Prossimi eventi
  • Oggi 08:30
    Manifestazione nazionale - Fermiamo il massac...
    Per prenotare un posto sul pullmann da Pisa per Roma, tel. 050563083, tel. 0509711526, 3495792576, 3280254173 costo: 10 euro andata e ritorno la partenza e' fissata per le 8,30 puntuali al parcheggio...
  • Domani 18:00
    Gruppo di lavoro: Cosa fare per la Palestina?
    GRUPPO DI LAVORO SULLA MOBILITAZIONE: COSA FARE CONCRETAMENTE PER LA PALESTINA? Incontro con un esponente di Stop the Wall Campaign www.stopthewall.org Stop the Wall è la campagna palestinese ...
  • Domani 21:00
    PACE E GIUSTIZIA IN PALESTINA
    DAL DRAMMA ALLA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE NEL MONDO POST-ATTACCO A GAZA Intervengono: Wasim Dahmash (Gazzella ONLUS) Stefano Sarfati Nahmad (Rete Ebrei Contro l'Occupazione) In videoconferenza da ...
Comunicato stampa in merito all'attacco subito dalla Sinagoga di Pisa

la sinagoga di PisaPacifisti e amici della Palestina non imbrattano sinagoghe.
Siamo antirazzisti: lottiamo contro l'antisemitismo, morbo immondo che il trascorrere dei secoli purtroppo non ha debellato.
Questo gesto esecrabile danneggia inoltre la causa dei palestinesi, che al contrario sanno distinguere tra antisemitismo e legittima opposizione alle politiche criminali di Israele, e mina il necessario dialogo tra i popoli, sola alternativa alla barbarie della guerra. 

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La questione israelo-palestinese

090112_palestina.jpg“In guerra la prima a morire è la verità.”

LA QUESTIONE ISRAELOPALESTINESE

dalle origini ai nostri giorni
progressiva espansione dei territori occupati da Israele dal 1948 ad oggi

clicca qui per scaricare il pdf del dossier storico-informativo

A cura di: Un Ponte Per – Laboratorio delle disobbedienze Rebeldìa – Rete Radié Resch – Gruppo Jagerstatter - PRC Pisa – Confederazione Cobas Pisa – Centro Ghandi Edizioni – Mostupa (Studenti Scienze per la pace)- Coordinamento provinciale di solidarietà con il popolo palestinese (Pisa) – PDCI Pisa – Associazione “A SUD”

Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti…

 
Israele: boicottaggio, ritiro degli investimenti e sanzionii

080114_klein.jpegdi Naomi Klein - «the Nation» - 10/01/09

È ora. Un momento che giunge dopo tanto tempo. La strategia migliore per porre fine alla sanguinosa occupazione è quella di far diventare Israele il bersaglio del tipo di movimento globale che pose fine all'apartheid in Sud Africa.
Nel luglio 2005 una grande coalizione di gruppi palestinesi delineò un piano proprio per far ciò. Si appellarono alla «gente di coscienza in tutto il mondo per imporre ampi boicottaggi e attuare iniziative di pressioni economiche contro Israele simili a quelle applicate al Sudafrica all'epoca dell'apartheid». Nasce così la campagna “Boicottaggio, ritiro degli investimenti e sanzioni” (Boycott, Divestment and Sanctions), BDS per brevità.

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Fermiamo il massacro a Gaza

090109_stop_israel_war.jpgFERMIAMO IL MASSACRO A GAZA!
BASTA IMPUNITÀ PER I CRIMINI DI ISRAELE
VITA, TERRA E LIBERTÀ PER IL POPOLO PALESTINESE

Il dolore della popolazione di Gaza è entrato nelle nostre case grazie alle immagini dei cameramen locali che mostrano quello a cui non siamo abituati: la verità. I giornalisti internazionali, tenuti fuori dalla striscia di Gaza, hanno cercato di comparare il massiccio attacco militare israeliano ai razzi di Hamas, ma le immagini ed il tragico numero dei morti e dei feriti li hanno smentiti.

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Lo splendore del supplizio

di Danilo Zolo

La striscia insanguinata di Gaza è l'ultima testimonianza di una tragedia senza ritorno, ormai avviata verso la soluzione finale. In questi giorni migliaia di feriti e centinaia di morti, vittime dei bombardamenti e dell'attacco terreste della grande potenza nucleare israeliana, si sono aggiunti alle decine di migliaia di persone in condizioni disperate a causa della miseria, delle malattie, della fame. I ricatti finanziari e l'embargo imposto da Israele alla popolazione di Gaza non intendevano colpire soltanto il movimento di Hamas.

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Striscia di Gaza: le menzogne di una guerra

gaza bombingInformazione indipendente sul massacro di Gaza

La strage di Gaza e' fatta di bombe che quotidianamente uccidono centinaia di uomini, donne e bambini palestinesi. La strage di Gaza e' fatta anche di menzogne e propaganda di guerra. L'esercito Israeliano impedisce ai giornalisti di raggiungere le zone di battaglia, cosi' mentre i telegiornali di tutto il mondo documentano e mostrano gli effetti dei razzi Quassam, le centinaia di morti palestinesi sono solo un numero da aggiornare da un'edizione alla successiva.

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Sette venti nei calendari e le geografie in basso

med_dignarabiaMessico, a San Cristobal de Las Casas il 1° festival internazionale della "Digna Rabia".

Il Subcomandante Marcos rompe il silenzio

Primo Vento: una degna gioventù arrabbiata

Buona sera.

Sintrófisa, síntrofe, Ekseyerméni Eláda.
Emís, i pió mikrí, apó aftí ti goniá tu kósmu se jeretáme.
Déksu ton sevasmó mas ke ton zavmasmó mas giaftó pu skéftese ke kánis. Apó makriá mazménume apó séna. Efjaristúme.

(Spero di non aver detto qualcosa di sconvenienza, quello che volevo dire è "Compagna, compagno, Grecia ribelle. Noi, i più piccoli, da questo angolo del mondo ti salutiamo. Ricevi il nostro rispetto ed ammirazione per quello che pensi e fai. Da lontano impariamo da te. Grazie".)

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Guerra nella striscia di Gaza

Riportiamo la lettera di Mustafa Barghouti sul dramma che sta vivendo in questo momento il popolo palestinese, e consigliamo Peace Reporter , sito di informazione con aggiornamenti e approfondimenti sul conflitto in Palestina.

Bombardamenti nella striscia di GazaLa vostra indifferenza

Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?

(di Mustafa Barghouti*, Ramallah, 27 dic 08)

E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua. Non era un assedio dunque, ma una forma di pace, quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete. E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra? Dalla ragioneria dei morti? E i bambini consumati dalla malnutrizione, a quale conto si addebitano?

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Adriano Prosperi su Repubblica
081227_bimbo_rom.jpgda Repubblica del 24/12/2008, vigilia di Natale

Quel Natale nelle Baracche
di Adriano Prosperi ( bio/info: [1] [2] )


Strano Natale.
Una cronaca televisiva da Forte dei Marmi mostra un mercatino di Natale nel luogo più caro d'Italia. Un venditore dichiara soddisfatto: «Spendono, spendono». La televisione diffonde immagini da cartolina: paesaggi, consumi, uomini e donne tutto di lusso. Spostiamoci di poco. Siamo nei pressi dell'Arno, a poca distanza da Pisa. Altre immagini, altre parole. Si vedono ma non in televisione alcune baracche.

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Trattativa: comunicato CPT

Il 10/12/08 si è svolto un incontro tra i tecnici del Comune, della Provincia, dell’Università di Pisa e del Progetto Rebeldia, che valutiamo positivamente: è stato infatti possibile approfondire alcuni aspetti che permettono di valuare la proposta di trasferimento delle attività del Progetto Rebeldia nel fabbricato di Via Corridoni.

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lettera aperta di Padre Agostino

il posto dove devono vivere i rom secondo il sindacoLa città di Pisa è quanto mai generosa nell’organizzare conferenze, dibattiti e forum sull’immigrazione, sul valore di una società interculturale che si sta delineando a vari livelli: lavorativo, culturale, sociale, scolastico. Non mancano appelli alla difesa dei diritti degli immigrati per favorire un’integrazione capace di valorizzare le diversità culturali e che eviti le derive razziste.

In genere tutto questo rimane come sospeso, quando i soggetti in causa sono le popolazioni Rom presenti nel territorio Pisano, anzi si assiste ad un tacito consenso degli stessi organizzatori di questi convegni, quando l’Amministrazione di Pisa prende provvedimenti, apertamente discriminatori verso i Rom.

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Lettera dei Rom rumeni contro gli sgomberi

081222_rom.jpgRiportiamo la lettera dei Rom rumeni abitanti dei campi a Pisa sugli sgomberi annunciati della giunta comunale.

Siamo dei Rom rumeni, siamo circa 60 famiglie. Viviamo nella città di Pisa, nelle baracche in condizioni non buone, senza acqua e senza luce.

Noi non vogliamo vivere nelle baracche. Siamo costretti a vivere nelle baracche perché non ci è data la possibilità di prendere una casa: il Comune non ha interesse ad aiutarci a trovare una casa. Non possiamo mandare a scuola i bimbi perché non abbiamo le condizioni igienico-sanitarie. Alcuni bimbi vanno a scuola, ma spesso le scuola rifiutano di iscrivere i nostri figli.

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