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La meglio gioventù!

pierino contro la gelmini

Mentre i movimenti latitano il mondo scolastico mostra importanti segnali di vita. Manifestazioni, proteste, lutti ed occupazioni si sono susseguite negli ultimi giorni. A determinarle la Riforma dell'Istruzione elaborata e difesa a denti stretti dalla Ministra gelmini, in linea con le riforme dei precedenti governi: dall'introduzione del maestro unico al depotenziamento delle Università che private di fondi centrali si vedono incanalate nell'unica strettoia dell'acquisizione da parte di fondazioni.
La protesta vede protagonisti mamme,insegnanti e studenti e si passa dalle occupazioni delle scuole elementari a quelle degli Atenei.
Nonostante l'approvazione, attraverso il voto di fiducia, del Governo del ddl Gelmini la contestazione continua.

Appuntamenti:

A Walter, a Ivo

manifesto walter rossi

Gli ultimi giorni di settembre sono particolari perchè a breve distanza ricorrono gli anniversari degli omicidi di Walter Rossi e Ivo Zini, uccisi dai neofascisti dei NAR.

A distanza di molti anni le aule di tribunale non hanno mai voluto accertare la verità su questi due omicidi. Quello di Walter Rossi è stato attribuito ad Alessandro Alibrandi, quello di Ivo non ha portato a nulla nonostante i processi effettuati. Ma la verità giudiziaria non può cancellare la voglia di ricordare i compagni uccisi e raccontare la nostra verità, su chi erano i mandanti, gli esecutori e chi li ha voluti coprire.

Martedi 30 settembre una manifestazione ricorderà Walter e Ivo, e denuncerà il clima autoritario che favorisce e copre l'agire delle bande squadriste nei confonti di rom, migranti, attivisti, il tutto condito da un clima xenofobo che salda il razzismo istituzionale con il razzismo popolare e avvelena il tessuto sociale di questo paese.

L'appuntamento è per tutte e tutti a Piazzale degli Eroi (Metro Cipro) - ore 17.30

35 anni dopo, la Bolivia come il Cile?

Manifestazione pro Morales

11 settembre, tornano alla mente le immagini dell'attentato al World Trade Center, pochi si ricordano che 35 anni fa, nello stesso giorno, il governo di Salvador Allende veniva rovesciato dal colpo di Stato di Pinochet.
Ironia della sorte un giorno prima dell'anniversario la NSA leva il segreto di stato da alcuni documenti che provano, come se non fosse già chiaro, la complicità della CIA nel golpe.

Una cosa molto simile è successa questa settimana, settembre 2008, in Bolivia, in 5 province orientali dello stato andino sono scoppiati disordini contro il governo centrale di Evo Morales.

Antifascista a chi?

Antifascista a chi? Non certo a Federico Iadicicco che, pur di smentire certe "brutte voci" circolate sul palco della fiesta nera "Atreju", si esibisce nel suo truculento repertorio da camerata. E per chiarire meglio le origini della sua tormentata identità è costretto a citare indymedia, colpevole di aver messo a repentaglio la sua sicurezza personale.

Dice il federale di Azione Giovani:
«Circa due anni fa, non nel 1943, il più importante sito della rete antifascista italiana, Indymedia, pubblicò un articolo di commento a una iniziativa di Azione Giovani di Roma e ritenne utile mettere vicino al mio nome anche il mio indirizzo di casa, con l'evidente intento di puntare l'indice contro di me e di indicarmi come bersaglio da colpire». Da questa constatazione il presidente di Azione Giovani Roma arriva a questa ironica domanda: «Come potrei dichiararmi antifascista?».

LAMEmanno, il sindacoltello.

Celtica al collo e coltello alla mano: la dotazione del sindaco di Roma e dei suoi "bravi".

Ai margini dell'iniziativa dedicata a Renato Biagetti è scattato l'ennesimo assalto all'arma bianca.
Alle 04:30 una decina di infami, coltelli e bastoni alla mano, hanno aggredito quattro ragazzi che, dopo l'iniziativa, stavano tornando alle loro auto. Un agguato in classico stile squadrista, colpendo a "lamate" da dietro le spalle. La pronta reazione dei compagni ha evitato il peggio, mettendo in fuga i neofascisti. Un ragazzo è ricoverato al Centro Traumatologico Ortopedico dopo aver ricevuto diversi punti di sutura alle gambe.

In ricordo di Renato

Sono passati ormai 2 anni da quando, il 27 agosto del 2006, Renato, uscendo da una dance hall reggae sulla spiaggia di Focene, insieme alla sua fidanzata e al suo amico Paolo, furono aggrediti da due giovani scesi dalla loro auto coltelli alla mano. Gli urlarono di tornare a casa, che quello non era il loro territorio. Colpirono Renato che, a 26 anni, morì poche ore dopo in ospedale.
Nella disperazione di quei giorni i familiari, gli amici e i compagni si trovano a spiegare una scomoda verità: chi esce di casa armato di coltello per colpire chiunque possa essere considerato diverso, altro, di colore, gay, di sinistra, è un fascista. Che solo a Roma, nell’anno precedente c’erano state più di 130 aggressioni di matrice fascista. Oggi, che sono passati quasi 2 anni, si apre il processo per l’imputato minorenne. Il PM sostiene che Renato sia stato ucciso al termine di “banale diverbio degenerato per futili motivi”, e così "lo uccidono una seconda volta" [1|2].

Emergenza nazionale

Riprendendo le parole del governo italiano, in Italia è davvero emergenza nazionale.
Ma l'emergenza non sono i morti sul lavoro, la precarietà e i contratti nazionali scaduti, l'indebolimento dei salari, il diritto alla casa, il razzismo, il carovita, i morti nel canale di Sicilia di chi tenta di arrivare in Italia, gli inutili soldati nelle strade, l'abbattimento del welfare e della sanità, la monnezza, NO.

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