Intelligence Sociale

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E' un momento di fermento e sembra che il lamento generale possa iniziare a trasformarsi in cammino progettuale.
Sono state preparate vertenze pilota per operatori sociali nativi e migranti sul diritto del lavoro e dell'autotutela sindacale, esperienze che per essere virtuose necessitano di una reale condivisione nella pratica.
L'operatore sociale tipico vive oggi con uno stipendio inadeguato, sia rispetto all'attuale costo della vita, sia dalla qualifica professionale richiesta che alla responsabilità sociale che comporta, viene chiesta inoltre un'estrema flessibilità all'operatore sociale che molto spesso si chiama straordinari e che finisce per diventare volontariato.Se c'è un settore che, meglio di altri, puo riassumere le contraddizioni del modo di produzione neo-liberale questo è proprio il lavoro "sociale" che, nella sua intima essenza comporta rimediare ai guai prodotti da altri.Perchè si possa generare ricchezza per pochi è necessario produrre miseria ed esclusione per altri, ma questo funziona finchè il malessere generato dall' esclusione non minaccia di intaccare quella "sicurezza" necessaria al quieto fluire degli affari.Quando le scorie,le vite di scarto, del processo produttivo diventano troppe allora c'è bisogno di qualcuno che rimetta assieme i cocci l'operatore sociale", chiamato a lavorare solo quel tanto che basta per poter continuare a speculare in tranquillità; troppo impegno potrebbe sottrarre risorse al processo produttivo, potrebbe produrre l' effetto indesiderato di emancipare gli "scarti" portandoli a non abbisognare piu del ricatto della "produzione".E allora il lavoro degli operatori sociali deve diventare flessibile, parcellizabile, intermittente da utilizzare in dosi controllate; gli stessi operatori devono essere "docili" e disposti a piegarsi ai diktat del mercato.
In questo senso il "fare rete" deve servire oltre che ad' autotutelarsi, a ridare senso e dignità ad un lavoro che, nell' epoca della sottooccupazione diffusa, dovrebbe essere la chiave di volta di un progetto di società sostenibile.
Per questo con un nuovo numero, con una nuova veste, con una nuova voce, si è sentito il bisogno di un ritorno del telefono fucsia, lo sportello telefonico per la messa in rete di operatori e operatrici sociali già attivato nel 2006 per l'autodifesa del lavoratore con l'aiuto di avvocati, giuristi e operatrici sociali, un'equipe di esperti pronta a rispondere alle domande cercando risoluzioni ai problemi per superare l' endemica precarietà contrattuale nel lavoro del sociale.
Il 21 giugno al centro Milani si inaugura il primo convegno di Intelligence Sociale, con la presentazione della campagnaintelligence sociale 2008, per la condivisione di esperienze singole e collettive.

Appuntamenti:
- Convegno Nazionale Operatori sociali 21/06/08

Approfondimenti:
- Il Forum della rete degli operatori sociali
- Operai sociali blog

Caccia all'Uomo

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In questi giorni a Milano abbiamo assistito alle prime avvisaglie di un nuovo tempo, in cui la xenofobia resta l’unica maschera per una crisi socioeconomica globale causata dal fallimento totale delle politiche neoliberiste. Se il piatto è vuoto ed il portafoglio piange si ricorre alle collaudate strategie allarmiste, le stesse menzogne, leggende metropolitane che sviano l'opinione pubblica dai problemi reali e sono ottimo strumento di propaganda elettorale.
In quest’ ottica di menzogna razzista Milano si è sempre distinta producendo un crescendo di "allarmi sicurezza". Sotto il clamore delle emergenze si crea il clima ideale per l'assassinio dei diritti civili di migranti e residenti, per l' ulteriore compressione delle esistenze di cittadini e lavoratori già piegate dalle vessazioni del lavoro precario e dalla tirannia di banche e mutui.
Ma la xenofobia non va in onda solo in tv, il razzismo striscia per strada: organizza ronde, sgomberi oppure fa retate sugli autobus come in Corso xxiv maggio, sulla 90/91, oppure come si farà in questa settimana in viale Padova o in Maciacchini; con gli stranieri faccia al muro in attesa di un autobus con grate alle finestre, li aspettano la questura e la deportazione nei cpt.
Che siano d’esempio questi per quanti si trovano a vivere vite di scarto, la povertà è un problema di ordine pubblico passibile di deportazione. Per ora solo quella dei migranti domani chissà..
Ma nemmeno questo basta per spegnere il cervello, e nemmeno bastano gli scroscianti applausi delle varie fabbriche del consenso e allora c'è bisogno di "alzare il livello", c'è bisogno di utilizzare la pelle dei migranti per sperimentare quello che, probabilmente un domani, sarà il futuro di quanti si troveranno a dover essere "ridondanti" in un sistema produttivo basato su sotto-occupazione e disoccupazione di massa.
C'è bisogno di alzare il livello come nelle recenti sentenze comminate a quattro migranti cui si sta tentando di riconoscere l'aggravante di "clandestinità"; non serve ricordare che tale aggravante, essendo di fatto una discriminazione razziale, è incostituzionale.
In un paese in cui si parla apertamente di ronde, pogrom, schedature razziali e deportazioni se la costituzione non è morta poco ci manca.
Le leggi sono solo pezzi di carta per questo governo, parole pesanti come macigni ma pur sempre suscettibili di critica dalla nuova destra al potere e allora la paura torna, ci vogliono far credere che le leggi potrebbero non bastare e che ci vuole altro per difenderci dai fantasmi del passato, "interventi risolutivi", come altri cpt, come quello di Torino in cui si può morire nell’ indifferenza, in cui si può venire drogati e pestati "preventivamente" per poi essere espulsi.
Ma anche questo può non bastare le alte mura delle carceri, i controlli in ogni dove le telecamere onnipresenti non fanno altro che ricordarci che il diverso, il nemico che porta con sè il degrado è ovunque. E allora nemmeno carceri e carcerieri bastano più, tutto è suscettibile di repressione: le prostitute, i mendicanti, i capelli lunghi, un modo di vestire, una scritta sul muro; tutto diventa il segno di una minaccia eternamente presente, così grande non esiste carcere e non esiste polizia a sufficienza, c'è bisogno di altro per questo governo, come le autorganizzazioni legarondiste e le camicie nere.

Appuntamenti:
- Roma domenica 8 giugno manifestazione sostegno dei sinti
- Milano mercoledì 11 giugno presidio contro il pacchetto sicurezza
- Milano venerdì 13 e sabato 14 giugno Metting antirazzista Foto: [1]
- Bologna sabato 5 luglio manifestazione dei migranti

Approfondimenti:
- Rom-Sinti [1] [2] [3] [4] [5] [6]
- Ronde [1]
- Aggravante della clandestinità [1] [2] [3]
- Ellis Islands il primo cpt

Fornace sgomberata

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Martedì 27 maggio la polizia e i carabinieri hanno proceduto allo sgombero della Fornace di Rho. Con un atto di forza si è posto fine ad uno spazio sociale vitale e dinamico che in più di tre anni di (r)esistenza non solo ha prodotto un modello di socialità fondato sull’autogestione e la condivisione di percorsi culturali e di aggregazione, ma ha anche portato avanti importanti battaglie in difesa del territorio e dei beni comuni contro i danni prodotti dalla Fiera e da un modello di sviluppo basato sulle Grandi Opere e sulla speculazione edilizia. Un modello fatto di devastazione e consumo del territorio di cui Expo 2015 con tutte le opere infrastrutturali collegate rappresenta la chiave di volta, in un’ottica bipartisan che ha visto convergere le principali forze politiche.
Le modalità dello sgombero, motivato da ragioni di ordine pubblico, confermano che è in corso una stretta repressiva che ha l’obiettivo di delegittimare e, quindi, criminalizzare il conflitto sociale elemento fondante della democrazia.
Già in vista dell’assegnazione dell’Expo erano stati sgomberati altri centri sociali, nell’ottica di una pulizia generale della “città vetrina”, che ha portato anche agli sgomberi di campi rom, all’allontanamento dei senzatetto, alla criminalizzazione dei writers e dei migranti.
Una situazione destinata a peggiorare, soprattutto dopo l’approvazione del famigerato “pacchetto sicurezza” nel quale sono state inserite norme che prevedono l’istituzione di “aree d’interesse strategico nazionale” che permetterebbero l’impiego dell’esercito e la conseguente militarizzazione del territorio. Non è improbabile pensare che se oggi vengono utilizzati i militari per presidiare le discariche a Napoli, un domani potranno essere utilizzati per controllare il territorio laddove sono in corso forme di resistenza messe in atto dalle comunità locali contro grandi opere e progetti di devastazione come in Val di Susa, a Vicenza o in altre parti d’Italia.
Bisogna porre un argine alla deriva securitaria che coinvolge tutti i livelli istituzionali legittimando episodi di violenza ed intolleranza come i pogrom nei confronti dei rom a Napoli e gli assalti squadristi a Roma.

Squadrismo nero

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A Verona in Porta Leona, la notte del 1 maggio viene aggredito e ucciso Nicola Tommaselli.
Si dirà che Nicola fu vittima di un aggressione, ma anche nella Verona del sindaco Tosi e di Miglioranzi, che un tempo faceva parte del Veneto Skinhead, il primo in Italia ad essere condannato a tre mesi di carcere per istigazione all'odio razziale le cose bisogna chiamarle con il loro nome: fascisti, Nicola è stato ucciso per mano dei fascisti come Dax Renato Fabio e Giovanni.
Nell'ultima settimana lo squadrismo nero ha colpito a Viterbo, Bolzano, Ciampino, Padova e Torino.
Inoltre per sabato 17 a Milano è previsto un concerto Nazirock, autorizzato dal comune che ha loro concesso uno spazio alla palazzina Liberty di Largo Marinai d’Italia, luogo storico della sinistra milanese. (L'autorizzazione è stata revocata dalla questura, ma probabilmente il concerto si terrà lo stesso in un altro luogo).
Evidentemente l'indignazione generale per la morte di un ragazzo dura il tempo ritagliato dai notiziari, finito quello si ritorna all'ordinaria quotidianità di aggressioni e connivenze, fino al prossimo sopruso.
Sabato nelle strade di Verona ci saranno anche i migranti, per denunciare il clima di intolleranza creato dalle politiche securitarie della destra al potere, fatto da ronde e proposte di internamento dei romeni e dei clandestini nei cpt, oltre alle aggressioni dei soliti noti dobbiamo prendere atto dell' intensificarsi del pogrom anti-rom a Napoli, Milano e Roma.

L'appuntamento è per il 17 maggio a Verona alla Stazione di Porta Nuova alle ore 15.00, a Milano alle 11.00 in Stazione centrale.

Aggiornamenti
Onda d'urto audio da Verona

Mag. 17 Ore: 18.16 - VERONA: IL CORTEO è ARRIVATO IN PIAZZA DANTE
Mag. 17 Ore: 18.10 - VERONA: CORTEO DEI MIGRANTI IN PIAZZA ISOLO
Mag. 17 Ore: 18.09 - VERONA: CORTEO IN PIAZZA DELLE ERBE
Mag. 17 Ore: 18.07 - VERONA: CORTEO DEI MIGRANTI A VERONETTA
Mag. 17 Ore: 18.06 - VERONA: IL CORTEO è QUASI ARRIVATO
Mag. 17 Ore: 18.05 - PRESIDIO ANTIFASCISTA A MILANO
Mag. 17 Ore: 16.34 - VERONA: MOMENTI DI TENSIONE NEL CORTEO
Mag. 17 Ore: 16.12 - VERONA. IL CORTEO MUOVE I PRIMI PASSI
Mag. 17 Ore: 16.10 - VERONA: COLLEGAMENTO DA PIAZZA BRA
Mag. 17 Ore: 16.09 - VERONA: COLLEGAMENTO CON LA STAZIONE DI PORTA NUOVA
Mag. 17 Ore: 16.08 - VERONA: IL TRENO DA BRESCIA BLOCCATO IN STAZIONE

Onda Rossa
Le aggressioni a Verona
Compagno di Verona racconta il corteo
Corteo antifascista di Verona
Newswire
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Mauro Busa e la lotta al regime E.I.V.

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Arrestato il 6 febbraio 2007 Mauro Rossetti Busa è rinchiuso nel lager di Poggioreale (un carcere costruito nel 1914 ospitante 1387 detenuti, ma che normalmente ne contiene il doppio) nella sezione cosiddetta Venezia EIV (elevato indice di vigilanza, nel quale negli ultimi anni vengono tenuti in isolamento in regime E.I.V. anche i rivoluzionari) in sciopero della terapia e della fame.
Accusato del reato che commise nel 2004 di oltraggio alla corte e minaccia al PM, Mauro si è contraddistinto nelle lotte, in Toscana, contro la repressione e l’isolamento carcerario, più volte perseguitato da carabinieri e polizia per le sue iniziative e molte volte additato come capro espiatorio.
Mauro oggi è rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale, nonostante le sue gravi condizioni di salute, negandogli così il diritto di essere curato come una persona dignitosa.
Mauro è risultato secondo i medici stessi del carcere incompatibile con il regime carcerario perchè affetto da Hiv in stato avanzato e di Hcv ma le infinite montature che lo collegano ora alle Br, ora alla criminalità organizzata, gli hanno sempre impedito di curarsi in un posto adeguato applicandogli tutte le restrizioni di chi viene additato come terrorista
Molti gli scioperi della fame da parte dei compagni in solidarietà alla lotta di Mauro come quello di Juan, arrestato il 13 ottobre a Bologna e in sciopero della fame dal 14 aprile contro le assurde regole del lager EIV e in sostegno alla protesta di Busa, ma tutto risulta inutile, il suo caso non esce dalle mura del carcere.
Secondo lo Stato Mauro è colpevole di non piegarsi ai dettami ed alle ingiustizie, gli stanno negando la libertà e il diritto alle cure, condannandolo se non si porra' fine a questa incredibile barbaria a soffrire sino alla morte trasformando tutto questo in sadica tortura.
Il 20 maggio la camera dil consiglio si riunirà per discutere la detenzione domiciliare di Mauro.
Mauro non è l'unico ad essere rinchiuso nei lager istituzionali, la solidarietà ci ricorda infatti che altre persone sono rinchiuse all'interno delle gabbie di stato, come Daniele e Francesco e Michele Fabiani arrestato il 23 ottobre nell' Operazione Brushwood una farsa con effetti devastanti, richiuso nella struttura mostruosa del supercarcere di Sulmona tristemente famoso come il carcere dei suicidi accusato di aver violato l’art. 270 bis del codice penale contro le associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale e di eversione dell’ordine democratico.

Approfondimenti:
- Mauro inizia lo sciopero della fame 7/05/08
- Cosa serve a Mauro
- Dossier su Michele Fabiani
- Scrivi a Mauro - Scrivi a Michele - Scrivi a Daniele e Francesco - Scrivi a Juan

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