strategia della tensione”. Autori materiali dell'attentato sono i fascisti di Ordine Nuovo. Nonostante l’evidenza dei fatti, delle testimonianze e delle innumerevoli controinchieste portate avanti da settori di movimento, familiari delle vittime, giornalisti indipendenti o semplici cittadini, lo Stato prova da subito a nascondere la verità e la sua complicità dietro lo scudo dei segreti di stato, delle reticenze e dei depistaggi.
Durante questi quarant’anni, a quella strage si sono affiancate molte morti di Stato: dal ferroviere anarchico Pinelli “suicidato” in questura poche ore dopo le bombe di Piazza Fontana, all’assassinio di Giorgiana Masi nel ’77, fino ad arrivare alle morti di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova, di Federico Aldrovandi nel 2005 a Ferrara, di Stefano Cucchi poche settimane fa a Roma e di Francesco Mastrogiovanni ucciso di Tso all'ospedale di Vallo della Lucania.

Razzismo senza appello

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*iniziativa*: Natale con Maria - comunicato

A.V. è la minorenne accusata nel maggio dell’anno scorso, con argomentazioni incredibili quando non assurde, di aver rapito una neonata a Ponticelli. Per quell'accusa la ragazza è stata condannata, in primo grado e in appello, a 3 anni e 8 mesi. Da un anno e mezzo si trova rinchiusa nel carcere minorile di Nisida. E nonostante l’avvocato abbia richiesto prima dell'estate gli arresti domiciliari, ci resterà.
Ad A.V. sono stati negati infatti gli arresti domiciliari perché la possibilità di reiterazione del reato è determinata dal fatto che la ragazzina - per usare le parole con cui sono state scritte le le motivazioni del Tribunale dei Minori di Napoli (e quindi di un tribunale dello Stato, non di un efferato esponente della Lega o del Ku Klux Klan) - "è pienamente inserita negli schemi tipici della cultura rom".

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