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PERQUISIZIONI E ARRESTI 23/05/2005
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Sardegna, un mare di... repressione!

E' in corso in Sardegna una operazione “contro gli anarco-insurrezionalisti”, condotta dai militari del Ros e dagli uomini della Digos di Cagliari e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Una cinquantina di perquisizioni sono state effettuate nell'isola e sette compagni del centro di documentazione “Fraria” sono stati arrestati. Non si conoscono reati specifici addebitati a questi ultimi: sono in manette, dunque, per una costruzione basata solo su reati associativi.
Il Fraria, secondo gli investigatori, «serviva da schermo per occultare pratiche illecite riferibili all'associazione sovversiva» con finalità di terrorismo. All'interno del circolo sarebbe esistita una «struttura eversiva incentrata, secondo gli schemi tipici dell'area anarco-insurrezionalista, sulla logica del gruppo di affinità, ovvero un nucleo operativo su base territoriale e cementato dalla progettualità dell'azione diretta contro obiettivi comuni, mediante attacchi non necessariamente correlati e concordati. Una metodica tipica dell’anarchismo». L’accusa che viene mossa ai sette arrestati di Cagliari è di aver «promosso, costituito, organizzato, diretto e finanziato o comunque partecipato ad un'associazione sovversiva, finalizzata al compimento di atti di violenza, con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, nonchè attività di propaganda ed apologia sovversiva».

Sabato 28 maggio a Cagliari manifestazione contro il carcere e la repressione
  • Comunicati del Fraria: [ 1 ] [ 2 ]
  • Rassegna stampa: [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ] [ 4 ] [ 5 ] [ 6 ]
  • Solidarietà: [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ]
  • Contributi dal NW: [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ]
  • Blocco proiezioni della R.A.I. (Riproduzioni Audiovisive Indipendenti): Comunicato

Questo è solo l’ultimo episodio di una pesante campagna repressiva che da alcuni anni coinvolge la Sardegna:
  • Il 22 ottobre 2003, a Cagliari, il sit-in in solidarieta' a Massimo Leonardi trasformatosi in corteo, si è concluso con l'accerchiamento da parte della polizia e la successiva carica con caccia all'uomo. Numerosi manifestanti sono stati picchiati e 12 sono stati i fermi, 4 dei quali trasformatisi in arresti. Il processo si e' concluso dopo un anno, con condanne a 10, 8 e 7 mesi di reclusione e 1.500 Euro di multa.
  • Il 12 giugno 2004 sono stati arrestati a Quartu S. Elena (CA) tre compagni anarchici del circolo "Fraria" di Cagliari con l'accusa di avere piazzato un ordigno incendiario nel comitato elettorale di Mauro Pili e Giorgio La Spisa (Forza Italia).
    Nel pomeriggio sono scattate le perquisizioni nella sede del "Fraria" e, con un decreto prefettizio, ne è stata decisa la chiusura per 60 giorni (per questioni di ordine pubblico).
    Il 10 agosto, alla soglia della scadenza dei 60 giorni, ne è stata decretata la proroga per altri 60 giorni. Perquisizioni anche nelle case degli arrestati e in quelle di altr* 7 compagn*.
  • La notte fra il 12 e il 13 agosto a Sassari altri due anarchici sono stati fermati perché portavano con sé bottiglie piene di benzina e un grembiule. Processati, sono stati successivamente prosciolti.
  • Il 16 sono state perquisite le case di 2 compagni, che si aggiungono agli altri indagati per i fatti di Quartu.
  • Mercoledi' 23 marzo 2005, a Cagliari, nel corso di un presidio davanti alla clinica psichiatrica per la giornata di mobilitazione contro le istituzioni del controllo sociale indetta dall'Assemblea aperta contro Psichiatria e il controllo sociale e' stata arrestata Michela, una compagna presente, con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
  • Il 7 aprile i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di alcuni compagni di Sassari sequestrando il solito materiale "interessante" motivando con gli articoli 110 (in concorso con altri) e 435 (detenzione e fabbricazione di materiale esplodente), in relazione ai fatti "antecedenti e prossimi" al 5 aprile avvenuti a Sassari
PROCESSO PER I FATTI DEL 22 OTTOBRE 19/11/2004

L'ultima udienza

Sabato 20 novembre si è tenuta l'ultima udienza del processo a Luisa, Massimo e Matteo, imputati per i disordini del 22 ottobre 2003 a Cagliari (vedi la ftr "Processato il diritto a manifestare", in basso). Dopo l'arringa finale della difesa è arrivata subito la sentenza.

Dopo un anno di processo, dopo un anno di accuse traballanti (lanciate in aula e riportate come verità da gran parte della stampa), gli avvocati dell'accusa e la parte civile hanno chiesto e ottenuto 10 mesi di reclusione per Massimo, 8 per Matteo, 7 per Luisa, e 1.500 Euro di multa (che, con notevole senso dell'ironia, verranno devoluti in beneficenza).

Questo non è solo un processo a tre persone e compagni: è un processo contro il dissenso, il banco di prova di una nuova stagione repressiva in Sardegna. Al convegno "Una rete socio-istituzionale per contrastare l'illegalità", tenutosi a Cagliari il 30 ottobre, il vicecapo della polizia Giuseppe Procaccini dichiarava: "Gli anarchici dell'isola? Li colpiremo tutti. E duramente", attraverso un'operazione coordinata fra forze dell'ordine e magistratura per riportare la situazione sotto controlla nell'isola.

Condannati Luisa, Massimo e Matteo

Resoconto dell'ultima udienza del 20 novembre

Reazioni alla sentenza [ 1 ] - [ 2 ] - [ 3 ]

REPRESSIONE A CAGLIARI 20/01/2004
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Processato il diritto a manifestare

Durante la manifestazione nazionale del 4 ottobre 2003 a Roma (contro la Conferenza intergovernativa per la ratifica della Convenzione europea) venne scoperto e allontanato un agente della Digos infiltrato nel corteo. Dodici giorni dopo venne accusato del gesto e arrestato Massimo Leonardi, un giovane anarchico viterbese di origini sarde.

Numerose manifestazioni di solidarietà sono state organizzate in tutta Italia; a Cagliari il 22 ottobre è stato fatto un sit-in che, trasformatosi in corteo, si è concluso con l'accerchiamento da parte della polizia e la successiva carica con caccia all'uomo per le viuzze del centro, sotto gli occhi sbigottiti dei passanti.

Numerosi manifestanti sono stati picchiati e 12 di loro sono stati fermati. Per tutti si è proceduto a schedatura, presa delle impronte digitali e foto segnaletiche. Nella nottata, per Matteo, Luisa e Massimo il fermo si è trasformato in arresto; intanto Fabrizio (cui poi spetterà la stessa sorte) veniva piantonato in ospedale, dove era ricoverato per le lesioni causate dal pestaggio dei poliziotti.

Oltre ad essere stati vittima dei brutali pestaggi della polizia, i manifestanti sono stati preda di un linciaggio mediatico che, nei giorni successivi, ha deformato e ingigantito i fatti del 22 ottobre.

Il 13 gennaio 2004 c'è stata la prima udienza del processo per Matteo, Luisa e Massimo, il cui arresto è stato convertito in una denuncia a piede libero (il procedimento di Fabrizio è stato invece stralciato e rinviato a data da destinarsi), mentre la seconda udienza, sempre con
i testi di accusa, si è svolta il 7 Aprile.

Resoconti udienze: [ 13 Gennaio | 7 Aprile | 23 Giugno | 15 Luglio | 30 Settembre| 16-17 novembre ]

ANCORA ARRESTI... 20/06/2004
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Finita la campagna elettorale inizia la campagna arresti

Dal 24 Luglio, Carlo, Luca e Vinicio sono agli arresti domiciliari.
Il 10 Agosto è stata decretata la proroga del provvedimento di chiusura del Fraria per altri 60 giorni.
Il 17 Agosto si è tenuta una prima udienza, rinviata al 22 Settembre.

Il 12 giugno scorso sono stati arrestati a Quartu S. Elena (CA) tre compagni anarchici del circolo "Fraria" di Cagliari. Luca, Vinicio e Carlo sono stati presi in circostanze ancora da chiarire, con l'accusa di avere piazzato un ordigno incendiario nel comitato elettorale di Mauro Pili e Giorgio La Spisa (Forza Italia).

Nel pomeriggio sono scattate le perquisizioni nella sede del "Fraria" e, con un decreto prefettizio, ne è stata decisa la chiusura per 60 giorni (per questioni di ordine pubblico). Il 10 Agosto, alla soglia della scadenza dei 60 giorni (scadenza prevista alla mezzanotte dell'11 Agosto), ne è stata decretata la proroga per altri 60 giorni.

Perquisizioni anche nelle case degli arrestati e in quelle di altr* 7 compagn*, cui sono stati sequestrati agende, volantini, bandiere (?), e computer usati per scopi lavorativi. La notte fra il 12 e il 13 a Sassari altri due anarchici sono stati fermati [1 - 2] perché portavano con sé bottiglie piene di benzina e un grembiule. Sono stati rilasciati con obbligo di dimora tra le 22.00 e le 7.00.

Le perquisizioni purtroppo non si sono fermate: il 16 sono state perquisite le case di altri 2 compagni che si aggiungono agli altri indagati per i fatti di Quartu.

Dopo queste giornate di arresti e perquisizioni, è stata espressa solidarietà da diversi gruppi e compagn* [1 - 2 - 3 - 4 ], non senza suscitare qualche polemica e dibattito all'interno del movimento sardo.

Comunicato dei tre arrestati.

Sabato 19 Giugno c'è stato un presidio di solidarietà per Luca, Vinicio e Carlo.
Sabato 3 e Martedì 20 Luglio si è svolto il Buon Cammino d'Oro.

DETENUTI SCOMPARSI 19/06/2004

I detenuti che scompaiono...

Il carcere di Badu 'e Carros (Nuoro) ha un braccio di massima sicurezza e, come tale al posto delle guardie carceriarie "convenzionali" ci sono i famigerati GOM a "garantire" la sicurezza.
Quindi è ancora più difficile verificare quello che succede all’interno.

E proprio dal carcere di Badu 'e Carros è stata spedita una lettera in cui i detenuti denunciano:
"Segnaliamo che non abbiamo più notizie di un nostro compagno Roberto Nicolosi, massacrato e buttato in cella d'isolamento dalla polizia penitenziaria. Abbiamo timore che faccia la fine del detenuto Acquaviva trovato impiccato tempo addietro (vedesi procedimento penale in corso contro la polizia penitenziaria). Le torture non ci sono soltanto in Iraq ma guardiamo anche in casa nostra.
Alcuni detenuti del carcere di Nuoro.
5/06/04"

In un'altra lettera del 7 giugno inviano la copia della lettera di protesta scritta a mano che i detenuti hanno inviato alla Direzione del carcere in merito alla vicenda di Nicolosi.

Dopo la mobilitazione di alcuni compagni e alcune compagne dell'isola, ieri è stata inoltrata un’interrogazione parlamentare dal deputato verde Bulgarelli, e il quotidiano il manifesto di oggi ha pubblicato un breve articolo, con l’intenzione di tornarci la settimana prossima.

aggiornamenti

- la denuncia dei sindacati sulle condizioni nel carcere
- delibera del Consiglio Comunale di Nuoro

Sabato 26/06 alle 8:30 sit-in davanti al carcere di Badu' e Carros - Nuoro
LA MADDALENA... 25/01/2004
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Contro la base nucleare USA

Dal 1972, il porto della base NATO dell'isola di Santo Stefano (arcipelago di La Maddalena, Nord Sardegna) ospita permanentemente una nave appoggio-officina della marina USA, che assiste i sommergibili a propulsione e armamento nucleare dislocati nel Mediterraneo, ed ospita l'arsenale nucleare ad essi destinato.

Nato da una serie di accordi segreti firmati dal governo italiano, il "punto di approdo" nucleare degli USA (come fu ufficialmente definito) si trova oggi all'interno di uno dei maggiori parchi naturali della Sardegna. Per trent'anni la popolazione sarda ha invano cercato di opporsi alla presenza militare statunitense. Ma i sottomarini atomici hanno potuto navigare indisturbati, accompagnati da una lunga serie di eventi sospetti protrattasi fino ad oggi: aumento della radioattività della zona, contaminazioni del mare, scorie nucleari sepolte, incidenti tenuti segreti ([1], [2]), aumento dei casi di tumore e di malformazioni neonatali.

Per trent'anni la presenza statunitense è cresciuta: sono aumentati personale e armamenti, sono state scavate gallerie sotto l'isola, e ammassati numerosi edifici prefabbricati e abusivi sulla costa. Il "semplice" punto di approdo è stato silenziosamente trasformato in una vera e propria base nucleare, fuori dalla sovranità italiana, controllata direttamente dal Pentagono, e dotata di un ruolo centrale negli ultimi conflitti in Iraq. Nonostante questa espansione, il piano di emergenza per evacuare la popolazione in caso di incidente nucleare è stato sempre tenuto segretotrapelato solo poche settimana fa).

E dopo trent'anni, l'ultima beffa: senza nemmeno chiedere un parere alle popolazioni e agli enti locali, il ministro della difesa Antonio Martino ha approvato una proposta USA per l'espansione della "base" (sì, da qualche mese si tratta ufficialmente di una "base"). Pochi giorni fa il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Italo Masala ha annunciato un accordo stato-regione che, senza neppure entrare nel merito degli accordi USA-Italia, di fatto svende la terra sarda all'esercito statunitense.
Oltre a legalizzare l'attuale situazione di abusività, il progetto avallato da stato e regione prevede una enorme colata di cemento che triplicherà la cubatura delle costruzioni; già si prevedono nuovi edifici e depositi per armamenti e scorie nucleari, nonchè l'arrivo di nuove truppe e la moltiplicazione delle navi da guerra e dei sottomarini nucleari ancorati ai moli sardi.

Negli ultimi mesi sono partite iniziative e proteste, contro la base di La Maddalena e contro tutte le servitù militari, con una speranza: un'altra Pratobello è possibile.

PRINT "Speciale BASI MILITARI (La Maddalena) del 7 Febbraio 2004

Aggiornamenti

- Contaminazione da Torio 234 (leggi il Rapporto CRIIRAD), il carburante dei sommergibili atomici di stanza a La Maddalena, di circa 400 volte superiore ai valori normali
- Interrogazione parlamentare del deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli

La storia della base USA

Dossier: «S. Stefano, La Maddalena: una base contro l'Europa», a cura di Salvatore Sanna. Disponibile su:

  • ReporterAssociati (formato PDF);
  • PeaceLink (formato HTML);
  • Indymedia Italia.


  • Iniziative e proteste contro la base :

  • domenica 30 novembre 2003: corteo navale di protesta di fronte alla base USA;
  • venerdì 19 dicembre 2003: manifestazione a Sassari;
  • lunedi 19 gennaio 2004: sit-in di protesta per l'accordo stato-regione;
  • venerdì 23 gennaio 2004: conferenza stampa del comitato spontaneo "Firma sa bomba" (attualmente composto da Comitato gallurese no scorie, comitato sardo "Gettiamo le basi", Sardigna natzione): presentazione della raccolta firme per un referendum popolare contro la base di La Maddalena;
  • martedì 27 gennaio 2004: resoconto del sit-in di protesta di fronte al Consiglio regionale;
  • sabato 7 febbraio : il deputato verde Mauro Bulgarelli a Cagliari per parlare della base di La Maddalena (Resoconti e Aggiornamenti)
  • sabato 21 febbraio : MANIFESTAZIONE CONTRO LA BASE A CAGLIARI


  • Precedenti feature su Indymedia:
    - Giochi di guerra...

    SARDINIA GOLD MINING 18/07/2003

    Sporche Gestioni Minerarie

    La Sardinia Gold Mining (SGM), multinazionale australiana, ha ricevuto dalla Regione Sarda il permesso di cercare e sfruttare l'oro in una porzione di territorio di circa 400 ettari; di quest'area fanno parte i comuni di: Furtei, Segariu, Serrenti e Guasila.
    La Regione può non solo dare la concessione per lo sfruttamento delle risorse ma può anche elargire finanziamenti direttamente alle imprese; nel caso della SGM, l'impresa ha ricevuto solo nei primi anni più di 5 milioni e mezzo di euro, d'altro canto la Regione recupererà in 10 anni solo 100mila euro; difficilmente questi profitti valgono la distruzione e l'inquinamento della nostra terra, eppure la SGM continuerà con i suoi lavori praticamente indisturbata.
    Dopo Furtei, zona mineraria già ampiamente devastata, a sentire il direttore della PromOro Giancarlo de Paulis ricche zone da sfruttare sarebbero anche quelle di Monte Ollasteddu, Iglesias, Sanluri, Narbolia e Osilo dove il comune non ha però autorizzato l'estrazione.
    Rifiuto sicuramente motivato, visti i gravissimi danni che l'attività estrattiva provoca nonostante questi siano spesso minimizzati;
    Come affermato dalla Dott.ssa Silvia Gonzales infatti i rischi sono tanti, durante e dopo l'estrazione, per via dell' utilizzo del cianuro che può facilmente avvelenare l'aria, il territorio e di conseguenza le persone.
    Per quanto tempo questo scempio dell’Isola dovrà protrarsi all'oscuro dell'opinione pubblica?

    Print sulla SGM

    Studio Impatto Ambientale per il progetto oro a Osilo

    SCORIE RADIOATTIVE 18/06/2003
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    Un mare di veleni

    Dopo l'occupazione militare, la cementificazione e i già tanti problemi presenti nella nostra isola viene ad aggiungersene un altro, quello delle scorie radiottive.
    Al generale Carlo Jean presidente della Sogin Spa è stato affidato dal governo il compito di trovare una sistemazione a 55 mila metri cubi di scorie radioattive.
    E allora quale migliore sistemazione della Sardegna zona a-sismica nella quale, c'è gia una significativa presenza di aree di servitù militari, e un nutrito presidio militare del territorio.
    La gestione delle scorie nucleari ha dietro di se un enorme e vergognoso giro d'affari nel quale sono coinvolti in tanti: dalle numerose imprese che si occuperanno materialmente dello stoccaggio delle scorie, ai militari che avranno sotto di se il controllo totale di una risorsa riutilizzabile per fini bellici.
    Ma siamo stanchi dello sfruttamento continuo a cui la Sardegna è sottoposta, non possiamo dimenticarci di tutte le basi presenti nell'isola e ancor meno di ciò che succede a Quirra.

    mobilitazioni passate:

    manifestazione il 20 giugno a Cagliari
    - resoconto dall'Unione Sarda

    manifestazione e concerto il 21 giugno a Carbonia

    iniziative del 4 luglio

    - Dibattito a Sassari

    Sit-in :
    - a Cagliari
    - a Firenze
    - a Bologna
    - a Roma

    E questo è solo l'inizio. 26/03/2003
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    Nasce indySardegna

    Nasce un'area informativa e di collegamento dedicata alla Sardegna ... questo perchè il piano nazionale e internazionale e' importante, ma anche le problematiche locali hanno la loro fondamentale importanza. E la Sardegna, di problemi ne ha tanti, irrisolti e/o di cui non si parla mai abbastanza (e quando se ne parla è sempre tramite i canali "ufficiali" e manipolati).

    Ci sono tante persone impegnate sui tanti fronti di lotta in Sardegna ... e siamo già diverse persone a pubblicare su indy dalla e sulla Sardegna ... questa sezione nasce con l'intento di riunire queste e altre forze.

    E la Sardegna ha anche la forza dei tanti Sardi sparsi nel mondo, perchè, quello che un tempo poteva essere sintomo di povertà economica, è oggi una ricchezza culturale ... per questo invitiamo le comunità sarde in Italia e all'estero a contribuire direttamente.

    Indymedia non è una testata a cui chiedere di pubblicare ... indymedia è un luogo telematico dove pubblicare direttamente le proprie news ... partecipiamo e sviluppiamo queste pagine insieme.

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