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Fuga da 'Ndranghetown

Governo e 'ndrangheta trovano "la quadra".
Si inizia spremendo per anni decine di migliaia di schiavi negri nella piana di Gioia, lasciandoli sgobbare per pochi euro. Così facendo si mantengono costi bassi, competitività sui mercati e lauti profitti. Poi, quando non c'è più nulla da spremere, si alza il livello di tensione, provocando gli schiavi con un'ulteriore impennata di sfruttamento e violenza.
Alla prima umana reazione si possono finalmente sciogliere i cani, soffiando sull'intolleranza favorita dalla crisi e da politiche razziste, puntellate ad arte da media compiacenti. Qualche schioppettata e una generosa dose di bastonate a condire il tutto ed ecco che miracolosamente gli schiavi si offrono al boia, prendendo per vere le sue promesse di protezione e rispetto dei diritti umani. Soddisfatto del risultato ottenuto, il boia si rimangia la parola e i clandestini possono tranquillamente essere deportati, applicando alla lettera le ultime pelose direttive in tema di immigrazione. Mentre le varie istituzioni si rimpallano le responsabilità davanti all'opinione pubblica, la 'ndrangheta si lecca i baffi e prende due piccioni con una fava. Ci guadagna subito, evitando di esborsare le misere paghe degli schiavi fuggitivi e si appresta a gestire la prossima ondata di disperati con un maggiore potere contrattuale, amaro frutto della paura. Il pranzo è servito!

E come se non bastasse la rivolta dei migranti di Rosarno arrivano le cariche al presidio di solidarietà di sabato 10. Cosa vorrà riferire martedì 12 gennaio, alle 17, il Ministro dell'Interno Roberto Maroni sui fatti di Rosarno nell'Aula del Senato? E soprattutto come coniugherà l'antirazzismo espresso in merito alle questioni calcistiche e le politiche razziste che sta invece mettendo in atto?
Intanto le proteste delle migranti e dei migranti non si fermano, dallo sciopero dei consumi alla moltiplicazione di appuntamenti e presidi in tutta Italia.

Appuntamenti:
- Martedì 19 sotto la Prefettura in p.zza Santi Apostoli, con i migranti di Rosarno, contro la Bossi-Fini e contro Maroni, il razzismo e lo sfruttamento (ore 16)
- Domenica 24 gennaio al de Lollis occupato alle 11, assemblea nazionale per costruire lo sciopero dei migranti e delle migranti del primo marzo.

Aggiornamenti:
- 11/01/2010

E Mo Basta!


Centri sociali e movimenti per il diritto all'abitare dicono "Mo basta!" alle politiche capitoline sugli spazi, e convocano un corteo cittadino per venerdì 4 dicembre, giornata nazionale contro gli sfratti e la rendita.

Il primo settembre 2009, con lo sgombero dell'ex Regina Elena, è iniziata la "nuova" stagione del sindaco Alemanno, contro le occupazioni abitative, i centri sociali, migranti e rom. Un'offensiva contro i diritti e le libertà il cui ultimo atto è stato lo scorso 19 novembre, con lo sgombero militare dell'Horus Liberato di piazza Sempione. Il Campidoglio pensa di gestire la crisi economica colpendo quel pezzo di società che si organizza nei territori per difendere il diritto alla casa, liberare spazi dalla speculazione, rivendicare un reddito garantito contro la precarietà, costruire accoglienza e inclusione sociale. Ma non c'è solo il manganello nella governance della destra: il Piano casa presentato recentemente consegna lo sviluppo della città alla rendita. L'housing sociale infatti prevede la "valorizzazione" di quel che rimane dell'agro romano, oltre all'acquisto da parte del Comune del patrimonio abitativo privato invenduto. Gli affitti, però, non saranno affatto sociali, mentre di case popolari non c'è traccia. Stessa sinfonia sulle politiche culturali e sulle politiche sociali, cancellate da tagli e lottizzazioni.

Il corteo partirà alle 17 da piazza Vittorio per arrivare a piazza S.Apostoli, dove è stato richiesto un incontro con il prefetto.

Riprendiamoci la Notte!

Per sabato 21 Novembre, a ridosso della giornata internazionale dell’orgoglio trans e di quella contro la violenza sulle donne, una rete di collettivi e realtà femministe, ltibq e singole, ha costruito una manifestazione contro la violenza di genere. Dopo le manifestazioni degli anni scorsi contro la violenza maschile sulle donne (nel 2007 e nel 2008), si è voluto ribadire ancora una volta come non siano le politiche sicuritarie a dare sicurezza alle donne, trans e lesbiche, ma come, invece, in una città di ronde e lame, l’unica arma possibile sia quella della solidarietà. E’ per questo che la rete invita donne e trans, puttane e rom, migranti e lesbiche a riprendersi la città di notte, in un corteo che partirà da p.zza Vittorio alle 18.30, attraverserà San Lorenzo per finire in pzzale del Verano. Durante il percorso antisessismo e antifascismo saranno proposti attraverso musica e performance, oltre che attraversando alcuni luoghi che mostrano le contraddizioni delle politiche costruite sui corpi delle donne. La stazione (da sempre luogo simbolo della violenza, ma solo di quella fuori dalle mura domestiche), piazza Vittorio, luogo di immigrazione, ma vicino a un noto spazio occupato da fascisti, San Lorenzo, luogo della “movida romana”, da poco oggetto di sgomberi e minacce di sgombero.

A concludere il corteo, in piazzale del Verano, è previsto un momento musicale con i live di alcune artiste.

La mobilitazione continuerà il 25 Novembre contro i Cie, in un presidio itinerante che terminerà a Ponte Galeria.

Di carcere si muore


A Roma un'altra persona è morta di carcere. Stefano Cucchi, arrestato per un modesto quantitativo d’erba la notte tra il 16 e il 17 ottobre, è morto dopo una settimana in un carcere in cui non si sarebbe nemmeno dovuto trovare. Già alla prima udienza del processo per direttissima i genitori avevano notato segni sul suo volto e dopo il ricovero al Pertini per un presunto mal di schiena, Stefano è stato trovato morto.
Non è la prima volta che le cosiddette forze dell’ordine hanno ucciso.
Sono tristemente note le storie di Sorin, Niki, Aldo e delle numerose altre persone morte di carcere o
durante un fermo violento. E per chi vive, la situazione non è rosea, se persino Alfano è riuscito a dichiarare che la situazione è fuori dalla costituzione. Ma forse il problema è che è proprio il carcere a non funzionare.

Ascolta le corrispondenze di Radio Onda Rossa [1 - 2]

Altre informazioni: Rassegna stampa 01.11.09 - Pestaggi quotidiani in carcere - 8 morti solo in ottobre

*Appuntamenti*
- giovedi 5/11 ore 12 volantinaggio al Pertini.
- giovedi 5/11 ore 18 assemblea cittadina al forte prenestino.
- sabato 7/11 ore 15 corteo parco acquedotto alessandrino altezza via torpignattara.

Morti in carcere: 1200 persone morte in 7 anni, a cura dell’associazione Papillon; Sul dossier "Morire di Carcere" dall'associazione Ristretti orizzonti.

Roma città aperta


La Roma antirazzista si è data appuntamento domani, sabato 17 ottobre, per dire che nessuna persona è illegale, che i CIE vanno chiusi e che tutte e tutti dobbiamo avere gli stessi diritti, compreso quello all'abitare. La manifestazione, che partirà in corteo alle 14.30 da Piazza della Repubblica, vedrà confluire diversi percorsi da varie parti della città.

Ad Aldo Moro alle 12.00 partiranno l'Onda studentesca e
Sui Generis, che ha deciso di portare i contenuti
antisessisti
accanto a quelli antirazzisti. Allo spezzone si unirà
Strike, con un furgone musicale.

Altri due concentramenti sono previsti per l'una.
Alle 13 è prevista infatti la confluenza a piazza della Marranella e all'isola pedonale del Pigneto e il concentramento presso l'ex Volturno
occupato (via Volturno, 37)
. Il comitato casertano del 17 ottobre ha inoltre deciso di occupare a oltranza una piazza, fin quando migranti e rifugiati, autoctoni e clandestini non verranno ascoltati.

Una forte presa di posizione, dopo le battaglie condotte contro il pacchetto sicurezza, in un'Italia sempre più intollerante e i respingimenti di clandestini è di vitale importanza. Intanto, continuano le proteste nei CIE e il processo per la rivolta di via Corelli, che ancora una volta ha visto protetti i rappresentanti dello Stato, e non persone private di diritti umani fondamentali che chiedevano soltanto maggiore dignità.

La casa (non) è un diritto


Il primo settembre è stata sgomberata l'occupazione Regina Elena in via del Castro Laurenziano, con un provvedimento che preannuncia un inverno "caldo", visto che sarebbero previsti altri sgomberi e visto che ciò segue solo politiche sempre più repressive in Italia e nella città di Roma (basti pensare a respingimenti, pacchetti sicurezza e aggressioni). Circa 600 persone sono state obbligate a salire sugli autobus e a lasciare le proprie cose nel palazzo. Il palazzo è stato saccheggiato dalla cooperativa che ha gestito le operazioni di sgombero, mentre le famiglie trovavano posto in inospitali centri di accoglienza per rifugiati, per l'occasione trasformati in residence. Tutt'oggi al tavolo delle trattative non esiste nessuna soluzione concreta per le famiglie del Regina Elena.
La risposta delle attiviste e degli attivisti è stata immediata, con un corteo, un presidio a piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia) tutt'ora in corso e con alcun* militanti che sono salit*in protesta sul tetto del Campidoglio per alcuni giorni.
Il 9 settembre anche Area Ingovernabile è stata sgomberata.
Dopo due settimane dallo sgombero del Regina Elena, la mattina del 14 settembre, è iniziata un'operazione di polizia contro l'occupazione 8 Marzo, che ha portato perquisizioni e a cinque arresti (uno ai domiciliari). Lo sgombero è stato evitato grazie alla determinazione degli e delle occupanti. L'accusa è quella di racket, estorsione e violenza privata. Durante il processo si rischia anche l'accusa di associazione a delinquere. Lunedì 21 settembre il giudice ha confermato gli arresti degli occupanti dell'8 Marzo poi convertiti in tre domiciliari e un obbligo di firme.

*AGGIORNAMENTI*

Anche Giap è stato sgomberato, la nuova occupazione a San Lorenzo.

Approfondimenti:
Richiesta di sgombero per l'occupazione 8 marzo .
Comunicato dell'8 Marzo.
Comunicato teatranti de Merode
Un deserto chiamato Roma
Per adesioni al comunicato di solidarietà con l'8 Marzo: occupa(at)inventati.org

Video:
Siamo tutt* sullo stesso tetto.
Emergenza casa, la risposta del Comune.
Magliana Resiste.
Sgomberati e derubati: dove sono finiti i beni delle persone sgomberate dal Regina Elena?

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