Mauro Busa e la lotta al regime E.I.V.

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Arrestato il 6 febbraio 2007 Mauro Rossetti Busa è rinchiuso nel lager di Poggioreale (un carcere costruito nel 1914 ospitante 1387 detenuti, ma che normalmente ne contiene il doppio) nella sezione cosiddetta Venezia EIV (elevato indice di vigilanza, nel quale negli ultimi anni vengono tenuti in isolamento in regime E.I.V. anche i rivoluzionari) in sciopero della terapia e della fame.
Accusato del reato che commise nel 2004 di oltraggio alla corte e minaccia al PM, Mauro si è contraddistinto nelle lotte, in Toscana, contro la repressione e l’isolamento carcerario, più volte perseguitato da carabinieri e polizia per le sue iniziative e molte volte additato come capro espiatorio.
Mauro oggi è rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale, nonostante le sue gravi condizioni di salute, negandogli così il diritto di essere curato come una persona dignitosa.
Mauro è risultato secondo i medici stessi del carcere incompatibile con il regime carcerario perchè affetto da Hiv in stato avanzato e di Hcv ma le infinite montature che lo collegano ora alle Br, ora alla criminalità organizzata, gli hanno sempre impedito di curarsi in un posto adeguato applicandogli tutte le restrizioni di chi viene additato come terrorista
Molti gli scioperi della fame da parte dei compagni in solidarietà alla lotta di Mauro come quello di Juan, arrestato il 13 ottobre a Bologna e in sciopero della fame dal 14 aprile contro le assurde regole del lager EIV e in sostegno alla protesta di Busa, ma tutto risulta inutile, il suo caso non esce dalle mura del carcere.
Secondo lo Stato Mauro è colpevole di non piegarsi ai dettami ed alle ingiustizie, gli stanno negando la libertà e il diritto alle cure, condannandolo se non si porra' fine a questa incredibile barbaria a soffrire sino alla morte trasformando tutto questo in sadica tortura.
Il 20 maggio la camera dil consiglio si riunirà per discutere la detenzione domiciliare di Mauro.
Mauro non è l'unico ad essere rinchiuso nei lager istituzionali, la solidarietà ci ricorda infatti che altre persone sono rinchiuse all'interno delle gabbie di stato, come Daniele e Francesco e Michele Fabiani arrestato il 23 ottobre nell' Operazione Brushwood una farsa con effetti devastanti, richiuso nella struttura mostruosa del supercarcere di Sulmona tristemente famoso come il carcere dei suicidi accusato di aver violato l’art. 270 bis del codice penale contro le associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale e di eversione dell’ordine democratico.

Approfondimenti:
- Cosa serve a Mauro
- Dossier su Michele Fabiani
- Scrivi a Mauro - Scrivi a Michele - Scrivi a Daniele e Francesco - Scrivi a Juan

Mayday il precariato in piazza

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Anche quest'anno come tutti i primi maggio dal 2001 la mayday coinvolgerà uomini e donne, precari e precarie, native e migranti, lavoratrici e lavoratori dei call center, degli aeroporti, dello spettacolo e della moda, dell’informazione e della formazione, delle ricerca, delle cooperative sociali, della distribuzione.
Agli operai e alle operaie, delle fabbriche e dei servizi, agli studenti, alle associazioni, ai centri sociali, la festa di strada in cui le vite di migliaia di persone si incrociano, ritrovandosi in un immaginario comune.
La precarietà picchia duro, nel lavoro e nella vita.
Non è "sfiga". Non è cosa passeggera. Non è un problema sociale tra gli altri nè un titolo di un giornale. Non è semplicemente la perversa proliferazione di contratti atipici nè un dazio che le giovani generazioni sono costrette a pagare per entrare nel mercato del lavoro. È il modo contemporaneo di produrre la ricchezza, di sfruttare il lavoro, di asservire ogni stilla della vita al profitto delle imprese.
La precarizzazione è la crisi della rappresentanza politica e sindacale del lavoro e nel sociale, è il punto da cui è necessario ripensare e sperimentare nuove forme e strategie di lotta; contro lo sfruttamento, le gerarchie e la povertà.
Negli ultimi anni, l’EuroMayDay ha costruito, in Italia e in Europa, uno spazio politico e sociale, condiviso, in cui la presa di parola e il protagonismo dei precari e delle precarie, senza mediazioni e mediatori, ha sperimentato forme inedite di visibilità, comunicazione e conflitto.
Ma la Mayday è un processo sociale che si evolve di anno in anno, per ntutto l’anno, e questa edizione, a Milano, rilancia a partire dal protagonismo dei migranti.
Il lavoro migrante rivela i segreti della precarizzazione. Il controllo dei confini produce gerarchie spesso razziste tra regolari e irregolari, tra buoni e cattivi, criminalizzati dalle retoriche della guerra e della sicurezza che servono solo a non parlare di coloro che di lavoro muoiono, senza nessuna sicurezza.
La specificità dei migranti è vivere una doppia precarietà. Dentro e fuori i luoghi di lavoro il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro li ricatta, i Cpt e le espulsioni li minacciano costantemente.
In questi anni il protagonismo dei migranti ha prodotto esperienze significative di lotta autonoma in nome della libertà di movimento. Il primo maggio, a Milano, si vuole condividere questa forza, amplificarla, congiungerla con quella degli altri precari, condividere esperienze che sono transnazionali e che arriveranno fino in Giappone per la Tokyo MayDay. Costruire una MayDay che sappia porre un confronto serrato e continuativo, fra tutte le realtà lavorative, sociali, sindacali che lottano, ogni giorno, in ogni dove, contro la precarizzazione, sulle tematiche che da sempre hanno caratterizzato l’idea del primo maggio precario, la precarizzazione picchia duro e segna una discontinuità profonda con il passato. E’ un equilibrio sapiente fra ricatto e consenso e agisce sul sociale in modo diverso, dividendoci e confondendoci. Atomizza le nostre vite e saccheggia i territori e le metropoli in cui viviamo.
Milano è fresca di nomina per l’Expo 2015. Le conseguenze inevitabili saranno le speculazioni e gli appalti che allestiranno il palcoscenico nascosto per lo sfruttamento del lavoro precario e migrante in un’oscena colata di cemento ieri a Torino domani a Milano.
Non ci sono dubbi, si è incompatibili con tutto ciò.
L'appuntamento è per giovedì 1 maggio alle 15.00 in Porta Ticinese

25 Aprile 2008: l'antifascismo in piazza

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25 aprile: giornata di lotta e di memoria, di popolo e di piazza, di festa e di resistenza.
Tutto questo deve essere il 25 aprile, per ricordare la guerra partigiana e i suoi ideali di libertà ed uguaglianza senza dimenticare che il fascismo ha molte facce e molti sono i modi in cui si manifesta oggi.
Il fascismo serpeggia nelle istituzioni e nelle strade, fra i più giovani, non solo a Milano, ma in ogni paese.
Fascismo oggi significa prevaricazione, privilegio, discriminazione, razzismo sessismo, omofobia, militarismo. Si manifesta nell'annullamento della collettività a favore dell' atomizzazione sociale, nei miti del consumo e del possesso, nello stato dell' Ordine e nelle politiche securitarie e repressive, nell' asservimento delle politiche sociali alle volontà ecclesiastiche, nella costruzione mediatica della paura nei confronti del diverso.
La Cascina Autogestita Torchiera senz'acqua, insieme ad altre realtà, propone una serata all'insegna della musica, della culturae della riflessione politica sul piazzale del cimitero Maggiore, proprio dove meno di un anno fa il circolo nazi-fascista Cuore Nero ha tentato di aprire la propria sede. Nonostante il progetto sia fallito, la presenza fascista nel quartiere è preoccupante e si avvale di spazi di agibilità sempre più diffusi. Gli aderenti ai numerosi gruppi di estrema destra, che aggrediscono minacciano e intimidiscono chiunque non si allinei ai loro schemi e valori, possono permettersi agibilità politica perchè si sentono sicuri sotto l'ala della destra istituzionale, ma soprattutto perchè manca memoria, indignazione e forme di protesta da parte della cittadinanza.
Anche per questo è importante riprenderci le strade, le piazze e i quartieri per ribadire ad alta voce il no ad ogni forma di fascismo.
La serata del 25 non vuole essere solo un concerto ma un momento di partecipazione attiva e consapevole per riaffermare la volontà di lotta antifascista contro l'omologazione, l'arroganza e la prevaricazione.

Ambulatorio Medico Popolare sotto sfratto.

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Qualcuno crede che siamo alla fine di un percorso partito tredici anni fa,una follia in un mondo dove tutto si misura col denaro: un ambulatorio gratuito per il diritto alla salute.
Si trova nei locali, per quasi due decenni lasciati in totale abbandono, al piano terra della storica casa occupata in via dei Transiti 28, Milano.
3600 persone visitate, 30 visite gratuite ogni settimana, migliaia di ore spese da decine di volontari e volontarie. Il tutto con la spesa di poche centinaia di euro l'anno, autofinanziate e in totale indipendenza da partiti ed istituzioni.
L'Amp in questi anni ha inciso nell'abitare questa città fornendo visite mediche di base in sede e favorendo l' accesso a visite mediche specialistiche presso associazioni, consultori e ambulatori con i quali costituisce, nell'area urbana milanese, una rete che garantisce prestazioni mediche a chi non può accedere al Sistema Sanitario Nazionale.
Inoltre, l'AMP aiuta i migranti senza permesso di soggiorno a esercitare il diritto di accesso alle prestazioni ospedaliere per urgenze o malattie gravi, come previsto dalla normativa vigente del Ministero della Sanità.
Questo è l'Ambulatorio Medico Popolare. Questo è quanto non capirà mai il sig. Ciro Bigoni che ha comprato i locali per poche lire nel 2003, solo per fare un buon affare a scapito di una battaglia che rivendica un diritto fondamentale, il diritto alla salute.
Aveva già provato a far causa con l'assurda accusa di esercizio abusivo della professione medica ed aveva ovviamente perso. Ora però chiede lo sfratto ed i danni, ed il tribunale gli dà ragione: deve poterci mettere il suo negozietto, obbligando chi gestisce l'ambulatorio a dover andare via entro il 15 luglio 2008 pagandogli oltre 13.000 euro di danni.
Quasi 1000 euro per ogni anno passato a togliere le castagne dal fuoco ad uno stato imbelle ed ipocrita al punto da non applicare nemmeno le sue stesse leggi, in una regione dove non sono garantiti neppure i diritti fondamentali.
Perché mai la legge del profitto dovrebbe essere l unica a prevalere.

Approfondimenti:
- Il sito
- Vecchia feature Amp sotto attacco
- Per contatti e solidarietà: ambulatorio.popolare at inventati.org
- Video sul lavoro dell' Ambulatorio Popolare

Fornace under attack

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A pochi giorni dall'assegnazione Expo 2015 a Milano il Sindaco di Rho continua a ignorare la richiesta di incontro presentata a fine febbraio per trovare un accordo sull'area della Fornace.
Durante l'ultimo consiglio comunale Zucchetti ha espresso in modo palese la volontà di chiudere ogni trattativa e di preferire lo sgombero ad una soluzione politica. Notizie sicure di questi giorni tornano insistentemente a parlare di uno sgombero imminente della Fornace, da effettuarsi subito dopo le elezioni del 13-14 aprile.
Sabato 19 aprile alle 14,00 dalla stazione di Rho, insieme al Comitato No Expo e ad altri comitati, associazioni e centri sociali, è stato lanciato un corteo contro il "modello lombardo" di sviluppo, contro l'Expo e le sue conseguenze sul territorio e contro il modello della città vetrina entro cui si inserisce lo sgombero della Fornace di Rho.

Aggiornamenti:
- In 500 in piazza contro la città vetrina
- Comunicato corteo no expo

Video:
- Milano città (inquinata) vendesi

Rassegna Stampa:
- Il Corriere

Approfondimenti:
- Rifiuta la fiera, rifiuti alla Fiera
- feauture Fornace sotto sgombero

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