Carlo Vive
Genova per noi, il sussulto forte del 2001 e le sperimentazioni repressive dello stato, la morte di Carlo, e poi il lento sfarinamento del media-movimento che non ha trovato la chiave della propria innervatura sociale, trasformandosi in contenitore di opinioni e lamentazioni su presunte sospensioni della democrazia” o in sponda di piazza per esercitazioni istituzionali e “commissioni d’inchiesta”.
Ora che tutto si e’ compiuto un movimento stordito, orfano e disertato dagli zombie della defunta sinistra di stato come dei catto-movimentisti, non riesce a muovere piu’ nulla, se non la rinseccolita rappresentazione di se stesso.
Non poteva che finire cosi’, per chi, mosso dall’utopistico “desiderio” di un altro mondo possibile si e’ fatto prima attraversare e poi fagocitare da politicanti e carrieristi di ogni tipo e colore.
I movimenti sociali, tutti, nascono, vivono e muoiono anche per loro intima consunzione.
Il guaio e’ quando non sedimentano nulla, come in troppi sciacalli vorrebbero.
Si è convinti che l’unico modo di ricordare degnamente giovani compagni assassinati, che l’unico modo di attualizzare i movimenti del passato, sia quello di non dimenticarne le idealita’ di fondo che li hanno mossi, portati in piazza, a scontrarsi con un mondo nemico.
Aggiornamenti:
- Cancellato il murales di Carlo in Via Bramante
Appuntamenti:
- Lunedì 21 Busto Arsizio
- Vederdì 25 luglio Brescia
Approfondimenti :
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